mercoledì 28 marzo 2012

Un tempo per vivere

di David Di Bella

Tempo cronologico. Tempo obiettivo. Tempo misurato.
Ma cosa c'è di universalmente necessario, valido e vero, nel tempo scandito dai tic tac, o dalle cifre che si susseguono su uno schermo digitale? A mio avviso ben poco,  se non una convenzione, un accordo implicito, e un'ovvietà da "smontare", naturlamente, attraverso una sana critica; per constatare cosa contiene, e come funziona. 

Personalmente, credo che il "tempo cronologico" che conosciamo ( e che ci stressa sempre più ), sia né più né meno una percezione condivisa, sedimentata ormai da tempo,  nell'inconscio collettivo; e tuttavia frutto di cultura ( nel senso di accordi antichi tra le alte sfere; accordi ai quali non abbiamo preso parte, naturalmente ) e non di qualche "necessità di natura". 

Il tempo cronologico, per come lo conosciamo, va bene per la vita  dell'animale in gabbia che non vuole riconoscere la propria prigionia. Tra i ritmi, stabiliti da alte sfere, di un lavoro sempre più precario; un margine quotidiano di libertà apparente dagli affanni, sperperato in rimbecillimento televisivo, dipendenze, evasioni; festività, ricorrenze, e tappe preconfezionate che scandiscono i rituali di passaggio di una vita "materiale e materialista". Ovvero, la vita intesa, organizzata e prescrittaci, unicamente come linea e come cerchio( a differenza della vita spirituale e del progresso spirituale dell'individuo, che "lavorano" per movimenti spiraliformi).


