giovedì 29 aprile 2010

Misticismo andino, uno strumento di crescita personale

Non è più tempo di chiedersi quale sia il percorso "giusto" o la modalità di crescita "giusta" per il proprio cammino personale. Gli strumenti e le tecniche di trasformazione delle nostre esistenze sono diversi per ognuno di noi e nessuno strumento è importante in sé. Quello che conta, invece, è piuttosto il desiderio di uscire dalle barriere del proprio ego, dalle sbarre della propria mente, per aprirsi alla percezione di una realtà più ampia. Questo è uno degli aspetti del misticismo e della spiritualità delle popolazioni andine.




qeros inka crescita
Una cosa che amo profondamente del misticismo Andino è l'assoluta universalità, l'estrema apertura di una popolazione che ha tramandato una modalità di rispetto e di crescita al di là di qualunque dogma
Pochi giorni fa ho avuto occasione di condividere con Elizabeth Jenkins (autrice del libro "Il ritorno dell'Inka"), un'esperienza di contatto con il misticismo e la modalità spirituale delle popolazioni andine, gli eredi dell'Inka.

Una cosa che amo profondamente di questa visione, fin da quando nel 1998 ho scelto di vivere il percorso iniziatico Andino in Perù, è l'assoluta universalità, l'estrema apertura di una popolazione che ha tramandato una modalità di rispetto e di crescita al di là di qualunque dogma, all'insegna del Relativismo più assoluto.

Nella visione Andina, ogni essere umano è invitato per prima cosa e come elemento fondamentale a rendersi conto di essere parte di un Tutto, profondamente immerso in una realtà costituita da energie viventi.

Piante, animali, cristalli, la stessa Madre Terra viene considerata come un unico organismo di cui ogni essere vivente non è che una cellula.

Oggi sappiamo che tutto questo sta diventando abbastanza normale per chi conosce gli sviluppi che ha avuto negli ultimi anni un'applicazione concreta della fisica quantistica, che ci insegna proprio che la realtà esiste così come la percepiamo soltanto in funzione di chi la osserva e del modo in cui essa viene osservata.

Bene, tutto questo corrisponde profondamente alla visione che gli Inka ci trasmettono da secoli attraverso i Qeros, i loro eredi che vivono tuttora a 5000 mt sulle Ande peruviane.

elizabeth jenkins
Elizabeth Jenkins autrice del libro "Il ritorno dell'Inka"
Una visione analoga si ritrova in molte culture matriarcali e tradizionali del passato: il labirinto Hopi, in cui tutte le strade portano al centro, non ce n'è una più importante, la sola cosa che conta è scegliere di percorrerne una; l'aspetto più profondo del Reiki, in cui si propone un assoluto rispetto per le varie modalità di gestire e vivere la propria guarigione intesa (guarda caso) come crescita, diverse in ognuno; la tolleranza universale del buddhismo tibetano così come ci viene riproposto da una figura come l'attuale Dalai Lama e così via.

Non è più il tempo di chiedersi quale sia il percorso giusto, la modalità di crescita giusta, lo strumento giusto da utilizzare.

Negli ultimi anni, grazie prima alla diffusione dell'editoria e oggi di Internet, chiunque può accedere ad una quantità di informazioni relative a tecniche di crescita che soltanto un secolo e mezzo fa avrebbero richiesto non una ma dieci vite.

E come troppo spesso accade, un'eccessiva abbondanza diventa quasi un sinonimo di carenza.

Persi in mezzo a vie, strumenti, tecniche, spesso ci si ritrova a non sapere più che cosa fare, quale modalità utilizzare.

È qui è preziosa la saggezza di popolazioni come i Qeros, che ci ricordano come non esista nessuno strumento importante in sé. Quello che conta è l'atteggiamento interiore di chi sceglie di crescere, di uscire dalle barriere del proprio ego, dalle sbarre della propria mente, per aprirsi alla percezione di una realtà più ampia costituita da un continuo fluire di energie e di forme vitali che interagiscono in uno scambio continuo. Per cui, quale che sia il tipo di strumento che si ha a disposizione, ci si rende conto tra l'altro di come crescere non possa che essere assolutamente semplice: questo non vuol dire certo facile, ma vuol dire non legato ad astrattismi o elucubrazioni intellettuali.

Nella modalità Andina si parte dall'esperienza diretta per poi trarre i propri insegnamenti di vita.

È questo il suggerimento che mi sento di rivolgere a chiunque voglia realmente intraprendere un percorso di trasformazione della propria esistenza, senza sprecare più tempo nell'attesa dell'esperienza "giusta".

fonte:http://www.terranauta.it/

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