giovedì 9 dicembre 2010

La povertà rimane soprattutto un fenomeno "rurale"


Negli ultimi dieci anni 350 milioni di abitanti delle aree rurali sono usciti da una condizione di povertà assoluta ma a livello globale la povertà rimane un fenomeno imponente e principalmente rurale: lo afferma un rapporto presentato ieri dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), secondo il quale il 70% del miliardo e quattrocento milioni di persone che, in tutto il mondo, vivono in condizioni di povertà assoluta risiedono nelle aree rurali. Il rapporto dell’Ifad afferma che, nel corso degli ultimi dieci anni, la percentuale complessiva di quanti vivono in condizioni di povertà assoluta – ovvero con meno di 1,25 dollari al giorno – nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo è scesa dal 48 al 34%.
Gran parte di questa diminuzione dipende dai notevoli progressi dell’Asia orientale, in particolare della Cina. Il rapporto segnala un aumento allarmante della povertà assoluta nelle aree rurali dell’Africa subsahariana, nonostante la percentuale di quanti vivono con meno dell’equivalente di 1,25 dollari al giorno – ovvero il 62% – sia leggermente diminuita dall’ultimo Rapporto sulla Povertà Rurale pubblicato dall’Ifad nel 2001. Il rapporto registra anche il persistere della povertà rurale nel subcontinente dell’Asia meridionale, dove risiede la metà del miliardo di persone che, nelle aree rurali di tutto il mondo, vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo il rapporto, i prezzi sempre più instabili degli alimenti, le incertezze e gli effetti del cambiamento climatico, nonchè una serie di limitazioni relative alle risorse naturali renderanno ancora più complicati gli sforzi per ridurre la povertà rurale. Per questo – specifica il rapporto – “persiste la necessità pressante di investire di più e in modo più efficiente nell’agricoltura e nello sviluppo rurale”», in base a “un nuovo approccio all’agricoltura su piccola scala che sia al tempo stesso sostenibile e orientato al mercato”.

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