venerdì 20 novembre 2020

Dualismi

 

Sono tempi, questi, molto difficili. Tempi in cui molte certezze crollano e la realtà scivola, modificandosi via via sotto i nostri occhi. 

Le persone sono messe alla prova dagli avvenimenti, dal ritmo incalzante di quello che succede loro intorno. 
Molti reagiscono accodandosi al pensiero unico, altri cercando le ragioni di un dissenso più o meno marcato. Questo avviene quasi sempre e su ogni argomento. 
Un osservatore attento però dovrebbe approfondire ulteriormente la sua indagine e comprendere come si manifestino queste “diverse” opinioni. 
I linguaggi sono importanti, perché sono sottesi ai comportamenti e forniscono loro identificazione.

È a questo punto che, per esempio, trovo la cosa sconcertante, perché mi rendo conto di come i linguaggi, pur con argomentazioni diverse siano simili. Troppo simili!

L'uso dell'insulto, del linciaggio di gruppo e parlo, ovviamente, dei social o comunque di quei luoghi come forum o articoli on line, in cui il confronto ed il commento sono possibili.

I comportamenti sono simili a prescindere dalle ragioni, l'uso di luoghi comuni e frasi fatte  è imperante e ricorrente. Poco importa da che parte si stia, ci si esprime nel medesimo modo.

Facendo così il gioco del potere, che sa approfittare biecamente di questa sorta di guerra fra poveri. L'esempio delle discussioni infinite ed inutili attorno alle problematiche sorte attorno alla presunta pandemia sono un esempio lampante.

I presunti allineati cercano spasmodicamente gli altrettanto presunti negazionisti e si scambiano epiteti ed insulti fra loro, come se il mondo e la soluzione dei problemi si realizzasse lì in quell'inutile, verboso scambio di insulti entrambi perdendo di vista la realtà e focalizzandosi sulla polemica; lasciando quindi mano libera a chi, alle spalle di entrambi, sta cambiando il mondo.

Sorge il sospetto (che si fa per me via via certezza) che sia tutto calcolato per distrarre, per focalizzare l'interesse e l'attenzione sul niente, mentre la realtà si modifica altrove.

Questo prescinde le ragioni e non ne ha esigenza sino a divenire polemica, fine a se stessa, totalmente sterile. Forse i registi più o meno occulti del Great Reset hanno calcolato anche questo. Facendo affidamento sulla nostra prevedibilità e sulla facilità con cui ci manipolano buttandoci un osso su cui accanirci, per tenerci lontani dalla tavola in cui si realizzano i giochi.

Rosa Bruno

lunedì 26 ottobre 2020

Durezza emozionale

 


I recenti fatti di Napoli hanno fatto emergere tanta, ma tanta aridità, durezza e miseria morale.  

Ma, mi chiedo, possibile che non capiate e vi sentiate autorizzati al giudizio? Forse la ragione sta nel fatto che non avete mai provato a perdere tutto, o anche solamente a correre il rischio che vi succeda. A me è successo, e forse per questo comprendo la rabbia, la frustrazione, il bisogno di urlare e di piangere. E se anche a qualcuno di voi fosse successo, lo ha di sicuro dimenticato o peggio rinnegato. 

In ogni caso avete permesso che questo vi incarognisse, avete sprecato così un'occasione di "crescita".  Come i migranti italiani diventati razzisti dopo aver mangiato, per anni, pane e xenofobia.

Esprimete giudizi, generalizzate, vi fermate su ipotetiche bandiere, omettete strumentalmente il ruolo della provocazione pre-organizzata. Ignorate il bisogno, la disperazione e vi permettete l'insulto, il disprezzo. Non capite, non volete capire.

E mi fa male, mi dilania questo perchè avviene anche nel raggio delle mie conoscenze, dove supponevo esistessero persone gentili, empatiche, che avevano iniziato a capire.

