lunedì 31 ottobre 2011

Nonna, ti spiego la crisi economica. 9 e 10

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di Paolo Barnard

(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)

Nonna: Ma sai che adesso tutti parlano delle cose che dici tu? Ma nessuno dice le cose che dici tu. Ma sei sicuro che hai studiato nella scuola giusta?

P. Sì, eccome. I miei professori appartengono alla scuola di uno dei più importanti economisti mai esistiti, John Maynard Keynes. Sono tutti accademici di rigore.

Nonna: Ma non dicevi che sono stati tutti comprati dai ricconi? E allora sto Chenes, o come si chiama, e i suoi amici sono gli unici buoni?

P. Bè, più o meno… Keynes fu il più importante economista del XX secolo, grazie a lui abbiamo le garanzie democratiche moderne. Ma fu fatto fuori proprio dalle elite di cui parliamo, non lo comprarono, lo fecero fuori…



Nonna: L’hanno ammazzato? Ma di sù…


P. No, nel senso che l’hanno messo fuori gioco. Oggi se tu vai dagli economisti prezzolati e tromboni che sparlano in tv e gli dici “Keynes”, gli viene un travaso di bile. Lo odiano. Per forza, la sua economia era quella della nostra Gallina dalle Uova d’Oro di cui ti ho parlato, quella che avrebbe legato le mani alle elite per sempre. Lo fecero fuori, accadde nel 1944, a un’importantissima conferenza chiamata Bretton Woods. I potenti del mondo lo misero in minoranza, e poi la sfiga ci mise lo zampino nonna. Keynes morì d’infarto poco dopo e nel pieno della sua intelligenza. Morto il leader, si sa, tutto si sfalda.


Nonna: Ma com’è che noi sti nomi non li sentiamo mai?


P. Nonna, quello che senti alla tv è filtrato 80 volte prima di arrivare. La propaganda è essenziale al potere. Pensa a Marx…


Nonna: Il comunista che fece la rivoluzione?


P. Ecco, vedi? Marx non fece la rivoluzione. Era un economista geniale, uno scienziato che analizzò l’economia del suo tempo e immaginò come poteva svilupparsi. Fece anche delle previsioni sbagliate, ma capì 150 anni fa quello che sta succedendo ora. Già allora le elite compresero che le sue idee erano pericolose per loro, e pensa che tutta l’economia moderna, quella che ci sta distruggendo, nasce proprio per reagire a Marx. Magari non ti interessa, ma Marx era un economista Classico, e l’economia dominante di oggi è chiamata Neoclassica, cioè i nuovi classici che tentano di smentire Marx.


Nonna: Ma Dio santo! Ma ci stanno distruggendo davvero, ma non vedi che sono tutti agitati? Al sindaché, gli operai, i giovani che spaccano tutto, anche la Gabriella adesso c’ha la figlia che l’hanno messa a casa e c’ha tre bimbi! Ma Dio santo.


P. Oggi è una giornata importante nonna. Oggi ti dico come fanno a creare la crisi economica in modo del tutto artificiale, cioè voluta a tavolino. Tu sai già le cose essenziali. Allora: le elite hanno lavorato decenni per arrivare a demonizzare la spesa dello Stato a ‘debito buono’, che come sappiamo è l’unica in grado di creare denaro nuovo al netto nel contenitore dei cittadini e aziende private, a patto che lo Stato crei più denaro con la sua spesa di quanto ce ne tolga tassandoci. Il successo delle elite qui è stato totale. Infatti tutti, dai politici alla tua amica Gabriella, pensano che quella spesa dello Stato è un debito terribile per i cittadini, quando invece è la loro ricchezza. Ok. Ricorda il contenitore dei cittadini + aziende. Cosa accade se gli togli dei pezzi di spesa dello Stato? Si impoverisce immediatamente, meno stipendi pubblici, minori pensioni, fatturati d’azienda in calo, quindi anche stipendi privati in calo. Stipendi e pensioni in calo = la gente spende meno. Meno spesa = le aziende e i negozi vendono troppo poco. Le aziende vendono poco = licenziano e non assumono, o assumono a stipendi da miseria e precari. Tutto questo = crisi economica e disoccupazione. Ok?


