martedì 13 settembre 2011

LA STRATEGIA DELLA MONSANTO SUL COTONE PER FARCI VESTIRE LEGGERI


DI APRIL DAVILA
ourworld.unu.edu

Dalle cuciture dei nostri calzini per coprire le dita dei piedi all'orlo delle scollature dei nostri abiti, gli americani da soli consumano il 25% del cotone mondiale, per lo più nel settore dell’abbigliamento e degli arredi per la casa. Le persone restano spesso sorprese nell’apprendere che il più grande fornitore al mondo di semi di cotone (l’80-90% della quota di mercato in alcuni paesi produttori di cotone) è una società in genere creduta essere concentrata con le proprie attività nel settore delle scorte alimentari. la maggior parte della gente non pensa alla Monsanto quando indossa i pantaloni al mattino.


Quando fu introdotto nel 1996, il cotone geneticamente modificato (Genetically Engineered, GE) della Monsanto sembrava un sogno divenuto realtà. Il fatto che la pianta fosse al riparo da fastidiosi parassiti con un insetticida geneticamente modificato avrebbe portato gli agricoltori a risparmiare soldi per il controllo dei parassiti e l'ambiente a non essere inondato con tonnellate di spray chimici aggressivi. Gli agricoltori che in precedenza facevano affidamento su pericolosi pesticidi e aravano la terra per seppellire le erbacce sarebbero stati in grado di passare ad un raccolto assistito, nonché a modelli di agricoltura senza aratura che frenano l'erosione del suolo e riducono il deflusso dei fertilizzanti dalla terra.


Tuttavia, dopo il primo raccolto di cotone GE della Monsanto, gli indignati agricoltori americani hanno intentato azioni legali, poi archiviate, contro la Monsanto, sostenendo che l'azienda aveva mistificato l'efficacia dei propri prodotti. Gli agricoltori hanno affermato che il cotone geneticamente modificato non era riuscito a respingere i parassiti su oltre un milione e mezzo di acri di colture. Inoltre, moltissimi reclami riguardavano la caduta delle capsule (la parte morbida lanuginosa della pianta che contiene le fibre di cotone vero, senza le quali non vi è raccolto) dalle piante negli stati della Louisiana, Tennessee, Arkansas e Mississippi.

Approccio non modificato

La Monsanto non si è lasciata scoraggiare. Ha continuato a sviluppare le proprie piante geneticamente modificate, migliorando a poco a poco le loro prestazioni. Nel frattempo, però, si sono evoluti anche i parassiti. Entro il 2009, nelle aziende agricole della parte meridionale degli Stati Uniti, il Roundup della Monsanto era meno capace che mai a difendersi da erbacce, come il molto prolifico amaranto (Palmer amaranto). L’amaranto, che raggiunge i sette metri di altezza quando è completamente cresciuto, soffoca qualsiasi cosa cerchi di crescere alla propria ombra. Di conseguenza, gli spray sono stati sempre più necessari per contenere i parassiti, sia vegetali e animali. Gli agricoltori si sono dovuti accovacciare nei loro campi per estirpare le erbacce a mano per la prima volta da decenni, e hanno visto le loro spese aumentare ulteriormente quando sono stati costretti ad assumere forza lavoro per svolgere questo lavoro. Poi c'è il problema degli insetticidi.

In tutto il mondo, il cotone è inondato di sostanze chimiche più di qualsiasi altra coltivazione. Secondo uno studio della Fondazione Giustizia Ambientale in collaborazione con la “Pesticide Action Network UK”, anche se rappresenta solo il 2,5% dei terreni agricoli del mondo, la coltivazione del cotone è responsabile dell’utilizzo mondiale del 16% degli insetticidi. Questi insetticidi, che sono per la loro struttura molto pericolosi per gli esseri viventi, sono ora presenti in fiumi, laghi, acqua potabile, nonché nella pioggia che cade in tutto il mondo.

Di tutti i coltivatori di cotone del mondo, il 99% sono piccoli proprietari terrieri che vivono nelle comunità rurali dove non è disponibile alcun equipaggiamento protettivo e l'alfabetizzazione necessaria per leggere le avvertenze di sicurezza è rara. Come risultato, ogni anno ci sono almeno 20.000 morti e 1 milione di ospedalizzazioni direttamente correlate all'uso dei pesticidi sulle colture di cotone. Purtroppo, una grande percentuale delle persone colpite sono bambini.

