venerdì 29 luglio 2011

Un nuovo muro di separazione israeliano sul Golan siriano

fonte: Rinascita

Sotto il completo silenzio delle maggiori potenze mondiali, in piena violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, uno nuovo grave atto viene commesso da parte delle autorità israeliane: un altro muro verrà innalzato, questa volta nel Golan siriano. Il Golan, l’altopiano della Siria sudoccidentale (1176 km²), è un territorio situato tra il fiume Giordano e il lago di Tiberiade, alto tra gli 800 e i 1197 m. Per la loro rilevanza strategica le alture costituirono militarmente uno dei punti focali delle guerre arabo-israeliane del 1967 e del 1973 essendo anche un’area estremamente fertile che assicura il controllo delle fonti idriche. Per queste ragioni infatti vengono occupate da Israele durante la cosiddetta Guerra dei 6 giorni, nel 1967.
Il muro israeliano, secondo le dichiarazioni ufficiali, verrà costruito per evitare l’invasione di centinaia di palestinesi e siriani, che qualche tempo fa, oltrepassate le linee di separazione erano arrivati alla città di Majdal Shams, mentre l’esercito israeliano apriva il fuoco sui manifestanti provocando 13 morti e decine di feriti. Tutto ciò accadde lo scorso maggio, nel 63°anniversario della cosiddetta Al Nakba.
Nakba in arabo‎ significa “catastrofe”, ed è questo il termine dato dagli arabi all'estromissione e al conseguente esodo obbligatorio di buona parte degli abitanti arabi della Palestina, con la deportazione in massa di un milione di palestinesi dalle loro città e villaggi, i massacri di civili, la totale distruzione di centinaia di villaggi palestinesi, massacri compiuti dalle forze israeliane nel 1948.
La decisione del governo israeliano, presa nello scorso giugno 2011, di costruire un muro nei territori occupati del Golan siriano, ad est della città di Majdal Shams, è stata comunicata con il pretesto di impedire ai siriani di oltrepassare la linea di separazione e prevenire l’infiltrazione dei profughi palestinesi nei paesi vicini. (sono più di sette milioni i profughi palestinesi in vari Paesi arabi tra i quali Giordania, Siria e Libano).
I lavori delle forze armate israeliane sono già partiti agli inizi di luglio ed è stato concordato con gli imprenditori di costruire un muro dell’altezza di 8 metri e con una lunghezza di 4 km, da precisare che la lunghezza della linea di cessate il fuoco tra Israele e Siria nel Golan è di circa 100 km.
Le ruspe e i macchinari pesanti dell'esercito israeliano continuano a scavare a pochi metri lungo la linea del cessate il fuoco all’altezza di Majdal Shams, a partire dalla zona di Khaime al Ramla e Anakakir al nord, fino alla zona a sud di Alaqbibh.
Israele, per bloccare qualsiasi tentativo di rientro dei profughi nei territori occupati ha deciso la manutenzione e il rafforzamento della linea di separazione con questo muro, che sarà dotato di una recinzione metallica e apparecchiature elettroniche di avvertimento e video sorveglianza.
Tutte le operazioni di livellamento e cambiamenti nella natura geografica dei terreni, la costruzione di strade vie e separazioni militari, la creazione di muri di cemento, saranno realizzati sul territorio siriano occupato e rappresentando una violazione degli accordi internazionali e della convenzione sul cessato di fuoco tra la Siria e la parte israeliana.
Si tratta di un territorio ufficialmente annesso dal governo israeliano nel 1981, annessione il cui valore é stato dichiarato nullo e senza effetti dal punto di vista del diritto internazionale dalla risoluzione 497 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il nuovo muro di separazione israeliano, toglierà alle parti del Golan siriano occupato la continuità geografica con la madrepatria, oltre al fatto che permetterà l'acquisizione di vasti terreni di valore e di centinaia di ettari appartenenti a contadini arabi confiscati ingiustamente.
Nel Golan, prima dell’occupazione vivevano 130 mila persone: cristiani, drusi, musulmani, ma senza un solo ebreo; c’erano 220 cittadine e due localitá maggori, tutte distrutte durante il conflitto del 1967. Oggi sono rimasti solo cinque villaggi, e ci vivono circa 20 mila drusi, che mantengono le proprie tradizioni e abitudini.
La popolazione del Golan ha oggi lo status di “Residenti permanenti” e un documento per viaggiare all’estero che al posto della nazionalitá indica “Non definito” nella versione inglese e “non chiaro” in quella ebraica, perché queste persone non hanno voluto abbandonare la loro cittadinanza siriana e non hanno accettato di avere quella israeliana. Per questo motivo sono soggetti a molestie e persecuzioni e subiscono arresti continui, multe e processi giudiziari costosi.
Il generale israeliano Benny Gantz ha ordinato di terminare i lavori entro la fine di settembre, prima del voto alle Nazioni Unite sul riconoscimento dello Stato palestinese. Dietro la motivazione della sicurezza c’è infatti un atto politico molto preciso, e senza dubbio questo atto unilaterale avrà effetti su qualsiasi soluzione finale che riguardi il futuro Stato palestinese - per il nodo complesso dei profughi - e nel conflitto siro-israeliano, sopratutto per quanto riguarda i negoziati bilaterali più di una volta falliti a causa della questione spinosa dei confini strategici e delle risorse idriche. Potrebbe allo stesso modo isolare ulteriormente Israele e rendere molto più complicata una pace possibile.

10 commenti:

  1. Il Mondo pensa di vivere più sicuro con un fucile in mano.
    La sicurezza in realtà viene dalla possibilità di abbracciare chi ti sta di fronte.
    Condivido su faccialibro.
    Namastè

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  2. ANCORA MURI....L'UOMO NON HA CAPITO CHE PIU' FORTIFICA E PIU' E' INDIFESO.....

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  3. Sai Paolo, continuo a chiedermi per quanto ancora continueremo a non capire che nell'amore è l'unica risposta possibile :-/
    Grazie per la condivisione su Fb

    Un sacco di abbracci^^
    Namastè

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  4. Ciao Cirano, già ancora muri...siamo costruttori di muri e artisti del filo spinato...tra l'altro, utili solo a renderci sempre più deboli ed esposti alla paura.

    Un abbraccione^^
    Namastè

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  5. La pace rimane una chimera per quelle tormentate contrade!

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  6. Buongiorno Adriano! Sì è terribile e doloroso, ma sembra così!

    Un abbraccio
    Namastè

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  7. ...mi si stringe il cuore a leggere questo scritto/reportage...passo a divulgare su fb...assistiamo impotenti...mentre chi ne ha i mezzi volge lo sguardo altrove...troppi sono i collegamenti e gli obblighi finanziari che legano le mani ai potenti...ci siamo resi schiavi di petrolio ed altre riserve naturali...ci tengono in pugno...è triste per me pensare che "non ne conviene la virtù"...ascoltai queste parole in un film...ci controllano le menti...se lasciassimo parlare l'Anima quanti musi saremmo in grado di abbattere...i muri che abbiamo eretto dentro noi stessi che ci limitano nel nostro essere "Umani" e non ci permettono di urlare all'ingiustizia...troppe sono le parole che nascono dal mio cuore in questo momento...mi fermo qui...grazie Rosa per la condivisione...un raggio di Sole Ti invio...affinchè sia Luce nei Tuoi Passi e calore nel Tuo Cuore..
    dandelìon

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  8. Buongiorno Dandelìon!
    Ogni muro che costruiamo è un ostacolo ulteriore alla nostra anima, pensiamo di proteggerci ed invece eleviamo un inno alla paura rafforzandola.
    Ad ogni fortezza che innalziamo siamo più deboli. Imprigionati dentro i nostri stessi bunker, disimpariamo quel poco che sapevamo sull'amore e smettiamo di relazionarci...sempre più soli, sempre meno sensibili...sempre più sordi e ciechi.
    Hai ragione Dandelìon la nostra stessa società è una serie di muri...di scelte obbligate, di modelli "forzati".
    Libertà sarebbe abbatterlo il "muro" ed abbracciare l'altro che sta al di là.

    Ricambio il Tuo saluto di congedo con un abbraccio^^
    Namastè

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  9. Sempre nuovi muri... La storia a certa gente non insegna proprio nulla. Che tristezza!

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  10. Ciao Giulio! Già, che tristezza davvero... :-((

    Un abbraccio e buona domenica ^^
    Namastè

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