sabato 17 settembre 2011

Consapevolezza?

Rosa Bruno


Sarebbe molto più semplice non conoscere, non rendersi conto.

Reagire, semplicemente agli avvenimenti che ci accadono, nel momento in cui accadono. Conservando quello stupore per le cose che alla fine salva la vita.

Rendendola più leggera.

Non intuire il senso e le intenzioni che stanno dietro agli accadimenti ci consegnerebbe un mondo forse più accettabile, di cui scopriremmo le eventuali brutture solo all'ultimo momento, quando e se accadessero proprio a noi.

Ammesso che incrociassero la nostra strada.

In fondo è il modo in cui accetta di vivere la stragrande maggioranza delle persone...non sapendo o forse fingendo di non sapere, quali siano le “regole del gioco”.


Forse è per questo che spesso le “Cassandre” finiscono bruciate proprio da quelli che vorrebbero mettere in guardia, da coloro che amano, perchè la gente non vuole sapere, ha quasi paura di pensare, di rendersi conto.

Facendolo, acquisendo coscienza diverrebbe impossibile, come lo è per “Cassandra”, ignorare l'evidenza delle trappole, fare finta che i pacchiani specchi per catturare le allodole che li circondano non esistano. Perchè essi sono lì evidentissimi, ripetitivi, sempre uguali a se stessi, evolvono le loro tecnologie ma la sostanza resta la medesima.
Dovrebbero prendersi la responsabilità di esistere, di essere, di decidere per la propria vita. Questo potrebbe persino significare d'accettare la sfida di essere diversi, di essere altro che non massa, neri fra pecore bianche. 
Sembrano invece rifiutarsi tenacemente di comprendere la banalità che milioni di pecore nere incazzate cambiano il loro mondo.

La sfera in cui avviene questo non è solo e necessariamente pubblica, non riguarda solo la politica spicciola, la relazioni sociali, ma anche e soprattuto privata, spirituale.

I rapporti fra le persone e con il superiore.

Si preferisce andare dove vanno tutti e fare quel minimo che dà apparenza piuttosto che accettare il rischio di farsi domande e di cercare dentro di sé le risposte...che sono lì, innegabilmente e per tutti, affidando alle banalità superficiali il compito di risolvere il nostro rapporto con il superiore, con il prossimo ed il divino.

Davvero non ci rendiamo conto di quanto questo sia ipocrita?

Forse sì, non posso credere che non ci attraversino pensieri chiarificatori, sono sicura che esistano in tutti, ma è molto più semplice risolvere ogni dubbio ed esigenza con dei riti quotidiani e familiari. Con rapporti formali e consolidati, rituali e privi di complicazioni. 
Accettando la certezza di un'assoluzione plenaria, che ci perdona e non ci chiede di prenderci la responsabilità di migliorarci e crescere, che non ci chiede di comprendere cosa significhi amare il prossimo, che non ci chiede alcun sacrificio che non sia un obolo, un elemosina.

Ed allora mi chiedo perchè, spesso, in me ed in molti altri esista il bisogno di svolgere questo scomodissimo ruolo delle “Cassandre”.

Non sarebbe più semplice tenerci la nostra consapevolezza ed avviarci verso un superiore livello vibrazionale e di coscienza...consapevoli dell'impermanenza e del continuo ritorno?

Consapevoli del fatto che il divino resti ineffabile, indescrivibile ed incredibilmente più comprensivo ed amorevole di quanto ogni descrizione d'uomo possa narrare?

Ho compreso che fa parte del sentirsi vivi, del cammino che stiamo percorrendo. Io non riuscirei a pensare di non prendermi la responsabilità, di non dire, descrivere e condividere quel che sento e vedo...quel poco che mi pare, a fatica di capire. Lo faccio per me, perchè l'amare ed il dare mi aiutano a “diventare completa”, mi aiutano a compiere il mio percorso.

Allora devo ringraziare le nebbie di Maya perchè stanno lì per essere diradate? Pare di sì, nonostante la rabbia e lo sconforto che così spesso mi prende, nonostante la stupidità che pare circondarmi, nonostante Kali Yuga.



Namastè

36 commenti:

  1. Grazie Rosa... non ho parole!...

    Se la cosa non ti disturba vorrei poter riportare integralmente questo post sul mio blog.

    Attendo una tua risposta.
    ...e complimenti ancora...
    L'Hacker.

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  2. Aumenta la conoscenza, aumenta il dolore.

    Ma noi sorridiamo perchè, alla fine, è tutto un gioco.

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  3. Ciao L'Hacker, grazie a te per i complimenti. Sai a volte la frustrazione per l'apparente indifferenza di fronte alla verità diventa tale e tanta che si sente l'esigenza d stenderla in parole...fortunatamente la coscienza dà visione... oltre a togliere illusioni.

