sabato 16 luglio 2011

L'INGHIPPO DEL BIOTESTAMENTO


L'emendamento approvato alla Camera ci impedisce di rifiutare un trattamento farmaceutico

Non era facile ma ci sono riusciti: martedì scorso la Camera dei deputati ha approvato una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento persino peggiore di quella già uscita dal Senato due anni fa, dopo Eluana Englaro. L'unico dubbio è per quanto tempo il nuovo testo che adesso torna al Senato sarà tenuto nel congelatore. Forse fino a quando scoppierà il prossimo scandalo a luci rosse e si vorrà recuperare la simpatia delle gerarchie cattoliche. Forse per le prossime elezioni.
Una legge sulle direttive anticipate di trattamento dovrebbe essere una cosa semplice, un'estensione del principio (costituzionale) che nessuno può essere sottoposto a un trattamento sanitario contro la propria volontà.
Il problema è che il principio del rifiuto dei trattamenti vale finché siamo coscienti e in grado di esprimere la nostra volontà, mentre nessuno ha mai stabilito cosa si deve fare nel momento in cui perdiamo queste facoltà (cosa che può accadere non solo per un incidente traumatico ma anche a seguito di sedazione o anestesia). La soluzione ovvia è quella di mettere anticipatamente per iscritto le proprie volontà ben meditate, ferma restando la possibilità di ripensarci in un qualsiasi momento.
Ma nel testo sul quale la Camera ha "lavorato" negli ultimi due anni le direttive anticipate di trattamento diventano "orientamenti", semplici preferenze che il medico non sarà tenuto a rispettare. Gli stessi medici non avranno molta scelta, dato che la legge indica quali trattamenti si potranno interrompere e quali saranno invece obbligatori.
Come potremo esprimere la nostra volontà di rifiutare un trattamento, in modo che valga anche nell'eventualità di trovarci in uno stato di incoscienza? La risposta è semplice: non potremo, la legge è fatta apposta per impedircelo. Se qualcuno ricorda i casi di Piergiorgio Welby o Giovanni Nuvoli e la loro volontà, espressa fino all'ultimo istante di coscienza, di staccare la macchina che li teneva in vita, la legge stabilisce un divieto che varrebbe anche per loro.
Quello che ci sarà consentito esprimere è come vorremmo essere trattati, ma non ciò che non vogliamo che ci venga fatto. La legge prevede una sola eccezione, ossia che dopo morti il medico potrà sospendere alimentazione e idratazione. Il concetto di libertà di cura e di consenso informato della maggioranza dei nostri parlamentari sembra consistere nella scelta di un brand farmaceutico o di un'acqua minerale.
Può darsi che l'accanimento dei nostri politici nel preservare l'esistenza in vita, contro la volontà degli stessi interessati, sia solo dettato da un genuino amore della sofferenza altrui, secondo il logoro cliché (anti)cattolico. Ma c'è anche il disprezzo, degno di una casta, per l'idea che vi siano diritti civili e non solo elargizioni di favori.

14 commenti:

  1. Sempre con grande interesse ti seguo...grazie per le utili informazioni che sempre poni alla nostra attenzione...ed io inoltro per conoscenza...grazie Rosa...un raggio di Sole per Te..
    Dandelìon

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  2. comincio a sperare di morire prima di essere ricoverato o preso in ostaggio
    namastè

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  3. Ciao Dandelìon, grazie per l'interesse, la condivisione...e le gradite visite ^__^

    Serena serata a te ^^
    Namastè

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  4. Ciao Francesco, ti capisco, la penso esattamente come te!

    Una serata buona ^^
    Namastè

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  5. L'estate è una stagione che adoro per molte cose, ma non per le leggi che passano in Parlamento approfittando della disattenzione generale.

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  6. Hai ragione Ally...è esattamente quello che fanno...aspettano la distrazione collettiva (spesso la creano anche) per farci i doni migliori :-((

    Abbraccio^^
    Namastè

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  7. Si tratta sempre di un argomento spinoso che difficilmente accontenta tutti. Il fatto è che si dovrebbe dare peso alla voce di chi l'esperienza l'ha vissuta in prima persona.

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  8. Ciao Kylie, credo che l'unica soluzione stia nel diritto e nella laicità dello stato.
    Nessuno deve imporre la popria visione e lo stato devrebbe garantire il diritto. Ognuno dovrebbe essere libero di decidere della propria vita, in fondo sino a quando si è coscienti se ne può disporre... perchè questo non dovrebbe valere quando coscienti non lo si è più, se le volontà sono chiare?
    Questa soluzione per cui quando uno è palesemente morto, abbia diritto di morire...beh, sa di presa per i fondelli.
    È vero che in gioco entrano sensibilità e visioni, ma non confondiamoci...altro sono le crociate ed i roghi...
    ...ma hai ragione...questo è un argomento spinosissimo :-/

    Un abbraccione e serena domenica ^__^
    Namastè

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  9. Il biotestamento nasconde dietro delle cose che vanno dalla preservazione degli orgsani per l'espianto alla sperimentazione....

    Un abbraccio e grazie del tuo supporto

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  10. Ben ri-trovata I am! :-) Sì, uno degli angoli oscuri dell'umana avventura...sul quale si preferisce mantenere un'area grigia, che non rivela i propri segreti.
    Hai ragione sperimentazione ed espianti, sempre sul filo dello scandalo e per i quali, come d'improvviso le leggi "sacre" che hanno fatto tanto chiasso attorno a Eluana e a Welby, non valgono più, basta mantenere però "la necessaria" discrezione e non raccontarlo troppo in giro...

    Ricambio l'abbraccio con uno più forte *_=
    Namastè

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  11. Mi dichiaro in modo particolare d'accordo con @Alligatore

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  12. Ed io pure Adriano, la casta politica ci riserva puntualmente delle gran belle fregature "balneari" :-((

    Un abbraccione ^^
    Namastè

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  13. Innanzitutto complimenti per questo interessantissimo blog. Per quanto riguarda l'emendamento è talmente assurdo ciò che è stato scritto, che c'è anche la speranza che non venga mai applicato. Tuttavia resto dell'opinione che nessun parlamento sia legittimato a legiferare su questioni che attengono così da vicino la libertà individuale.
    Mi iscrivo tra i followers del blog
    grazie, a presto

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  14. Ciao wiska benvenuto :-)
    Ti ringrazio dei complimenti e di esserti unito ai followers del blog!
    Sono totalmente d'accordo con te, la legge, difficilmente può, regolare un argomento così "personale"...potrebbe però creare le condizioni perchè "il cittadino" possa esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione anche in questi casi.
    E' proprio questo che non fa, pretendendo di sostituirsi nel diritto di essere interpreti della propria stessa vita.
    Io posso decidere se andare da un medico, se fare un esame, se prendere un farmaco...perchè non dovrei avere lo stesso diritto "di decidere" di fronte alla morte?

    Un abbraccione e a presto ^___^
    Namastè

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