domenica 26 giugno 2011

Veglia No-Tav, fiaccole e preghiere aspettando la polizia

articolo tratto da: LIBRE

Ci saranno anche Giulietto Chiesa, Paolo Ferrero e Marco Revelli a popolare la “notte più lunga” di Chiomonte, dove i valsusini si apprestano a fare resistenza passiva di fronte al temuto sgombero dell’area occupata per impedire l’avvio dei cantieri della Torino-Lione. Le voci corrono: dopo l’ultimatum di Bruxelles per aprire ad ogni costo il cantiere entro il 30 giugno, il blitz degli agenti antisommossa è ormai atteso lunedì 27 giugno, alle prime luci dell’alba o addirittura prima, col buio. I valsusini si preparano: l’appello alla mobilitazione popolare è già scattato, domenica 26 gli abitanti sfileranno in una lunga fiaccolata da Chiomonte al “presidio” della Maddalena, dove poi i cattolici daranno vita a un’intera notte di veglia collettiva di preghiera, accanto a operai e sindacalisti Fiom schierati coi No-Tav.


«Tranquilli, ma determinati», scrive Fabio Tanzilli su “Repubblica”: «Sono le ore più lunghe, queste, per i presidianti No-Tav della Maddalena, il Fort Apache della valle di Susa». Sui sentieri sopra le vigne di Chiomonte, dov’è stato recuperato il prezioso vitigno alpino dell’Avanà, da sabato 25 giugno si attende l’ora “X”, il giorno dei giorni, previsto per l’alba del fatale lunedì: «I No-Tav lo sanno – scrive Tanzilli – e senza sorpresa aspettano le forze dell’ordine». Per essere in regola con l’occupazione dell’area, hanno pure pagato al Comune l’utilizzo del suolo pubblico: una spesa di 821 euro. I militanti sono costantemente sorvolati da elicotteri di polizia e carabinieri: «Non ci porteranno i fiorellini, ma useranno i lacrimogeni», dice Alberto Perino dalla gremita assemblea popolare di sabato al “presidio”. «Arriveranno 1500 agenti, suddivisi in gruppi da 500: il loro obiettivo è raggiungere la Maddalena attraverso tre strade, passando anche da Giaglione e dalla via dell’Avanà. Molto probabilmente giungeranno qui a piedi attraverso i sentieri».

"Barricate" No-Tav alla Maddalena di Chiomonte
Chi pensa però che al “presidio” No-Tav siano tutti in assetto di guerra, scrive “Repubblica”, si sbaglia di grosso: «Il clima è sereno, pacifico, molto simile ad un campeggio estivo». In tutta la giornata di sabato, saranno passate 7-800 persone, in attesa del “pienone” di domenica pomeriggio che si protrarrà fino alla sera e poi a tutta la notte, fino all’indomani. Luca, programmatore informatico di Bussoleno, spiega che le vistose “barricate” realizzate con tubi Innocenti per sbarrare l’accesso della “libera repubblica della Maddalena” sono «un simbolo di resistenza passiva: qui ci sono famiglie e persone normali, la forza del nostro movimento è proprio questa: assurdo definirci eversivi». Ci sono ragazzi dei centri sociali e del movimento antagonista, scrive “Repubblica”, ma «la maggioranza della Maddalena è fatta di gente comune, valsusini di tutte le età: bambini che giocano a pallone, o che si rincorrono con le pistole ad acqua».
Bertelloni, medico a Bussoleno, insieme ad altri 130 dottori valsusini ha lanciato l’allarme-salute in caso di partenza del cantiere, «essendo queste terre piene di uranio e asbesto». Donne e anziani passeggiano e fanno picnic, tra cucine da campo e bicchieri di birra. «Il clima è di festa popolare, di aggregazione pacifica», osserva Tanzilli: «Nulla fa pensare alla preparazione di uno scontro con le forze dell’ordine: appare quindi difficile definire questi presidianti come dei “para-terroristi”». Tra un dibattito, un concerto e un piatto di spaghetti, continua “Repubblica”, i manifestanti aspettano l’irruzione delle forze dell’ordine, con un filo di preoccupazione, sapendo che questa simbolica “battaglia” potrà anche andare persa, con lo smantellamento del presidio: «Non sarebbe una tragedia», riflette Lele Rizzo: «L’importante è riattivare la mobilitazione permanente della valle di Susa, anche dopo la notte di domenica, che potrà fare la storia».

Alberto Perino (a destra)Anche perché, osserva sempre “Repubblica”, l’esperienza di Venaus insegna che dopo le botte notturne ci fu la mobilitazione popolare dell’8 dicembre, con migliaia di valsusini che rioccuparono i terreni conquistati dalla polizia: in molti pensano già ad un bis per Chiomonte. E non mancano gli avvocati del movimento, a turno giorno e notte alla Maddalena: «Se la polizia occuperà i terreni privati farà una violazione», sostiene Stefano Bertone. In molti si aspettano di venir malmenati dalle forze dell’ordine, come avvenne a Venaus: «E’ da 34 giorni che aspettiamo di prendercele, ce le hanno sempre date»,  aggiunge Perino, raggiunto nei giorni scorsi da un avviso di garanzia (con perquisizione domiciliare) per aver ventilato la possibilità di una vasta reazione popolare all’eventuale occupazione militare del “presidio” da parte degli agenti.
Lungo il percorso, si vedono le barricate fatte di ferraglia, gommoni e legno, ma niente di più. Il più grosso timore dei manifestanti, spiega “Repubblica”, è quello che lunedì all’alba prevalga la frangia violenta: «Non dobbiamo mandare in malora 22 anni di lotta non-violenta: con azioni aggressive rimarremo isolati», dice lo storico Gigi Richetto, insegnante a Bussoleno. «Diciamo no alle pietre e alla violenza, non siamo in Vietnam». Della stessa idea la pensionata chiomontina Marisa Meyer,  cuoca ufficiale del presidio: «I ragazzi che vengono dai centri sociali qui non hanno mai dato problemi. Devono rispettare la nostra ospitalità e comportarsi bene». Appuntamento allora alla fiaccolata che partirà alle ore 22 dalla stazione ferroviaria di Chiomonte, in attesa della “notte più lunga” (info: La Repubblica e No-Tav).

6 commenti:

  1. Che la lotta rimanga non- violenta! L'Italia sta cambiando. Se si tiene duro si potranno cambiare anche tante cose.

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  2. Ecco una lota importante, al pari del no all'acqua privata ...

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  3. Adriano, sì è necessario non usare la violenza, e di questo sembrano conviti anche loro.
    Ma i 1500 poliziotti non saranno delicati quanto li porteranno via per imporre il volere dell'Europa delle banche e degli interessi economici.

    Un abbraccio
    Namastè

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  4. Sono d'accordo Alligatore, anche se si sta tentando di farla passare per una ribellione senza senso e fine a sè stessa...
    Abbraccio ^^
    Namastè

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  5. @Ernest
    schifo su schifo!
    Questo dimostra che quando ci sono in gioco gli interessi "pesanti" sx o dx non fa differenza...l'importante è il grano :-((

    Abbraccio
    Namastè

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