lunedì 13 dicembre 2010

Nel tuo computer c’è la sofferenza dei minatori del Congo

da: giornalettismo.com 
Tommaso Caldarelli

Stagno, tantalio ed altri materiali indispensabili per l’elettronica di precisione sono estratti dalle miniere del paese centrafricano. Dove lo sfruttamento è di casa.

La tecnologia rende la vita di tutti migliore. L’elettronica di precisione è la disciplina scientifica che ci consente di utilizzare gingilli miniaturizzati essenziali, ormai, per la nostra vita quotidiana. Chi è in grado di lavorare senza un personal computer? Chi è capace di comunicare senza un telefono cellulare? Probabilmente, nessuno. E senza le materie prime, niente si può fare di tutto questo. Senza metalli e conduttori chimici come lo Stagno ed il Tantalio, due fra tutti, le tecnologie più avanzate sono, semplicemente, irrealizzabili.
MATERIE PRIME – “Sia lo Stagno che il Tantalio contribuiscono a rendere la mia vita più semplice ed il mio lavoro più efficace. Il doloroso paradosso è che questi minerali contribuiscono a rendere la vita del popolo congolese drammaticamente rovinata”, scrive la corrispondente del Guardian che oggi analizza l’origine e le implicazioni umanitarie del mondo moderno.
Le miniere del paese centrafricano, infatti, consegnano al mondo la reale possibilità di progredire tecnologicamente. Ma a quale prezzo? “I minerali sono scavati a mano da miniere lontane, spesso da mani costrette. Le condizioni sono pericolose e gli incidenti frequenti. Molte miniere sono controllate o da corrotti comandanti militari o da gruppi armati ribelli – e le differenze fra le due situazioni sono difficili da notare. Le estrazioni sono caricate a spalla dai minatori anche per 45 chilometri fino alle piste aeree; e ad ogni fase del processo tasse e balzelli vengono prelevati” dal lavoro degli uomini che, in sostanza, permettono all’industria dell’alta tecnologia di esistere. Un giro di affari, stimano le associazioni umanitarie, che arriva alla strabiliante cifra dei 30 milioni di dollari all’anno. “Con così tanti soldi sul piatto, il conflitto per il controllo di questo sistema è a volte brutale”, spiega il Guardian.
UNA SITUAZIONE DIFFICILE – Difficile, per il consumatore, dare una mano. “Quel che si annida fra il mio portatile qui a Londra e le tre provincie orientali del Congo è un immensamente complesso intreccio di politica ed economia”. E sono le compagnie produttrici di elettronica ad alta precisione che sfruttano una situazione che, dal punto di vista umanitario, è già tragica. Dopo 15 anni di guerra civile nel paese, gestire affari in piena trasparenza è sempre difficile. Così, “non possiamo sapere, non possiamo essere certi” è il ritornello di rito per gli amministratori delle società dell’elettronica, che continuano a fare affari senza curarsi troppo della situazione. D’altronde, del Congo non si può fare a meno. Produce il il 6% dello Stagno mondiale ed una percentuale compresa fra il 9% e il 18% del Tantalio. “L’inferno del Congo orientale è un esempio di come la globalizzazione crei degli spazi incontrollabili. Dove c’è l’incontro fra la povertà disperata, l’abbondanza di armi e un mondo affamato di risorse naturali, un caos brutale è il risultato. E per combatterlo servirebbe una tenace campagna globale – che accenda la luce su ogni settore del sistema criminale e sulla parte che ognuno possa avere per portare cambiamento – e chissà che non sia proprio questo quel che sta iniziando a succedere”, conclude la cronista, citando le varie azioni di boicottaggio che i gruppi umanitari hanno finora promosso, con qualche risultato.

link http://www.giornalettismo.com/archives/103473/tuo-computer-ce-sofferenza-congo/

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