giovedì 15 aprile 2010

Pakistan: tutelare e affermare i diritti delle donne anche grazie alla blogosfera

di Global Voices

articolo originale di Ambreen Salman

tradotto da Elena Intra · vai all’articolo originale

Il Pakistan, come nazione in via di sviluppo, ha ancora parecchia strada da percorrere per eguagliare i Paesi sviluppati. E pur rappresentando oltre la metà della popolazione, purtroppo le donne vengono ancora trattate male. L’8 marzo di quest’anno, anche il Pakistan ha celebrato [in] “la giornata della donna” per cercare di portare cambiamenti nelle loro vite facendo brillare un raggio di speranza per ogni donna. La violenza domestica è una delle dure realtà che le donne pakistane si trovano ad affrontare. Gli attivisti che lavorano per questa causa affermano che molte donne rimangono in queste relazioni violente perchè credono di dover obbedire ai loro mariti e nella vergogna del divorzio.

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Veglia a lume di candela durante la Campagna White Ribbon a Umerkot, Pakistan. Immagine di CWGL su Flickr, con licenza Creative Commons

Secondo il rapporto della NGO White Ribbon Campaign [in] le donne Pakistane sono vittime di abusi con sempre maggior frequenza [in]. Ogni anno in Pakistan viene riportato un numero sempre più elevato di di violenza. Secondo questo rapporto: “molestie sessuali sul posto di lavoro, abusi, botte e stupri sono alcune delle forme di violenza contro le donne.”

Un terzo delle donne pakistane è analfabeta e non ha la minima idea di come compiere proprie scelte. La polizia spesso snobba le donne e si rifiuta di registrarne i casi, a meno che ci siano evidenti segni di ferite, e a volte i giudici sembrano simpatizzare con i mariti.

Il Dottor Farzana Bari, direttore del Centro di Eccellenza in studi sul genere all’Università Quaid-e-Azam, ha dichiarato [in] che commemorare la giornata dedicata al tema delle Nazioni Unite “Pari diritti, pari opportunità: progresso per tutti”, sembra essere un errore “quando i diritti e le opportunità vanno semplicemente scomparendo dalla vita di tutti; uomini, donne e bambini.”

Stiamo forse chiedendo uguaglianza nelle torture della polizia recentemente mostrate sui canali televisivi? Parità nel condividere la brutalità del proprietario della fabbrica, che ha rapito, incantenato e torturato un lavoratore a Gujranwala? Vogliamo condividere l’umiliazione dell’hostess sull’autobus a Sialkot? Vogliamo parità nel seguire il destino di Shazia, la giovane domestica torturata a morte?

Sana Saleem sul blog the Dawn dichiara [in]:

In una società che punta al progresso, i diritti umani devo essere garantiti, con la sicurezza che tali diritti vengano mantenuti senza preferenze di genere o discriminazioni. La violenza basata sul genere riflette e rinforza le ingiustizie e compromette la salute, la dignità e la libertà delle vittime.

In Pakistan, si sta discutendo in Parlamento una legge proposta per proibire la violenza domestica [in]. Gli attivisti per i diritti delle donne e alcuni leglislatori islamici lo stanno spingendo. Rimane da vedere chi vincerà. La blogger pakistana Baaghi mette in dubbio l’efficacia della giustizia [in] dato che non ci sono leggi forti a tutela delle donne:

Alla fine, l’esercizio della giustizia inizia col riconoscere un atto come un crimine. Se la violenza domestica non è considerata neppure un reato punibile, come ci può aspettarsi di essere risarciti dal sistema? Quando gettare acido addosso a qualcuno non è elencato nel codice penale come reato, come si può anche solo sperare che sia punibile? E anche quando alcuni di questi crimini contro l’umanità vengono elencati come reati, il nostro marcio sistema rifiuta di riconoscere che siano mai avvenuti.

Le donne pakistane possono raggiungere il loro obiettivo prendendosi per mano e motivandosi l’un l’altra. L’istruzione per le donne può portare alla consapevolezza di quanto sta accadendo alle donne oggi nel mondo, è un passo essenziale verso il miglioramento della loro situazione. È un sorprendente che le donne siano nate per fare certe cose semplicemente per il fatto di essere tali. Nessuno può cambiare il mondo da solo, ma tante persone insieme che fanno qualcosa anche di piccolo può davvero cambiare la società. Le nazioni che tollerano questo trattamento verso le donne devono sapere che sono sorvegliate. Un buon numero di governi è gestito da uomini con scarse intenzioni di trasformare le cose a meno che il mondo non inizi a farsi sentire.

Ecco cosa possiamo fare al nostro livello:

  • Acquisire un’istruzione.
  • Sostenere organizzazioni che promuovono i diritti delle donne.
  • Unirci e far sapere ai nostri governi che siamo consapevoli di quando succede nel mondo e non permetteremo soprusi.
  • Informare le ambasciate straniere su queste violenze in modo che possano aiutarci a promuovere tale consapevolezza.
  • Aumentare la conoscenza di questa situazione.
  • Possiamo leggerne, scriverne e parlarne sui blog.
  • Possiamo discuterne.

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