Tragedia indiana

Per quanto tutte queste notizie circa l'uso di insetticidi e pesticidi sorprendentemente vigorosi possano sembrare cattive, è stato poco dopo l’introduzione del cotone geneticamente modificato in India che la Monsanto ha scoperto cosa sia la cattiva pubblicità.

L'India è speciale in questa storia per alcuni motivi. In primo luogo, la terra nella parte settentrionale dell’India non è ideale per la coltivazione del cotone. Anche se il paese dedica più superficie a questa coltivazione di qualsiasi altra nazione, è al terzo posto per la produzione di cotone, dopo la Cina e gli Stati Uniti. I rendimenti sono sempre stati bassi a causa di parassiti e siccità. L'India ha anche un numero di coltivatori individuali superiore rispetto alla Cina o gli Stati Uniti. La maggior parte di loro lavora molto duramente il proprio piccolo appezzamento per guadagnare meno del salario minimo del paese.

Monsanto è entrata in India nel 2002 con alcune pubblicità molto convincenti. Essa ha affermato che i suoi semi ingegnerizzati avrebbero consentito rendimenti fino a cinque volte superiori a quelli del cotone convenzionale - 20 quintali per acro (pari a circa 4,5 balle) rispetto ai 4 quintali (meno di 1 balla) che i contadini, al momento, lottavano per estrarre dai loro campi. La Monsanto ammise il maggior costo dei propri semi ma insistette nell’asserire che l'investimento sarebbe stato remunerativo.

Il rendimento medio dei semi geneticamente modificati della Monsanto si rivelò essere neanche lontanamente vicino ai 20 quintali per acro pubblicizzati. In realtà, la produzione media del raccolto si rivelò essere di 1,2 quintali per acro. Da nessuna parte in India si sono riusciti a superare i 4 quintali per acro, alla fine del raccolto. Per aggiungere al danno la beffa, gli agricoltori ben presto scoprirono che le fibre prodotte dalle piante di cotone della Monsanto erano di qualità inferiore. Invece di ottenere i soliti $ 86 per quintale, sono stati in grado di vendere i loro raccolti a soli circa $ 36 per quintale.

Questa situazione è stata subita da migliaia di coltivatori di cotone in India. La maggior parte è stata in breve tempo costretta ad indebitarsi sempre più, per piantare diverse varietà di cotone anno dopo anno, con la speranza che un giorno lontano avrebbe potuto avere un raccolto abbastanza lucroso per liberarsi di questo circolo vizioso. Purtroppo, molti agricoltori hanno scelto un modo diverso. In media dal 2002, tra i contadini indiani, molti dei quali erano caduti nella trappola della Monsanto, c’è stato un suicidio ogni 30 minuti. Molti alla fine delle loro vite hanno bevuto RoundUp.

Per quanto straziante sia la situazione in India, è ragionevole supporre che la Monsanto non abbia portato la propria attività nel paese con l'intenzione di uccidere contadini. Senza i contadini non hanno clienti. Sarebbe semplicemente un cattivo affare istigare intenzionalmente la scomparsa dei loro clienti. Hanno venduto un prodotto che pensavano facesse bene, e non ha funzionato.

Fare una scelta

Come consumatori, però, noi non siamo obbligati ad accettare questo stato di cose. L'industria del cotone biologico è in forte espansione a un tasso di crescita del 60% all'anno. Anche se spesso esso è presente in costose boutique, il cotone biologico non è più un lusso solo per i ricchi. Infatti, nel 2006, Wal-Mart è diventato il maggior acquirente mondiale di cotone biologico. Altre società come la Patagonia e Timberland hanno lavorato a lungo per fornire prodotti eco-compatibili. Basta cercare su siti di shopping popolari come Amazon le parole "cotone biologico" per trovare migliaia di opzioni per ogni tasca.

La prossima volta che state acquistando dei vestiti nuovi, pensateci. E se si può scegliere, prediligi il biologico! Sarà meglio per il pianeta, gli esseri umani oggi e quelli delle generazioni a venire.