Nonna: Ah sì, infatti c’erano due salumieri qui di sotto, e hanno chiuso. Anche il laboratorio che mi ha fatto la protesi dei denti ha chiuso, prima erano in dieci lì dentro, poi mi ricordo che erano in quattro, poi chiuso.


P. Ok, attenta qui. Nel momento in cui inizia la crisi, arrivano proprio i dottoroni delle elite a dare le ricette per ‘guarire’, quelli che hanno convinto tutti che lo Stato non deve spendere. Tu dirai: come li vedono li sommergeranno di fischi e sberleffi. Ma no! Anzi, ti ho già spiegato che col lavoro di anni e con fior di miliardi si sono comprati il consenso della politica e dei media. E sai quale è la loro logica di fronte alla crisi? Dicono: “Se il nostro farmaco non vi ha curato e state peggio di prima… E’ PERCHE’ NON NE AVETE PRESO ABBASTANZA!” Proprio così nonna, e quindi predicano come soluzione alla crisi proprio ciò che CREA la crisi, cioè di tagliare ancora gli stipendi pubblici e privati, che lo Stato spenda ancora di meno tagliando dappertutto, o addirittura che non abbia più neppure la propria moneta, come noi dell’Euro. Ma non ci vuole un genio a capire che con ancora meno stipendi, con ancora meno servizi pubblici, e con ancora meno ‘spesa a debito buono’ dallo Stato, i cittadini saranno ancora più poveri, spenderanno ancora di meno, e allora di nuovo le aziende andranno in crisi, licenzieranno ancora di più, e pagheranno chi rimane sempre meno. E’ una SPIRALE, perché dopo di questo tutti urleranno che c’è la crisi economica di nuovo, e allora di nuovo arrivano i tromboni delle elite e ci prescrivono ANCORA la stessa medicina, e tutto ricomincia da capo. Ma ti sei accorta di una cosa?


Nonna: Mi sono accorta che sono dei balenghi sti tromboni, altro che…


P. Accorgiti che questa spirale si perpetua da sola, cioè crea crisi su crisi, e tutto per volere degli ordini di sti personaggi che lavorano per conto delle elite. E’ proprio una Spirale di Crisi Imposta, non spontanea, non dovuta a un accidente dell’economia o a non si sa quale problema mondiale misterioso. E’ IM-POS-TA, nonna, è pilotata, e questo è veramente criminale.


Nonna: Ma davvero questo è un brutto mondo, ma proprio io sono fortunata a essere vecchia, ma che roba, ma che bugie che ci raccontano.


P. Inutile lamentarsi nonna, il mondo è anche peggio di così. Ma voglio che ti sia chiara una cosa. La crisi economica di cui parliamo ha un punto d’inizio preciso e certo, proprio come quando si accende una miccia. La mossa iniziale è sempre quella di impedire allo Stato di ‘spendere a debito buono’ per i suoi cittadini. Questo innesca la prima ventata di calo di ricchezza, che poi innesca tutte le altre nel gioco perverso di una crisi che si auto perpetua che ti ho detto prima. Proprio come il più classico domino. Tu immagina che impedire allo Stato di ‘spendere a debito buono’ è esattamente come dare il primo colpetto alla prima pedina del domino. Proprio così. E le elite se ne stanno sedute in panciolle a guardare il nostro mondo che va a pezzi, mentre loro dietro le nostre spalle raccolgono la crema della crema. La prossima volta ti dico esattamente cosa raccolgono e come.


