giovedì 30 settembre 2010
Ponte sullo Stretto: Bonelli (Verdi), Berlusconi continua a vendere fumo agli italiani
Angelo Bonelli, Presidente Nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista
ROMA. Berlusconi continua a vendere fumo: mentre gli italiani devono affrontare una crisi che il governo ha deciso di far pagare alle fasce più deboli, tagliando stipendi, sanità e servizi, il Presidente del Consiglio continua a parlare del Ponte sullo Stretto, opera inutile già bocciato dalla Corte dei Conti ed il cui costo è stato recentemente stimato in 8 miliardi di euro.
Quelle sollevate recentemente dalla Corte dei Conti sono le stesse obiezioni che da sempre noi Verdi poniamo al governo Berlusconi su un'opera costosissima e senza alcuna utilità. In particolare le stime sui flussi del traffico sono quelle rilevate nel 2001 e non oggi. Il governo eviti di buttare letteralmente a mare circa 8 miliardi di euro per il Ponte: le vere priorità dell'Italia e del Mezzogiorno sono altre: il precariato, la disoccupazione crescente, la lotta al dissesto idrogeologico, la realizzazione di collegamenti ferroviari efficienti (la maggior parte dei treni al sud viaggia ancora su binario unico) e la realizzazione di una rete idrica per portare l'acqua in città che ancora sono servite da autobotti.
Il Ponte sullo Stretto di Messina è un'opera inutile perché non sarà volano di sviluppo concreto e duraturo nel tempo, visto che la logistica via terra tra la Sicilia e l'Europa rimarrà comunque problematica e asfittica, mentre le regioni del sud avrebbero tutto da beneficiare da uno sviluppo reale delle autostrade del mare. Si tratterebbe solo di un regalo incartato dal governo Berlusconi a favore delle alle lobbies dei costruttori e del cemento realizzato con i soldi dei contribuenti.
Come in un piccolo giardino
In alcuni momenti di fragilità capita di sentire confusione di emozioni e di pensieri, nulla accade come ci aspettiamo.
Si può perdere la ragione e creare sentimenti negativi. E’ il momento di fermarsi, smettere di sprecare energie e riequilibrare il disordine della mente. Osservare le situazioni con pazienza e chiarezza rende ogni circostanza migliore.
Come in un piccolo giardino seminiamo i fiori, lo curiamo con amore, ma non ci aspettiamo di vederlo subito nella sua bellezza, così ogni cosa che facciamo non dà immediatamente risultati, ma questo non significa che nulla avverrà.
Un atteggiamento positivo, una giusta comprensione della realtà delle cose danno fiducia e benessere ai nostri pensieri. E tutto è possibile come noi desideriamo.
“Nell’intima profondità di ciascuno di noi vi è un giardino. Un luogo intensamente personale. Durante la maggior parte della vita, questo giardino rimane nascosto alla vista, eccetto brevi apparizioni nei momenti dei sogni a occhi aperti o di quieta contemplazione… ma molti di noi desiderano ardentemente che questo giardino immaginario diventi realtà“.
Julie Moir Messervy
Di Simona Roveda.
Fonte: http://www.lifegate.it
La fine del miracolo
RIFIUTI. Da martedì il termovalorizzatore di Acerra ha smesso di funzionare. Dopo i due forni, chiusi da mesi, è stata interrotta anche l’attività del terzo. «Problemi strutturali di costruzione», spiegano fonti interne.
Anche il terzo forno dell’inceneritore di Acerra ha smesso di funzionare. Bertolaso ieri mattina, nel corso di un’intervista televisiva a Mattino5, ha minimizzato: «Una tempesta in un bicchiere d’acqua, si è solo rotto un tubicino. Sarà riparato tutto entro stanotte (ieri notte, ndr)». Sta di fatto che ora il termovalorizzatore è completamente fermo. La Parthenope Ambiente, la filiale napoletana del gruppo bresciano A2A che gestisce l’impianto, ha deciso di spegnerlo martedì sera. La società non ne ha spiegato il motivo, ma non si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Gli altri due forni non funzionavano già da diversi mesi.
