martedì 17 gennaio 2012

Il miele e gli altri prodotti dello sfruttamento delle api


L‘Apis mellifera possiede un sistema nervoso sviluppato, la capacità di provare dolore e un’intelligenza che le permette, ad esempio, di costruire celle basandosi sulla percezione dei campi gravitazionale e magnetico terrestri.  Comunica mediante i suoni prodotti dalle vibrazioni delle ali, l’emissione di feromoni e un complesso linguaggio basato su danze, tramite il quale è in grado, fra le tante cose, di dirigere l’intera colonia verso il cibo specificandone qualità, distanza ed esatta locazione.

Capita spesso, a noi vegani, di essere interrogati sul perché non mangiamo il miele poiché, inspiegabilmente, questa nostra scelta viene interpretata come un’esagerazione molto più di altre.
Ci sono ovviamente svariate ragioni per cui un vegano non consuma miele, chiaramente perché la sua produzione implica sfruttamento e sofferenza delle api.
Proveremo a tracciare un elenco delle motivazioni, essendo il più sintetici e precisi allo stesso tempo.
Prima di uccidere questi animali, l’industria li sottopone a manipolazioni continue, regimi alimentari forzati e innaturali, inseminazione artificiale, trasporti spossanti e vivisezione.
Gli apicoltori non si limitano, come invece molti credono, a sottrarre alle api il miele prodotto in eccesso; al contrario, spesso si estrae tutto quello immagazzinato nel periodo estivo e si nutrono le colonie con sciroppo di zucchero per tutto l’inverno.
Questo non è un equivalente adeguato alla dieta naturale delle api, delle quali infatti abbassa la durata della vita esponendole a diverse malattie.
Per questo motivo, allo zucchero vengono spesso aggiunti antibiotici che espongono le colonie selvatiche ad un maggior rischio di contrarre le malattie stesse. In presenza di contagi per i quali non si conoscano trattamenti efficaci, gli apicoltori non esitano ad incendiare gli alveari.

Le pratiche di fumigazione eliminano la perdita dell’alveare: permettono, infatti, di avvelenare le api con il cianuro.
Altri apicoltori distruggono gli alveari prima che sopraggiunga l’inverno.
Per far abbandonare l’alveare, lo si può anche scuotere con forza o irrorarlo con potenti getti d’aria.
Durante queste operazioni è facile che le ali e le zampe delle api vengano irrimediabilmente danneggiate.
Per impedire alle regine di sciamare, vengono loro bloccate le ali.
Per estrarne più facilmente il miele, spesso si riscalda l’alveare. Le api, spinte dal calore, volano verso l’uscita dove vengono catturate in un cono metallico o in un bee escape. In mancanza di uscite, per eliminare le api fuggitive, si usa una griglia elettrica.
Quando due colone vengono mischiate la regina di quella più debole viene uccisa.
Uno dei più evidenti segnali della sofferenza implicita nell’allevamento delle api è la difesa dell’alveare che mettono in atto pungendo gli apicoltori. Questo avviene nonostante essi usino il fumo per farle calmare (previene agitazioni della colonia mascherando il feromone che le api rilasciano per dare l’allarme in situazioni di pericolo).
Per confinare le api lontano dall’area nella quale hanno raccolto il miele, si usano apposite trappole.
Nel processo di verifica delle condizioni dell’alveare e di estrazione del miele, anche il più attendo degli apicoltori non potrà fare a meno di calpestare e uccidere incidentalmente un buon numero di api.
Le regine vengono soppresse ogni due anni (in natura vivono fino a cinque), quando la loro capacità di deporre uova declina rendendone il mantenimento economicamente svantaggioso.
La loro inseminazione artificiale provoca la morte del maschio; il metodo più diffuso per ottenere lo sperma è infatti, consiste nella decapitazione di quest’ultimo (quando la testa viene staccata, il sistema nervoso centrale riceve un impulso elettrico che provoca eccitazione sessuale).
A volte testa e torace del maschio vengono schiacciati per provocare la fuoriuscita dell’endofallo. Lo sperma di diversi esemplari viene raccolto e l’inseminazione della regina, anestetizzata con ossido di carbonio, avviene all’interno di un apposito contenitore tubolare.  Per aprire la vagina ed iniettarvi il seme, vengono utilizzati microscopici uncini.

