domenica 31 luglio 2011

Ghana, ministro locale ordina l'arresto di tutti i gay

"Il Ministro per la zona occidentale del Ghana, Paul Evans Aidoo, ha ordinato l’arresto di tutte le persone omosessuali nella sua zona di competenza".

fonte: EveryOne

Lo denunciano, in un appello alla Comunità internazionale, i co-presidenti dell'organizzazione per i diritti umani EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau.

"L'offensiva governativa anti-gay – continuano gli attivisti - è conseguente alla campagna omofoba portata avanti dal Consiglio Cristiano del Ghana, che ha attaccato duramente e pubblicamente la comunità LGBT (Lesbian, gay, bisexual, and trans gender) a più riprese. Purtroppo, come dimostra il caso dell'Uganda, molte comunità cristiane promuovono omofobia in Africa, nonostante gli appelli alla tolleranza promossi dalla società civile".

Fiori, non sassi: la marea No-Tav beffa Maroni

fonte: Libre

«Maroni? Dovrebbe fare il sassofonista, non il ministro», scherza dal microfono un alpino in congedo, con in testa il cappello con la penna nera, in mezzo ai 15.000 dimostranti pacifici dell’ultima marcia No-Tav, da Giaglione a Chiomonte, il 30 luglio. Doveva essere «la giornata clou», secondo il titolare del Viminale, il “ministro della paura”: la decisiva battaglia campale in cui «fermare i violenti». Che però non si sono visti: niente sassi, ma fiori agli agenti antisommossa. «Siamo noi a decidere il da farsi, non la polizia», avverte il movimento valsusino, che incassa l’ennesimo trionfo popolare: la partecipazione era stata scoraggiata da inauditi appelli al boicottaggio da parte di media e politici, completamente ignorati. In valle di Susa hanno sfilato in massa cittadini, sindaci e anche una delegazione dall’Aquila.

Conversazioni con Dio "Questo è morire"



Come puoi pensare di sprecare un solo momento facendo qualcosa che non ti piace.

“Ritorno” ai piccoli centri

fonte:  Sostenibilità Decrescita e Democrazia

di Peppe Carpentieri

Il contesto: entro il 2 agosto gli USA rischiano il default, i greci sono oppressi dalla BCE e dal FMI, le agenzie di rating continuano a ricattare l’Italia, i giovani spagnoli sono in rivolta da mesi, gli islandesi sono tornati liberi cacciando il governo corrotto e gli usurai banchieri, nel nord Africa continuano le manifestazioni…
Quelli appena accennati sono solo gli effetti di un pensiero dominante devastante e immorale, divulgato per decenni nelle università e dai media, in estrema sintesi: espansione monetaria, PIL, petrolio.
I cittadini ben informati hanno la grande opportunità di mostrare modelli sociali etici, sostenibili, e di buon senso grazie a un ritorno all’economia naturale e reale, e alla co-gestione diretta delle comunità. Un modello  applicabile anche grazie al ritorno di giovani coppie, in piccoli centri urbani, negli straordinari piccoli comuni italiani, ricchi di natura e bellezze di “pietra”.
Nel nostro paese vi sono territori naturali abbandonati dalla maggioranza degli italiani a causa dell’inseguimento di un sogno materialista: fenomeno dell’urbanesimo e del produttivismo industriale. Ci troviamo alla fine di un ciclo, di fronte ci sono nuove opportunità e bisogna scegliere fra autoritarismo e democrazia. L’attuale crisi offre spunti di riflessione e può aiutare lo sviluppo, o la nascita di nuove comunità maggiormente consapevoli circa il “picco del petrolio” proponendo stili di vita più consoni agli esseri umani vivendo un consumo critico e in armonia con la natura alzando di molto il livello di qualità della vita.

sabato 30 luglio 2011

Ma sa cosa sono? La performance del sottosegretario all’Ambiente su Protocollo di Kyoto e PM10

articolo di Blogeko

Vi presento Elio Vittorio Belcastro, esponente di Noi Sud, nominato giovedì dal Governo sottosegretario all’Ambiente. Lo faccio attraverso la sua performance di ieri pomeriggio, venerdì: un’intervista in diretta al programma La Zanzara di Radio 24. Il conduttore gli domanda cosa sono il Protocollo di Kyoto e il PM10. Il sottosegretario all’Ambiente sfodera tre lauree (la sua scheda sul sito della Camera però ne cita una sola), si avvale in modo piuttosto sdegnoso della facoltà di non rispondere (di professione fa il penalista) e riattacca il telefono. 