    Ovviamente non mi disturba affatto che tu voglia riportarlo sul tuo blog, anzi mi fa un enorme piacere...e di nuovo ti ringrazio!
    Un abbraccio forte.
    Namastè

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  4. Ciao LAV, certamente sì, sorridiamo...!
    Un gioco, forse anche un po' perverso, ma come tutti i giochi, ci aiuta a diventare grandi.
    Un abbraccione.
    Namastè

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  5. Ma sai Rosa non la vedo così.
    Il dolore serve,
    e la leggerezza è una caratteristica che apprendi dopo che hai visto che il dolore vero è un'altra cosa rispetto agli spigoli presi per caso o alle punture leggere di un ago.
    E poi , sì, le Cassandre si bruciano perchè quelli a cui leggono il fato non piace la verità, ma c'è differenza tra il non rendersi conto e il rendersi conto e fregarsene.

    Buon pomeriggio =)

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  6. Ciao Meg, il dolore certamente serve, non ho dubbi in proposito.
    Non credo nell'ignoranza è una scusa molto comoda per giustificare, ma è sempre meno presente in questo paese.
    C'è sempre una componente di volontà tanto nel sapere, quanto nel non sapere, quello che mi premeva rimacare, però, era il motivo per cui le "cassandre" sentano il bisogno di avvisare, di parlare, nonostante il rischio... a volte.

    Buon pomeriggio a te ;-)
    Namastè

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  7. Non sei poi tanto Cassandra, non solo per la tua forza, ma anche in quanto oggi con il Web un minimo di incidenza positiva la controinformazione pur la sortisce.

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  8. Grazie Adriano...è vero oggi le Cassandre vengono ascoltate un po' di più.
    Io poi sono più Cassandra nel reale che non nel virtuale, ma resta il fatto che la principale arma della disinformazione sia il discredito.
    Un abbraccio
    Namastè

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  9. Sai iniziando a leggere questo bellissimo e profondo post, ho pensato che ti fossi ispirata ad un fatto di cronaca, di cui anch'io scrivo nel mio blog, non so se sia così ma le tue riflessioni si adattano benissimo a questo tragico caso. L'essere "Cassandre" è una caratteristica delle personalità complesse, non so se sia un bene o un male, questo dubbio malgrado la mia età, sussiste ancora.
    Grazie Rosa,
    Namastè

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  10. Ciao Rosa e grazie, gran bel post e nel titolo gran bella domanda. La risposta è sì, ben vengano le "cassandre" che nascono per diffondere consapevolezza in quanto consapevoli, a differenza delle pecore bianche che fanno finta di niente o non lo sono affatto. E' giusto rischiare e mettersi in gioco, è la vita, un morto che rischia non si è mai visto! Chi sta fuori dal gioco non è detto che non corra rischi.
    Viva le cassandre, viva le pecore nere, viva la vita.
    Buona serata, all-in! ;)

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  11. Sentir "gridare" alla consapevolezza per i più è alquanto scomodo e si preferisce non ascoltare... ma non è detto che comunque non resti qualcosa. Si semina... parte si disperde al vento... ma nella Terra buona il seme germoglia e dà i suoi frutti. Non bisogna stancarsi di seminare... tutto qua!
    Arrivederci... mia cara.
    Mary

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  12. No wiska sono solo mie riflessioni che ho voluto di condividere...anche perchè non ho ancora avuto il tempo di passare da te, ma lo faccio subito, corro....
    Abbraccio
    Namastè

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  13. Hai ragione cara Mary, mai stancarsi di seminare...anche distrattamente, quando capita, mai rinunciare a buttare un seme, la Terra è generosa e prima o dopo gli concederà la vita...
    Un abbraccione e buona serata ;-)
    Namastè

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  14. Grazie a te Krommino per l'entusiastica adesione!
    In questo senso rischiare si deve, rischiare si può...perchè basta guardare attentamente per vedere la verità, non è mai del tutto nascosta e l'ipnosi del potere non sempre serve.
    Buona serata a te carissimo...ebbene sì, all-in! ;-)
    Namastè

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  15. Il tuo pensiero è il mio, la rabbia e lo sconforto a volte mi atterrano.
    A volte divento cattivo con i non-senzienti, li detesto, arrivando persino a dubitare della loro possibilità di ragione.
    Quando Gramsci parlava degli indifferenti aveva ben chiaro la loro nefasta influenza sugli aspetti più tristi e feroci del nostro tempo.
    Quando uomini e donne nascondono il loro pensiero pur di mantenere minuscoli privilegi, mi chiedo come sia possibile per un normale senziente riuscire a dormire, a guardare i propri figli, a vivere.
    La strada della consapevolezza è lunga, la più lunga forse, ma è l'unica via che ci potrà liberare definitivamente.
    Belle queste tue parole, non Cassandrarti troppo, spesso ci illumini.
    Un grazie grande: gra gra!
    Namastè

