venerdì 12 aprile 2013

Mens sana in corpore sano


di Marco Cedolin

Nella società del “progresso” che ama cibarsi di stress, di competizione e di sogni venduti un tanto al chilo al mercato delle illusioni, il concetto di salute è un qualcosa di molto relativo i cui contorni spesso sono destinati a perdersi nell’imponderabile. Quando si parla di salute, generalmente lo si fa sotto forma di business, in funzione della presenza di una malattia che necessita di essere curata tramite la terapia farmacologica o quella chirurgica.
Nel mondo del mercato anche la salute trasmuta allo stato di merce, con annesso codice a barre che ne identifica il prezzo. Una merce di fatto molto rara che i nostri ritmi di vita e le nostre abitudini contribuiscono in maniera significativa ad annientare.....

Viviamo costantemente immersi in una cacofonia di stimoli indotti che minano in profondità il nostro equilibrio nervoso, producendo ansia, paura di non farcela e tensioni emotive di varia natura esacerbate all’inverosimile. Spesso all’interno di agglomerati urbani dove impazza il traffico automobilistico, l’aria è irrespirabile e tanto l’asfalto quanto il cemento risultano presenze immanenti che ci avvolgono fra le proprie spire.
Mangiamo cibo spazzatura, profondamente artefatto e di derivazione industriale e spesso pranziamo in maniera disordinata, nel corso di pause faticosamente ritagliate all’interno delle nostre giornate. Molte volte in piedi, in maniera automatica, senza alcun entusiasmo e alcun piacere.
La sedentarietà è diventata la nostra compagna più fedele. Seduti in macchina per andare al lavoro, seduti al pc durante la giornata lavorativa, seduti davanti alla TV la sera e poi ancora seduti in auto durante il weekend, per andare al centro commerciale a fare shopping, al mare a coricarci in spiaggia, o semplicemente a fare un giro in macchina.
Generalmente non troviamo il tempo per fare sport, ma quando accade il contrario anche lo sport viene troppo spesso interpretato in maniera distorta, rivelandosi molto più funzionale al business piuttosto che non alla nostra salute. Pratichiamo lo sport come si trattasse di un dovere più che di un piacere, spesso con l’unico scopo di perdere i chili di troppo e molte volte lo facciamo al 
termine d’intense giornate lavorative, quando il nostro corpo è troppo stanco. 
Da quando suona la sveglia al mattino a quando la notte ci corichiamo, non facciamo altro che calpestare la nostra salute psicofisica, nonostante essa costituisca il bene più caro di cui disponiamo.
Per preservarla o recuperarne l’integrità è necessario innanzitutto cambiare noi stessi. La salute non è una merce che si può acquistare al supermercato, ma la parte più preziosa di noi che resterà tale solamente se sceglieremo di portarle rispetto. Quel rispetto che implica uno stile di vita profondamente differente da quello imposto dalla società del “progresso”, applicando il quale potremmo avere la grande sorpresa di ritrovare, oltre alla salute, anche quella gioia di vivere ormai da troppo tempo dimenticata.



3 commenti:

  1. la nostra salute arricchisce smisuratamente big pharma unita con un patto scellerato con l'industria del junk food.
    Un ottimo aiuto per il massiccio consumo di psicofarmaci, arriva dalle condizioni disumanizzanti che ci propone la quotidianità.
    E pensare che l'aiuto della tecnologia, potremmo lavorare solo per il piacere di farlo e goderci la vita.

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    1. È un concetto distorto, in sè insano, che ci imprigiona al servizio delle multinazionali del Farmaco, utili schiavi sempre un poco malati e disponibili a fare da cavie viventi ad ogni loro esperimento. Abbiamo perso il senso dell'essere sani, hanno creato generazioni di dipendenti dai farmaci. É molto vero quello che dici, a proposito del lavoro, ma anche rispetto ad esso, come per la salute, ci fidiamo molto di più di quel che ci raccontano rispetto a ciò che è vero.
      Un abbraccio Berica ...... Namastè

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