Nonna: Ma guarda, che c’ho 87 anni, ma se li incontro per la strada sti elite li prendo a colpi dove so io, e ricordati che tua nonna è stata giovane, e so bene dove gli fa male agli uomini…


P. Giusto, così ti voglio. E oggi mi accontento solo quelle due fettine di salame che mi hai già dato, niente tasse per una volta. Baci.

 http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=249

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Nonna, ti spiego la crisi economica. 10

(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)

P. Visto il telegiornale nonna? Hai fatto 2 + 2?

Nonna: Ah! Ma adesso mica gli credo più a quelli. Ho capito una cosa, che chi comanda non va in televisione e poi a noi non ci dicono niente, e uno cosa guarda il telegiornale a fare?

P. Esatto, quello che hai detto è fondamentale per capire la politica nazionale. Infatti anche se cambia il governo, nulla cambia per noi, proprio per quello che hai detto: chi comanda non sta a Roma, né va da Bruno Vespa.

Nonna: Ma io ci pensavo e devo chiederti una cosa: va bene, questi elite dicono allo Stato di non spendere per noi come dovrebbe, ci hanno tolto la moneta, quella che ci faceva bene. E poi c’è quella cosa che succede che da lì parte tutto un processo che si mangia la coda da solo…

P. Sì, parte la spirale di crisi economica su cui poi le elite impongono la loro ricetta per la ‘ripresa’, che è invece proprio pensata per farci affondare sempre più, e più affondiamo, più ci dicono che quella ricetta è la salvezza, solo che non l’abbiamo applicata a sufficienza. I politici ci cascano e noi giù dal burrone senza fine, mente le elite profittano come mai.

Nonna: Eh, quello lì. Ma senti però, insomma, voglio dire: ma se poi noi andiamo tutti in rovina, loro cos’hanno da guadagnarci?

P. Bingo nonna, questa è proprio la domanda che mi serviva, perché la risposta è il tema di oggi. E ti capisco sai? La maggioranza delle persone dubita di ciò che io e i miei economisti diciamo proprio perché gli appare impossibile che le elite abbiano interesse a rovinare intere economie. Ma è così.

Nonna: Son tutt’orecchi.

P. Nonna, come si fanno i soldi a palate nelle economie tradizionali? Si vende una cosa che tutti vogliono e si incassa tanto; si offre un servizio che tutti vogliono e s’incassa un bel po’. Il primo caso è, ad esempio, quello della Coca Cola, il secondo è magari quello dei telefonini con le compagnie telefoniche.

Nonna: Ma anche a vendere le patate uno fa soldi, che c’è Passerini di Castelletto Montano che ha fatto i miliardi con il mercato delle patate, e pensare che da giovane suo cugino mi filava dietro…

P. No, nonna, non quel tipo di soldi, molti, molti di più. Sto parlando di grandi capitali, di cifre mille volte quelle di Passerini. Bè, una volta i grandi capitalisti facevano soldi producendo beni materiali e servizi, cioè edilizia, auto, carne, acciaio, vestiti, oppure il turismo, i divertimenti, le tv private, la pubblicità ecc. Tieni a mente però che a quei tempi i servizi essenziali, come la Sanità, i treni, l’acqua o il gas, cioè quelli che uno deve per forza comprare, erano forniti dallo Stato al 99%, erano pubblici. Le cose stavano così fino a circa 20 anni fa, i grandi soldi si facevano così. Ok. Ma fai attenzione nonna, prova a metterti nei panni di un ultra capitalista che ha, per esempio, un’industria di auto. Vent’anni fa pensò: “Quanti clienti ho qui in Europa? Gli europei sono quasi 500 milioni, mentre i cinesi, gli indiani e i brasiliani sono quasi 3 miliardi in totale. Accidenti! Sono quasi 6 volte di più! E diventeranno sempre più benestanti. A me non conviene sgobbare per vendere a sti 4 viziati europei, mi conviene conquistare il super mercato dei cinesi, indiani e brasiliani, che fra qualche anno sarà un pozzo senza fondo di vendite!” Immagina poi un altro ultra capitalista che aveva una montagna di soldi da investire, e che pensò: “Lo Stato ha tutti i servizi essenziali, accidenti, magari li avessi in mano io. Eh sì, perché averli significa avere i clienti ga-ran-ti-ti! Perché uno può anche decidere di non comprare una giacca o una moto, ma non può rinunciare al telefono, alla Sanità, all’acqua, o al gas, e deve pagare per forza. Devo trovare il modo di mettere le mani sui servizi pubblici”. E allora i due, e molti loro colleghi, pensarono rispettivamente: “Io voglio andare a vendere sui mercati del mondo, e perciò devo avere prezzi più bassi se voglio vincere i concorrenti. Quindi devo trovare il modo di pagare di meno i miei operai, che sono il costo maggiore che ho”. E l’altro: “Io voglio comprare quei servizi pubblici essenziali, così me ne sto tranquillo a incassare garantito. Ma devo costringere lo Stato a vendermeli, e a vendermeli a poco”. Segui?

Nonna: Sì, e allora cosa succede poi?

P. Aspetta. Perché fra i super miliardari ci sono altri due gruppi oltre ai grandi industriali e agli investitori in servizi. Ci sono gli speculatori finanziari e le grandi banche d’affari.

Nonna: Dio, Dio, aspetta, e chi sono sti qui?

P. Gli speculatori sono praticamente dei ricconi immensi che sono geniali in matematica. Le banche d’affari sono specie di banche che non tengono i conti dei cittadini, ma manovrano solo soldi a palate investendoli nel mondo. Gli speculatori, sempre circa un ventennio fa, pensarono: “Se convinciamo i governi a eliminare le leggi che limitano il nostro potere, noi possiamo inventarci dei trucchi matematici complicatissimi che nessuno capirà e che però ci permetteranno di prendere per il collo interi stati con delle scommesse contro di loro, e incassare come pazzi”. Le banche d’affari pensarono: “Se c’inventiamo modi per far indebitare milioni di lavoratori con la promessa di moltiplicargli i loro soldini, potremo copiare i trucchi matematici degli amici speculatori e farci sopra montagne si soldi in fretta, truffando milioni di gonzi”. Ok nonna? Ora riassumo: i grandi industriali decisero che vendere da noi era una causa persa, meglio dall’altra parte del mondo; i grandi investitori capirono che comprando i servizi essenziali dello Stato potevano strizzare dai cittadini denaro garantito; gli speculatori s’inventarono trucchi contabili strampalati per poter scommettere sulla sfortuna economica degli Stati; le super banche d’affari con gli stessi trucchi moltiplicarono soldi fittizi mentre milioni di persone s’indebitavano. Questo nonna, cambiò del tutto il volto delle economie tradizionali.

Nonna: Va bene, ma il fatto di farci diventare tutti più poveri?

P. Esatto, adesso segui il ragionamento. Come poterono i grandi industriali ridurre il costo dei loro operai qui in Europa? Semplice: avevano bisogno di una crisi economica che impoverisse intere nazioni, così con la scusa della crisi poterono dire “C’è crisi, non si vende, dobbiamo licenziare e ridurre i salari”. Questo accadde e sta accadendo, e loro si ritrovano masse di disoccupati che accettano salari da disperazione pur di lavorare, che è quello che volevano. Come poterono gli investitori costringere lo Stato a svendergli i suoi servizi pubblici essenziali? Semplice: avevano bisogno di una crisi economica che impoverisse intere nazioni, così con la scusa della crisi poterono dire “C’è crisi, lo Stato è indebitato sempre di più, deve vendere l’argenteria di casa per far cassa, deve vendere i suoi servizi pubblici a noi privati”. Questo accadde e sta accadendo, e loro si ritrovano con in mano milioni di clienti che oggi pagano a loro servizi che un tempo erano pubblici, e li pagano per forza, anche se sono più poveri. Come poterono gli speculatori scommettere che le economie degli Stati sarebbero crollate e vincere? Semplice: avevano bisogno di una crisi economica che facesse impoverire quegli Stati e così loro incassavano quelle scommesse. Questo accadde e sta accadendo, infatti hanno scommesso contro la Grecia e hanno vinto, e ora scommettono contro l’Italia e vinceranno. Come poterono le banche d’affari far sì che milioni di persone s’indebitassero per poi usare i loro debiti per specularci sopra? Semplice: avevano bisogno di una crisi economica che impoverisse intere nazioni, così i cittadini furono costretti a indebitarsi per continuare a campare, o a giocarsi i loro risparmi con la speranza che si moltiplicassero. Questo accadde e sta accadendo, negli USA e in Francia a livelli mostruosi, ma anche in Italia i debiti privati sono aumentati tantissimo, come anche i cittadini che si sono impegnati i piccoli risparmi con quelle banche. Ok? Noti qualcosa nonna?

Nonna: Eh certo! Mica sono tocca nella testa. Hai detto crisi e impoverire in tutti gli esempi che hai fatto. Allora ho capito come si fa a far soldi se tutti diventiamo più poveri. Ma li hanno poi fatti questi soldi?

P. Hai presente i sodi degli Agnelli? Roba da provincia in confronto ai soldi che questi padroni del mondo stanno facendo mentre ci impoveriscono e ci derubano. Uno solo di questi speculatori ha incassato, nonna, 12 mila milioni di dollari mentre truffava una milionata di famiglie americane. E guarda che gli uomini che oggi scommettono contro l’Italia, e che la stanno ricattando nell’impotenza totale dei politici, non sono più di qualche decina. Loro qualche decina, noi 60 milioni di impotenti. Ti rendi conto? Insomma, le elite avevano bisogno, per incassare fortune stratosferiche, di creare crisi economiche a ripetizione in tutta Europa e anche in America, e così hanno sguinzagliato i loro predicatori, quelli che oggi tutti i politici ascoltano come fossero il Vangelo, con le ricette economiche che invece di curare ci ammalano sempre più, cioè creano crisi su crisi, quelle che dicevo l’altra volta. In modo da ottenere proprio ciò che cercavano. Ora finalmente sai cos’è questa ‘crisi economica’ di cui tutti parlano, e sai che significato ha veramente.

Nonna: Ma senti, dimmi cosa può fare sta tua povera nonna con quel poco di vita che gli rimane per fermare quei delinquenti. Almeno i fascisti noi li vedevamo in faccia, ma questi nessuno sa neppure che ci sono.

P. Nonna, non tocca a te fare. Toccherebbe ai giovani di capire, studiare, e agire. Ma non lo fanno, troppo difficile. Meglio sbraitare slogan contro i politici una volta all’anno. Nonna, il tempo del coraggio è finito qui da noi. Ed è finito il tempo dell’intelligenza. Penso spesso a quei ragazzi di 17 o 20 anni che nella tua gioventù seppero sfidare i nazisti e le torture fasciste per salvare l’Italia. Penso a quelle facce nelle fotine delle lapidi che ci sono in strada qui a Bologna, morti fucilati o impiccati col filo di ferro a 18 anni. Ma che razza era quella? Da che pianeta venivano? Chi li aveva partoriti? Torneranno? Li aspettiamo nonna? Ti bacio, e grazie di avermi ascoltato.

(Non commiserate i nostri vecchi, essi detengono un privilegio dal valore inestimabile: conservano negli occhi la memoria di altri occhi, quelli di chi ebbe dignità, coraggio e capacità di dare la vita per combattere. Abbiate pietà per noi, che vivremo e moriremo senza mai aver incrociato un singolo sguardo così. E siamo la prima generazione nella storia dell’umanità a sfoggiare questo indegno primato. P.B.)


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