venerdì 10 dicembre 2010

Nessun corteo per Piazza Fontana

di Elisabetta Ranieri
 
«L'anno scorso è successo qualcosa che noi non vorremmo succedesse, la contestazione violenta che c'è stata ci ha dato fastidio ecco perché quest'anno non facciamo più il corteo proprio per dare un segnale forte, perché vogliamo che almeno il 12 dicembre alle 14.37 quando ricordiamo i nostri morti non sia un atto politico ma sia un atto di commemorazione».
Sono queste le prole di Carlo Aroldi, presidente dell'associazione delle vittime di Piazza Fontana dove il 12 dicembre del 1969 una bomba esplose all'interno della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura causando 17 morti e 80 feriti.
L'anno scorso, durante la commemorazione per i 40 anni della strage, il sindaco milanese Letizia Moratti ed il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, erano stati accolti dai fischi tanto da dover abbandonare il palco.

«Domenica non faremo parlare nessuno – ha precisato Aroldi - più di due mesi fa abbiamo fatto la scelta dolorosa di non fare più il corteo e deciso di invitare tutte le personalità, comune, regione, provincia, chiarendo però sin da subito che quest'anno non vogliamo che loro intervengano. Parlerà solo il presidente della sezione milanese dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e ci saranno delle letture di Corrado Stajano, io farò il mio intervento ma non parlerà più nessuno proprio perché non vogliamo fare passare la politica in Piazza Fontana dove preferiamo, vogliamo, che si ricordino le nostre vittime».
Stamattina invece si è conclusa proprio in Piazza Fontana la manifestazione degli studenti milanesi contro il DDL Gelmini. Gli studenti, hanno modificato con pennarello nero la scritta della targa comunale in ricordo di Giuseppe Pinelli, l'anarchico, morto pochi giorni la strage (di cui venne accusato di esserne l'autore), precipitando dalla finestra della questura di Milano, durante dopo ore e ore di interrogatorio. Sulla targa è stata modificata la parola 'morto' in 'innocente ucciso tragicamente'.
«Ci fa piacere sapere questa cosa – ha commentato Aroldi - anche perché con la famiglia Pinelli abbiamo da sempre stretto rapporti e Pinelli lo abbiamo sempre riconosciuto come 18sima vittima. Noi come associazione vittime di Piazza Fontana abbiamo fatto un sito insieme alle altre associazioni (www.casamemoriamilano.org) ed abbiamo messo dentro tutte le vittime, specialmente quelle lombarde e sotto la voce di Piazza Fontana ci sono 17 nostri morti con le relative biografie e Pinelli è la diciottesima vittima con la biografia scritta dalle figlie e dalla moglie Licia».
La strage di piazza Fontana è una delle tante stragi rimaste ancora impunite, una strage su cui vige ancora il segreto di Stato sui documenti rimasti custoditi negli archivi del tribunale di Catanzaro.
«Quello che ci fa più rabbia- ha poi concluso Aroldi - e parlo anche per Brescia e per le altri stragi è che sono stragi che ancora non hanno avuto nessun colpevole, la verità storica c'è, non c'è la verità giudiziaria e noi vorremmo arrivare a far sapere qualcosa di più chiedendo di togliere prima di tutto il segreto di Stato sui documenti». Ed ancora: «La legge, del 2006-2007, dice che dopo 30 anni, il segreto di stato decade però non si può ancora arrivare a questi documenti perché non hanno ancora fatto i decreti attuativi e noi chiediamo proprio questo che facciano questi decreti e che diano la possibilità a tutti i cittadini ma specialmente agli storici e a chi più di me se ne intende e che possa arrivare a leggere e a toccare con mano certi documenti che sicuramente sono importanti».
Il programma dei tre giorni di Piazza Fontana è visibile sul sito .

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