«Difetti strutturali di costruzione», avevano rivelato fonti interne all’azienda. E, sebbene il capo della Protezione civile dica che di mezzo c’è soltanto «un tubicino», è molto probabile che anche nel terzo forno si siano riscontrati gli stessi gravi problemi. Il primo, come rivelato dal Corriere del Mezzogiorno, è fermo da metà agosto e non sarà riacceso prima della fine di novembre. Il secondo si è spento a settembre e bisognerà attendere dicembre per farlo tornare in funzione. L’inceneritore ha smesso parzialmente dunque di funzionare appena due mesi dopo il collaudo del 16 luglio del 2010, che aveva dato il via libera all’apertura dell’impianto.
«Difetti strutturali di costruzione», avevano rivelato fonti interne all’azienda. E, sebbene il capo della Protezione civile dica che di mezzo c’è soltanto «un tubicino», è molto probabile che anche nel terzo forno si siano riscontrati gli stessi gravi problemi. Il primo, come rivelato dal Corriere del Mezzogiorno, è fermo da metà agosto e non sarà riacceso prima della fine di novembre. Il secondo si è spento a settembre e bisognerà attendere dicembre per farlo tornare in funzione. L’inceneritore ha smesso parzialmente dunque di funzionare appena due mesi dopo il collaudo del 16 luglio del 2010, che aveva dato il via libera all’apertura dell’impianto.
Osho
E poi, credo che il tentativo stesso di convertire qualcuno
sia una violenza;
sia una violenza;
vuol dire interferire con la sua individualità, la sua unicità, la sua libertà."
Altro documento confidenziale sui punti deboli dei reattori nucleari Epr
fonte: www.blogeko.it
La rete antinucleare francese “Sortir du nucléaire” ha ricevuto da una fonte anonima e reso pubblico ieri un altro documento confidenziale proveniente da Edf (Électricité de France) sui punti deboli strutturali – se così si può dire – del reattore Epr in costruzione a Flamanville. Essi sarebbero tali da condurre, in determinate circostanze, a catastrofi tipo Chernobyl.
I reattori Epr sono quelli che l’Italia vuole realizzare per tornare al nucleare. Non esiste ancora un Epr ultimato e funzionante in tutto il mondo. Oltre a quello di Flamanville ne sta sorgendo uno a Olkiluoto, in Finlandia.
Spero sempre che l’Italia cambi celermente idea a proposito del ritorno al nucleare: questione di soldi, oltre che di sicurezza. Proprio su quest’ultimo punto insiste il documento che un’ignota talpa ha passato a “Sortir du nucléaire”.
Qualche mese fa “Sortir du nucléaire” ha pubblicato il primo documento proveniente da Edf, non datato e non firmato, in cui si diceva che determinate modalità di controllo del reattore nucleare Epr possono causare l’esplosione del reattore stesso in seguito all’espulsione dei gruppi di controllo che permettono di moderare la reazione nucleare.
I reattori Epr sono quelli che l’Italia vuole realizzare per tornare al nucleare. Non esiste ancora un Epr ultimato e funzionante in tutto il mondo. Oltre a quello di Flamanville ne sta sorgendo uno a Olkiluoto, in Finlandia.
Spero sempre che l’Italia cambi celermente idea a proposito del ritorno al nucleare: questione di soldi, oltre che di sicurezza. Proprio su quest’ultimo punto insiste il documento che un’ignota talpa ha passato a “Sortir du nucléaire”.
Qualche mese fa “Sortir du nucléaire” ha pubblicato il primo documento proveniente da Edf, non datato e non firmato, in cui si diceva che determinate modalità di controllo del reattore nucleare Epr possono causare l’esplosione del reattore stesso in seguito all’espulsione dei gruppi di controllo che permettono di moderare la reazione nucleare.
Le svuotiamo rapidamente. Primo studio sulla situazione delle falde sotterranee d’acqua
fonte: www.blogeko.it
Stentate a capacitarvi del fatto che stiamo esaurendo le riserve d’acqua dolce e che siamo al “picco dell’acqua”? Il primo studio mai effettuato sulla situazione globale delle falde sotterranee d’acqua aiuta a capire meglio.
Stiamo prosciugando le falde d’acqua sempre più in fretta: nessuno sa quanta acqua esista sottoterra e fino a quando potremo continuare a sfruttarla con questi ritmi; sta di fatto che l’acqua estratta dal sottosuolo prima o poi finisce in mare, facendone aumentare il livello di 0,8 millimetri l’anno.