I PRODOTTI DERIVANTI DALLO SFRUTTAMENTO DELLE API

I benefici dei prodotti derivanti dalle api non ne giustifica per noi lo sfruttamento: questi prodotti, infatti, sono tutti sostituibili con sostanze di origine non animale e dalla comprovata validità: sciroppo di riso, malto d’orzo, malto di sorgo, succhi concentrati di frutta, zucchero di canna non raffinato, zucchero di barbabietola, succo d’acero, sciroppo d’acero.

MIELE: il miele è il vomito dell’ape. Una volta ingoiato il nettare, essa lo rigetta e vi aggiunge enzimi mescolandolo con le proprie secrezioni digestive. La mistura viene poi rigurgitata per essere ulteriormente digerita da altre api. Non contiene sostanze nutritive rilevanti per l’alimentazione umana, di certo non contiene sostanze insostituibili. Si è provato più volte negli USA a dimostrare le capacità del miele di contrastare le allergie ma esso ha dimostrato un’efficiacia minima. Anche il tentativo di comprovare le sue presunte capacità terapeutiche è fallito e, al contrario, esistono delle consistenti ragioni per non consumarlo: le modalità dello sfruttamento delle api e i danni che può arrecare alla nostra salute. Il consumo di miele e pappa reale viene infatti sconsigliato a chi soffre d’asma o di allergie e ai bambini di età inferiore ai 12 mesi il cui sistema digestivo non è in grado di interagire con le spore batteriche potenzialmente presenti in esso o peggio, con la probabile contaminazione da botulino.

CERA: la secrezione con la quale le api costruiscono gli alveari. Viene usata dall’uomo nella produzione di cosmetici, farmaci, vernici, candele e alcuni tipi di carta.

VELENO: per raccoglierlo si stende una membrana elettrificata davanti all’alveare. Quando le api la toccano ne ricevono una scossa alla quale reagiscono pungendola e dunque morendo. Il veleno così raccolto viene commercializzato in virtù  di non dimostrate doti curative.

POLLINE:  può risultare più nutriente di altri cibi soltanto se ingerito in quantità pari a qualche chilo.

PAPPA REALE: costituisce la sola fonte di nutrimento dell’ape regina ed è ciò che le permette di diventare tale. Rispetto a 500 mg di pappa reale, 30 gr. di cornflakes contengono 30 volte più tiamina e riboflavina, 90 volte più niacina e circa 400 volte più acido folico. Non esiste ad oggi seria ricerca medica che abbia confermato  gli effetti terapeutici della pappa reale.

PROPOLI: usato come antisettico e come colla. è una resina che le api raccolgono negli alberi e usano per tappare i buchi negli alveari. Per loro è anche un antibiotico, un antivirale e un funghicida naturale, mentre dagli umani viene usato per curare infezioni gengivali e mal di gola o come integratore alimentare.

IMPOLLINAZIONE: il valore monetario dell’impollinazione è stimato in Italia attorno ai tremila miliardi di vecchie lire. Permette infatti la fecondazione delle piante entomofile, ovvero la maggior parte di quelle agrarie sia spontanee che coltivate. L’industria stra cercando di creare api geneticamente modificate  e capaci di impollinare anche quei tipi di piante che, in natura, verrebbero impollinate da api selvatiche o da altri insetti che però stanno adesso scomparendo a causa di inquinamento, pesticidi, allevamenti intensivi e loro emissioni e sviluppo edilizio. Non si creda che l’impollinazione portata avanti dalle api domestiche possa essere ecologicamente benefica; nelle condizioni  create dall’uomo risulta essere addirittura dannosa. I programmi governativi, infatti, sono centrati solo sulla protezione delle api bottinatrici di tipo europeo. Sono state eliminate la maggior parte delle api selvatiche il cui numero è precipitato del 50% e negli US non ci sono mai state così poche api. Solo una piccola percentuale dei pesticidi utilizzati in agricoltura, tristemente, centra l’obiettivo. La maggior parte colpisce specie diverse, api comprese.