 Il sole sorge e tramonta; la notte viene e va. Certo. Ma questo non significa che il metodo che diamo per ovvio, nel suddividere e organizzare questi cicli di luce e tenebra sia "assoluto",  "normale", "vero". O che sia mai stato il migliore tra i possibili. Si tratta di un modo di organizzare una percezione condivisa delle cose; una percezione legata a strumenti che decodificano i dati in un certo, preciso modo. Il nostro modo di percepire il tempo, si lega indissolubilmente al nostro modo di tradurre e intepretare quello che crediamo normale, reale, valido, vero. In un'epoca come questa, al tracollo di una civiltà impostata sul parassitismo energetico, dire che siamo schiavi di una versione "orribile e spietata", tra le infinite possibili, del cosiddetto "tempo cronologico", è usare un semplice eufemismo. Il tempo cronologico potrebbe essere migliore, se organizzato diversamente da punto di vista della struttura? O potrebbe, magari, essere più piacevole, colorato, caldo, significativo, "vero", anche suddiviso così come lo abbiamo trovato? Io credo proprio di sì....
Siamo qualcosa di molto diverso, e di migliore, per diritto di essenza, che alienati, "trottole, " prede", robot, ingranaggi di un sistema che trita tutte quelle qualità ( e quelle concezioni possibili di "tempo" ), che ci rendono veramene umani. Ma che esista realmente, un tempo cronologico obiettivamente e assolutamente immutabile e vero, a prescindere dai nostri conferimenti collettivi di senso....Bé, su questo, ho davvero dei forti dubbi.
In  altri termini...Per me il tempo è ciò che, individualmente presi e collettivamente, ne facciamo. Ovvio, che ad oggi le redini della nosta vita non sono saldamente nelle nostre mani, e perciò lo stesso vale del nostro tempo cronologico...
 Il tempo cronologico, "obiettivo"(supposto tale) ce lo insegnano fin da piccoli, in ordine di programmare e gestire priorità, impegni, doveri. In ultima analisi, è uno schema di percezione della realtà, ovvero di credenze pensieri ed azioni. E c'è gente che prende la questione per talmente ovvia, normale, immutabile  e vera, da passare tutta la vita senza porsi basilaridomande di senso, al riguardo. Domande del tipo : "Ma perché sono proprio 12, le ore (a.m e p.m) ritratte dall'orologio analogico?" Il dodici, dopotutto, è un numero ricorrente e inaggirabile, nella nostra vita; un numero che ha importanza in moltissimi campi, compreso le religoni, le conoscenze "mistiche",  e la magia. Dodici sono i mesi dell'anno, e 12 sono pure le costellazioni dei segni zodiacali ( quelle almeno, che si susseguono lungo la cintura dello zodiaco; dato che ve ne sono altre 72,  più o meno, che si aggirano nei pressi e tutt'intorno a loro ), giusto per fare un  paio di esempi. Giacché sono davvero tantissime, le ricorrenze del numero 12, nella nostra vita culturale, sociale, organizzata e strutturata; ricorrenze  che potrebbero avere molto, davvero molto a che fare, con i "perché" sia stata scelta questa "tabella collettiva di marcia", per il tempo cronologico.
Lo stesso nome, "ora", le "ore" del giorno e della notte, a livello fonetico-vibrazionale ricorda impressionantemente il nome "Horus"...E  chiunque abbia fatto i suoi compiti di ricercatore in merito,  sa benissimo che si itratta di un'antica divinità, ennesima incarnazione dell'antichissimo culto del Dio-Sole....E se non sbaglio, le "ore" del giorno, sono scandite dai movimenti del "Sole" lungo la volta celeste, attraverso 12 posizioni principali. Coincidenze? Oppure una prima traccia, di qualcosa da disseppellire dall'ovvietà condivisa?
Troppo spesso, e troppo incautamente, le persone si convincono che lo sviluppo del proprio spirito dipenda dalla capacità di porre a se stessi quesiti sempre più difficili, astrusi e complessi; é per queste vie, che la filosofia occidentale è diventata, ahimé, un sapere troppo spesso innocuo. In realtà ( o, perlomeno, nella mia realtà ) l'intelligenza, lo spirito critico, la conoscenza di se stessi e del mondo circostante, si raggiungono molto più agevolmente, imparando a contestare primaditutto l'ovvietà, la naturalezza, la "certezza" e persino la "banalità",  di tutto ciò che abitualmente trattiamo per "ovvio". Così la pensava Socrate; così la pensavano Cartesio ed Husserl...e io non ho motivo di credere che questi signori, in questa specifica direzione almeno, avessero mancato il tiro. E perciò, parlando di tempo....lo ripeto; perché partire con ardite speculazioni, prima di aver messo in discussione tutto l'ovvio che ci circonda e compenetra?
Tornando al tempo scandito, ciclico e ricorrente, mi vengono in mente gli studi di molti filosofi, metafisici e ricercatori dii verità contemporanei, tra i quali, in particolare, David Icke e Michael Tsarioncospirazione globale" (una ricerca che va avanti e acquista sempre più credibilità in tutto il mondo, fuorché in Italia, naturalmenteesistenziale delle scoperte inerenti. Esseri umani che hanno saputo ricreare, anche se partendo da presupposti e giungendo a conclusioni diverse, anche una "preistoria e una storia dell'umanità" diverse, dalle versioni scritte dai "vincitori", alla quale ci hanno assuefatto i banchi di scuola.
Ma tornando al tema del tempo cronologico, al riguardo,  David Icke ci fa danzare leggeri con la sua metafisica della Coscienza Infinita, fin dai tempi del suo "Cronache dalla spirale del tempo". Il tempo cronologico, per questo signore, rientra dall'inizio delle sue ricerche in quell'illusione olografica condivisa che siamo abituati a chiamare "realtà". Fa parte del sistema di programmi attraverso cui decodifichiamo linearmente (in apparenza almeno) le informazioni che ci giungono "in testa" e attraverso i sensi, affidandoci purtroppo unicamente all'emisfero sinistro del nostro cervello ( una parte che organizza, calcola, programma...ma che non è in grado di seguire il volo di una farfalla, tanto per il piacere e l'amore che si prova a farlo). Una prigione della mente, una matrice vibrazionale, che ci preserva dallo scoprire la nostra vera imperitura natura; il nostro sopito segreto. Che siamo, cioè, tutti un'unica, infinita Coscienza metafisica, che esperisce se stessa soggettivamente attraverso infinite "incarnazioni olografiche"soggettive. 
Il tempo, in quest'ottica( o, meglio, quello che Icke chiama "ciclo del tempo" , tra passato, presente, e futuro), diventa una successione "reale" quanto lo può essere il decorso di un film su un dvd. Al momento in cui inseriamo il disco nel lettore, le tre dimensioni co-esistono già, e fin dall'inizio, in un medesimo ed eterno "Ora".  Il film, cioé, è già completo sul disco. Ma, al procedere della decodifica dei dati, il lettore ( il nostro corpo, che Icke chiama " il computer biologico") ci regala la "sensazione di realtà", di una reale successione lineare. E per chi prendesse con leggerezza quest'ottica, sarà bene ricordare che molto tempo prima di Icke, un signore di nome Albert Einstein, che non studiava la cospirazione globale ma faceva il fisico, a proposito della temporalità, si era espresso in questi termini: "...i fisici credono che la separazione tra passato, presente e futuro sia solo un'illusione, per quanto persistente"
Questa linearità temporale, afferma Icke, è uno tra i tanti trabocchetti di una mente prigioniera nell'emisfero sinistro del cervello. Nel regno della Coscienza Infinita, parlare di una successione temporale, come del resto parlare di "morte", perde completamente di significato. E parlare di Coscienza infinita, per Icke, significa parlare di Amore Infinito.
Per quanto riguarda Michael Tsarion, mi ha sempre affascitato il suo trattare, fondamentalmente, tanto l'universo intero, quanto il singolo essere umano, l'individuo, come un'unica e medesima realtà. Una Visione olarchica, la chiama, se non erro. Macrocosmo, e microcosmo, diventano allora una continua rete di interferenze reciproche. Ogni individuo "è" l'intero Universo". Ogni risveglio alla verità, ogni scelta autentica, ogni gesto di auto-determinazione da parte dell'individuo, si rivela perciò portatore, in ultima analisi, di un messaggio di guarigione per l'intero pianeta, e l'intero universo . Naturalmente, allo stesso modo, anche ogni scelta immorale o inautentica del singolo, ha precise e inevitabili conseguenze deteriori sull'intera "realtà circostante".
 Allo stesso modo, dal punto di vista della temporalità e della sua struttura ciclica, il tempo cronologico, in quest'ottica, trova una sua trattazione scientifica nello Zodiaco celeste, inteso come "specchio fedele dell'universo Interiore dell'essere umano", e dei suoi ciclici movimenti. E' nell'universo-uomo, che risiede lo Zodiaco, la ciclicità e la prevedibilità, del tempo e di tutto ciò che al tempo appare, dal punto di vista dei 5 sensi, legato. Chiunque abbia svolto una seria ricerca in materia, sa benissimo che la natura ultima dell'astrologia(quella seria), a partire dalle 32 dinastie faraoniche Egiziane, e probabilmente ancora prima, non è mai stata quella di legare i nostri "umori" giornalieri alle posizioni cicliche di "sassi" che si aggirano secondo successioni temporali regolari nello spazio. Bensì,  leggere e studiare, attraverso uno specchio scientifico fornito dal "Macrocosmo" celeste, l'universo inconscio del "microcosmo" essere umano; quello che Tsarion chiama "Lo zodiaco interiore"
Altrettanto interessante, a questo proposito, è la trattazione della temporalità connessa allo studio approfondito che Tz
lo studioso irlandese ha condotto sulle carte dei Tarocchi. La  "prevedibilità" degli eventi, in quest'ottica, appare connessa alla "temporalità", "alle ciclicità" e alle possibili permutazioni(naturalmente connesse all' "orologio dello zodiaco"), all' "interno" dell'Universo uomo. I possibili caratteri e tratti interiori dell'essere umano, gli "archetipi" inconsci, subodorati, e anche in parte trattati, da geni della levatura di S.Freud e C.G. Jung, sono tutti presenti, ed efficacemente descritti, all'interno del medesimo mazze di carte.
Un altro modo, un altro metodo, un altro linguaggio, per indicare la lettura dello stesso "dvd", di cui ci parla anche David Icke.
Commentando uno dei suoi innumerevoli video su Youtube, un ragazzo qualche tempo fa ha chiesto a Tsarion una cosa del tipo: "Michael, ma come cavolo fai? Sei uno studioso di cospirazioni, storico alternativo, studioso di psicologia, di occulto, astrologia e astro-teologia, regista di documentari...etc.etc. Ma come fai a trovare il tempo per fare tutto?" Al che lui ha commentato per risposta: "Io non "trovo", il tempo. Io creo il mio tempo. Una volta padroneggiata quest'arte, il resto diventa facile...." Anche questa, è una percezione del tempo cronologico. Solo che, a differenza di quella "dominante" e impersonale, che giornalmente assumiamo per ovvia e vera , questa qui è "magica", personale e sublime.

