giovedì 1 settembre 2011

Una, nessuna, centomila caste

Alcuni manager pubblici guadagnano persino più dei politici


Quella dei politici non è l'unica casta ospitata dallo stivale. Di certo, è quella di cui si parla di più. Da La Russa a D'Alema, da Schifani a Bersani, da Di Pietro a Vendola, da Giovanardi alla Finocchiaro, sappiamo tutto (si fa per dire) di chi, al governo o in parlamento, amministra la cosa pubblica. Quando l'italiano medio pensa alla "casta", gli vengono subito in mente gli uomini politici, specialmente quelli che amano la comodità dei salottini televisivi.
Amministrare la cosa pubblica è certamente attività assai redditizia, checché ne dicano i diretti interessati, i quali si dichiarano "indifesi" e "mal pagati". L'indennità di base dei parlamentari supera ampiamente i 150mila euro annui. Cesare Salvi e Massimo Villone (autori de "Il costo della democrazia, Mondadori, 2005) chiariscono che a tale somma va aggiunto il valore dei vari benefit (viaggi, soggiorni, ecc.) e che dunque si arriva a un totale di circa 35 mila di euro al mese. In un anno sono oltre 400mila euro. Una cifra che il commesso di un supermercato vedrà durante tutta la vita lavorativa. A un operatore di call center, probabilmente, un'intera esistenza non sarà nemmeno sufficiente.

Sarebbe bello vivere in un Paese senza caste, in cui cioè si guadagna solo ed esclusivamente in base ai propri meriti e alla propria forza di volontà. Nell'attesa di tempi migliori per la democrazia e per l'economia, ci accontenteremmo anche di uno Stato in cui l'unico gruppo di privilegiati è quello formato da ministri, parlamentari, consiglieri regionali e provinciali. I più attenti sanno che ovviamente non è così. C'è chi guadagna molto di più dei politici. E non stiamo parlando dei calciatori o dei piloti di Formula 1 che - pur milionari - in fin dei conti non ci governano, non pesano sulle nostre spalle, né tanto meno ricevono l'incarico da qualche ministro. Parliamo dei manager delle società a controllo pubblico, quelli che dunque vengono pagati direttamente dai cittadini. Sul sito del Sole 24 Ore, non esattamente un quotidiano comunista, spuntano stipendi che ben poco hanno da invidiare a quelli di Lionel Messi, Cristiano Ronaldo o Fernando Alonso. Nel 2009 il più pagato di tutti è stato Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Spa. Ha portato a casa oltre 5,5 milioni di euro.
Non avrà problemi ad arrivare a fine secolo nemmeno Fulvio Conti, a.d. e direttore generale di Enel Spa, che ha incassato più di 3,2 milioni. Paolo Scaroni, a.d. e direttore generale di Eni Spa, si è dovuto accontentare di quasi 3,1 milioni. Fuori dalla top ten, pur guadagnando intorno al miliardo delle vecchie lire, sono Lucio Stanca, a.d. e consigliere di Expo 2015 Spa, e Paolo Garimberti, numero uno della Rai.
Stando ai dati forniti dal Sole 24 Ore, i dirigenti e gli amministratori che nel 2009 hanno guadagnato almeno 100mila euro sono stati oltre un centinaio. A impressione è anche il loro numero complessivo, visto che si aggira intorno alle 20mila unità. Un costo annuo che per lo Stato italiano vale svariati miliardi di euro.
A scandalizzare non sono solo i compensi di questi dirigenti e amministratori (negli altri Paesi dell'Unione Europea sono nettamente più bassi), ma anche le loro modalità di selezione. In molti casi i manager delle aziende pubbliche non sono altro che "i trombati della politica" - scelti dalla politica in base a logiche di spartizione - con pochissima competenza nella materia di cui dovrebbero occuparsi. Ministri e parlamentari, per ovvie ragioni, se li coccolano. I cittadini non sanno nemmeno chi siano. E come non capirli: il numero di persone che in Italia sguazza nel privilegio è così elevato che il cervello umano non sarebbe sufficiente per memorizzarli tutti.

2 commenti:

  1. Le caste sono un grosso male, anche se non è semplice combatterle.

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  2. Ciao Paòlo, caste, mafie, società segrete o meno, circoli esclusivi...l'Italia è incancrenita su questo sistema...ed ogni volta sembra di scoprire l'acqua calda, sollervarsi in una rivoluzione d'indignati, ma poi, come vedi, non succede mai nulla.
    Ci siamo troppo abituati ai papi, re e imperatori...siamo sempre stati così sin dalla caduta dell'impero...ma anche prima.

    Abbraccio^^
    Namastè

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