mercoledì 4 aprile 2012

La Grande Nonna Quercia


La parola a Mina, la Grande Nonna Quercia. 

Ciao, io sono la Grande Quercia.
Abito da 200 o 300 anni – boh, non ricordo bene... sai, la memoria fa cilecca – a Castelvetro piacentino, in zona Oppiazzi.

Tu dirai: perché una quercia mi scrive?
Semplice: ho bisogno di te.

Ti racconto la mia storia.

Sono nata per volontà di un uomo che amava molto gli alberi, soprattutto le querce. Diceva che noi querce siamo l’orgoglio dell’uomo perché diventiamo grandi e potenti come lui. Io non sapevo nulla del potere e della grandezza, ero piccola e fragile. Ogni volta che un temporale arrivava io cercavo di ancorarmi più saldamente al terreno, perché temevo che il vento forte mi portasse via.
Crescendo, ho poi imparato che il vento non bisogna ostacolarlo, ma al contrario bisogna ascoltarlo, così sono diventata amica del vento e ho cominciato a giocare con lui.
Diventavo sempre più alta e facevo sempre più fatica a guardare il mondo che si muoveva sotto di me, mi veniva più facile guardare in alto. Anche i miei amici uomini lo facevano sempre, loro sempre in alto guardavano.
Così vidi delle cose che mai avrei pensato di scoprire. Un mondo meraviglioso e oscuro, stelle brillanti e suoni magici. Belloooooo!
Credevo che il mondo fosse solo questo.
Finché un giorno scoprii che esistevano anche altre cose.

Il mio amico, l’uomo che mi aveva dato la vita, non c’era più. Se n’era andato in un mondo lontano che non conoscevo, doveva essere terribile perché tutti quando pronunciano quel nome piangono e ne hanno paura. Il paese è “morte”.
Credevo fosse un paese, poi un giorno ho scoperto che non è così.
La morte non è un paese, ma è un luogo non lontano né vicino, né brutto né bello, è semplicemente il posto in cui andiamo quando il nostro tronco e i nostri rami sono troppo vecchi e non servono più. In quel posto ritroviamo tutto e tutti, ritroviamo coloro che amiamo e che vogliamo ritrovare.
Quante cose che ho imparato nella mia lunga vita! Ho anche scoperto che agli uomini piace pensare che sul pianeta tutto sia loro. Pensano che la terra sia loro, continuano a guardare in alto e non si curano di tutto ciò che calpestano.
Sai, io non ho piedi e mai mi sono potuta spostare da dove sto. Tutto quello che ho imparato l’ho appreso perché ho ascoltato coloro che volevano parlare con me, come gli uccelli, che volano sempre più in alto, ma che sanno guardare in basso. 
Mi piace ascoltare la voce del mondo, ma essendo una nonna quercia ho imparato anche ad ascoltare con il cuore: io leggo nel cuore di tutti. Scopro così molte cose.
La solitudine, per esempio. Molti si sentono soli in questo mondo.
Sai cosa dico io?
La solitudine non è una cosa negativa.
La solitudine è solo un’opportunità di crescita. Non cresci se corri, non cresci se sei circondato dal rumore e cerchi di urlare per farti ascoltare.
La voce del silenzio insegna più di mille professori urlanti. La solitudine ti porta il tuo silenzio, e quel silenzio molti lo hanno sperimentato sotto il mio grande ombrello. I miei rami hanno protetto molti cuori di uomini e donne, bambini e animali che hanno voluto ascoltarmi e che hanno saputo ascoltarsi.
Io sono la Grande Quercia e vivo per amare chi vuole amarsi.
Mi piacerebbe che tu venissi a trovarmi, ma devi fare presto perché l’uomo che guarda sempre in alto mi vuole tagliare.
Al mio posto verrà costruita una grande strada a sei corsie, che farà correre ancora più velocemente l’uomo.
Io non ho paura di morire (ho scoperto che la morte è un bluff), so che vivrei ancora e che poi un giorno ritornerei. Ma penso a tutti quei cuori che non riusciranno più ad ascoltarsi perché saranno circondati dal rumore.
Aiutami.
Io non sono importante, sono solo una semplice creatura che ha bisogno di te.
Dammi una mano: fai sapere quello che vogliono fare.
So di chiederti molto, ma so anche che il tuo cuore è bello e grande. E’ grande come sono grande io.

