martedì 22 maggio 2012

Il feudalesimo infinito

Massimo Mazzucco

Continua la penosa abitudine, da parte dei giornalisti italiani, di trattare le elezioni amministrative alla stregua di un torneo calcistico, con "vittorie" e "sconfitte" riportate numericamente sul tabellone elettronico.

"Finisce 14 a 3 per il centrosinistra sul centrodestra (con 2 città al Terzo polo) la seconda tornata dei ballottaggi per le comunali" scriveva la Stampa nel suo articolo di ieri. 
Quando poi si tratta di elencare nel dettaglio i capoluoghi interessati, si parla esplicitamente di città "strappate" e di città "tenute" dall'una e dall'altra fazione: "I candidati di centrosinistra sono riusciti a strappare al centrodestra 9 Comuni, vale a dire Parma, Palermo, Alessandria, Asti, Como, Isernia (dopo 10 anni dominio del centrodestra), Lucca, Monza e Rieti - prosegue l'articolo - Il centrodestra tiene invece a Trapani e Trani, riuscendo anche a strappare Frosinone al centrosinistra."

Sembra di essere ritornati ai tempi del feudalesimo, quando i Visconti di Milano persero alla Serenissima le città di Brescia e Bergamo, oppure quando i Borbone strapparono ai Farnese il granducato di Parma, Piacenza e Guastalla.  
L'importante è tenere il popolo schierato, guelfi contro ghibellini, perdenti contro vincenti, juventini contro milanisti.


Nel frattempo nessuno si domanda che cosa possa significare oggi fare il sindaco in una città italiana, ...

... e se davvero il fatto che abbia vinto una fazione piuttosto che l'altra possa fare ormai una qualunque differenza.

Nessuno si domanda, ad esempio, a che cosa andrà incontro un personaggio come Pizzarotti - neo-eletto sindaco di Parma - che presto potrà assaporare sulla propria pelle l'amara differenza fra l'idealismo dei principi e la dura realtà delle cose. E' bello "essere contro" gli inceneritori, ma quando vai a scontrarti con la mafia del riciclaggio dei rifiuti che cosa succede?

In una sistema ormai annegato nella corruzione e assuefatto al furto legalizzato serve davvero a qualcosa eleggere un sindaco "diverso", una giunta "diversa", o persino - teoricamente, un giorno - un governo "diverso"?

Fino a quando gli italiani continueranno ad illudersi che basti mettere la crocetta "nel posto giusto" per risolvere tutti i problemi della nazione? Fino a quandi continueranno ad illudersi che basti "demandare" ad altri la "missione" del cambiamento, per vederlo avvenire davvero, invece di rimboccarsi le maniche ed operare ciascuno quel cambiamento, prima di tutto su sè stessi e su tutto ciò che ci circonda?

http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3999

8 commenti:

  1. ... mamma mia, la foto è molto significativa ... ma vedi come siamo messi grazie a tutti questi "principi" dell'inchino e della ruffianata, per non dire termine più adeguato! Ma perchè invece di inginocchiarsi davanti a tutti come zerbini non si inginocchiano una volta sola e non si alzano più? La vita di tutti ne risentirebbe in meglio, che lo facciano per il bene della maggioranza. Noi, il paese del nepotismo e dei ruffiani, i quali arrivano in buone posizioni a 60 anni dopo una vita di ...... alla faccia del merito. Ma che vuoi, chi sa lavorare può avere delle pretese, meglio un cialtrone che si inchina, dalla vecchia monarchia VATICANA.

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    1. Dici bene caro Dioniso, monarchia vaticana, questo paese è assuefatto all'inchino, alla raccomandazione, al favore per vie traverse, la scuola vaticana ha profondamente inciso, nel modo d'essere delle genti italiche. Siamo abituati a giustificare la corruttela, il nepotismo...nella nostra testa abbiamo l'ereditarietà non il merito.
      D'alta parte, stampa, politica e sistema, certo non contribuiscono a riscattarci, anzi usano fin dove possono i nostri vizi. Qualche segnale di riscatto si intravede, mentre l'astensionismo continua ad aumentare...ai ballottaggi sono andati al voto meno del 40% degli aventi diritto. Se fosse stato un Referendum non sarebbe valido.
      Loro, per contro continuano a descrivere "vittorie e sconfitte"...quasi giocassimo a Risiko.
      Un abbraccio Dioniso, buona giornata.
      Namastè

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  2. Beh cos'altro si può fare scusa?! Lui ha le sue idee ed ha deciso di scendere in campo in prima persona. Ovvio che ora si ritrova a dover combattere in un mondo corrotto e schifoso, ma meglio lui che certi ideali li ha che gente che parte già arresa e desiderosa di sfruttare la sua nuova posizione per fare i suoi porci comodi. Poi ovviamente si vedrà coi fatti questo neo sindaco cosa farà davvero, perchè a parlare son capaci tutti!

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    1. Senza alcun dubbio l'articolo rappresenta una posizione da non votante (che personalmente condivido e che resta comuque, il partito più forte del paese e l'unico che continua ad aumentare) è, però, assolutamente sicuro che il neo sindaco parmense avrà di fronte a sè mille ed una difficoltà. Il sistema non è certo congegnato e felice di accoglierlo, la "partecipazione" sarà l'unica arma possibile, per portare a termine il mandato e non potrà mollare mai o subire un fase di stanca...questa è, sicuramente, una prova davvero importante.
      I partiti tradizionali si fondano sui vizi degli italiani...e questi vizi rimangono, intatti. Quindi è giusto dire, a mio parere, che il cambiamento deve cominciare proprio noi, da quei vizi che ci portiamo dentro...oppure ogni cosa, ogni tentativo, pur vago, di rinnovamento è destinato a naufragare, contro la forza di un "sistema" che porta in sé l'infezione della propria cancrena.
      Un abbraccio e buona giornata.
      Namastè

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  3. il discorso è vero, l'uso delle parole nasconde un potere che può essere strumentalizzato...però ti giuro che ieri quando ho saputo che a tradate (il comune di riferimento per la mia zona) dopo 19 anni di lega ha vinto un'altra lista...bhe ci siamo sentiti tutti liberati!!! E' finito anche quel medioevo...

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    1. Lo capisco, ma non cambia moltissimo temo. Coloro che sino a ieri hanno accettato l'idea di votare Lega hanno cambiato solo il luogo dove fare la croce, non sono cambiati loro e dovrete comunque continuare a vigilare.
      Un abbraccio cara Lo.
      Namastè

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