martedì 7 dicembre 2010

Fiat, a Pomigliano D'Arco si annuncia un Natale nero


fonte: Terra
Al 31 dicembre 2010 saranno 39 i giorni di lavoro fatti dai 5000 dipendenti della Fiat di Pomigliano. Un massacro economico per 5000 famiglie del sito pomiglianese e delle restanti 15000 dell’indotto, un disastro senza eguali nella storia industriale dell’hinterland napoletano, paragonabile solo alle vicissitudini della vecchia acciaieria Italsider di Napoli.
Per capire bene di cosa stiamo parlando cito solo alcuni dati:

1) Stipendio medio di un operaio Fiat che lavora a tempo pieno € 1500; 2) Stipendio medio di un operaio Fiat in cassa integrazione € 850; 3) Fatturato commerciale del 2007 del sito pomiglianese Fiat 3,7 miliardi di euro; 4) Fatturato commerciale del 2009 del sito pomiglianese Fiat 880 milioni di euro; 5) Auto prodotte nel 2007 nello stabilimento Fiat di Pomigliano 166 mila; 6) Auto prodotte nel 2009 nello stabilimento Fiat di Pomigliano 44mila.


Questi numeri possono dare un’idea di cosa significa non lavorare non solo per gli operai ma anche per il tessuto economico della provincia di Napoli. Ogni mese, rispetto a due anni fa, si sono persi circa 3,5 milioni di euro (solo dei 5000 Fiat) come mancanza sugli stipendi, senza contare quelli dell’indotto che arrivano quasi a 10 milioni di euro di soldi in meno sugli stipendi. Insomma a fare qualche conto viene da piangere in modo infantile per la drammaticità della situazione.

Ventinove mesi di cassa integrazione comportano circa novantacinque milioni di euro in meno di stipendi e dunque altrettanti soldi spesi nell’economia reale, cioè, si spende meno in salumeria, dal giornalaio, cartolibreria, parrucchiere, barbiere, meccanico, abbigliamento, pizzeria e tutto quello che esiste nella vita di una famiglia. La classe operai di Pomigliano vedrà a dicembre una tredicesima di appena 120 euro, dunque passerà sicuramente un Natale amaro, l’ennesimo Natale povero.

L’unica cosa che allevia gli operai pomiglianesi e che il traguardo e vicino, altri sette mesi e gli operai di Pomigliano ricominceranno a lavorare, ricominceranno a guadagnare uno stipendio quasi decente, e con alcuni anni di sacrificio potranno togliersi i debiti accumulati in questo periodo. Ovviamente sempre che Marchionne non faccia qualche botto di fine anno.

Buon anno, per quello che si può.

Gerardo Giannone, RSU Fim-Cisl, Fiat Pomigliano d’Arco

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