mercoledì 7 marzo 2012

Condizionato, incondizionato

foto: @Giovanni Canitano
di Franco Battiato

Tulku Urgyen, buddhista vajrayana, nato nel Tibet orientale (1920-1996), è stato, senza dubbio uno dei più grandi maestri spirituali del nostro tempo. Iniziò a meditare, seguendo gli insegnamenti del padre, all’età di quattro anni. Ha scritto libri meravigliosamente utili per chi è sulla ‘via’. Un consiglio, per chi fosse interessato: “Dipinti di Arcobaleno”- Ubaldini Editore.

Condizionato, incondizionato

Tutto è raggruppato in relativo e ultimo, in condizionato e incondizionato. Il condizionato è relativo, l’incondizionato è l’ultimo. Il condizionato è concepibile. Ne puoi parlare, spiegarlo. L’incondizionato è inconcepibile. Noi possiamo parzialmente accennare alla natura dell’inconcepibile a parole. Possiamo accennarlo con termini come purezza primordiale e presenza spontanea; ma è attraverso la pratica che noi effettivamente sperimentiamo qual è l’inconcepibile. La padronanza sul condizionato può beneficiare una situazione attuale. Quando arriviamo nel bardo (l’intervallo di tempo che, secondo la cultura buddhista, sta tra la morte e la rinascita), gli aggregati e gli elementi collassano, allora, solo l’incondizionato ci può aiutare. Fintantochè i modelli abituali oscurano l’incondizionato, noi non possiamo sperimentare la nostra inconcepibile natura del risveglio originale. Così, ora dobbiamo prendere confidenza con l’incondizionato, non c’è altra via.

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