Imperdibile. Ascoltate:

venerdì 29 luglio 2011

Un nuovo muro di separazione israeliano sul Golan siriano

fonte: Rinascita

Sotto il completo silenzio delle maggiori potenze mondiali, in piena violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, uno nuovo grave atto viene commesso da parte delle autorità israeliane: un altro muro verrà innalzato, questa volta nel Golan siriano. Il Golan, l’altopiano della Siria sudoccidentale (1176 km²), è un territorio situato tra il fiume Giordano e il lago di Tiberiade, alto tra gli 800 e i 1197 m. Per la loro rilevanza strategica le alture costituirono militarmente uno dei punti focali delle guerre arabo-israeliane del 1967 e del 1973 essendo anche un’area estremamente fertile che assicura il controllo delle fonti idriche. Per queste ragioni infatti vengono occupate da Israele durante la cosiddetta Guerra dei 6 giorni, nel 1967.
Il muro israeliano, secondo le dichiarazioni ufficiali, verrà costruito per evitare l’invasione di centinaia di palestinesi e siriani, che qualche tempo fa, oltrepassate le linee di separazione erano arrivati alla città di Majdal Shams, mentre l’esercito israeliano apriva il fuoco sui manifestanti provocando 13 morti e decine di feriti. Tutto ciò accadde lo scorso maggio, nel 63°anniversario della cosiddetta Al Nakba.

Italia inconsapevole verso il default

Mentre la situazione economica è quasi al punto di non ritorno si muovono i poteri forti: campane a morto per il governo

Default o non default. Mentre il Paese pensa alle vacanze e il mondo della politica gira a vuoto attorno all'ennesima legge ad personam e alla più recente provocazione leghista, i mercati ci puniscono: la Deutsche Bank si è appena liberata dei titoli pubblici italiani, un segno di sfiducia senza precedenti. Intanto le aste dei titoli di Stato di agosto sono state annullate.
Escono allo scoperto le parti sociali e chiedono in una nota congiunta che il governo affronti i problemi reali del Paese, con toni che assomigliano più a una sfiducia di fatto che a un'esortazione.
Niccolò Mancini, trader di Piazza Affari, pensa che ormai il cerchio si stia chiudendo attorno all'esecutivo. Il problema è che la situazione economica del Paese è gravissima.
"Dal mio punto di vista siamo tecnicamente in default. La situazione è abbastanza incontrollabile, anche perché il nostro è il terzo debito pubblico del mondo: con la nostra crescita vicina allo zero e gli attuali tassi che tendono al 6 per cento, non è un'esagerazione dire che siamo tecnicamente in default. Non siamo in grado di sostenere questo debito.
A meno che non ci sia un intervento immediato."

Usa, la fabbrica della psicosi

Case farmaceutiche spingono per estendere l'uso degli anti-psicotici ad ampie fasce della popolazione. Guadagnandoci milioni
da PeaceReporter
Luca Galassi

Con 14 miliardi di dollari di vendite nel 2008, gli antipsicotici sono i farmaci più popolari negli Stati Uniti. Ma è proprio vero che gli americani sono diventati un popolo di psicopatici? O è vero piuttosto il contrario, e cioè che la malattia è indotta, creata artificialmente dalle case farmaceutiche? Una lunga inchiesta di Al Jazeera ha esaminato dati, studi, rapporti, concludendo che l'uso di anti-psicotici eccede di gran lunga la necessità del paziente. L'impossibilità di individuare un disturbo nervoso attraverso esami diagnostici come risonanza magnetica o tomografia rendono gli psichiatri - e la loro discrezionalità nelle prescrizioni - particolarmente vulnerabili all'influenza delle case farmaceutiche. Gli specialisti della mente sono perciò il bersaglio obbligato di BigPharma, il cartello dellle case farmaceutiche Usa, essendo le diagnosi psichiatriche terreno quasi integralmente dominato dalla soggettività del medico. "Le prescrizioni - dice la dottoressa Adriane Fugh-Berman, ricercatrice nel campo delle medicine alternative - vanno fatte sulla base di revisioni oggettive dell'evidenza scientifica, e non perché i medici che le scrivono ottengono regali, viaggi, premi e fondi per la ricerca".

giovedì 28 luglio 2011

Ogm: al via in Italia la sperimentazione di riso con vaccino?

tratto da: Informasalus

Ha ottenuto il via libera in Italia la sperimentazione di un riso geneticamente modificato in modo da contenere un vaccino. L'autorizzazione è stata data dal ministero per le Politiche agricole in seguito alla revisione dei protocolli sperimentali di ricerca. La sperimentazione “avverrà in campo aperto, ma in condizioni sperimentali controllate e secondo criteri molto restrittivi”, ha rilevato Elisabetta Lupotto, del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura).

