sabato 10 agosto 2019
lunedì 8 luglio 2019
Connessioni lente
Si sentono spesso onnivori, quelli che con un neologismo chiamiamo carnisti, giustificarsi con un splendido terzetto di luoghi comuni.
Il primo e preferito dagli pseudo amanti dell'ambiente è: “Io mangio pochissima carne”.
L'altro quello prediletto dagli pseudo salutisti ed amanti degli animali è: “Io compro pochissima carne, solo biologica di provenienza contadina e controllata”. Le volte in cui ho sentito queste due scuse sono innumerevoli, persino di più della terza, molto usata: “Io, purtroppo, devo mangiare carne per la mia salute”. Alla prima affermazione è facilissimo rispondere, lo dico spesso, scherzando, ma non troppo "Peccato che l'animale da cui è tratta la tua pochissima carne è, pur sempre, moltissimo morto”. Alla seconda, che viene spesso accampata insieme all'idea che possa esserci un allevamento e quindi una macellazione “accettabile e compatibile, quasi giusta” è, comunque, possibile rispondere in modo esauriente: “Tutte le azioni che abbiano come conclusione la morte sono altrettanto dolorose e spaventevoli per chi muore”. Non è che che allora il fatto che al maiale, al vitello, all'agnello o al pollo venga concesso di giocare con la palla prima di venire ammazzato renda più giusta la sua morte e, soprattutto, non rende meno terribile e atroce la sua esecuzione. Non esiste un modo gentile e simpatico di uccidere, mettetevelo nella testa! Questa risulta una giustificazione sofistica un po' come la scelta fra la ghigliottina e la mannaia o il pretendere che se si ammazza qualcuno a tempo di musica questi sia meno morto che se lo si faccia in silenzio.
L'ultima poi è l'assoluto capolavoro della disinformazione! É ormai scientificamente comprovato che in nessun caso la carne sia indispensabile alla sopravvivenza, nessuna malattia giustifica una dieta carnea.
D'altra parte il danno arrecato alla salute da salumi e carni rosse o bianche che siano è assolutamente certo e verificato.
Ora, io non ho alcuna intenzione di portare avanti una crociata, so che ciascuno arriva alla maturazione spirituale ed alla comprensione dell'unicità del “Principio Naturale” con i propri tempi e nei propri modi... nel frattempo però, per evitare la noia e fracassamenti di zebedei, per favore, evitiamo le arrampicate sugli specchi e l'uso di luoghi comuni.
Rosa Bruno
martedì 25 giugno 2019
Gruppi di appartenenza... (repetita iuvant)
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Ho spesso parlato dei gruppi chiusi (quelli che non amo per nulla), ai quali se non appartieni non esisti.
Parlare di questa realtà, però, non è semplicissimo e si rischia di inoltrarsi ed impantanarsi in discorsi complessi poichè essa deriva da caratteristiche umane fondamentali o quantomeno chi la analizza così afferma.
Si sente discutere molto di unità, di unicità, di ricomposizione. Soprattutto a livello spirituale. Ogni grande religione ci intrattiene sull'importanza di comprendere la necessità dell'unità, della compassione, della relazione profonda ed empatica. Salvo poi affermare di esserne unica depositaria e di possedere l'unica strada possibile verso il Divino e la Verità.
Elaborando poi, di fatto, le giustificazioni morali ed etiche per comportamenti umani terribili e cavalcando le peggiori divisioni e dicotomie che l'umanità stessa riesca a concepire.
Tale contraddizione profonda si riverbera, riversandosi sulla società e divenendo comportamento, proprio perchè inserita profondamente a fondamento del nostro programma vitale ed educazionale.
Ed allora si hanno i gruppi a cui se non appartieni sei fuori dal mondo, le mode, gli atteggiamenti più o meno generalizzati, le congreghe e le lobbies.
Le greggi che sembrano imporre con la propria stessa presenza i comportamenti e che, in realtà, sono guidate verso i loro ovili e macelli.
Sembra essere inserita nel carattere umano tale modalità. Proprio perchè essa viene impartita con il latte materno e posta a fondamento del buon-vivere: appartenere ad un gruppo, essere qualche cosa, qualcuno... cristiano, buddista. americano, italiano, lombardo… altruista, vegano, comunista, mormone o che altro.
Ed i gruppi si intendono come portatori di fiaccole, coacervi di assolute verità innegabili e sacre. I suoi componenti si parlano solo fra loro, con i propri specifici linguaggi, per allusioni e rimandi. Esserne fuori fa, di chi abbia la sventura di esserlo, un essere inferiore o quantomeno lontano dal giusto.
