giovedì 30 dicembre 2010

Crisi: ennesimo suicidio per la perdita del lavoro

Martedì 28 Dicembre 2010
di Giampaolo Battaglia

Mentre i nostri politici stanno trascorrendo le loro vacanze natalizie lontano dal lavoro data la lunga sosta prevista per il Parlamento, e siamo sicuri che ciascuno di essi ne avrà approfittato per concedersi il lusso di una destinazione molto appetibile, nel paese reale continuano ad accadere fatti drammatici legati alla dura contingenza della crisi economica; è di poche ora la notizia diffusa da un giornale locale, La Nuova Sardegna, di un gesto estremo compiuto da un ragazzo che, rimasto senza lavoro in quanto licenziato, ha deciso di togliersi la vita la sera prima di Natale impiccandosi nel garage della sua abitazione; un suicidio, l’ennesimo legato al dramma della perdita del lavoro come il nostro giornale ha più volte certificato raccontando, in passato, episodi analoghi ( Crisi: dacci oggi il nostro suicidio quotidiano )  ( Disuguaglianza e suicidi ).

Tornando all’ episodio del suicidio avvenuto a Cagliari, veniamo a raccontare i fatti; il ragazzo protagonista del gesto estremo era un lavoratore di 27 anni impiegato da 10 presso una società di soccorso stradale con un contratto a tempo indeterminato, una sorta di miraggio di questi tempi. A metà Dicembre tuttavia il ragazzo, il cui nome per volere dei genitori è stato mantenuto riservato, riceve una lettera di preavviso di risoluzione del rapporto da parte dei vertici della società nella quale si legge che deve andarsene a causa di un esubero del personale.
Il ragazzo entra naturalmente in un vortice di disperazione preoccupato soprattutto, come hanno raccontato i genitori, per quelle rate della macchina e della tv che deve ancora estinguere e che ora non sa come onorare;pochi giorni e poi il gesto estremo che lo porta scegliere la strada del suicidio.
A trovare il suo corpo senza vita all’interno del garage di famiglia, impiccato al soppalco del magazzino con una corda, è stata la madre stessa. «Non aveva problemi, andava tutto bene. Fino a quando non l'hanno licenziato» sono state alcune delle parole pronunciate da parte dei genitori del ragazzo, la cui storia sembra essere comune a molti giovani e meno giovani.
Stretti dalla morsa della crisi (che qualcuno ci racconta non esserci) e della disoccupazione sono sempre più coloro i quali perdono il lavoro e si ritrovano dall’ oggi al domani in mezzo ad una strada; per alcuni di loro, il gesto del suicidio non è poi una ipotesi così remota e spesso purtroppo si sceglie anche di attuarlo. Il tutto nell’ indifferenza ed incapacità di una classe politica intenta soltanto, come dimostrano gli ultimi avvenimenti di cronaca, ad accaparrarsi poltrone e piazzare nei posti di comando, ben retribuiti, parenti, amici, ed amici degli amici.
Storie come quella accaduta a Cagliari, con protagonisti portati al suicidio da una società sorda ed incapace, non sono una novità e, ne siamo certi, continueranno purtroppo ad accadere; chissà se l’eco di quanto accaduto al giovane arriverà nei luoghi dove i nostri politici stanno trascorrendo le loro meritate vacanze.

1 commento:

  1. Purtroppo per i tanti drammi del Paese, é già tutto scritto nell'articolo.

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