LA SPERIMENTAZIONE SULLE API

Le api sono sfruttate anche nell’ambito della vivisezione e della biotecnologia; la maggior parte degli esperimenti cui vengono sottoposte ha lo scopo di sviluppare alveari in grado di produrre più miele e assicurino maggiori guadagni.  In Giappone vengono irradiate per rendere la loro puntura inoffensiva e per creare una specie priva di pungiglione.
Altre ricerche riguardano: effetti dei fitofarmaci, effetti dei feromoni sul sistema endocrino, regolazione del processo riproduttivo, trattamenti topici con ormone giovanile, restrizioni di movimento della regina, confinamento (per indurre la costruzione di cupolini e celle),  costruzione di celle indotta mediante eccesso di affollamento, test di tossicità acuta e residua degli antiparassitari, effetti di diverse diete, influenza del fotoperiodo e del termoperiodo sui ritmi di volo, produzione di veleni.
Il Governo sudamericano ha finanziato nel 1956 l’introduzione nel Paese dell’Apis mellifera scutellata, originaria del Sudafrica, per ottenere un ibrido che assommasse le qualità positive delle due razze. La fuga di 26 sciami di api africane determinò invece la nascita di una popolazione di api selvatiche ibride nelle quali a prevalere sono le caratteristiche negative.
I media le hanno battezzate “api assassine” a causa dell’aggressività verso gli alveari di api europee che riescono facilmente a sopprimere.  Anche animali domestici e uomini hanno pagato a caro prezzo questo fallimento della bioingegneria: in Messico dal 1986 al 1991 sono stati segnalati almeno 1000 attacchi a persone che hanno causato 58 decessi.
Si stima che attualmente in US queste api abbiano ucciso centinaia fra animali e uomini.

CONCLUSIONI

Riteniamo questo articolo un buon inizio per chiunque voglia iniziare ad approfondire la “questione api” o la “questione miele” sia legata al veganismo che in generale.
Crediamo che possa essere un contributo utile per rispondere alle frequenti domande di chi ha sempre affermato con ingenua buonafede o con aria di sottile sfida che “In fondo, che facciamo di male? Leviamo loro solo il miele in più!”

19 commenti:

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    1. eh eh...sì Ivan! Libere, in natura, a svolgere il loro compito fondamentale.
      L'essere umano, che tanto esalta la propria "civiltà", dovrebbe dimostrarsene degno... accettando il peso etico e morale delle proprie azioni e "scegliendo" di essere "leggero e compatibile", proprio perchè apice della creazione....
      Abbraccione.
      Namastè

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  2. Ti ringrazio Rosa per aver postato questo articolo. Pur essendo vegetariana (non vegana ancora) non sapevo assolutamente niente di come venissero trattate le api. Mi ha davvero impressionato leggerlo.
    Ma davvero l'essere umano non fa che distruggere?
    Un grande abbraccio,
    Lara

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    1. Sì cara Lara, impressiona come anche le api vengano sfruttate. E' sempre una questione di premesse.
      L'informazione è neutra, sono le nostre scelte che non lo sono che danno la misura reale della nostra civiltà.
      E' importante che le nostre scelte, anche alimentari corrispondano all'idea di civiltà che portiamo avanti.
      Un abbraccione amica cara.
      Namastè

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  3. Ciao Rosa, devo ammettere che, pur non approvando il sistema "commerciale-industriale" usato per avere il miele (e tutti gli altri prodotti della terra), non pensavo certo che il miele fosse una "bufala" dal punto di vista nutrizionistico ... ormai sono arrivato al punto che più informazioni raccolgo più la confusione, invece di diminuire, aumenta sempre di più ...
    Namastè

