fonte: Terra
Diego Carmignani
IL CASO. Il decreto “Sviluppo” approvato ieri garantisce ai gestori degli stabilimenti il diritto di superficie per novant’anni. Ambientalisti fuoriosi per il nuovo blitz a danno del territorio.
Le spiagge italiane: patrimonio comune che i privati potranno gestire a piacimento per uno spensierato periodo di lucro lungo quasi cento anni. «Nessuna vendita di spiagge. La spiaggia rimane pubblica», ha giurato Tremonti illustrando la novità normativa presente nel Decreto legge per lo sviluppo ieri approvato. Dato per inviolabile il diritto di passaggio, il diritto di superficie per i gestori durerà novant’anni, coinvolgendo tutto ciò che è insediamento turistico, stabilimento, chiosco, colata di cemento, parcheggio e quindi, nel più dei casi, esempio di scempio ambientale made in Italy.
Per quella che è da considerare, visti i termini decennali, una privatizzazione mascherata da concessione (con tanto di semplificazioni e sconti fiscali), esulta logicamente il settore turistico, con sindacato dei balneari e Fiba a giudicare il regalo una «positiva novità», attesa da anni, che consente di lavorare con maggiore certezza sul futuro. Buon per loro, male per noi cittadini restanti, liberati da 3534 km di costa, oltre il 50% del totale, per un prezzo irrisorio: 0,93 euro a metro quadro all’anno. La svendita alle lobby è denunciata da Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, come ribadito nel sit-in ieri davanti Montecitorio.
Per quella che è da considerare, visti i termini decennali, una privatizzazione mascherata da concessione (con tanto di semplificazioni e sconti fiscali), esulta logicamente il settore turistico, con sindacato dei balneari e Fiba a giudicare il regalo una «positiva novità», attesa da anni, che consente di lavorare con maggiore certezza sul futuro. Buon per loro, male per noi cittadini restanti, liberati da 3534 km di costa, oltre il 50% del totale, per un prezzo irrisorio: 0,93 euro a metro quadro all’anno. La svendita alle lobby è denunciata da Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, come ribadito nel sit-in ieri davanti Montecitorio.
«Uno stabilimento balneare di 10mila metri quadrati pagherà meno di 1000 euro di affitto al mese – ha spiegato il leader ecologista -. è un tentativo di bypassare la direttiva europea Bolkenstein che prevede gare per assegnare le concessioni. In nessun Paese d’Europa e del mondo si è arrivati a una simile gestione del demanio marittimo». E pensare che Berlusconi parla del Dl come del primo provvedimento che va nella logica europea. La bella stagione inizia ora con la nuova epoca di “Spiaggiopoli”: gita al mare più costosa e meno sostenibile, vista la cementificazione in vista per gli arenili.
«Mai avremmo immaginato di toccare un punto così basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano a criminalità e speculatori con l’avallo del governo», ha attaccato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, contestando l’«illogico e anacronistico» provvedimento, che l’associazione ambientalista ha ribattezzato, con tragica ironia, “Decreto Sottosviluppo”. Non c’è da sorprendersi. L’ultima trovata creativa del governo è in linea con l’idea di sviluppo dei nostri politici: fare cassa con le risorse più preziose del Belpaese, svendendo in via definitiva valore aggiunto e, soprattutto, identità.
Intanto, proprio ieri, la Procura di Roma ha avviato un’inchiesta contro ignoti per le spiagge capitoline date in concessione. Gli accertamenti, avviati dopo la denuncia di Angelo Bonelli, riguardano mancanza di passaggi “liberi” per raggiungere il mare, gare per l’assegnazione non rispettaosi della “evidenza pubblica” e “assenza di trasparenza” sulle licenze di edificazione. Paesaggi desolanti destinati, da ieri, a imperversare per tutto lo Stivale.
Teniamoci una riserva di aria per respirare prima che 3 monti la renda privata
RispondiEliminaSì, attenzione Valerio, perchè potrebbe accadere davvero!!! ;-DD
RispondiEliminaTi abbraccio
Namastè