Foto: Federazionedellasinistra
La Commissione europea, visto la fotografia allarmante che proviene dai singoli paesi, propone un quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, che contribuirà a orientare le politiche nazionali sui Rom e a mobilitare i fondi europei disponibili per le iniziative d’ inclusione.
Il quadro si appoggia su quattro pilastri: accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio.
Ogni Stato membro deve fissare i suoi obiettivi nazionali d’integrazione in funzione della popolazione Rom presente sul suo territorio e della sua situazione di partenza.
“Negli ultimi anni, malgrado qualche buona intenzione manifestata dai responsabili politici nazionali, troppo poco è cambiato nelle condizioni di vita della maggior parte dei Rom”, ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. “Gli Stati membri hanno la responsabilità comune di mettere fine all’esclusione dei Rom dalle scuole, dall’occupazione, dall’assistenza sanitaria e dagli alloggi. È una sfida importante. Per questo motivo stiamo fissando obiettivi per l’integrazione dei Rom e abbiamo bisogno di un impegno esplicito da parte di tutte le capitali, le regioni e le città dell’Europa per metterli in pratica. È ora di andare oltre le buone intenzioni e intraprendere azioni concrete. Lo scopo principale per me è che gli Stati membri contribuiscano a garantire che tutti i bambini Rom completino almeno la scuola primaria”.
La Commissione Europea sembra non solo raccomandare ma anche minacciare l’apertura di una doppia procedura d’infrazione contro la Francia. La Francia, infatti, detiene uno strano primato. Vince la guerra delle cifre sul numero di Rom di cittadinanza bulgara o romena ricondotti quest’anno nei loro paesi! Ma non finisce qui. Introduce le quote razziali nel calcio suscitando scandalo in metà mondo.
La Germania ha avviato il ritorno nel paese di origine dei Rom provenienti dal Kosovo, ma non si tratta di cittadini europei: ha preferito quindi procedere sottovoce, con cautela.
La Spagna, invece, che pratica una politica di integrazione verso i “gens du voyage” con cittadinanza spagnola, ha deciso di includere i Rom stranieri nei suoi programmi di aiuto. La Francia e l’Italia sono quindi isolate.
Ed in Svezia? Qui il difensore civico chiede "più tutela giuridica per i rom", titola Svenska Dagbladet in occasione delle pubblicazione del rapporto contro la discriminazione etnica dei circa cinquantamila rom che vivono in Svezia. Il mediatore constata che le discriminazioni fanno ormai parte della quotidianità dei rom in Svezia, e invita il governo di Stoccolma a rivedere la legislazione attuale al fine di assicurare un'effettiva tutela dei diritti dei rom.
In Slovenia, come il resto d’Europa, quasi il 100 per cento della popolazione ha accesso ad acqua potabile sicura. Eppure oggi molte comunità rom lottano per raccogliere anche piccole quantità di acqua per bere, lavarsi e cucinare. Questo non è per caso o per scelta – è dovuto alla discriminazione degli zingari.
In Italia, stando all’ultimo rapporto dell’Enar, l’agenzia non governativa contro il razzismo, l’Italia è al secondo posto in Europa per tasso di maltrattamenti, aggressioni e violenze a sfondo razziale.
Il dossier dell’Enar “Shadow Report” su dati relativi al 2009/2010, è stato presentato nei giorni scorsi al Parlamento europeo e si basa su dati non ufficiali ma forniti da associazioni e Ong impegnate nel campo della lotta alla discriminazione ognidove. Anche nei campi da calcio? Si. È recente, infatti, la notizia che la Federazione italiana gioco calcio (Figc), cercando probabilmente d'imitare i cugini francesi, è stata condannata dal Tribunale di Lodi per aver discriminato un giovane calciatore originario del Togo, negandogli il tesseramento nel torneo dilettantistico. Certo. In Italia siamo in grado di discriminare non solo i rom ma anche i congolesi come Shaib Idrissuou Biyao Kolou, ex giocatore professionista con alcune partite anche in nazionale. Peccato che s’è intestardito e l’ha spuntata in tribunale. Ma chi si credeva d’essere….Ibrahimovic? A proposito del grande Ibra è notizia di queste ore che vuole rimanere in Italia a lungo. Ma non è uno zingaro? Che ne pensa il Presidente del Milan? Applichiamo le direttive europee o scimmiottiamo i vari Borghezio?
Fabio Pipinato direttore di Unimondo
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