venerdì 20 aprile 2012

Ayala: "l'Italia è nella merda"


GIUGLIANO IN CAMPANIA - Tutti aspettano devotamente la parola di conforto, il segno della speranza, da chi è uscito vittorioso da tante battaglie condotte in nome della legalità. C’è una scolaresca, allo Chalet 5 stelle, pieno centro della città, che ascolta in religioso silenzio, i foglietti stretti nelle mani con le domande da fare. Ma Giuseppe Ayala, durante la presentazione del suo ultimo libro “Troppe Coincidenze”, tenutasi lo scorso 17 aprile, non concede nulla al buonismo di circostanza. “L’Italia è un Paese nella merda”. Lo dice in giacca a cravatta, il baffo curato da siciliano d’altri tempi, l’immagine di Falcone e Borsellino stampata nella memoria. La sentenza che emette nei confronti alla Seconda Repubblica è dura. Il giudice istruttore del maxi-processo dell’87 vede sprofondare l’Italia nello stesso abisso di scandali, corruzioni e connivenze che hanno portato a Tangentopoli e alle stragi di mafia di vent’anni fa.

“Non sono un disfattista”, precisa, “è solo la realtà di oggi”.
Allora, per farsi capire, ricorre alla crudezza dei numeri, come se le parole fossero poco credibili, logorate dalle ipocrisie della classe politica degli ultimi tempi: “70 miliardi di euro l’anno bruciati in corruzione, 140 miliardi capitalizzati dalla criminalità organizzata, 130 miliardi di evasione fiscale”. Le cita a memoria, sono le cifre che inchiodano l’Italia ad un deficit civile prima che economico. “Ma la gente è migliore dei suoi governanti. Ho girato il Paese da Bolzano a Brindisi, ho visto la parte sana che osserva le regole, si sveglia ogni mattina, si guadagna il pane onestamente”. Le connivenze, però, fra politica e criminalità restano lo stigma della nostra storia. “E’ un problema culturale”, assicura, “che riguarda non solo la politica, ma anche la pubblica amministrazione”. Dietro le stragi di Falcone e Borsellino, del resto, secondo lui non c'era solo la mafia. "Fu la prima cosa che pensai quando mi comunicarono dell'uccisione di Giovanni Falcone"

Lo tsunami di illegalità che travolse quegli anni ora straborda e investe ogni angolo del Paese: “il Nord si è meridionalizzato. Comuni come Bordighera o Desio sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa. Era impensabile dieci anni fa”. Il discorso non può che cadere sul familismo amorale della Lega e sull’inchiesta alla Regione Lombardia. “E’ la linea della palma di cui parlava Sciascia, sale di anno in anno rendendo tutta l’Italia un’estensione della Sicilia”. Piovono gli applausi. Lo scroscio delle mani copre il rumore più sordo, gli smottamenti che fanno sussultare il pubblico. La batosta è difficile da incassare. Poi spunta un dito alzato, un bambino, che ringrazia timidamente, s’impappina un po’, con un filo di voce prova a chiedere del futuro: “i giovani possono cambiare questo Paese?”. Ultima, abissale domanda. La risposta è catoniana: “occorre un cambiamento di mentalità: bisogna capire che ai diritti corrispondono altrettanti doveri. Quando i cittadini, tutti, metabolizzeranno questo, allora l’Italia potrà veramente cambiare”. Ayala ci lascia così, mentre firma autografi, con un po' di luce, una via d’uscita dal tunnel. Da seguire fino in fondo.

6 commenti:

  1. Ne parlavo anch'io oggi, non di corruzione e mafia, ma che siamo nella merda. Come dice Grillo: siamo come Willy il coyote quando ha il vuoto sotto di lui e non cade solo perché non guarda. Noi siamo in sospeso sul burrone, e guardiamo avanti invece di aggrapparci a qualcosa di solido . Strabuzzeremo gli occhi poi? E bum!!!
    :-)

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    1. Sì l'immagine di Willy il coyote è molto efficace :)
      Sì forse è il caso di aprirli gli occhi e di vedere dove siamo finiti...perchè stiamo precipitando davvero, ed il fondo di quel burrone è pieno di guano!
      Un abbraccio caro Dioniso.
      Namastè

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  2. Bellissimo e crudo post! Grazie per la trasparente durezza di queste parole. E' quello che ci vuole.

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    1. Eh sì caro Massimo, a volte definire le situazioni con il nome più appropriato può essere utile...
      Un abbraccio.
      Namastè

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  3. Così in alto così in basso ... ogni popolo ha il governo che si merita ... non è con il giudizio che risolveremo i problemi ... e poi, qual'è il problema la crisi economica, la mancanza di lavoro, l'inquinamento e lo sfruttamento degli uomini e della Terra?
    Se si analizza bene la storia e si guardano i fatti e non le parole ed i proclami si scopre che è da milleni che siamo in crisi e periodicamente si pensa all'arrivo dell'apocalisse ... LORO si stanno divertendo un sacco.
    Hai notato che sia i siti delle varie confederazioni galattiche (con tutte le varie storie alternative) sia gli scritti di esoteristi e teosofi non fanno in pratica alcuna menzione delle società gilaniche ... sono sempre più convinto che quel tipo di società sia quello dei veri terrestri questa è la LORO !!!
    Ciao Rosa, buona domenica.

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    1. Credo che Ayala, essendo un magistrato, faccia riferimento alla corruzione e alla connivenza con le organizzazioni mafiose.
      Sulle società gilaniche sono abbastanza d'accordo con te, credo anche io che siano il modo più naturale di organizzarsi, non frequento più, da molto, i siti delle varie confederazioni galattiche ed affini, che mi convincono sempre meno. Pur ammettendo l'importanza di una visione differente della storia umana. Credo quindi, pur essendo assolutamente vero che ogni popolo ha il governo che merita, che trasferire nel nostro quotidiano la nostra visione del mondo, per contribuire al suo miglioramento possa essere buona cosa...
      Un sereno fine settimana anche a te, grazie!
      Namastè

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