Non è così. É morta la compassione, l'accoglienza dell'altro, empatia non pervenuta;  resta solo paura, giudizio e, intanto,  il mondo degenera in una sorta di linciaggio morale reciproco.

La guerra di tutti contro tutti, se fossi religiosa mi spaventerei, ma sono solo spirituale e soffro dell'incapacità assoluta di comprendere che l'altro siamo noi.

Certo si moraleggia, ora sul un migrante, ora sul clochard. Ci si riempie la bocca di buone intenzioni, ma al primo momento di prova si manifesta solo egoismo e visione ristretta.

La disperazione degli altri è sempre merda e quella persona che mi sembrava avere sensibilità e disponibilità all'ascolto, alla comprensione... niente,  improvvisamente si trasforma in un conservatore impaurito e mascherato, che dal balcone è disposto a spiare nella casa del vicino per denunciarlo. E così piccoli delatori crescono e l'ombra cupa della follia antisemita rispunta, stesso modello, anche se cambiano i protagonisti della tragedia.

E però non è solo Napoli, non è solo questo momento, non è solo questa fase storica; la degenerazione è totale e colpisce le qualità umane, dividendo il mondo in fazioni e tifoserie diverse ed uguali nella miseria morale, nel vuoto cosmico delle rispettive anime. Aridi, miserabili, cattivi. Pronti ad augurare la morte, a negare la cura, a chiudere tutti in un campo di detenzione. Pronti a seguire vocianti e festosi l'uomo forte di turno. 

Ragazzi, così ci prepariamo da soli la fossa, ipotechiamo il futuro, lo rendiamo cupo, pesante. Non vi va di capire, non volete ascoltare, non leggete, non ammettete dissenso ed opinione, per voi esiste solo la vostra paura, spesso immotivata, che vi fa odiare chi non l'ha, che vi fa morire prima di essere morti.

Alla fine non ascoltate più nemmeno quella che vi piace chiamare scienza, se non dice quel che volete sentire, se non ripete le frasi della televisione e del potere.

Ma alla fine che mi frega, anche queste sono solo parole. In fondo siete, come lo sono io, parte di questo gioco al massacro, in questa Matrix dove ognuno decide quale pillola scegliere. Io ho scelto la mia. 


Rosa Bruno

lunedì 5 ottobre 2020

Letture: PROTOCOLLO CONTAGIO - Franco Fracassi

  Sto leggendo questo libro di cui si è tenuta una presentazione qualche giorno fa a Piacenza. L'autore Franco Fracassi, giornalista d'inchiesta, narra una realtà (tutto documentato peraltro) a dir poco allucinante. Tutti i governi sapevano come e quando saremmo stati travolti dallo tsunami Covid19 ma nessuno ha fatto nulla! Avrebbero potuto e DOVUTO proteggerci e invece hanno preferito non farlo.

  Interessi, potere, geopolitica. In un libro verità, molto interessante che pone domande serissime, le stesse che mi pongo da tempo.

Una lettura che consiglio caldamente. Poi saprete chi ringraziare per quello che ci sta succedendo.
Qui una interessante intervista all'autore:




giovedì 24 settembre 2020

Lager

Ph Brusa

   



  Se guardando le foto di una stalla dismessa viene in mente un campo di concentramento, la cosa dovrebbe farci pensare. In questo caso la forma è contenuto.   Gli esseri umani danno forma alle proprie architetture a seconda dell'uso e del contenuto morale.

  

  Il segno è il medesimo, così come la caccia è parente molto stretta della guerra, lo sterminio animale organizzato lo è del genocidio. Non a caso guerrieri e cacciatori erano sinonimi nell'era del ferro, quando il maschio (gli uomini del ferro) violento e padrone disperse le prime società matriarcali e Gilaniche.

  L'umanità si allena alle proprie brutture sugli animali indifesi, lo si capisce guardando attentamente i luoghi in cui li segrega per sfruttarli.