La Confederazione Italiana Agricoltori commenta la possibile coltivazione di riso biotech con vaccino nel nostro Paese: senza certezze sulla salubrità del prodotto, nessuna piantagione in campo aperto in Italia. 
“Il riso biotech con il 'vaccino', per il momento, non verrà coltivato in Italia”, ha commentato in una nota la Cia che aggiunge: “Nel nostro Paese, infatti, le sperimentazioni in campo aperto sono bandite dal 2007. Questo non significa che siamo ostili alla ricerca, ma al contrario vorremmo che fosse sviluppata, dove possibile, per offrire le dovute garanzie di 'non contaminazione' a quei produttori che operano con metodi convenzionali, biologici o biodinamici”.

Non è un Paese per disabili. Ledha: “Un insegnante di sostegno ogni tre alunni”

da: PeaceReporter 
Cora Ranci
Allarme della Ledha: “A rischio l'inclusione delle persone con disabilità”. Pesano i tagli alle politiche sociali e agli enti locali, ma anche una cultura politica che vede il welfare come carità, e non come dovere dello Stato di garantire i diritti
 
Gli alunni con disabilità crescono. Solo quest'anno, per motivi diversi e ancora tutti da indagare, nelle scuole si contano 30.470 disabili, oltre duemila in più rispetto all'anno scorso. Per contro, gli insegnanti di sostegno sono sempre meno. Effetto dei tagli indiscriminati alle politiche sociali. Se anche nell'ultima manovra correttiva dei conti pubblici, all'articolo 19, il rapporto 1:2 tra insegnante e alunno con disabilità è ricordato come punto di riferimento ottimale, il rischio è che questo rapporto si aggravi e diventi 1:3.
Secondo un dato reso pubblico oggi dalla Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità, in una lettera aperta al ministro Gelmini, solo nella regione Lombardia mancano all'appello 3600 insegnanti di sostegno, 42 in meno rispetto al 2010. Gli 11.622 insegnanti di sostegno assegnati dal ministero dell'Istruzione sono, secondo la Ledha, "del tutto insufficienti".

mercoledì 27 luglio 2011

I bambini somali muoiono di fame

Le spaventose immagini dei campi profughi in Kenya e Somalia


fonte: Il Post

 “Mihag Gedi Farah (nella foto) ha sette mesi, pesa come un neonato e ha la pelle consumata di un vecchio”, racconta un articolo dell’Associated Press su uno dei bambini raffigurati in queste foto. Secondo gli esperti che seguono l’emergenza in Somalia, 800 mila bambini sono a rischio della vita nel Corno d’Africa. Solo pochi di loro sono arrivati negli affollatissimi campi profughi del Kenya (soprattutto in quello famigerato di Dadaab). La drammatica carestia che ha colpito i luoghi dove vivono è aggravata dalle guerre e le violenze – sono aree in gran parte controllate dalle milizie delle organizzazioni islamiste di al-Shabaab - che impediscono alle istituzioni internazionali e ai gruppi di volontariato di intervenire. L’ONU ha dichiarato ufficialmente la carestia e lo stato di emergenza pochi giorni fa e dovrebbe cominciare questa settimana a distribuire razioni di cibo nelle zone del sud della Somalia più in difficoltà, ma gli ostacoli sono molti: nessuna rete sul territorio, molti campi minati a rendere pericolosi i trasporti di aiuti via terra. Una lista di organizzazioni che raccolgono contributi per intervenire è online qui.

I politici credono alle favole e chiedono di uccidere il lupo cattivo

fonte articolo: Blogeko

I politici credono al lupo cattivo delle favole. E chiedono di ammazzarlo. Ieri, durante una conferenza stampa, è stato presentata l’indagine conoscitiva effettuata dalla Commissione Agricoltura della Camera sui danni causati dagli animali selvatici.
Trovate il testo linkato in fondo. In sostanza, chiede l’abbattimento di animali protetti (lupi, orsi, aquile) per prevenire (sì, prevenire!) “danni importanti al bestiame” o “nell’interesse della sicurezza pubblica” qualora un’altra soluzione soddisfacente sia impossibile.
Santocielo, qui siamo ai livelli dei leghisti che in Trentino organizzano banchetti a base di carne d’orso perchè “meglio mangiarli che incontrarli affamati”, anche se gli orsi in Italia non hanno mai ammazzato nessuno da almeno 150 anni a questa parte.

