martedì 28 dicembre 2010

Chi ostacola in Africa la lotta contro le mutilazioni genitali femminili

Copertina del libro "Mutilata" 
di Khady Kiota, vincitrice del premio
“Roma per la Pace e l'Azione Umanitaria”


In Africa la politica e i rapporti con gli altri Paesi rappresentano, più della persistenza di tradizioni antiche, il principale ostacolo alla lotta contro le mutilazioni genitali femminili. A sostenerlo è l’attivista senegalese Khady Kiota, autrice del libro “Mutilata” e vincitrice del premio “Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria”. Khady, intervenendo ad una conferenza organizzata dalla Ong “Non c’è pace senza giustizi” (Npwj), ha spiegato che nel continente africano “la stragrande maggioranza dei parlamentari è contro le mutilazioni ma ci sono suscettibilità politiche che rendono difficile la nostra lotta”. Quest’anno, ad esempio, l’attivista ha più volte chiesto un incontro con il ministro degli Esteri senegalese, ma il colloquio non è mai avvenuto per non “turbare” le relazioni internazionali del Paese africano. “Mi hanno detto che avevano un problema con l’Iran”, ha ricordato Khady. Lei però non demorde. “Sono molto delusa che la risoluzione dell’Onu non sia passata ma non bisogna abbassare la guardia.
Ora occorre coinvolgere anche artisti e star dello spettacolo africani, che nel continente hanno una grande influenza, anche politica”, ha spiegato, sottolineando che è giunto il momento di “liberarsi dagli aspetti negativi della nostre tradizioni”. Ma le mutilazioni non sono solo praticate in tanti Paesi africani, dall’Egitto al Senegal, fino all’Etiopia. Oltre ai Paesi occidentali di immigrazione anche Indonesia, Malesia, Yemen e perfino la Colombia commettono quella che è “una violazione del diritto individuale della donna, quello della proprietà del proprio corpo”, come ha sottolineato Niccolò Figà-Talamanca, segretario di Npwj. La campagna, quest’ anno ha incassato una parziale sconfitta in quanto l’Onu non ha approvato la risoluzione per la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili. “Occorre più pressione a New York perchè spesso gli ambasciatori dei singoli Paesi all’Onu non seguono le stesse direttive dei governi centrali”, è l’opinione della vice presidente del Senato Emma Bonino, secondo la quale l’obiettivo, nel 2011 “sarà dar vita, a maggio, ad una sessione tematica delle Nazioni Unite che si occupi del caso”. E’ opportuno ricordare che le mutilazioni genitali femminili si verificano anche nei paesi occidentali nei quali si indirizzano gli immigrati provenienti da paesi dove tale pratica è ancora molto diffusa. I governi dei paesi occidentali in questioni, come l’Italia, hanno approntato interventi volti a impedire la continuazione di queste mutilazioni, ma c’è ancora molta strada da percorrere affinchè tale obiettivo venga raggiunto, almeno nei nostri paesi.

http://www.gliitaliani.it/2010/12/chi-ostacola-in-africa-la-lotta-contro-le-mutilazioni-genitali-femminili/

2 commenti:

  1. Ciao mia cara, grazzissimo per gli auguri che ricambio sinceramente e di cuore,anche per te un meraviglioso anno pieno soprattutto di Luce e Amore
    Zo

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  2. Grazie Zo ;-))
    Un abbraccio forte

    Namastè

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