  Lo chiamano allevamento, ma è la giustificazione filosofico-morale a quel che viene dopo, la legge del più forte e del più ricco, il potere della violenza e della prepotenza, l'accostamento delle moltitudini alle greggi ed alle mandrie. Il pensiero che c'è dietro percorre l' identico solco, ovvero quello del potere, del dominio, del diritto del più forte, del presunto più intelligente, del cinico sul mansueto, il possesso della natura e dei suoi figli. 

  Strada che è poi la stessa che conduce al disprezzo di quel che ci sta intorno, perché l'umanità possiede, non appartiene. Usa, ma non fa parte. Reclama un presunto diritto di piegare la natura al suo volere. 

  Persino i carnivori veri, i predatori, non consumano più di quanto serva loro e si guardano bene dallo sterminare le proprie fonti di cibo e loro almeno sono naturali.

Rosa Bruno


"L'uomo venne prima della caccia e del fuoco, non poteva dunque essere onnivoro." 

Thomas Henry Huxley (1825-1895)

domenica 6 settembre 2020

Alba


Nascita e morte si sovrappongono... in un eterno susseguirsi.

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FRANCO BATTIATO - Torneremo ancora



venerdì 28 agosto 2020

Giorgio Gaber - C'è un'aria





C'è un'aria... che manca l'aria

Attualissimo Signor G!
Parole come frecce lanciate dagli anni novanta verso un futuro per lui prevedibile.

martedì 25 agosto 2020

Chi è negazionista?


Perché negare l'evidenza? Perché non ammettere almeno la possibilità che quello che definiamo Potere sia “congiurante” contro gli interessi popolari?

Se guardassimo alla storia ci renderemmo conto che è avvenuto moltissime volte che un governo, una congrega di potere, un gruppo dominante abbia segretamente trescato per ottenere un risultato mai palesemente rivelato. Il complotto del potere è all'ordine del giorno nella storia.

Se poi leggiamo la storia della filosofia e delle dottrine politiche ci accorgiamo che l'evoluzione umana è un susseguirsi di pretesti del potere per ottenere consenso ai danni dei sottomessi e per consolidare il diritto divino dei pochi.

Eppure è così difficile ammettere che chi governa possa volere il nostro male. Si finge di non vedere anche quello che è evidente, si nega. Si arriva, in alcuni casi a difendere strenuamente le scelte più sciagurate, pur di essere rinfrancati da un'illusione paterna del potere.

Questo è avvenuto nei secoli ed avviene ancora, ci si fa ingannare da contrasti apparenti, da uno scontro fra tifosi e non si vuol vedere l'evidenza dell'unità della classe dominante nel dominio e nel complotto costante.

Un po' come la moglie o il marito traditi, che negano anche a se stessi la possibilità pur di evitare la sofferenza o come le donne abusate che difendono compagni violenti. Una sorta di Sindrome di Stoccolma in cui l'abusato si innamora dell'abusante.

Ammettere che ci stanno trattando come un gregge da macellare sarebbe troppo doloroso, destabilizzante. Costringerebbe al pensiero ed alla reazione, distoglierebbe dall'illusione che tutto, prima o dopo, si sistemi. Eppure è da tempo che abbiamo imboccato una china senza ritorno, da tempo stiamo correndo verso il baratro.

Non solo per i comportamenti di fronte all'odierna epidemia, non solo per la tanatofobia diffusa che fa rintanare in preda ad attacchi di panico, superando anche la voglia di vivere.

In realtà è da tempo che ci si sta comportando in modo folle correndo impazziti verso un punto di non ritorno, nel rapporto con la natura che ci circonda, nei rapporti interpersonali, nei momenti di organizzazione sociale, nell'abbandono metodico degli ultimi. Nel concedere al sistema il progetto di diradarci, quasi fossimo un allevamento o un orticello d'insalata.

