domenica 5 dicembre 2010

Bolivia controcorrente, si andrà in pensione prima

 
Approvata la riforma voluta dal presidente Evo Morales: il sistema previdenziale torna in mano pubblica e l'età minima scende da 65 a 58 anni. La protezione sarà estesa anche a chi lavora in nero e non ha alcuna copertura. Industriali sulle barricate.


Mentre in tutto il mondo "sviluppato" si varano riforme che prevedono un innalzamento dell'età pensionabile, la Bolivia, guidata dal presidente Evo Morales, lancia una sfida al pianeta e taglia l'età minima di ritiro rimettendo contemporaneamente in mano pubblica i fondi pensionistici.

Il Congresso del Paese sudamericano
- come riferisce l'agenzia Ap - ha infatti approvato una riforma che stabilisce a 58 anni l'età di pensionamento, a fronte dei 65 anni finora previsti per gli uomini e dei 60 anni per le donne. Una riforma fortemente voluta da Morales, che ha anche deciso di estendere la protezione pensionistica a quella maggioranza di popolazione, il 60 percento che lavora in nero e non ha alcuna copertura.


Sulle barricate la federazione delle imprese
boliviane che si è scagliata contro una riforma che ritiene "insostenibile". Gli industriali richiamano l'esperienza di 30 anni fa quando le pensioni pubbliche, finite al collasso erano state affidate a due maxi fondi privati, uno gestito da Zurich Financial, l'altro da Bbva.

Ma ora questi due fondi torneranno sotto il controllo pubblico
. Verrà creato un "fondo di solidarietà" a cui dovranno contribuire lavoratori e imprese, e che erogherà, secondo questo progetto, pensioni minime a coloro che abbiano effettuato versamenti volontari per almeno 10 anni.

10 commenti:

  1. Entrare nel merito dei conti della Bolivia non mi azzardo. Ma c'è un ragionamento elementare che vale anche per l'Italia: non si può trovare un lavoro stabile ai giovani se gli anziani stabilizzati non vanno in pensione; i giovani vengono relegati nella condizione permanente di precarato. Certo vanno trovate soluzioni che non sfasciano i conti, ma i conti sulle pensioni è possibile farli solo con un sistema previdenziale unico di Stato e non con le assicurazioni private che debbono trarre profitto dal sistema previdenziale.
    Namastè

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  2. Ciao Francesco, perfettamente d'accordo con il tuo ragionamento.
    E mentre il mondo intero si propone di fare pagare ogni crisi, reale o supposta, agli ultimi, ai lavoratori, Evo Morales inverte questa tendenza e pone il popolo al centro, qui non si tratta solo e freddamente di spese più o meno congegnate, più o meno sostenibili, qui si parla di un sistema, di una premessa, di una ridistribuzione della ricchezza...ed è ovvio che chi si ingrassa su di un postulato di sfruttamento non sia d'accordo.

    Buona domenica a te.
    Namastè

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  3. E' difficile avere tanto coraggio in politica, Morales dimostra di credere nelle sue scelte e nelle proprie possibilità. Sarà dura avere contro la confindustria locale.
    In Italia una proposta del genere è lontanissima, il capitale trionfa e le banche ingrassano, i soldi girano sempre nelle stesse tasche e i nostri pavidi e incerti rappresentanti sono i lacché dell'apparato.
    Non tutti, certamente, ma l'apparato è ingessato su interessi talmente diffusi da rendere la nostra situazione praticamente immobile.
    Ciao a tutti
    Namastè

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  4. @ il giardino di enzo

    Indubbiamente Morales con le sue scelte coraggiose ci offre una visione di un mondo in cui è importante anche la vita e la continuità...un mondo non concepito unicamente sull'appropriazione del plusvalore ma che ridistribuisce la sua ricchezza.
    Anche io temo che in Italia una scelta di questo tipo sia parecchio lontana...ma che sarebbe, per moltissimi aspetti necessaria.
    E' indispensabile cambiare il centro della nostra attenzione, spostarlo dal guadagno e dall'accumulo, anche solo per proporre una riforma di questo tipo.

    Un abbraccione forte
    Namastè

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  5. Anch'io concordo con Francesco, ma credo che dobbiamo ragionare, non pensando alle dinamiche dei paesi capitalisti industrializzati. Nonostante le grandi risorse naturali, la Bolivia è considerato il paese più povero dell'America Latina con una popolazione che è un po meno di nove milioni di persone. Anche se sta iniziando a prendere campo il manifatturiero l'attività principale è l'agricoltura. Mi verrebbe da dire che il concetto di cosa consumare e quindi, cosa produrre potrebbe essere immediato. L'applicazione della acrescita (decrescita)applicata non perchè è andato a raccontargliela Latouche ma perchè è favorita dalle condizioni ambientali, da ampi margini ridistributivi favorendo quindi anche un abbassamento dell'età pensionabile.
    La seconda cosa che sarebbe interessante conoscere è la vita media attuale e l'aspettativa di vita per i prossimi anni.

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  6. @ loris- Ciao e benvenuto :-)
    E' vero, concordo, è estremamente probabile, che la Bolivia abbia una situazione particolarmente favorevole a queste scelte, ma questo non toglie che sino ad oggi esse non siano mai state operate e che sino alla salita al potere di Lula, Chavez ed appunto Morales, nessuno a parte l'inossidabile Castro abbia mai pensato di fare gli interessi della gente anzichè quelli delle multinazionali.
    Certamente è vero che non siamo di fronte ad un sistema a capitalismo avanzato ed io , certamente, non sono una economista per potere fare comparazioni ardite, ma resta il fatto che a mio umilissimo parere sia una questione di punti di vista...di come si inizia un percorso.

    Un caro saluto
    Namastè

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  7. Speriamo bene. Ma magari ci riesce anche. E' un certo caudillismo di Morales che mi lascia ancora perplesso.

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  8. @ Adriano-
    Sì, occorre dire che il caudillismo populista è un modello tipicamente centro-sudamericano.
    Ma credo però, che le speranze su Morales siano giustificate e sprecherei per lui il termine "popolare".

    Abbraccione
    Namastè

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  9. Ciao Rosa e ciao a tutti...

    Francamente, preferisco non avventurarmi in astruse analisi, politiche, tecniche, finanziarie, poiché esse, sono il mezzo che il sistema usa - in dose massiccia - per confondere la gente ed indurla a credere, che se non si è in grado di farne o di comprenderle, allora si è ignoranti, ed implicitamente screditare così, qualsiasi ragionamento umano e non tecnico - dimenticando che la nostra natura è umana, non tecnica!

    Mi limito ad osservare che si tratta di una buona notizia, anzi dal mio punto di vista è un'ottima notizia.

    Per quanto riguarda la contrarietà degli industriali, mi pare ovvia e considerata la natura della categoria - prendere tutto il possibile, dando il meno possibile - non merita commenti.

    Cordiali e civili saluti.

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  10. Ciao Mario, ma che grande piacere leggerti qui'...benvenuto :-))

    Beh che altro dire, come si può facilmente intuire dalle risposte ai commenti, anche dal mio punto di vista direi che questa è un'ottima notizia.
    Senza dubbio la questione dell'aspetto umano, che tu fai notare è di estremo rilievo ed è la ragione per cui questa "È" un'ottima notizia.

    Un grande abbraccio
    Namastè

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