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    1. Devo confessarti che per quanto riguarda il miele, ho avuto io stessa una posizione di incertezza interlocutoria per molto tempo, ma sto approfondendo la questione, che temo, rimarrà controversa. In contesa, come al solito in tempi di assoluto relativismo.
      D'altra parte ci sono molti che sostengono vada bene bere il latte, anche se ricco di "cellule" (definizione tecnica per PUS) e che insistono sull'inesistenza dei problemi creati dalla caseina.
      Altrettanti, forse persino di più, riescono a sostenere che le centrali nucleari non creano problemi e che le scie chìmiche non esistono...quindi, se tanto mi dà tanto...
      Un abbraccio e buona serata ^_-
      Namastè

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  4. Ciao Rosa, anche il fatto che le api stanno diminuendo di numero in modo drastico ma il miele in vendita ci sia sempre abbondante e a buon prezzo qualche soepetto le deve far venire, grazie per l'info vagano da poco non lo sapevo, comunque mai piaciuto il miele.

    un abbraccione cara Rosa

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    1. Ciao Zak! Convertito anche tu...bene! Credo che il veganismo sia il naturale passo successivo al vegetarianismo :)
      E in effetti hai ragione, un paio di domande bisogna pur porsele dal momento che con sempre meno api ci sia sempre più miele, fra grande distribuzione e mercatini, le poche api rimaste le stanno facendo lavorare a cottimo ed è, ovviamente, un eufemismo definirlo così.
      Un abbraccione a te carissimo, felice sera!
      Namastè

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  5. Sto cominciando a diventare vegano e mi sto interrogando su una domanda che mi tormenta. Si estremizza giustamente sul rispetto della vita di qualsiasi essere vivente però anche le piante sono esseri viventi con un sistema nervoso, possono provare dolore e sofferenza. Cosa autorizza noi ad avere più rispetto per la vita di un animale e di un insetto ma non della pianta?
    Forse l'unico modo per non causare e causarsi sofferenza è non vivere.

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    1. Benvenuto Andrea! :)
      Sono stata vegetariana per cinque anni prima di decidere (poco più di due anni fa') di diventare vegana e ti confesso che anche io mi pongo spesso questa domanda.
      Ma di qualcosa si dovrà pur cibarsi no? Altrimenti l'alternativa, come tu giustamente dici, sarebbe non vivere!
      Però, dei vegetali, che io sappia, si mangiano prevalentemente frutti e semi ( zucche, zucchine, melanzane pomodori ecc. ed ovviamente tutta la frutta in genere ) e solo raramente la pianta intera ( insalata e tuberi ) nel caso poi dei cereali e dei legumi, il raccolto viene effettuato quando ormai la pianta è giunta a fine vita.
      Credo inoltre che, pur essendo sicuramente vive, le piante siano terminazioni di Gaia, quasi messe apposta per nutrire i suoi figli.
      In fondo, ci sarà pure una ragione se agli esseri umani la dieta vegana fa bene, anzi cura e fa regredire eventuali malattie e/o patologie, mentre una dieta carnivora fa male ed eventuali malattie e/o patologie le provoca e le alimenta?
      Un abbraccio.
      Namastè

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    2. Penso troppo e sono troppo "filosofico" senz'altro. Ciò che affermi è innegabile. Ricordo però un credente cattolico cristiano che una volta mi disse più o meno la stessa cosa, disse più o meno: "gli animali, le piante e tutto quel che c'è nel Creato è stato messo da Dio a uso e consumo dell'essere umano per vivere."
      Mi sembrò un a visione molto triste soprattutto per una persona che ama gli animali e li vede poco più che un oggetto in questo modo.
      Però, a prescindere che faccia bene o meno, c'è da ammettere che anche gli animali sono un nutrimento e che l'essere umano si è evoluto nutrendosene o usando le sue pelli per tanti scopi migliorandosi la vita.
      Un abbraccio anche a te, ciao.

      ps: "Namastè" sbaglio o è un saluto indiano che vuol più o meno dire "saluto la vita che è in te" o qualcosa del genere?