Non è solo l'adesione pedissequa ed alquanto terrorizzata alle perorazioni di chi ci racconta l'esistenza di una peste universale fuori controllo o quella acritica di ogni forma di eccessiva cautela immotivata, non solo questo, ma un comportamento diffuso, che va dal modo di consumare al modo di vivere in comunità, dalla rassegnazione alla perdita dei diritti, sino all'incoscienza nel trattamento dei rifiuti, alla compulsione teleguidata al consumo, unita all'incapacità di preservarsi dalla manipolazione mediatica ordita per convincere, ipnotizzare e vendere l'invendibile. 

Il senso critico e l'autocoscienza proteggono dall'ipnosi collettiva è provato, probabilmente lo sappiamo tutti, ma ci si arrende a quello che si ritiene ineluttabile, ma che non lo è affatto.

Pronti ad assentire alla stoltezza pur di conservare l'illusione di una unità di intenti nella corsa comune verso il progresso. Come se non fosse chiaro, lampante, evidente che il futuro che immagina il potere veda molta meno gente abitare un pianeta robotizzato ed automatizzato.


Rosa Bruno

mercoledì 19 agosto 2020

Luoghi di detenzione

L'altra Auschwitz 










Il Foscolo

 «Noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che giovano alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve».

~ Ugo Foscolo ~


giovedì 11 giugno 2020

Chissà, forse ce la possiamo ancora fare...

Questa mattina, in cassa al supermercato, davanti a me una ragazza riponeva gli acquisti nella sua piccola sporta, quando la cassiera le ha comunicato l'importo da pagare, la ragazza con un filo di voce ed in evidente imbarazzo le ha chiesto se poteva togliere qualcosa "magari il pane, posso farne a meno... preferisco tenere il latte per il bambino".
La cassiera, che evidentemente la conosceva, le ha sorriso con gli occhi e le ha detto "non tolgo nulla, ho già chiuso lo scontrino, non preoccuparti, la prossima volta ci aggiusteremo".
Ho guardato la ragazza un solo istante (per evitarle ulteriore disagio) che con voce flebile ringraziava mille volte... gli occhi lucidi e la poca parte del viso non coperta dalla mascherina rossa per l'imbarazzo, mentre si allontanava velocemente verso l'uscita.
A quel punto la cassiera ha preso il suo borsello ed ha estratto la cifra mancante riponendola in cassa.
Poi, scusandosi, per avermi fatto attendere qualche attimo, ha continuato il suo lavoro facendo scorrere gli articoli sullo scanner.
Piccoli gesti che rendono (ancora) umani.

martedì 17 marzo 2020

Ricordati che devi morire

Il virus dei virus! COVID-19 

Insomma, mi ero ripromessa di non parlarne e invece, vista la follia dilagante che si osserva un po' ovunque, ecco che un paio di cose mi vien proprio di buttarle di fuori.
Intanto, vorrei dire che la cosa più grottesca è che moriremo comunque; inesorabilmente quando ci toccherà, come sempre. 
Che poi, voglio dire... potremmo scampare persino ad una pandemia vera, che ne so la peste bubbonica per esempio, murandoci vivi dentro ad un bunker per evitare il contagio e magari schiattare con uno starnuto che ci fa esplodere un aneurisma nel cervello o rotolando giù per le scale. 
Chi può dirlo? 
E allora diamoci una calmata... siamo al ridicolo, ci scapicolliamo in una caccia compulsiva a mascherine e amuchina, con assalti in piena regola ai supermercati. É il delirio!
 