E se non vi sembra granchè, pensate a quanto sono grandi mari ed oceani: coprono circa il 70% della superficie terrestre.
Le falde si riempiono continuamente grazie alla pioggia e alla neve che filtrano dalla superficie. Ma questo fenomeno avviene con ritmi molto più lenti rispetto all’estrazione.
Il risultato? Ogni anno le falde del pianeta si impoveriscono di un volume d’acqua pari a 283 chilometri cubi.
Lo studio della situazione in cui versano le falde sotterranee d’acqua è opera di un gruppo di scienziati guidato da Mark Bierkens dell’Università di Utrecht. Sta per uscire sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, pubblicata dall’American Geophysical Union che, data l’importanza del tema, ha anticipato il succo attraverso un comunicato stampa.
Stiamo prosciugando le falde d’acqua sempre più in fretta: nessuno sa quanta acqua esista sottoterra e fino a quando potremo continuare a sfruttarla con questi ritmi; sta di fatto che l’acqua estratta dal sottosuolo prima o poi finisce in mare, facendone aumentare il livello di 0,8 millimetri l’anno.
E se non vi sembra granchè, pensate a quanto sono grandi mari ed oceani: coprono circa il 70% della superficie terrestre.
Le falde si riempiono continuamente grazie alla pioggia e alla neve che filtrano dalla superficie. Ma questo fenomeno avviene con ritmi molto più lenti rispetto all’estrazione.
Il risultato? Ogni anno le falde del pianeta si impoveriscono di un volume d’acqua pari a 283 chilometri cubi.
Lo studio della situazione in cui versano le falde sotterranee d’acqua è opera di un gruppo di scienziati guidato da Mark Bierkens dell’Università di Utrecht. Sta per uscire sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, pubblicata dall’American Geophysical Union che, data l’importanza del tema, ha anticipato il succo attraverso un comunicato stampa.
mercoledì 29 settembre 2010
LE LIMITAZIONI EUROPEE SUI PRODOTTI DI MEDICINA ERBORISTICA TRADIZIONALE
tratto da: www.saluteolistica
traduzione di Cristina Bassi
Ecco le limitazioni-chiave in EU dei Prodotti di Medicina Erboristica Tradizionale:
1. Discriminazione contro tradizioni erboristiche non europee: richiedendo almeno 15-30 anni di uso all’interno della EU, come base per stabilire un uso tradizionale e di lunga durata. La base di questo prerequisito è la supposta variazione sugli standards della vigilanza sul farmaco nelle varie regioni, implicando con ciò che gli standards al di fuori della EU siano inferiori di quelli della EU. Questo provvedimento svantaggia seriamente l’ Ayurveda, la Medicina tradizionale cinese, quella del sud est asiatico, quella tibetana, dell’Amazzonia e quella delle tradizioni dell’Africa del sud, che sono tra le tradizioni salutistiche più antiche e sviluppate nel mondo, che si basano sulla botanica.
2. Possono essere respinte alcune particolari combinazioni di prodotti erboristici. L’ “uso tradizionale” secondo il THMPD (Traditional Herbal Medicinal Products) si basa su un uso di un’ erba individuale o specifica combinazione di erbe. Quindi esso previene l’uso di combinazioni nuove o innovative che possano venir sostenute dalla nuova scienza.
1. Discriminazione contro tradizioni erboristiche non europee: richiedendo almeno 15-30 anni di uso all’interno della EU, come base per stabilire un uso tradizionale e di lunga durata. La base di questo prerequisito è la supposta variazione sugli standards della vigilanza sul farmaco nelle varie regioni, implicando con ciò che gli standards al di fuori della EU siano inferiori di quelli della EU. Questo provvedimento svantaggia seriamente l’ Ayurveda, la Medicina tradizionale cinese, quella del sud est asiatico, quella tibetana, dell’Amazzonia e quella delle tradizioni dell’Africa del sud, che sono tra le tradizioni salutistiche più antiche e sviluppate nel mondo, che si basano sulla botanica.