April Davila
Fonte: http://ourworld.unu.edu
Link http://ourworld.unu.edu/en/monsanto’s-cotton-strategy-wears-thin/
26.09.2011

Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di ALESSIA

12 commenti:

  1. Il mondo secondo Monsanto.

    Che è anche un video da vedere (c'è sul Tubo)

    Saluti! :)

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  2. Ciao Rosa, scusa per l'intrusione. Ti aspetto sul mio blog per vedere e leggere il mio ultimo racconto "Ricordi di donna", una storia vera. Grazie. Maria

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  3. Grazie Rosa, sei una sorgente infinita di informazioni utili. Grazie a te la mia coscienza ecologica (e non solo) mi impedisce di agire nella vita quotidiana da piccolo e viziato essere umano.

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  4. Buongiorno LAV!
    Lo avevo guardato tempo fa.
    Avevo anche pensato di postarlo ma è un doc. piuttosto lunghetto e ai tempi mi pare che non fossi riuscita a trovare la playlist o comunque non tradotto, ora non ricordo.
    Appena ho un attimo ci riprovo ^_*
    Grazie e buona giornata gigionaz ;-P
    Namastè

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  5. Ciao Maria, ma quale intrusione?
    Sì ho visto, un ottimo lavoro, complimenti!
    Abbraccio
    Namastè

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  6. Ciao Selene!
    Io raccolgo in questo "contenitore" tutto ciò che in qualche modo mi "colpisce" o che, secondo me ovviamente, merita attenzione, null'altro...
    e dunque grazie a te per aver voglia di leggere ed addirittura modificare, di conseguenza, i comportamenti quotidiani.
    Encomiabile!
    Un abbraccio e buona giornata *_^
    Namastè

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  7. Non è semplice vestirsi in modo "pulito", a me è una cosa che interessa da tempo, ma ho molte difficoltà di " approvvigionamento"

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  8. Ciao Sara, sì è vero, non è affatto semplice, soprattutto pechè esiste una cultura ed una coscienza piuttosto scarsa al proposito.
    Ho visto però che sul sito di Fairtrade, che da sempre si occupa di equo solidale, hanno iniziato ad occuparsi di cotone equo ed anche biolgico.
    Sì lo so è vero che questi prodotti costano un "botto" rispetto a quelli della grande distribuzione, e l'assortimento non è così ampio, però se sempre più gente si avvicinasse a questo tipo di acquisti i prezzi sarebbero più "abbordabili" e l'assortimento più fantasioso, credo.
    Senz'altro conosci Fairtrade, ma ti passo comunque il link: http://www.fairtradeitalia.it/default.asp

    Un abbraccione Saretta *_^
    Namastè

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  9. La storia del cotone è costellata di morte e povertà.

    Quando per la prima volta venni a conoscenza di cosa c'era dietro ho iniziato a rivolgermi al cotone naturale, anche lana ed altre stoffe. Lo sai che la fibra di bambù è fantastica? Ma non facciamo concorrenza ai bellissimi gorilla.

    Ciao amica mia e serena giornata

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  10. Ciao I am, sì anche io qualche tempo fa venni a conoscenza che - tra le altre cose - ogni anno fra settambre e dicembre, il governo uzbeco costringe circa 200mila bambini a lasciare le scuole e ad andare con i maestri nei campi per la raccolta del cotone.
    Ognuno di loro deve caricare una quota giornaliera che raggiunge i 50 chili.
    Chi si rifiuta di lavorare o non raggiunge gli obbiettivi viene minacciato, picchiato o espulso dalla scuola.
    Lavorano nei campi dai 7 anni in su a mani nude, senza poter bere acqua potabile, pagati 3-4 centesimi di dollaro per ogni chilo di cotone raccolto.
    E da allora cerco di prestare particolare attenzione anche nella scelta dei tessuti.
    Hai ragione la fibra di bambù è eccezionale, soprattutto per chi soffre di allergie, ma forse meglio lasciarlo ai gorilla, appunto...ed ai poveri panda ^_*

    Bentornata cara amica, sereno giorno a te!
    Namastè

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  11. Quando trovo abiti etici li compro già, ma devo ammettere che non avevo idea di tutto quello che hai scritto... :-(
    D'ora in avanti starò ancora più attenta!

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  12. Fai bene Adriana, dobbiamo essere consumatori attenti e consapevoli, perchè dietro ad ogni prodotto, potrebbero nascondersi, purtroppo, sfruttamento, dolore e spesso anche morte :-(
    Un abbraccione^^
    Namastè

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