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    3. pps: ho un amico apicoltore a cui ho fatto leggere il tuo scritto per avere un parere. Ti dico il tipo: lui ha un bad & brackfast immerso nella natura e quando siamo stati lì a dormire e ci entrò un ragno gigante in camera lo chiamai perchè mi impressionano tantissimo ma gli chiedemmo di non ucciderlo se possibile e lui ci disse che non lo avrebbe mai fatto perchè ha molto rispetto per qualsiasi vita e poi perchè certi insetti aiutano a tenerne lontani altri (aveva anche alveari attaccati a vetri di finestre per dirti).
      Insomma lui mi dice che sa che c'è chi per produrre di più mette contro un'ape all'altra facendole massacrare fra loro o che c'è chi fa le cose che affermi nell'articolo ma che non è il modo per fare il miele. Lui dice di avere molto rispetto per le api e di non ucciderne o torturarne neanche una ma anzi le alleva con amore.

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    4. Dai, non ti corrucciare troppo, l'eccesso del pensiero soffoca l'anima :)
      Noi siamo parte, esistiamo all'interno di una complessità...tutto sta nel comprendere quale sia il nostro posto. L'umanità non nasce carnivora, lo diventa e la convinzione che l'universo sia a sua disposizione in quanto apice della creazione è la conseguenza giustificativa ch'essa crea per motivare la sua fame di vita.
      E' vero quindi, da molto tempo l'essere umano divora i suoi fratelli anima-li, anche se il suo corpo non è predisposto a farlo, egli non ha unghie per trattenere nè denti per dilaniare, ha dovuto inventare le armi per cacciare e per macellare...e subito dopo ha inventato la guerra e non se ne è mai liberato.
      La caccia è allenamento al massacro la passione per il sangue vestigia di cannibalismo.
      Ma questa se vuoi è solo la mia umilissima opinione :)

      Per quanto riguarda invece, "Namastè", sì, è così, si tratta di un saluto molto bello, di origine indiana e nepalese, il cui significato "letterale" sarebbe "mi inchino a te" a cui viene associata una valenza fortemente spirituale, che tradurrei in "la Divinità che è in me si inchina dinanzi alla Divinità che è in te"...ma ti rimando a questo breve e carino post che lo spiega meglio.


      Ps. Encomiabile e degno di rispetto il tuo sensibile amico, ma è una rarità. Vorrei però dire, che il veganismo alla fine non è un dogma, ma una scelta consapevole, sono assolutamente convinta che se la produzione del miele fosse "sicuramente" non cruenta, indolore e non fosse un furto...beh, la mia posizione forse cambierebbe, in un rapporto diretto con la natura ed in un contesto di rispetto ed auto-produzione certamente le cose cambierebbero.
      Attenzione però che serve a poco amare il proprio maiale e trattarlo bene, magari giocandoci assieme se poi la sua fine è comuque diventare coppe pancette e salami :(
      Un abbraccio...e Namastè

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    5. Forse la vedi un pò eccessiva ma mi trovi abbastanza d'accordo. Questo un post che scrissi io quando ero solo vegetariano (anche se definirmi proprio vegano al 100% è una parola grossa al momento, ragiono abbastanza con la mia testa e sono vegano a metà diciamo):

      http://iosonoincazzatonero.blogspot.com/2011/11/italia-vegetariana.html

      Riguardo il saluto indiano mi pareva di ricordare questa cosa da un video che avevo visto di Tiziano Terzani che mi pare lo spiegasse.
      Non credo in una divinità ma, come il saluto ebraico, lo trovo molto bello.

      Riguardo il tuo post scriptum mi trovo abbastanza d'accordo e a tal proposito cosa ne pensi del mangiare latticini e uova? Trascurando il fatto che uno sia vegano per religione o allergia alimentare o perchè ritiene che le sostanze animali facciano male secondo me se un allevatore tratta benissimo le sue bestie, mangiare le uova (che molto spesso non sono un pulcino) o un formaggio non è un gran peccato. Tu che ne pensi?