Sembra quasi un film fatto male, una commedia degli errori dove il susseguirsi di una serie di equivoci celi la realtà. 
All'inizio di questa vicenda mi sono chiesta da cosa stessero cercando di distrarci. Ho la pessima abitudine di seguire i miei pensieri, sino ad avere le risposte alle mie domande, non a tutte e non sempre, ovviamente. Però lo svolgersi delle vicende mi sta dando qualche delucidazione. 
Dunque, quel che appare è un'Europa bloccata da un'influenza mooolto contagiosa, impaurita rannicchiata su se stessa, dove politici senza scrupoli e signori della guerra stanno scorrazzando allegramente (unici ormai autorizzati a farlo peraltro).
E l'avvento  di una task force di bombardieri stealth B-2 Spirit ai confini con la Russia sufficienti a far finire il mondo almeno una ventina di volte è, quasi certamente, l'inizio di una risposta.

Ma come possono prenderci così facilmente per il naso, cosa ci accomuna rendendoci così facilmente manipolabili?  Indovinato? Esatto: la paura! L'incapacità di capire che moriremo tutti quando il destino ci chiamerà all'appuntamento e che non sarà un eccesso di auto-protezione, un uomo forte e nemmeno una equipe di medici e scienziati ad evitarlo. 
Da sempre potere e religioni hanno fatto affidamento su questa nostra paura. Per suo tramite ci hanno trasformati in spie, delatori,  in spettatori plaudenti nelle piazze dei loro roghi. 
Eppure è certo, prima o dopo, moriremo! Ma sarebbe bello, nel frattempo vivere, ridere, giocare e non contare i giorni rifugiandoci nelle nostre tane nel tentativo di rimandare il nostro appuntamento. La paura è una protezione, una reazione con cui ci proteggiamo, ma il nostro compito, il motivo per cui siamo qui è superarla e vivere
Se lo faremo nessuno potrà più usarla contro di noi, perché la conosceremo e non ci bloccherà più.

Rosa Bruno

lunedì 6 gennaio 2020

Ma ci siete o ci fate?


Mi rivolgo agli onnivori, anche a quelli "ma io mangio pochissima carne", a quelli che fanno gli animalisti (dicono), a quelli che riempiono le bacheche di appelli per adozioni, che dicono basta animali al circo, che si indignano ed organizzano preghiere collettive per i devastanti incendi in Amazzonia ed in Australia, che sono orripilati e scioccati per le crude immagini di quelle povere creature innocenti arse vive, che per carità assolutamente legittimo, ma che però poi si ingozzano di altre creature innocenti le quali vengono costrette ad una vita e ad una morte atroce per finire sulle loro tavole, nelle loro bocche e pance voraci... 

Bene, proprio a voi mi rivolgo, riflettete signori, svegliatevi, FATE LA CONNESSIONE!!!
Una tra le principali cause del riscaldamento globale sono gli allevamenti intensivi. Riuscite a fare il collegamento o vi serve un disegnino?
Quindi finitela di frignare chè non serve a nulla, se non a voi... a placare il vostro monumentale senso di colpa e sentirvi liberi da responsabilità... non lo siete!
Smettete di mangiare carne e derivati animali; questo sì che libererebbe la vostra coscienza! Eviterebbe devastanti disastri al pianeta... e libererebbe da atroci sofferenze, torture e morte milioni di animali che a scopo alimentare muoiono nell'ordine di:

170 miliardi di animali ogni anno;
oltre 14 miliardi di animali ogni mese;
mezzo miliardo di animali ogni giorno;
19 milioni di animali ogni ora;
oltre 300.000 animali ogni minuto;
oltre 5.390 animali al secondo.
Il numero di animali uccisi ogni 3 ore nel mondo per la nostra alimentazione è pari al numero di abitanti dell'Italia.
Il numero di animali uccisi ogni secondo per la nostra alimentazione è superiore al numero di morti nell'attentato dell'11 settembre contro le Torri Gemelle.
Nella sola Italia vengono uccisi per finire sulle nostre tavole:
2 miliardi e mezzo di animali ogni anno;
225 milioni di animali ogni mese;
8 milioni di animali ogni giorno;
oltre 300.000 animali ogni ora;
5100 animali ogni minuto;
90 animali al secondo.

Dati che non mi sono inventata io, ma reperibili qui: