martedì 7 marzo 2017

Marzo... ancora

Foto(di)vagando
Ed ancora è Marzo … l'8 per l'esattezza, giornata internazionale della donna fra antiche bufale e nuove frontiere sindacali, tutto sommato inutili. Con il rischio che per molte si risolva in una pizza fra donne ed uno spogliarello maschile.
Per carità, non sia mai che ci si opponga a momenti di mobilitazione! Di questi tempi poi!  Ma forse anche fra noi donne sarebbe opportuno un momento di ripensamento e riflessione.

Si è detto spesso che non di uguaglianza si sta parlando ma di parità nei diritti. Credo che vada approfondito e che su questo noi donne dobbiamo riflettere. 

W la diversità … volevo dirlo!

Noi donne siamo altro, la nostra sapienza è altro... non uguale, ma profondamente diversa. E meno male! 
Se vi è un minimo di speranza per questo pianeta sta da quella parte: in un punto di vista ed una filosofia di fondo profondamente “femminile”.
Lo scontro, come la scienza sembra tendere a dimostrare, è molto, ma molto più antico e risale alle società gilaniche matriarcali... contrapposte a quelle militari-verticali e maschili delle tribù del ferro. Se esiste -come esiste- un divino femminile, anche a livello teologico che senso ha rimarcare l'uguglianza? 
Se questo scontro si è spinto nella nostra storia, attraversando il medio evo e permanendo in
molta della cultura orale dei nativi del Nord America e dei popoli Centro Sud Americani... perchè non sollevare orgogliosamente la bandiera della nostra diversità?

Noi siamo portatrici di un diverso ed altro pensiero, non del compromesso adattativo di quello dominante.  Non è il modello maschile femminilizzato ed adattato, ma un altro modello, complementare, volendo, ma radicalmente diverso da quello maschile. Un modo diverso di porre le premesse che parte dall'anima e dall'empatia, che conosce Compassione, Cura, che canta le canzoni delle curandere e di quelle che chiamarono streghe.
Quante volte abbiamo giocato con questo termine? Streghe! Senza metabolizzare in noi stesse il senso di quello che dicevamo; cercando di competere in gare fra maschi in una società modellata al maschile… con parametri maschili. Perchè mai una donna in carriera dovrebbe rinunciare ad essere madre? La società che vogliamo è diversa non un adattamento di questo modello. Quelle che chiamarono streghe erano portatrici di una sapienza femminile ed antica come il mondo.

Care sorelle, ricordiamoci di avere dei Poteri e non il potere, questo gioco stupido di chi lo ha più lungo lasciamolo ai maschietti. 

Noi usiamo tutto il cervello, noi abbiamo l'empatia, noi ricordiamo e sentiamo. Noi abbiamo una sapienza antica che si trasmette oralmente. Di madre in figlia, da sorella a sorella.

Ed infine, noi abbiamo la sessualità e la maternità… quante volte il modello ecclesiale maschile ha voluto contrapporle, riservando ad una l'oscurità ed all'altra la luce… ma esse sono connesse, essenziali l'una all'altra ed in esse risiede moltissimo potere.

Noi scegliamo e se per una volta scegliessimo bene? Invece di innamoraci di assoluti mascalzoni? Se per una volta il parametro e il modello fossero intelligenza, sensibilità e capacità di comprendere invece che sovrabbondanza di testosterone e machismo?


Rosa Bruno 

4 commenti:

  1. Io non credo che si debba far rientrare tutto in una sorta di sfida tra i sessi, penso che le peculiarità siano molte per entrambi e penso che come ci sono molti uomini idioti per non dire di peggio, ci sono anche molte donne superficiali, e tra queste, quelle che domani festeggeranno andando a vedere lo spogliarello del ragazzotto di turno e che dei diritti della donna se ne fregano perché loro stanno bene così. Quindi credo invece nella parità dei diritti come hai scritto anche tu e nel rispetto reciproco, includendo il rispetto per le reciproche differenze caratteriali che per fortuna esistono. Poi oggi deve essere un'ulteriore occasione per riflettere sulla condizione della donna oggi. Attenzione non l'unica, ma una ulteriore.

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    1. Ciao Daniele... Assolutamente sì! Il percorso è decisamente complementare, non vi è dubbio alcuno... la mia non vuole essere una proposta di contrapposizione, ma un invito alle donne ad acquisire coscienza di sè. Certamente esistono donne vuote e vacue e parte dell'attuale condizione femminile è loro responsabilità. Il "modello vacuo", appunto, che stasera riempirà le pizzerie ed i locali di spogliarello è uno stampino di un mondo maschio e risponde con un "comportamento maschile" ad una necessità tutta femminile.
      Certamente poi esiste l'aspetto sociale della questione, buone leggi, tendenzialmente ugualitarie, eque nella difesa dei diritti, che tengano presente le specificità... tutto questo serve assolutamente, ma se la donna non ha coscienza del "potere" che risiede in lei... nulla accade.

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    2. Ciao Rosa, concordo pienamente con la tua analisi e aggiungo che, purtroppo, il modello di riferimento per certa parte del mondo femminile, è quella del "maschio" che vede la donna in un certo modo: semplicemente spogliata della sua vera identità, smembrata...fatta a pezzi. Ma quello che più colpisce è la sua complicità e superficialità nel riproporre il modello riflesso. E' questo vedersi riflessa in una immagine non sua, che mi fa pensare: "sono quella che vuoi, rifletto l'immagine che tu, uomo, hai di me"! Il punto è che, ancora si spaccia per reale ciò che è pura letteratura, ciò che nutre il sistema, ciò che ancora crea schiavi.

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    3. Ciao Alessandra, assolutamente sì! Ed è questo apparire, inconsapevolmente, quello che il sistema vuole, che condanna le donne a questo ruolo. In realtà esiste una complicità da parte nostra in quello che il "maschile" si permette. Ed è assurdo che come "esempio" di parità si propongano donne che hanno sacrificato le proprie caratteristiche ad un modello maschile... sono d'accordo. L'inganno è sottile e spesso molte donne non ne sono assolutamente consapevoli. Come detto nel post, noi dobbiamo ricordare di avere "poteri", non fare la gara per il "potere" :)

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