Vaccino papilloma virus, primi effetti collaterali in Francia

tratto da: Informasalus

Prime richieste di indennizzo per gli effetti collaterali prodotti dal vaccino Gardasil contro il papilloma virus in Francia.
Si tratta della triste storia di due giovani del sud del Paese, che le madri – convinte dalla campagna pro-vaccinale diffusa in Francia – hanno deciso di sottoporre alle tre iniezioni per la copertura contro il virus responsabile del cancro del collo dell’utero.
I primi, gravi sintomi post vaccinali subito dopo l’iniezione per Laura Agnès – 16 anni – e Laetitia Celli – 20 anni.
Laura si sottopone alla prima iniezione nel 2009, all’età di 14 anni, per volontà della madre, preoccupata per i dati forniti dalla campagna vaccinale televisiva.
I primi formicolii, con paralisi della gamba sinistra, a qualche mese dalla prima dose.
Alla seconda dose è il gomito a esser colpito, tanto che in ospedale si sospetta che la ragazza manifesti una malattia genetica.
Nel 2010 terza iniezione, ospedalizzazione e diagnosi di poliradiculonevrite (infiammazione del sistema nervoso periferico, n.d.r.), che di certo tranquillizza rispetto all’ipotesi precedente, ma non alleggerisce la gravità degli effetti prodotti dal vaccino.
Per Laetitia storia analoga: primi sintomi appena dopo la prima dose – nausea, vomito, febbre, vertigini – che si accentuano con la seconda iniezione. “Pugnalate nel ventre”, afferma la ragazza, con dolori, vertigini e vomito. La terza dose peggiora ulteriormente il quadro: Laetitia sta male continuamente, tanto da non poter più frequentare la scuola.

IL CIBO USATO COME ARMA. ECCO COME...

tratto da: SaluteOlistica

Nel 1974 nel National Security Study Memorandum 200: Implications of Worldwide Population Growth for U.S. Security and Overseas Interests, Henry Kissinger suggerì di usare il cibo come arma per indurre una riduzione mirata della popolazione. La tattica primaria da usarsi : ritirare l’aiuto di cibo dalle nazioni in sviluppo fino a che non si fossero sottomesse a una politica di controllo delle nascite.

Dunque il cibo doveva essere usato semplicemente come un altro metodo di colonizzazione imperialista per costringere dei paesi a conformarsi alle politiche  desiderate dai controllori.
Ma oggi sembra che tutto iI globo stia ricevendo un arsenale di bombe-cibo, perchè sembra ci sia un attacco variegato sull’accesso al cibo da parte della gente. In poche parole: quel che per 40 anni è stata definita una tattica di controllo attraverso il cibo come aiuto a popolazioni regionali, ora è diventato una faccenda più complessa ed estesa. Nel seguito i modi  in cui il cibo è usato per dichiarare Guerra contro la popolazione.

martedì 26 luglio 2011

Amici delle Emozioni...Osho

L’unico problema con la tristezza, la disperazione, la rabbia, l’ansia e l’infelicità, è che vuoi sbarazzartene. Questo è l’unico ostacolo.

Devi vivere con queste emozioni; sfuggire non è possibile. Esse sono le componenti della situazione in cui la vita può crescere e diventare integrata. Sono le sfide della vita. Accettale.


Sono benedizioni sotto mentite spoglie. Se vuoi sfuggirle, se vuoi in qualche modo sbarazzartene, allora nasce il problema, perché quando vuoi liberarti di qualcosa non la guardi mai in modo diretto; a quel punto quella cosa cercherà di nascondersi, perché tu la condanni.


Andrà più in profondità nell’inconscio, si nasconderà negli angoli più oscuri del tuo essere dove non riuscirai più a trovarla. Si sposterà nella cantina del tuo essere, e lì si nasconderà.


Ma, naturalmente, più va in profondità e più problemi provoca, perché si mette ad operare da angoli sconosciuti del tuo essere e tu ti ritrovi completamente impotente.


Quindi la prima cosa è: non reprimere mai. La prima cosa è: ciò che è, è. Accetta e lascia che accada; lascia che appaia proprio davanti a te. In realtà, il solo affermare: “Non reprimere”, non è sufficiente. Se me lo permetti, vorrei dire: “Fattela amica”.

Etiopia: terre fertili agli stranieri (tra cui l’Italia) mentre in migliaia muoiono di fame

Nella valle dell'Omo vivono otto diverse tribù.
© Joey L / joeyl.com
fonte: Survival

Un’indagine condotta da Survival International ha portato alla luce prove allarmanti del fatto che alcune tra le terre agricole più produttive dell’Etiopia sono state sottratte alle tribù locali per essere affittate ad aziende straniere. Le società che si sono accaparrate la terra, l’utilizzeranno sia per la produzione di biocarburanti sia per coltivare ed esportare prodotti alimentari mentre, contemporaneamente, migliaia di Etiopi stanno morendo di fame a causa della terribile siccità in corso.
Ad essersi accaparrate ampi tratti di terra fertile situata nell’area del fiume Omo, nel sud-ovest dell’Etiopia, sono imprese malesi, coreane e anche italiane, tra cui la Fri-El Green Power. Nonostante i 90.000 indigeni che vi abitano dipendano dalla terra per la loro sopravvivenza, i terreni saranno sgombrati per fare spazio alle coltivazioni estensive destinate all’esportazione.
Il governo sta pianificando di aumentare la quantità di terra da destinare al progetto ad almeno 245.000 ettari, di cui almeno 150.000 saranno riservati alle piantagioni di canna da zucchero.

