venerdì 10 febbraio 2012

Un mondo parallelo

scritto da tascabile

All’epoca delle medie, decisi di non guardate la televisione perché mi ero messa in testa che la TV manipolasse il mio pensiero; resistetti davvero poco – forse un paio di settimane – perché in brevissimo tempo mi resi conto che a scuola non si parlava d’altro che del programma della sera precedente e mi sentivo tagliata fuori da qualsiasi discussione (cosa tristissima, ma tant’è).
Ricominciai a guardare la televisione ma non sviluppai mai una vera e propria passione per quello scatolotto urlante, anzi, avrei preferito vederla sempre spenta.
Alle superiori ho avuto una professoressa che guidava la Diane e si vantava di non avere la TV: io, “da grande”, volevo essere come lei. Il mio sogno – Diane a parte – si realizzò qualche anno fa e oggi vivo serena nella mia ignoranza, non conosco i palinsesti e se non fosse per Facebook non avrei la minima idea di cosa passi la televisione. Purtroppo ogni tanto vengo a sapere che i reality esistono ancora e mi stupisco che nel 2012 ci sia ancora qualcuno disposto a seguirli.

Della TV ricordo pochissimi momenti vagamente interessanti e ore infinite di spazzatura vera e propria, a cominciare dai programmi di Maria De Filippi che ai miei tempi conduceva “Saranno Famosi” e iniziava a trasformarsi da psicologa in tailleur ad adolescente in preda agli ormoni. Ricordo liti interminabili tra il pubblico dei suoi mille show; una volta perché Denis cantava meglio di Sharon e doveva vincere lui, un’altra volta perché Paola ha la cellulite e il tronista di turno avrebbe dovuto scegliere Marta, poi perché Stephanie odiava Brooke (ah no, quello era Beautiful). Io rimanevo basita e mi domandavo costantemente: ma a chi interessano queste cose? Io – che ho fiducia nel genere umano – nel tempo mi sono risposta: a nessuno.
Il giorno in cui ho deciso di spegnere per sempre la TV è stata colpa di Del Debbio, personaggio che in quel periodo teneva una rubrica al termine del TG5. In piena campagna elettorale mandò un inviato ad intervistare la gente su temi come l’immigrazione e le tasse e, guarda caso, gli interpellati appoggiavano in toto il programma di centro destra, che stranamente vinse le elezioni. Mi tornò in mente il pensierino delle medie, quel concetto secondo il quale la televisione avesse il potere di manipolare il pensiero della gente, perché se lo dice la TV è vero. È così, credetemi, qualsiasi cosa passi in televisione diventa automaticamente reale. Se annunciano neve e bufera noi montiamo le catene prima ancora che scenda un fiocco; se ripetono in continuazione che le baby gang stanno rapinando chiunque, iniziamo a guardare con sospetto qualsiasi gruppo di adolescenti sputacchianti; se al TG ci martellano con notizie sul terrorismo, ogni essere umano con dei tratti diversi dai nostri e con uno zaino potrebbe farsi esplodere da un momento all’altro, specie se lo si incontra su un treno. Questo è il potere della televisione: spacciare per reale qualunque cosa e anche se non l’abbiamo vista con i nostri occhi, quella cosa dev’essere per forza vera, perché l’hanno detto in TV.
Se qualcuno ha la pazienza di passare un pomeriggio incollato allo schermo, in quattro ore si convince che l’Italia è un popolo di dementi e se in lui balena una debole speranza che un giorno anche il nostro Paese possa svegliarsi dal torpore, si rassegna all’evidente realtà. D’altra parte, come dargli torto di fronte a gente che si scanna su chi canti meno peggio tra due persone che non sanno cantare?
Io, senza TV, ho recuperato la fiducia negli italiani e fuori da quegli schermi che ci vogliono far credere che siamo un popolo di bifolchi vedo persone migliori: gente che si batte per la cultura, per l’ambiente, per le minoranze, per i diritti, per gli animali, per la pace. Gente che lavora con la testa e con le mani e che in un modo o nell’altro combatte per un ideale. Non siamo un Paese di rincoglioniti totali a cui importa davvero che Tizio resti sull’Isola o meno; rincoglioniti ci diventiamo, per rassegnazione e per indottrinamento.
Io ho già spento la TV da anni e mi piacerebbe che lo facessero in molti; in fondo non è altro che un elettrodomestico. Restereste davanti ad un frullatore acceso per una serata intera? Leggete un libro, uscite, perdete tempo su Internet, guardate un film, fate l’amore, fate la maglia, fate quello vi pare, ma smettetela di farvi prendere per i fondelli, vi prego.

PS: foto presa in rete, ma come mi accade spesso, non sono riuscita a trovare la fonte.



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