Per concludere:
Se lo chiedete a me, credo che il tempo sia comunque un'illusione. Un'illusione che può diventare atroce( basta constatare come stiamo vivendo, e come i mostri "globalizzatori"  cercano di farci vivere, ogni istante temporale della nostra vita quotidiana), ma che può anche diventare  un'illusione estremamente bella e creativa, e squisitamente personalizzata e "personalizzante",  a secondo dell'uso che ne facciamo. In poche parole, di nuovo, per me il tempo è ciò che noi ne facciamo. Come per ogni altra "categoria" della vita spirituale di un individuo, si tratta di una f(X); dove X rappresenta la nostra essenza, che chiede di manifestarsi, di essere portata a piena espressione. E' l'unica accezione, a mio avviso, che permetta all'uomo di concepire la propria esistenza individuale in termini di raggiungimento del proprio compimento.

Un abbraccio controcorrente
David "The Hurricane" Di Bella

4 commenti:

  1. Veramente interessante!!! Una riflessione sul tempo libera da pregiudizi culturali.
    Buona giornata.

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    1. Benvenuto Massimo!
      Verissimo, un punto di vista "diverso", ma profondo ed estremamente articolato, convincente, anche se richiede lo sforzo di osservare il nostro sistema dall'alto.
      Grazie, buona giornata anche a te!
      Namastè

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  2. Stai pubblicando degli articoli uno più meraviglioso, sano, e forte dell'altro. Grazie!!!
    Namastè.

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