Stop Export. Verso la guerra delle risorse?


Piccolo ma significativo esempio di come le notizie importanti non vengono date o, quando vengono date, sono nascoste in modo che non si vedano. Per esempio non mi risulta che alcun giornale italiano, per non parlare dei telegiornali, abbia dato rilievo alle cose che seguono. Recentemente il WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio – uno dei tre membri della sacra autorità del Consenso Washingtoniano, insieme al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale – ha pubblicato un rapporto speciale il cui titolo tecnico è apparentemente anodino e concerne le restrizioni alle esportazioni. Da questo emerge che ben 30 nuove restrizioni sono sorte, in diversi paesi, che impediscono o limitano l’esportazione di determinate materie prime. E si tratta di materie prime in quasi tutti i casi cruciali: generi alimentari, carbone, minerali di ferro, terre rare.

Lezioni d'odio

È ora di badare molto bene a ciò che si dice, a ciò che si scrive, a ciò che si insegna

Nicola Sessa

Anders Behring Breivik ha ricordato a tutto l'occidente evoluto e civile che si può fare una strage anche in nome del Dio dei cristiani, che il terrorismo non è ad appannaggio esclusivo dei seguaci di Allah. Ecco, c'è una differenza: dato che Breivik è, in fondo, uno dei nostri si parla di strage (derubricando il fatto in "cronaca nera") e non di attentato, di pazzo squilibrato e non di terrorista. Bisogna essere chiari e tutti dovrebbero sapere che come nessun cristiano spirituale si riconosce nel terrorista fondamentalista Breivik, così nessun musulmano ha nulla a che vedere con i militanti dell'estremismo islamico. È qualcosa da cui esula la religione, tramite di congiunzione tra differenti culture. Per scopi politici o trasversali, questa separazione concettuale viene sempre rinnegata dai seminatori di disprezzo cosicché anche sul terreno del terrorismo islam e occidentali pari non sono (ma c'è quasi da tirare un sospiro di sollievo perché, altrimenti, la logica vorrebbe che si invada il Vaticano!).
L'errore più grande che si possa commettere adesso, in queste ore, è quello di catalogare Breivik come "mostro", come "incidente". Il norvegese alto, biondo e cristiano fondamentalista fa parte della nostra società, è un prodotto di una crociata culturale guidata da cattivi maestri.

lunedì 25 luglio 2011

Quel filo sottile che lega la crisi nel Corno d’Africa e il welfare italiano

Foto da PaxChristi
articolo tratto da: Unimondo.org

di Gianni Alioti

Le immagini della carestia che ci giungono dal Corno d’Africa, devono interrogare la nostra coscienza e costringerci a riflettere sulle cause che l’hanno prodotta. Non si tratta di una “catastrofe naturale” di un “castigo divino”, ma della responsabilità degli uomini e delle logiche che continuano a governare le scelte dei singoli Stati e della comunità internazionale.
Ci sono fili sottili, ma non invisibili per chi li vuole vedere, che legano la crisi ambientale prodotta dal Nord del mondo con la povertà estrema nel Sud, la finanza globale con la crescita delle disuguaglianze sociali e la distruzione delle risorse naturali, il complesso militare-industriale con la crisi dei debiti sovrani, le guerre, il terrorismo e l’aumento delle spese militari con i bambini che muoiono di fame.
La politica nella sua interezza, in Italia come altrove, nasconde questi fili, per ignoranza o interesse. Per l’umanità e la “madre terra” il risultato non cambia.

I segreti dell'acqua

Grazie Dandelìon per la segnalazione :-)

Team italiano e francese, nuova scoperta della fisica: l'acqua viene 'informata' dai principi attivi in essa diluiti. Si riaccende il dibattito sull'Omeopatia

tratto da: Informasalus

La prestigiosa rivista scientifica Journal of Physics ha pubblicato il lavoro di ricerca “DNA, waves and  water” condotto sull’asse Italia – Francia dal Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier e dal fisico Emilio Del Giudice. Nuove prospettive sul funzionamento dei medicinali omeopatici e omotossicologici
 
Una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Journal of Physic, ha pubblicato il lavoro di ricerca condotto da due gruppi di lavoro distinti, il primo francese coordinato dal Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, con i tecnici e biologi Lavallè e Aissa, e il secondo tutto italiano coordinato dal fisico Prof. Emilio Del Giudice, (IIB, International Institute for Biophotonics, Neuss, Germany) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di Matematica ed Informatica, Università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White HB, Milano).