La Grande Quercia
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Nonna Quercia rischia di essere soffocata dal cemento a causa di un’infrastruttura: il Terzo Ponte, ennesima grande opera inutile, altamente impattante e costosissima. Da anni si parla di costruire questa infrastruttura, lunga 12 km, che dovrebbe collegare la sponda cremonese con quella piacentina, devastando tre aree SIC e ZPS protette dall’Unione europea. Questa opera, definita strategica a livello nazionale, ha dei costi elevatissimi: 220 milioni di euro di denaro pubblico, che in tempo di crisi verrebbe sperperato. Esistono infatti diverse alternative meno impattanti per l’ambiente e meno costose, riportate nel dossier redatto da 20 esperti pubblicato all’indirizzo www.terzoponte.com/CONTROPROGETTO-DOSSIERDOCENTI.pdf.

La cosa più grave è che il Porto Canale di Cremona, dove dovrebbe passare il raccordo, è la zona cremonese a maggior concentrazione di aziende a rischio d’incidente rilevante. Sull’area persistono almeno due aziende che stoccano tonnellate di gpl e gas compressi vari: Abibes, che stocca 9500 tonnellate di gpl, e Sol, che stocca 263 tonnellate di gas tra protossido di azoto, ammoniaca anidra, ossigeno, anidride carbonica CO2, argon, azoto, elio, gas speciali, gpl e nitrato ammonico. Secondo le stime di Centropadane, la società che dovrebbe costruire l’opera, il traffico passerebbe da poche migliaia di veicoli attuali giornalieri in questo tratto fino a 40.000 veicoli al giorno con la nuova infrastruttura; oltretutto in un tratto in cui le corsie autostradali passeranno da quattro a due (una per senso di marcia) e la velocità di tracciato si riduce bruscamente da 140 km/h a 40 km/h.
La tragica vicenda dell’esplosione di una cisterna gpl a Viareggio forse ha insegnato poco… Da un paio d’anni un piccolo gruppo di amici ha denunciato questo scempio attraverso la storia della Grande Nonna Quercia, il simbolo di questa battaglia di tutela ambientale. La pianta è diventata famosa e, sotto la sua imponente chioma, i suoi amici hanno organizzato eventi culturali, sono state raccolte 4000 firme per la petizione a favore della salvaguardia del territorio, sono stati creati i siti web www.terzoponte.com e www.salviamononnaquercia.com e la pagina facebook «salviamo nonna quercia»; è stato anche pubblicato un libro, «La grande quercia – una favola vera» (ordinabile sul sito) per raccogliere fondi. Il comitato, presieduto da Franco D’Aniello dei Mcr e da Omar Pedrini, ha dato vita a un ricorso al Tar del Lazio per fermare per sempre la costruzione di questa infrastruttura. 



8 commenti:

  1. Follia umana. L'inutilità dell'inutile. Abbattere alberi per costruire ponti: perchè?

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    1. Hai detto poche parole, ma precise e chiare.
      Molto di quello che insistono nel voler chiamare progresso è, in realtà, orpello, inutilità, imposizione...perchè? Vorrei saperlo...follia, danaro, potere...o solo stupidità...
      Buona serata Massimo!
      Namastè

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  2. ne esiste una grandissima anche nel salento....potenza della natura!!!

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    1. Sì, lo è...potenza che si mostra in tutta la sua grandiosa bellezza, ma l'uomo riesce con la sua follia a sovrastarla e anche a non vedere...convinto com'è d'esserne il padrone.
      Un abbraccio Cirano!
      Namastè

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    1. Di più cara Galatea! Decisamente di più :(
      Un abbraccio.
      Namastè

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  4. Stiamo costruendo un mondo privo di colori e della bellezza della natura, e per che cosa poi???

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    1. Per un'idea di progresso folle e deformata, che ci oppone alla natura come in un combattimento teso a dimostrare che noi siamo padroni del creato anzicchè parte di esso.
      Buona serata Max, un abbraccio!
      Namastè

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