mercoledì 6 giugno 2012

L'Avvenire normalizza i femminicidi


Il giornalista Maurizio Patriciello definisce il fenomeno in continua crescita del femminicidio come "passione criminale", dettata dalla biasimevole infedeltà delle mogli ai loro mariti, e così facendo non fa altro che confermare la mentalità maschilista e patriarcale della società cattolica italiana. Il signore, di professione sacerdote, forse non sa che il tradimento non è la causa comune di centinaia di femminicidi che si consumano ogni anno nel Bel Paese, bensì nella maggioranza dei casi la smania di possesso e di controllo delle donne da parte di mariti, fidanzati ed ex

10 commenti:

  1. Non ho terminato nemmeno il video perchè si fidano
    perche si abbandonano cosi e perche anche non prepararsi atleticamente cercando di capire che é
    morto il tempo di ragione e sentimento e occorre
    allenarsi anche di pensiero rivedere il ruolo di donna e sopratutto quello di Madre sopratutto-
    Egill

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    1. Hai ragione, ma è triste pensare ad uno scontro piuttosto che ad un incontro. Purtroppo il rapporto fra uomo e donna è molto al di là dall'essere risolto. Nello specifico ritengo che sia importante dare il giusto taglio alle notizie e chiamare sempre le cose con il loro nome, il tentativo di "normalizzare" è tendenzialmente giustificativo nei confronti dell'azione maschile e prevaricatrice, attribuendone la responsabilità ai comportamenti della donna...molto mistificante e molto sfruttato anche sugli avvenimenti di violenza.
      Un abbraccio e buona serata Egill.
      Namastè

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  2. Ciao Rosa, condivido in pieno la tua risposta.
    Vorrei comunque affrontare con te un aspetto del problema che non viene analizzato e cioè il fatto che l'impostazione dello stesso è basata sul confronto-scontro uomo e donna dividendo nettamente i due sessi quando invece se si analizza obiettivamente quello che ci sta intorno ci si accorge che non è tanto la differenza di sesso che conta ma è la scelta individuale tra il prevaricare ed il collaborare ... io personalmente ho conosciuto molti uomini e molte donne prevaricatrici e poche anime buone.
    Se si accetta questa società piramidale si diventa automaticamente dei prevaricatori indipedendemnete dal fatto di essere uomini o donne.
    Namastè

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    1. Sono senza alcun dubbio in accodo con te, sebbene la differenza di opportunità e di ruoli esista, alla fine è, oggettivamente indispensabile, una unificazione al superiore, in cui un discorso meramente di genere risulterebbe inesorabilmente parziale.
      Però se ci inoltriamo nel principio maschile e femminile il discorso diviene più complesso. Infatti la società anarchica perfetta gilanica del neolitico quella che è stata spazzata via dall'invenzione dell'assassinio e della guerra era vocata al principio femminile...così come le donne sapienti che la chiesa ha bruciato attorno all'anno 1000. Il principio femminile è sempre stato negato, oppresso e perseguitato e questo è un dato oggettivo e storico.
      Questo sistema è maschile. Innegabilmente.
      Buona serata a te :)
      Namastè

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    2. Rosa, non ci sono dubbi che questo sia un sistema maschilista e guerrafondaio che ha sempre combattutto il principio femminile ma il punto che volevo analizzare è quello che lo scontro non porta a nulla se non vantaggi a LORO ... dividi et impera.
      Sono molti di più di quelli che pensi i maschi che soffrono questo sistema visto che anch'io sono per una società gilanica pacifica per cui addossare tutto ai "porci" maschi senza considerare le donne "complici" è per me un errore. Purtroppo hai ragione tu a dire che il rapporto tra uomo e donna è complesso anche perchè in fin dei conti rappresenta la resistenza del nostro ego all'uno ... in una antica leggenda africana si narra che una volta uomo e donna erano uniti in un unico corpo fino a che sono arrivati gli dei spaziali che tramite una specie di macchina li hanno separati ...
      Se ci pensi bene Rosa, hanno inventato talmente tanti campi di battaglia (economica, sessuale, politica, ideologica, sportiva, scientifica, storica, complottistica etc) dove gli uomini e le donne si combattono dimenticandosi di affrontare il nocciolo della questione: da dove veniamo? Siamo il frutto di una evoluzione naturale, divina o indotta? Senza sapere questo è come voler guarire un malato senza conoscere la sua malattia ... si va a tentoni nel buio e ci si affida al primo dio disponibile.
      Siamo tutti colpevoli, anche se incapaci di intendere e volere.
      P.S. mi sono informato bene sulla c.d. caccia alle streghe, che erano solo donne libere ma a conoscenza dell'antica tradizione gilanica e per ciò sono state eliminate, ed ogni volta che ci ripenso mi si stringe il cuore e aumenta l'odio verso quei forzuti porci maschi che ci comandano da millenni.
      Viva la gilania.

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    3. Senza alcun dubbio la divisione è operata ed a vantaggio del potere, ma oggettiva, innegabile. Indubbiamente moltissime donne sono "complici" e maschili, oggi per altro, per affermarsi in questo sistema devono esserlo, forzatamente. E' in questo senso che operavo una distinzione fra femmina e Principio Femminile.
      Bella e veritiera la leggenda africana, le società gilaniche, come sappiamo, riconoscevano il Principio Femminile, ma non in senso prevaricante ed univoco, l'arroganza della via del giusto è successiva e la divinità monolitica e maschile ne è motore e causa.
      Molte sono le domande che potrebbero trovare risposta nell'unità, nella comprensione del Tao. Ed è solo riconquistando questa "comprensione" che potremo veramente crescere.

      Serena notte.
      Namastè

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  3. Delitto di gelosia, delitto d'onore, delitto passionale...
    Non banalizziamo i delitti contro le femmine!

    Nel 1968, Mario Monicelli ce ne aveva parlato con "La ragazza con la pistola" e la splendida Monica Vitti, ma non abbiamo imparato niente.

    "abbiamo un radioso futuro alle spalle" come ebbe a dire Ivan Della Mea

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    1. Si molto "alle spalle". Ovviamente sono d'accodo con quanto dici, ma l'umanità è molto più portata per i passi indietro piuttosto che per quelli in avanti.
      Un abbraccio Berica.
      Namastè

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  4. Non c'è da aspettarsi molto da gente che annovera un Paolo di Tarso fra i suoi migliori pensatori.
    In fondo è come se un razzista si difendesse dicendo: non sono io ad essere razzista, sono loro che sono negri.
    E' una battutaccia, ma rende bene la qualità del loro pensiero...
    Un abbraccio

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    1. Ruhevoll buongiorno!!! Anche tu in "giro" da queste parti nel cuore della notte!? (o quasi) :))
      Comunque sì, hai ragione, la battuta non è forse delle migliori, ma "rende" bene....
      Un abbraccio a te!
      Namastè

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