lunedì 31 dicembre 2012

LE 10 MULTINAZIONALI PIU’ PERICOLOSE DEL MONDO

FONTE: ECOCOSAS.COM

Non importa dove tu viva, è impossibile scappare alla globalizzazione.
L’unica via d’uscita è informarsi per scegliere con coscienza prima di comprare.

Iniziare a coltivare e a produrre i propri alimenti, ridurre il consumo di petrolio e dei suoi derivati, riforestare, comprare solo il necessario, ascoltare la propria voce interiore invece di quella della pubblicità … sono piccoli passi per sfuggire ai grandi mostri.
E ricordarsi sempre che il potere di scelta è nostro, non diamo loro la soddisfazione di cadere nelle loro grinfie.

venerdì 28 dicembre 2012

Lo sporco business delle cavie umane

tratto da Informasalus



 L’industria farmaceutica delocalizza i test sui farmaci, per risparmiare costi e tempo. Sfruttando anche normative assurde, come quella che ha fatto nascere in India un fenomeno molto simile a una nuova forma di colonialismo.

«Il dottore ci disse che bastava firmare un documento per ricevere le cure di cui aveva bisogno mio padre, e che in questo modo sarebbe guarito completamente. Ma papà non sapeva leggere molto bene, è andato a scuola solo fino a 9 anni». A parlare è Pradeep Gehlot, ragazzo indiano figlio di Krishna, 61enne malato cronico di asma. Dal 2009 aveva accettato la proposta di uno pneumologo di un ospedale pubblico di seguire un “trattamento gratuito”. In realtà era stato inserito in uno delle decine di migliaia di test alle quali le multinazionali del farmaco sottopongono cittadini indiani. Era diventato una cavia umana. Con la complicità della legge locale.

mercoledì 12 dicembre 2012

Il Pellegrinaggio di Maout di Giandiego Marigo

Il Pellegrinaggio di Maout
di Giandiego Marigo
 
Ogni mago è tenuto ad un pellegrinaggio In Erallon, sono le nuove regole della “Signora della magia”, valgono per tutti, persino per Maout, nobile mago minore di fuoco, diplomato. Un romanzo monografico con uno dei personaggi forti della saga principale, un elfo Maout un poco cresciuto rispetto alla storia “grande”. Amo Maout, perchè non cerca di essere diverso da quello che è e perchè mantiene il suo essere elfico anche in tempi di costante cambiamento come quelli che attraversa Erallon all'epoca del racconto in questione, una sorta di finale in appendice della Saga. Un viaggio attraverso il continente in cui il grande regno è collocato e l'incontro con la superbia tracotante e spaccona degli Orchi, ma la storia è da leggere, quindi non vi anticiperò più di tanto. Fantasy classica, ma con espedienti. Spero sinceramente che questo libro vi incuriosisca a sufficienza per farvi desiderare di leggere anche gli altri. Il regno qui tratteggiato è da poco divenuto impero ed il giovane imperatore è preoccupato di garantire un periodo di relativa pace. Il lunghissimo viaggio di Maout tratteggia il continente e promette una continuazione, anche se si tratta di un romanzo unico, una storia a se stante. Il fatto ch'egli venga scelto come romanzo d'esordio vi dà il polso dell'affetto che l'autore nutre per lui. Nell'Est misterioso che ha dimenticato Erallon e l'antico regno Maout troverà molte cose, grandi avventure e strani amici, che gli insegneranno e ci comunicheranno che “gli assoluti” esistono spesso solo a livello concettuale. Un racconto, spero gradevole, che vi accompagnerà nel continente dove Erallon è posizionato. Compaiono un gran numero di personaggi che fanno parte della saga principale e che qui vengono solo accennati, ma che sono “rigorosamente” simili a se stessi...e che per chi si appassionerà di questo mondo fantastico verranno poi ritrovati in altri romanzi. Siamo ora a lasciarvi al corpo principale di questo romanzo...la parole di presentazione servono e non servono, vi auguro buon viaggio con Maout e mi auguro che voi torniate qui...in Erallon per conoscerlo meglio dopo quest'assaggio
 

Per saperne di più:
http://www.lulu.com/shop/giandiego-marigo/il-pellegrinaggio-di-maout/paperback/product-20542329.html

Oppure:
http://www.amazon.it/pellegrinaggio-Maout-Sig-Raffaele-Bassano/dp/1481004344/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1355573137&sr=8-1

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Nota dell'autore 

Fantasy classica, il mio primo libro, per ora su Lulu, ma presto anche su altre piattaforme (essendo un libro editato), questo romanzo io lo trovo molto bello, ma si sa ognuno ama il proprio prodotto. Leggetelo! Mi aiuterete a vivere e credo, vi farete un piacere. Una storia epica, un viaggio che è anche un pellegrinaggio interiore. La fantasy...un pretesto per parlare dell'essere vivente e del suo spirito. L'astrazione poetica, la capacità d'essere d'un altro mondo. Tutte cose che ritroverete in questo libro. Ovviamente anche in E-book.

martedì 11 dicembre 2012

La verità è che non vogliamo cambiare.