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  16. Ciao Paolo, sì è avvilente a volte, come la gente non voglia capire l'evidenza.
    La descrizione Gramsciana degli indifferenti è, ancora oggi, fra le più azzeccate.
    Hai ragione la strada della consapevolezza è difficile e lunga, ma concordo è anche l'unica.
    Tranquillo il Cassandramento passa e tu non farti atterrare però ;-))
    Grazie a te e buona serata.
    Namastè

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  17. ... la lotta di ogni giorno quella più difficile ma necessaria ... e in quanto alle previsioni ... se si fa la lotta quotidiana ... si può anche prevedere un miglioramento ....
    scusa le mie lacune ... questa sera
    namastè

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  18. Caro Francesco, crescere dentro alle cose che si fanno, certamente! Non bastano le parole, accettare nei comportamenti di rappresentare la diversità...non si tratta di prevedere ma di vedere quel che ci succede intorno.
    Va tutto bene Francesco? Scusa perchè? Non c'è nulla da scusare, ogni volta che incrocio le tue parole è sempre un piacere.
    Un abbraccio forte
    Namastè

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  19. Ciao Rosa,innanzitutto,complimenti per il bellissimo post,neanche facile da impostare.Condivido in pieno quello che hai scritto e credo che dietro al velo di falsa ignoranza,ci sia essenzialmente la paura.Questa fossilizza le menti delle persone,che preferiscono fare una vita da ignavi,piuttosto che prendere il toro per le corna.Si accontentano di fluttuare nella coltre di "maya",piuttosto che andare a fondo per conoscere la verità.Buona giornata

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  20. Io trovo molto prezioso il tuo impegno. E poi detto tra noi, ma le Cassandre sono anche donne molto affascinanti!
    Sara

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  21. E' così Erborista, ma a furia di avvisare prima o dopo le "cassadre" in qualche modo fanno breccia e nonostante tutto qualche cosa succede, alcuni, vincendo le paure, si svegliano ed altri si incuriosiscono...
    Non tutti matureranno nello stesso giorno, alcuni dovranno tornare ancora ed ancora prima di capire, ma capiranno prima o dopo...
    Grazie per i complimenti, un abbraccio ^^
    Namastè

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  22. Grazie Sara...vero le "Cassandre" hanno un certo qual fascino.
    E in fondo siamo tutte un po' "Cassandre" no?
    Prezioso è l'impegno di tutti coloro che si propongono di portare un poco di luce nella nebbia di Maya e peziose sono le domande che si e ci pongono.
    Un abbraccione ^^
    Namastè

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  23. ...Cara Amica...siamo Anime erranti in questo giardino in cui non riusciamo a comunicare. se guardo dentro me stesso...ascolto la mia Anima...ecco, riconosco le mie debolezze e il mio potenziale. l'incontro con il prossimo è un percorso a più stadi...perchè ad ogni nostro passo ne consegue una reazione...non sempre ciò che inviamo ,giunge a destinazione...perchè oggi è pur difficile accogliere. Troppo materialismo ha rivestito le Anime che ora son smarrite e non sanno riconoscere un gesto d'amore disinteressato. La ricerca della spiritualità arriva solo quando ci si trova dinanzi ad una grave malattia...mentre sarebbe salutare per il nostro equilibrio psico-fisico un ascolto costante del nostro Animo...ne gioverebbe ogni singolo individuo ...che poi saprebbe accostarsi e confrontarsi con il prossimo per un divenire nel tempo in una fruttuosa crescita /condivisione/collaborazione...che parte dal nucleo familiare per poi sfociare in modo positivo anche nei rapporti sociali.
    grazie per la riflessione Rosa...un raggio di Sole ed un abbraccio..serena domenica..
    dandelìon

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  24. Ciao cara Dandelìon, come anime erranti dovremmo avere imparato a cogliere dell'intorno ogni suggerimento, ogni occasione...a confìdare delle oasi e dei luoghi in cui riposare. Nessun nomade è un'isola, egli sa di avere bisogno degli altri e dell'ambiente che attraversa.
    Purtroppo hai ragione e sei amorevole nell'attribuire la cecità ad una contingenza e non ad una non-volontà.
    E' vero, però non tutti si rendono conto ed aspettano il proprio tempo per capire, ognuno lo farà a tempo e luogo.
    Chi ha già intuito, fa quel che può per condividere, pechè l'amore incondizionato serve alla sua crescita lo aiuta ad individuare la fonte a rimanere "connesso".
    Serena domenica Dandelìon, un abbraccio^^
    Namastè

