di Pietro Salvato
Un’inchiesta shock di Disability Rights International in Messico rivela le condizioni atroci in cui versano i portatori di handicap nelle strutture che dovrebbero accudirli
Già una decina di anni fa una prima indagine di gruppo per i diritti umani svelò quanto fossero vetuste e decrepite le strutture e le stesse istituzioni dedicate alla “cura” dei
disabili in Messico. Da allora, se possibile, la situazione è persino peggiorata. A rivelarlo è una nuova inchiesta pubblicata martedì, da
Disability Rights International, condotta assieme ad altre organizzazioni locali a tutela degli
handicappati. Nel rapporto si descrivono ”condizioni atroci” con pratiche degne dei lager nazisti come le lobotomie, la sporcizia diffusa, la mancanza di cure mediche e, nel caso dei più piccoli, persino la scomparsa di numerosi minori dagli orfanotrofi.
QUANDO L’ORRORE DIVENTA VERGOGNA – Un giornalista in
incognito, ha visitato uno degli istituti nella capitale. Dal suo reportage appare una situazione squallida. Uomini camminavano in giro mezzi nudi,
feci disseminate per terra, letti mancanti di
lenzuola, stanze
maleodoranti d’urina,
rubinetti del bagno rotti, malati lasciati nell’incuria più totale, persino all’addiaccio sull’erba. In un altro istituto a CaisVilla Mujeres, delle donne anziane erano legati con dei
lacci alle
sedie a
rotelle, i pavimenti erano sporchi, i locali in uno stato di abbandono ricolmi di sporcizia ovunque. Personale scarso e spesso incapace, senza alcuna preparazione di base. Una donna cieca tremante ha detto che era stata violentata da un membro del personale – cosa che è stata però smentita da un indagine penale. ”Non ho alcuna speranza”, ha detto al giornalista “infiltrato”. “Non ho un centesimo per uscire da questo posto.”
Eric Rosenthal, direttore della Disability Rights International, con sede a
Washington, ha dichiarato: “Ho osservato
atroci abusi come questi in strutture psichiatriche ed orfanotrofi anche di altri paesi. Ma solo in Messico, ho incontrato un sistema così privo di protezioni e volutamente disorganizzato in cui bambini letteralmente scompaiono e molti adulti restano senza nome “. La Commissione messicana per la difesa e la promozione dei
Diritti Umani, che ha contribuito a compilare il rapporto, ha detto che in Messico le “violazioni dei diritti umani perpetrati contro i bambini con disabilità i sono un fatto gravissimo”, fatto documentato dalle indagini condotte negli ultimi
20 anni. Rosenthal, ha poi aggiunto che le condizioni sono particolarmente irritanti perché il Messico, in risposta alla relazione precedente, “si era impegnato a difendere i diritti umani dei disabili e ha contribuito esso stesso a scrivere le norme internazionali”. Infatti, insieme ad altri 94 paesi, il Messico ha ratificato l’accordo del
2006. Proprio questo fatto, oggi, permette alle Nazioni Unite di accusare il paese centroamericano di violazione della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
IL GOVERNO “SE NE FREGA” - Il governo messicano ha ricevuto la relazione lunedì, l’indomani, quando è stata resa pubblica, si è rifiutato di fare ogni commento. La lingua deve essergli piombata nello stomaco. I ricercatori della ong di difesa dei diritti dei disabili hanno visitato
20 ospedali psichiatrici, orfanotrofi, ricoveri e altre istituzioni pubbliche in giro per il paese che ospitano migliaia di persone. Questo da agosto 2009 a settembre 2010, intervistando i pazienti e gli amministratori stesse. il quadro, come detto, è
disarmante. In altri tre ospedali psichiatrici, i ricercatori hanno scoperto che i membri del personale hanno fatto un uso smodato di
psicofarmaci sui loro pazienti, in altri casi è provato che molti paramedici hanno
aggredito violentemente i malcapitati sotto le loro “cure”, si fa per dire.
LE CLINICHE DELL’ORRORE – Due ospedali, Fraternidad sin Fronteras e l’Ospedale
La Salud rispettivamente Tlazoa e a Lteotl, hanno praticato indiscriminatamente
lobotomie, ossia la separazione chirurgica della corteccia prefrontale dal resto del cervello. Una procedura screditata a livello medico dal
1950, perché spesso ha causato danni cerebrali irreversibili. Eppure, questa pratica resta legale in
Messico.
Un uomo che avevano subito una lobotomia oggi si ritrova paralizzato su una
sedia a
rotelle, incapace persino di parlare. Il direttore si è difeso dicendo che l’uomo era stato aggressivo in passato, ma dal momento che l’
intervento chirurgico, è diventato completamente passivo”. E ci mancherebbe! Ancora peggio va negli orfanotrofi dove risultano scoparsi decine e decine di bambini. Alcuni evasi altri forse veduti – sospetta qualcuno, per il commercio di organi. Tutti, ovviamente, non sono stati ritrovati.
Jose Angel Valencia, un avvocato per i malati di mente in Messico che ha lavorato al rapporto, ha detto che il paese è stato lento ad adottare i cambiamenti e che molta gente non comprende affatto la disabilità l’incomprensione e le persone con handicap. ”La gente ha dei
pregiudizi li considera
pericolosi o non sanno come vanno trattati”, dice Valencia, che in passato è stato in trattamento per il disturbo bipolare. “Ma il Messico lentamente sta cambiando”, chiosa speranzoso. Speranza che però il rapporto di
Disability Rights International, purtroppo, sembra non avvalorare.
link
http://www.giornalettismo.com/archives/100161/messico-disabili-versano-condizione/
Buongiorno Rosa...dire che sono indignato non rende l'idea...allucinante...come sempre saluti dal bar.
RispondiElimina@ Alberto-
RispondiEliminaBuongiorno a te Alberto!
Sono sempre i diversi, gli ultimi gli indifesi a pagare il prezzo più alto, e questo è inaccettabile insopportabile...
mi vergogno di appartenere alla razza umana...
Buona giornata
Namastè
Che vergogna, che tristezza, che rabbia
RispondiElimina@ Galatea-
RispondiEliminaCiao Galatea, è orribile tutta stà cattiveria ed
indifferenza verso i più deboli, vero?
Ogni volta stento a credere, ingenuamente, che si possa
arrivare a tanto, e invece....
Un abbraccio
Namastè