di Italo Romano

Siamo in balia dei mercati. Non c’era bisogno di conferma, ma per i duri e puri del politcally correct il problema principale è altrove. In questi giorni assisteremo ad una finta ondata di sdegno e ad un’orda antiberlusconiana, che sia chiaro,  fatta di parole e vuota demagogia.
E’ necessario che il dibattito politico venga sterilizzato da populismo e tendenze mediatiche, di modo da fondere e confondere la “Politica” con le chiacchiere da bar.
L’Italia non è più una democrazia, ma un potentato della mercatocrazia mondiale. Questo, a quanto pare, non interessa a nessuno.
E lo sapete perchè? Perchè nessuno vuole cambiare veramente lo stato delle cose. Siamo consapevolmente drogati dal vuoto farfugliare, siamo conniventi di tutto questo marcio putrido e vogliamo conservare con bramosia la nostra fetta di finto benessere.

sabato 8 dicembre 2012

LA POVERTÀ È IL PIÙ GROSSO BUSINESS CHE I RICCHI ABBIANO MAI INVENTATO


La pubblicazione dei dati Eurostat sull'aumento della povertà e del rischio-povertà in Europa ha suscitato sui media il solito "dibattito", viziato in partenza dal rappresentare l'impoverimento come un "problema", come un effetto indesiderato delle politiche di "rigore". In realtà il bombardamento sociale del "rigore finanziario" non è sostanzialmente diverso dai bombardamenti militari, nei quali l'obiettivo dichiarato è un pretesto non soltanto per il consumismo delle bombe (tanto paga il contribuente), ma anche per fare il maggior numero possibile di "danni collaterali", cioè di vittime civili. Anche il "rigore" è un business, ed il "danno collaterale" della maggiore povertà apre a sua volta nuove frontiere al business. [1]
In questi anni è risultato sempre più evidente il nesso consequenziale tra l'aumento della povertà e la finanziarizzazione dei rapporti sociali. La povertà diventa un business finanziario, costringendo i poveri all'indebitamento crescente.

giovedì 6 dicembre 2012

Uomini che uccidono le donne

UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE  di Fabrizio Lorusso

Qualche giorno fa su Carmilla Marilù Oliva ha trattato il tema della cultura del femminicidio in Italia. Ho scelto alcuni esempi e cercato alcuni testi per specificare quel concetto, così come quello di misoginia, attraverso una breve rassegna. Partiamo dal Messico. Il paese è noto per aver praticamente "inventato" o popolarizzato il termine "femminicidio" che descrive un fenomeno sociale e racconta l'orrore: ci parla, infatti, di vittime, delle centinaia di donne uccise a Ciudad Juárez e, in realtà, in tutto il territorio, per motivi di genere. Ci parla, banalmente, del correttore di word che ancora non ha incluso questa parola nel suo misero dizionario e continua a segnarla in rosso. Ci parla anche della cultura sottostante e della cattiva stampa che la foraggia e la propaga. Infatti, per anni si è fatto credere che nel nord del Messico ci fosse un mostro, un serial killer. Poi si parlò di gang e narcos. Poi di matti e squilibrati. Ma solo negli ultimi 6 o 7 anni si sente parlare seriamente di responsabilità delle autorità, di diritti umani, di connivenze della politica coi delinquenti e, infine, di machismo, maschilismo e cultura del femminicidio. 

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L'orto sinergico del Villaggio Verde (ortometraggio)

Grazie al caro amico  Fernando Boccia

Quando è proprio il caso di dire : pesa, infiocchetta, incarta e porta a casa !!! L'orto sinergico del Villaggio Verde (ortometraggio)! quando l'uomo capira' che la vera tranquillità e in questi gesti e in questi atteggiamenti non nel gridare dietro a 23 idioti in mutande che corrono dietro ad una palla o delle tette e dei culi, o a dei gioielli e vestiti !! Solo allora potremmo pensare di salvarci !!!!

sabato 1 dicembre 2012

Tornado sull’Ilva: ma vogliamo davvero credere alle “maledizioni”?

 
di Enrico Galoppini

Quando ho saputo della “tromba d’aria” che ha investito gli impianti dell’Ilva di Taranto, mi è corso immediatamente un brivido lungo la schiena.
Non è infatti nell’ordine delle probabilità delle cosiddette “cose normali” che un “fenomeno atmosferico” così devastante vada a colpire, con una precisione millimetrica ed una tempistica cronometrica, proprio la fabbrica che in questi giorni sta al centro delle cronache politiche ed economiche italiane.
Ma andiamo per ordine.
L’Ilva è il principale polo siderurgico italiano, ed uno dei principali d’Europa, tanto che l’Italia è seconda solo alla Germania per produzione di acciaio. E quando si parla di acciaio ci si riferisce ad una di quelle “produzioni strategiche” che fanno di una nazione una “potenza”. Una potenza è sovrana, per definizione, se detiene la proprietà e la gestione di settori-chiave quali la moneta, l’esercito, le produzioni strategiche, le comunicazioni e le principali infrastrutture.