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  25. # Non intuire il senso e le intenzioni che stanno dietro agli accadimenti ci consegnerebbe un mondo forse più accettabile

    mi sembra una conclusione leggermente oscurantista. Il non sapere non ha mai giovato a nessuno

    ## perché la gente non vuole sapere, ha quasi paura di pensare, di rendersi conto

    spesso non è la volontà di “non sapere” ma la consapevolezza delle passate “fregature” di una informazione non indipendente e non imparziale (di fatti più che di opinioni)

    ### acquisendo coscienza diverrebbe impossibile, come lo è per “Cassandra”, ignorare l'evidenza delle trappole

    non sempre la coscienza può agire sulle cause: io posso (e dovrei) essere informato su alcuni tipi di ingiustizie sociali ma posso non avere i mezzi pratici (culturali, economici, di “posizione”) per poter intervenire e conoscere le trappole non sempre significa poterle evitare
    un cordiale saluto

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  26. Ben ritrovato oude, confidavo nel fatto che si intuisse nella mia riflessione, soprattutto l'aspetto "squisitamente" spirituale.
    Comunque sono d'accordo il non sapere non giova, anche se fingere di non sapere a volte aiuta.
    Ricambio la cordialità.
    Namastè

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  27. La cosa più semplice ,la cosa più facile, sarebbe quella di non essere mai nato,e invece la vita arriva impetuosa ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova. BY Dayton

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  28. @BY Dayton
    eheheh... come un fiume in piena, come un mare in tempesta...sì!!!
    Bisogna saperlo vedere questo miracolo però!
    Grazie della visita, a presto :-)
    Namastè

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  29. @Dayton ,Perdona la mia irruenza,dentro di mè c'è molta rabbia,ammiro la tua sagezza,ti faccio una confidenza:una mattina mi son svegliato con questa frase (Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura la diritta via era smarrita)La sto cercando la diritta via,ed ho sfiorato il mondo delle anime ,a me sconoscito e non so fino a che punto ci si possa addentrare,ora devo scappare ti saluto,attendo tuo consiglio.

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  30. In me sento che non posso stare zitto.
    In me sento che l'amore, non quello per me stesso, per il quale basta nulla a colmarlo, ma quello per il prossimo, mi impedisce, a volte con prepotenza, di stare zitto.
    In me sento sento lo sconforto, ogni qualvolta qualcuno mi vuol zittire, perché non tollera risposta vera ma sgradita, ma non sto zitto.
    In me sento, nefasta, l'intolleranza, la sgradevole sensazione di disagio che ho nel vivere a stretto contatto con la menzogna, l'arroganza, ma ancor peggio, la superficialità e l'indifferenza.
    Ma non sto zitto.
    Che fatica, però, non riuscire a rinunciare a questa condizione.
    Namastè.

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  31. Ed allora mi chiedo perchè, spesso, in me ed in molti altri esista il bisogno di svolgere questo scomodissimo ruolo delle “Cassandre”.

    Questo me le chiedo anch'io sovente, perché il 90% delle persone dorme, ma noi 10 vogliamo svegliarci, esaminare, sapere? Che bella la vita dello stolto, ma non farei cambio. Rispondo con un aforisma: Come aumenta il sapere, così aumenta il dolore.
    Come aumenta il dolore, così aumenta il sapere.
    Ne cito un altro: La verità ti rende libero.

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  32. Carissimo anonimo,
    la vita è una selva oscura ma per fortuna la diritta via ci è stata insegnata.
    Anche per me ogni risveglio era "traumatico" poi ho scoperto Gesù: Lui è la Via, la verità e la Vita. Lascia stare le anime e cerca Cristo. Solo lui potrà darti la Pace che non riesci a trovare.
    Per me è statò così.
    Un abbraccio.

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  33. Grazie Roby, splendide parole che mi sento di condividere e sottoscrivere pienamente, che colgono in pieno il senso del post.
    Il travaglio interiore che tu descrivi così bene, questo desiderio di verità, questo amore che non è rivolto verso sè stessi, lo conosco bene...è una grande fatica ma anche una quotidiana scoperta.
    Un abbraccio
    Namastè

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  34. Sì caro Dioniso, hai ragione, indubbiamente bella e spensierata la vita dello stolto, ma neppure io intendo cambiare il mio modo di essere, perchè, appunto, "la verità rende liberi" ed io amo la libertà!
    Ti abbraccio
    Namastè

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