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    6. La premessa (come anche tu precisi chiaramente nel tuo post) è, che nessuno si senta obbligato a fare alcunché, si tratta sempre di libere scelte, che avvengono quando il tempo è maturo per farle e che nessuno può forzare. Tra l'altro il mio percorso è stato molto simile al tuo.
      Rispetto al latte ed i suoi derivati (latticini e formaggi stagionati e/o lavorati) credo non possa essere sottovalutato un problema "reale" di salute che riguarda la caseina...che definisco il killer silenzioso. Se può interessarti, ti segnalo un interessante articolo di Luciano Gianazza che riguarda il latte. Comunque, sia per il formaggio che per le uova valgono tutte le cautele enunciate rispetto alle proteine animali.
      In particolare per le uova poi, esse si inseriscono in un discorso, molto importante, rispetto alla "sofferenza animale", che per me sono molto importanti e che mi hanno portato alla mia personale scelta vegana.
      Lo ripeto però, non si tratta di un dogma...ma di una scelta, libera e consapevole e secondo me, legata a quel che si intende, a livello personale, con il termine "civiltà".
      Un abbraccio Andrea, buona serata!
      Namastè

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    7. Sì capisco, diciamo che la tua è più una scelta vegana perchè ritieni sia più salutare come dieta. Ti dirò, può darsi. Può darsi tutto ma se ne sentono talmente tante che io personalmente sto attento a qualcosa e poi vada come vada. Per farti un esempio mi sto facendo tutto quel che posso in casa e anche la pasta. Faccio la pasta solo con acqua e farina senza uova, mi nutre molto e mi sembra molto genuina. Poi leggo che le farine tipo 0 e 00 non fanno bene. Bo, può darsi ma non si possono prendere tutte farine strane che costano uno sproposito. Idem per l'acqua, il sale integrale, il fruttosio e una miriade di cose. Quindi principalmente il mio essere vegetariano/vegano è un modo per cercare di boicottare determinati prodotti che o vivisezionano animali o torturano animali o per trarre più profitto si fanno cose inumane sugli animali. Perciò se vedo coi miei occhi un allevamento decente in mezzo ai prati dove le bestie hanno il loro spazio personalmente non sono contrario del tutto alle uova o al formaggio. Il punto è che è dura sapere a chi rivolgersi.
      Il miele del mio conoscente che ti citavo qualche risposta fa ho visto di persona come lo fa, le uova che prendo ho visto il posto e so che persona è quello che ha le galline e cosa gli dà da mangiare. Purtroppo per i formaggi che adoro non conosco per certo nessuno anche se qui c'è una stalla che non sembra male però non conosco quindi evito e mi mangio con rassegnazione il tofu e la margarina.
      Un abbraccio anche a te e grazie del tempo che mi hai dedicato, buona settimana Rosa.

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    8. Andrea grazie a te per il tempo che anche tu mi hai voluto dedicare!
      L'auto produzione è una strada giusta e importante e mi trova concorde.
      Ma sai, nel mio caso il discorso è complesso, perchè la mia non è "solo" una scelta salutistica, ma anche etica, naturale e spirituale, adeguo il mio comportamento alimentare a quello che sto vivendo e diventando. Accetto che il mio percorso sia complessivo.
      Però è comunque una scelta che mi fa stare bene e non solo dal punto di vista della salute fisica, quindi, per me, va bene.
      Un abbraccio e buona settimana anche a te....e buon proseguimento :))
      Namastè

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  6. grazie mille dell'articolo. sono vegan da poco e adesso mi sono più chiari anche gli argomenti dello sfruttamento delle api. quando l'uomo ci si mette, così come con gli allevamenti intensivi, anche con le laboriose "operaie" combina disastri inauditi. quà c'è un articolo che può interessarvi, dove parla delle cause della moria delle api:
    http://www.sivempveneto.it/vedi-tutte/35-quarto-titolo

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    1. Ottimo! ... e presto potrai constatare gli effetti benefici, che questa decisione, apporterà al tuo organismo ...
      Quanto alle api (ma non solo) hai ragione, noi siamo la specie più dannosa in assoluto.
      Ciao Alberto, grazie del tuo intervento e del link ...

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