Trattasi di qualcosa molto simile alle sette in realtà, nulla di diverso da quelle che, con prosopopea e roboanza, il mainstream sistemico, quotidianamente condanna.
"Comunque la colpa è sempre al di fuori di NOI, che siamo nel giusto e amiamo il bello. Che abbiamo capito, mentre il resto del creato si dibatte nell'ignoranza".
Sembra ovvio da questa dissertazione che la verità sia fuori da questi comportamenti, ma l'affermarlo porterebbe alla creazione di un sottogruppo di coscienti e quindi non lo farò.
Meglio sarebbe aprirsi, ascoltare, accettare… accarezzare con curiosità e considerazione i diversi equilibri dell'umana capacità di comprendere. Giocando con le ipotesi e comprendendo quanto esse siano, in realtà, descrizioni parziali del medesimo principio; e questo dovrebbe valere sempre, per qualsiasi articolazione del pensiero e dell'azione umana.
Rosa Bruno
domenica 21 aprile 2019
lunedì 18 marzo 2019
Ed ora ce la vorrebbero vendere così?
Per carità, io sono ignorante però mi viene da pensare che ci hanno indotto a consumare e sprecare come se non ci fosse un domani ed ora che (sempre secondo me che sono ignorante) è troppo tardi per fare qualsiasi cosa, cercano di correre ai ripari spruzzando merda nei cieli che ricadrebbe sulle nostre teste e sui terreni che dovrebbero dare i frutti per il nostro nutrimento. (A parte che la geoingegneria esiste da anni ed oltre alla manipolazione del clima viene utilizzata per scopi/esperimenti militari).
Non a caso, infatti, vediamo l'incremento esagerato di malattie croniche e degenerative nonchè tumori anche in bambini molto piccoli ed animali. Certo, ovviamente, morire si deve, no? Ed allora, prima dell' incontro con la nera signora, perché non tenerci ammalati quel tanto che basta a far fruttare un bel po' di quattrini alle multinazionali del farmaco!? Ci sarebbe poi da aprire un capitolo a parte sull'oscuramento del sole che è il nostro più grande alleato per mantenere un buon livello di salute a partire dalla vitamina D ... salvo poi demonizzarne la carenza e prescrivere quantità industriali di D Base farmaceutica. Quando l'intelletto è un optional!
Non a caso, infatti, vediamo l'incremento esagerato di malattie croniche e degenerative nonchè tumori anche in bambini molto piccoli ed animali. Certo, ovviamente, morire si deve, no? Ed allora, prima dell' incontro con la nera signora, perché non tenerci ammalati quel tanto che basta a far fruttare un bel po' di quattrini alle multinazionali del farmaco!? Ci sarebbe poi da aprire un capitolo a parte sull'oscuramento del sole che è il nostro più grande alleato per mantenere un buon livello di salute a partire dalla vitamina D ... salvo poi demonizzarne la carenza e prescrivere quantità industriali di D Base farmaceutica. Quando l'intelletto è un optional!
Non so, io penso semplice, ma penso... e unendo i puntini il quadro mi appare chiaro. Fin troppo chiaro!
Rosa Bruno
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Le "scie chimiche" che possono dimezzare il riscaldamento globale
Secondo uno studio di Harvard, la geoingegneria solare - tecnica di spruzzare sostanze chimiche nell'aria per raffreddare il pianeta - se utilizzata in giuste dosi, può contrastare il cambiamento climatico.
Con l'inquinamento atmosferico in costante aumento, l'idea di difendere il futuro della Terra spruzzando sostanze chimiche nell'aria può sembrare folle. Eppure, un nuovo studiodell'Università di Harvard pubblicato dalla rivista Nature Climate Change prende questa ipotesi in seria considerazione per rallentare il cambiamento climatico. La teoria presa in esame dalla ricerca è quella della geoingegneria solare: rilasciare aerosol di sostanze chimiche nell’atmosfera (una sorta di "scie chimiche") per schermare i raggi solari e abbattere così l’innalzamento delle temperature.....
Leggi tutto l'articolo su: LETTERA43
lunedì 21 gennaio 2019
E se... ?
E se tu dormissi?
E se nel sonno tu sognassi?
E se nel tuo sogno, salissi al cielo e lì cogliessi un mirabile fiore?
E se, al tuo risveglio, quel fiore fosse fra le tue mani?
E se nel tuo sogno, salissi al cielo e lì cogliessi un mirabile fiore?
E se, al tuo risveglio, quel fiore fosse fra le tue mani?
[Samuel Taylor Coleridge]
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