Montagnier ha scoperto che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso. Questo significa innanzitutto che si potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà “informativa” dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, Artrite Reumatoide, e le malattie virali, come HIV-AIDS, influenza A ed epatite C, “informano” l’acqua del nostro corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi “letti” e decifrati. Possibili sviluppi di tale scoperta potrebbero quindi essere sia in termini diagnostici che di trattamento e terapia delle malattie.

domenica 24 luglio 2011

«Dieci anni di carcere per la libertà di una scimmia»

Mel Broughton, vegano e militante animalista


Kostia Troini

Dieci anni di carcere per salvare un animale. 

Dieci anni di carcere per resistere a chi ha potere di vita e di morte su esseri vivi e sensibili. Un uomo lotta a volto scoperto per la libertà di un piccolo macaco prigioniero nel laboratorio di vivisezione dell’Università di Oxford. Alle sue spalle la mobilitazione internazionale a sostegno della campagna SPEAK, “the Voice for the Rights of Animals”. L’attivista più dedicato, il leader della contestazione è Mel Broughton. Mel però viene accusato di aver cospirato per appiccare un incendio all’università e condannato a 10 anni di carcere. Guai a disturbare i potenti..... Felix era stato privato di cibo e acqua e il suo cranio aperto per inserire elettrodi, prima di venire ucciso.
Sereno e determinato, Mel fa sentire la sua voce attraverso le sbarre del carcere inglese di Bullingdon, nell’Oxfordshire.

sabato 23 luglio 2011

Osho

"Non sono mai stato spirituale nel senso che tu dai a questa parola.

Non mi sono mai recato nei templi o nelle chiese, non ho mai letto le scritture, o seguito certe pratiche per trovare la verità, né ho adorato dio o l'ho pregato. 

Questa non è stata affatto la mia strada. 
Quindi tu potresti di sicuro dire che non ho mai fatto niente di spirituale. 

Ma per me la spiritualità ha una connotazione completamente diversa. 

Essa richiede una sincera individualità. Non permette alcun tipo di dipendenza. 
Crea libertà per se stessa, e a qualunque costo. 

Non fa mai parte di una folla, ma rimane da sola, perché la folla non ha mai trovato alcuna verità. 

La verità è stata scoperta solo in solitudine."

Osho

Attentato ad Oslo: le riflessioni del Washington’s Blog

Attilio Folliero Caracas 22/07/2011
 
Oggi, per la prima volta nella sua storia, la Norvegia è stata oggetto di attentati terroristici: nel centro di Oslo, a poca distanza dalla sede del governo, l’esplosione di un’auto imbottita di esplosivi ha provocato morti e feriti ed al momento si parla di sette morti; un altro attentato è avvenuto nell'isola di Utoya, a una cinquantina di km dalla capitale norvegese; in questa località c’è stata una sparatoria durante un raduno di giovani laburisti, partito del premier Jens Stoltenberg, che tra l’altro doveva partecipare a questa manifestazione; anche questo secondo attentato ha lasciato una scia di morti e feriti ed al momento si parla di una ventina di morti
Ovviamente si sa ancora poco su questi attentati, anche se sembra certo l’arresto di un uomo bianco, di aspetto scandinavo, legato alla sparatoria sull’isola.

Oslo: preveggenti wargames e crisi imperiali


Perfino a Oslo, ancora una volta, un evento terroristico di grande portata si è dispiegato a ridosso di un’esercitazione di sicurezza che aveva ad oggetto proprio un grande attentato: la polizia di Oslo appena 48 ore prima delle stragi stava conducendo un massiccio wargame ubicato nei pressi della Operahuset, il Teatro dell’Opera della capitale norvegese. Le stragi di Oslo si mostrano subito con uno scenario pieno di piste contrastanti. A caldo, così come è accaduto per lo stragismo italiano e per le stragi del decennio post 11 settembre, si creano e si cancellano rivendicazioni e ipotesi che si rincorrono: dal presunto comunicato islamista fino all’ipotesi investigativa sulla pista interna. Rimane questo fatto – l’esercitazione - che in sé non basta ancora dimostrare nulla, ma che sarebbe sbagliato ignorare, dati i precedenti.
Come riferisce il quotidiano norvegese Aftenposten, nuclei della «polizia antiterrorismo hanno fatto esplodere delle cariche esplosive in un’esercitazione al centro di Oslo, a duecento metri dall’Opera, ma si sono dimenticati di avvisare il pubblico».

venerdì 22 luglio 2011

Tagli, chiudono i centri antiviolenza. «Le donne resteranno senza assistenza"


