da: Terra
Bruno Picozzi
RINNOVABILI. E' in costruzione negli Emirati Arabi Uniti il prototipo della struttura galleggiante ad anello, variazione acquatica degli impianti solari termodinamici a concentrazione. Un’idea svizzera del Csem che sarà realizzata dalla Nolaris.
Si chiama Isola solare ed è un’enorme superficie galleggiante che sposa perfettamente le attuali capacità tecnologiche con l’immensa potenza del sole. Si tratta di una struttura circolare di plastica e acciaio costituita da un anello flottante che circonda una vasta membrana poggiata su cuscini d’aria. Qui trovano posto infinte linee di pannelli riflettenti extrapiatti che convogliano la luce del sole su contenitori tubolari, all’interno dei quali scorre un liquido che viene scaldato fino a 250°. Il vapore ad alta pressione (16 bar) così generato viene poi convogliato in un serbatoio di stoccaggio del calore che movimenta una turbina elettrica, 24 ore su 24. L’isola può essere posizionata in mare, a grande distanza dalla costa, oppure su laghi o specchi d’acqua di grandi dimensioni. O anche in vasche appositamente costruite su terra.
Un’idea a suo modo banale, variazione sul tema del solare termodinamico a concentrazione, ossia di quella tecnologia che ha affascinato un’intera generazione di ricercatori tra i quali il nostro Carlo Rubbia, premio Nobel 1984 per la fisica.
La particolarità di questa invenzione è la capacità di orientare i pannelli in qualsiasi direzione a seconda dell’irraggiamento solare, con semplicità e con estrema precisione, massimizzando l’efficienza dell’impianto senza dotare le singole superfici riflettenti di sistemi di allineamento individuali assai costosi. Basta far ruotare l’intera isola sull’acqua, in modo da mantenere sempre la migliore esposizione ai raggi del sole.Il progetto è frutto di una ricerca del Csem, Centro svizzero per l’elettronica e la microtecnologia, compagnia privata indipendente e no-profit, «il cui scopo è creare opportunità per un mondo sostenibile». Debitamente sovvenzionata dal Centro stesso, nel 2007 nasce l’azienda Nolaris, col compito di dare all’idea uno sviluppo commerciale. «Il primo obiettivo di Nolaris è quello di fornire impianti solari su vasta scala che consentano la produzione di energia a basso costo, in concorrenza quindi con le fonti energetiche tradizionali e capaci di definire nuovi parametri per la produzione di energia». Una vera rivoluzione copernicana nel rapporto tra kilowattora e CO2. «Il mondo ha bisogno di tecnologie a basso costo ma a scala adeguata. Questo è ciò che può essere un’Isola solare», dice Thomas Hinderling, direttore esecutivo di Nolaris.
Il primo prototipo di Isola solare è in fase avanzata di costruzione a Ras al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti. Un disco del diametro di 80 metri posto a galleggiare in una sorta di megavasca costruita appositamente. L’impianto sperimentale, una volta terminato, potrà garantire una capacità di 0,5 MW e una produzione annua di circa 1,2 GWh. L’efficienza di questa macchina nella conversione energia solare/energia elettrica è pari a circa il 15 per cento. Con 3mila kilowattora al giorno, i tecnici ipotizzano un prezzo inferiore a 10 centesimi di euro per kilowattora. Lo stesso disco, portato all’equatore e dimensionato su una superficie di 20 chilometri quadrati, fornirebbe la capacità di un GW e una produzione annua pari a oltre 1,5 TWh. La stessa forza di un reattore nucleare di media capacità a costi decisamente inferiori, senza scorie radioattive, senza acqua contaminata, senza emissioni.
Data l’altezza dell’anello (fino a 20 metri) e la posizione orizzontale dei pannelli un’Isola solare, per quanto estesa, una volta posta in mare sarebbe quasi immune alle sollecitazioni delle onde e del vento. La creazione dei cuscini d’aria costa in termini di energia 3 o 4 kilowattora. Una pari quantità di energia serve per la rotazione alla ricerca dell’allineamento col sole. Qualcosa ancora dovrà essere speso per mantenere puliti gli specchi, compito questo di robot specializzati. Il resto è tutto guadagno. Aspettiamole dunque, queste “Isole costruite dall’uomo con impianti collettori di energia solare”, brevetto n. 7891351 concesso negli Usa lo scorso 22 febbraio. Chissà che Nolaris non riesca veramente a cambiare in meglio la vita di tutti noi.
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