FIRENZE- «Uno dopo l'altro chiudono i battenti i centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, soffocati dai debiti per i tagli e per l’assenza totale di finanziamenti già stanziati, nel silenzio assoluto di mass media nazionali e senza alcun intervento da parte delle istituzioni per salvare strutture che da anni sostengono donne e minori vittime di ogni tipo di violenze».
La conseguenza è che «le donne che hanno subito violenza o che per anni hanno subito maltrattamenti, violenze psicologiche, economiche e vessazioni, non avranno nessun sostegno, né psicologico né legale, e nessuna possibilità di recupero in un Paese che non ritiene necessario il servizio e l’esistenza dei centri antiviolenza». E’ la denuncia lanciata da Alessandra Bagnara, presidente di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza onlus) in una lettera inviata al ministro alle pari opportunità Mara Carfagna, al quale si chiede «che fine ha fatto il Piano Nazionale contro la violenza di genere e soprattutto dove sono i 18 milioni di euro di stanziamento che dovevano essere redistribuiti sul territorio nazionale e gestiti da parte del ministero delle Pari Opportunità».
«Malgrado le donne continuino a essere stuprate, maltrattate e uccise, e malgrado l’aumento della violenza domestica sia ormai accertata in tutta Europa – si spiega nella lettera - il Governo e gli enti locali italiani continuano a tagliare fondi su un problema che non è né individuale né di sicurezza ma collettivo e di informazione, e su cui lo stesso Parlamento Europeo ha dato chiare direttive sul sostegno degli Stati Membri alle Ong che gestiscono i centri antiviolenza attivi sul territorio».

Gli anti-casta che tanto piacciono alla vera Casta

Se c’è un motivo serio per condannare il Parlamento è quello di aver violato la Costituzione, che “ripudia la guerra”, con il voto a favore dei Bilanci militari e delle missioni belliche all’estero.

tratto da PeaceReporter

La campagna “moralizzatrice” degli anti-casta, ormai dilaga ovunque. Non solo in rete e nei social network, ma anche sui quotidiani a grande tiratura, ed ora perfino nei telegiornali di Rai e Mediaset. A questo punto, come vuole la proverbiale locuzione latina, mi sono chiesto: cui prodest? (“a chi giova?”).
Fino a quando a protestare contro indennità, vitalizi e privilegi vari dei parlamentari erano i grillini o il popolo viola, tutto mi sembrava regolare e per certi versi coerente. Ma quando hanno cominciato ad accodarsi i quotidiani di ogni orientamento, comprese le corazzate di Repubblica e del Corriere (che ricevono contributi a fondo perduto dalla Legge per l’editoria, che si sono guardati bene dall’inserire negli elenchi degli sprechi), allora ho incominciato ad avere qualche prurito; è divenuta una vera allergia quando anche il paludatissimo TG1 ha dato voce alla rivolta anti-Casta, attaccando il bilancio della Camera come se fosse la causa principale della voragine del debito pubblico italiano. E quindi, dopo aver messo alla gogna non solo i parlamentari, ma anche i consigli regionali, le province, e tutti i consigli comunali, quasi che bisognasse vergognarsi di essere stati eletti e sentirsi accusati di “vivere sulle spalle del popolo”, ecco che iniziano ad arrivare le proposte per porre rimedio a questo sperpero: abolire le province, ridurre il numero di senatori e deputati, ridurre il numero dei consiglieri regionali, provinciali, comunali, tagliare tutte le indennità.

giovedì 21 luglio 2011

Sorridere alla vita – Thich Nhat Hanh

tratto da: Pomodorozen

La vita è piena di sofferenza, ma è anche piena di meraviglie: l’azzurro del cielo, la luce del sole, lo sguardo di un bimbo.
Soffrire non basta, dobbiamo anche essere in contatto con le cose stupende della vita, dentro di noi e attorno a noi, ovunque, ad ogni istante.
Se non siamo felici, se non siamo in pace, non abbiamo pace e felicità da condividere con gli altri, nemmeno con coloro che amiamo, con le persone che vivono sotto il nostro stesso tetto.
Se siamo felici, se siamo in pace, possiamo sorridere e sbocciare come un fiore e la nostra famiglia e tutta la società trarranno beneficio dalla nostra pace. C’è bisogno di fare uno sforzo particolare per gioire della bellezza del cielo azzurro? Abbiamo bisogno di qualche pratica per goderne? No, semplicemente ne ricaviamo gioia.
Ogni minuto, ogni secondo della nostra vita possono essere così. Dovunque ci troviamo in qualunque momento, possiamo gioire della luce del sole, della compagnia degli altri, della sensazione del nostro respiro. Non abbiamo bisogno di andare in Cina per gioire del cielo azzurro, non dobbiamo viaggiare nel futuro per gioire del nostro respiro. Possiamo essere in contatto con tutto ciò, qui ed ora. Sarebbe un peccato limitare la consapevolezza solo alla sofferenza.

La Banca che arraffa la terra

immagine da: Voci Dalla Strada
fonte articolo: IL MANIFESTO
di Luca Manes 

In italiano suona più o meno «accaparramento di terre». Il land grabbing è un fenomeno in crescita esponenziale, soprattutto da quando la crisi finanziaria ha colpito duro in tutto il pianeta. Sempre più spesso grandi investitori di paesi ricchi siglano contratti d'affitto decennali per appezzamenti di decine di migliaia di ettari in Africa o in America Latina o in alcuni paesi asiatici grandi e poveri. Costano poco, spesso pochissimo e poi sono beni rifugio per definizione. Gli stati petroliferi arabi lo fanno per garantirsi le scorte di derrate alimentari necessarie per le loro popolazioni, le principali compagnie private dell'agro-business per impiantare monocolture di biocarburanti, mais o soia destinati all'esportazione.
Da più parti è ormai partito un preoccupato grido d'allarme: il land grabbing è la nuova frontiera del colonialismo e continuando di questo passo inciderà sempre di più sulle fragili economie dei paesi in via di sviluppo, tanto da minare la loro sovranità alimentare.

Australia, a tutto gas

Il giacimento del Nuovo Galles del Sud è la chiave per capire le nuove strategie energetiche mondiali


Ora che la Santos ha acquisito la maggioranza delle azioni della East Star, in Australia può cominciare lo sfruttamento del più grande giacimento del gas di scisti del Paese. La notizia è solo apparentemente marginale nel panorama energetico mondiale. Si tratta invece di un accordo dalle conseguenze che trascendono il contesto geografico nel quale si stanno verificando. La Santos - multinazionale con progetti di esplorazione e distribuzione di gas liquido naturale (Lng) in Indonesia, Egitto, Vietnam e India - ha acquisito, per 500 milioni di euro, la licenza di sfruttamento dei giacimenti del Nuovo Galles del Sud, appartenente alla East Star: milioni di metri cubi che attendono solo di essere sfruttati. Le modalità di esplorazione ed estrazione sono tuttavia fortemente invasive.

mercoledì 20 luglio 2011

Somalia, il grido di Amnesty: bambini-soldato reclutati sistematicamente

Un'intera generazione di bambini subisce ogni giorno gravissimi crimini di guerra. Appello alla comunità internazionale


È stato pubblicato oggi un nuovo rapporto di Amnesty International che espone e denuncia la condizione dei bambini che in Somalia sono oggetto di gravissimi crimini di guerra, soprattutto attraverso il sistematico reclutamento cui vengono sottoposti gli under-15 da parte di gruppi islamici armati. "La Somalia non sta vivendo solo una grave crisi umanitaria, ma anche una grave crisi dei diritti umani e dell'infanzia", ha spiegato Michelle Kagari, responsabile della Ong per il continente africano.
Il rapporto, dal titolo In the line of fire: Somalia's children under attack, si basa su oltre 200 testimonianze dirette raccolte da somali, sia bambini che adulti, rifugiatisi in Kenia e in Gibuti. Proprio il rischio del reclutamento dei minori sarebbe la principale ragione per cui moltissime famiglie hanno lasciato il Paese.

Il cambiamento è già in atto

fonte: Carta


Come può accadere quello che deve accadere? Innanzitutto bisogna considerare una cosa: il cambiamento è già in atto. Il cambiamento non aspetta le decisioni dei governi nè le direttive Ue, ma si fa strada nella società con piccole e grandi iniziative. Certo, la maggior parte della società non è ancora coinvolta, ma raramente la storia è stata scritta dalla maggioranza. Il contributo dei gruppi e delle organizzazioni della società civile è fondamentale per il cambiamento, come dimostra anche questo libro.
E’ vero, le minoranze non hanno potere, ma hanno influenza. Reagiscono immediatamente ai cambiamenti radicali che si profilano; incarnano nuove sensibilità, danno voce a richieste urgenti e realizzano nuove soluzioni. Negli ultimi decenni è così cresciuto in tutto il mondo un «movimento senza nome» [Paul Hawken] che spazia dall’agricoltura biologica al commercio equo-solidale, dalle abitazioni a energia zero all’industria del solare, dalle iniziative di quartiere alle reti di ricerca globali. Il movimento senza nome non ha testa nè centro, è multiforme e globale. Ovunque i suoi leitmotiv sono la tutela ambientale, la giustizia sociale e, fuori dall’Europa, i diritti delle popolazioni indigene; nonostante le numerose differenze, ha un pensiero di base comune: i diritti dell’uomo e il tessuto vivente della natura sono più importanti dei beni e del denaro. Non è un caso che questa Nuova Internazionale non abbia come simbolo la falce o il martello, ma eventualmente internet.