2. Possono essere respinte alcune particolari combinazioni di prodotti erboristici. L’ “uso tradizionale” secondo il THMPD (Traditional Herbal Medicinal Products) si basa su un uso di un’ erba individuale o specifica combinazione di erbe. Quindi esso previene l’uso di combinazioni nuove o innovative che possano venir sostenute dalla nuova scienza.
bambini che spariscono nel nulla -dati del Viminale
tratto da: Humanita uomo
Dal 1° gennaio 1974 al 31 ottobre 2009 si è accertato che le persone persone scomparse in Italia ancora da rintracciare sono in totale 25.871,
di cui 10.755 cittadini italiani
e 15.116 cittadini stranieri,
quelli maggiorenni sono 15.103 di cui 8.761 italiani
e 6.342 stranieri.
I minori sono, invece, 10.768,
di cui 1.994 italiani
e 8.774 stranieri.
La differenza, rispetto al dato rilevato al 31 marzo 2009 è di 1.067 unità in più e di 1.318 in più rispetto al 31 dicembre 2008.
Le regioni ove il fenomeno continua ad assumere particolare rilievo sono il Lazio, la Lombardia , la Campania, la Sicilia ed il Piemonte
Alla data 31 ottobre 2009, secondo quanto risulta dalle analisi effettuate dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il fenomeno dei minori scomparsi in generale continua a destare preoccupazione per l’entità dei dati riferiti. Tuttavia, è necessario ribadire che la questione deve essere inquadrata nel più ampio contesto relativo ai flussi migratori riguardanti anche i minori stranieri non accompagnati. In particolare, la categoria dei minori scomparsi per allontanamento dagli istituti e comunità di affido risulta essere quella con il maggior numero di casi registrati: 1.775 in totale, di cui 1.539 stranieri e 236 italiani
Solo nell’anno in corso e fino alla data del 31 ottobre, i minori allontanatisi dagli istituti e comunità sono stati in totale 567, di cui 439 stranieri, (312 di età compresa fra i 15 e i 17 anni), e 128 italiani (81 di età compresa fra i 15 e i 17 anni).
Le sottrazioni di minori da parte di un genitore o di un congiunto sono pari a 134 unità, 86 italiane e 48 straniere. Di queste, considerato solo l’anno in corso fino al 31 ottobre 2009, sono state registrate dallo SCO 108 sottrazioni di minori, di cui 54 di stranieri e 54 di italiani.
Le persone di maggiore età scomparse in Italia e ancora da rintracciare, secondo quanto risulta dalle statistiche del Servizio Analisi Criminale della Polizia di Stato sono, a partire dal 1974 e sino al 31 ottobre scorso, 15.103, in maggioranza italiani, 8.761. Le persone di età superiore ai 65 anni scomparse in Italia, rispetto al 31 dicembre 2008, sono 60 in più.
LA TRAGEDIA NASCOSTA DEGLI ESPERIMENTI DELLA CIA SUI BAMBINI
tratto da: www.comedonchisciotte.org
DI H.P. ALBARELLI JR. E DR. JEFFREY S. KAYE
Truth-out.org
Bobby ha sette anni, ma questa non è la prima volta che viene sottoposto a elettroshock. E' la sua terza volta. In tutto, durante il prossimo anno, Bobby sperimenterà otto sessioni di elettroshock. Posto sul tavolo, è tenuto fermo da due assistenti di sesso maschile, mentre il medico gli mette una soluzione sulle tempie. Bobby lotta con i due uomini che lo tengono giù, ma i suoi sforzi sono inutili. Grida e cerca di divincolarsi. Uno degli assistenti cerca di mettergli in bocca una spessa zeppa di gomma. Gira la testa bruscamente e grida: "Lasciami andare, ti prego. Non voglio stare qui. Per favore, lasciami andare". Il medico di Bobby sembra irritata e gli dice: "Dai adesso, Bobby, cercare di comportarti come un ragazzo grande, sta fermo e rilassati". Bobby gira la testa verso la donna e apre la bocca per la zeppa che gli impedisce di mordersi la lingua. Inizia a piangere in silenzio, le piccole spalle tremano e irrigidisce il corpo contro quello che sa è in arrivo.
Truth-out.org
Bobby ha sette anni, ma questa non è la prima volta che viene sottoposto a elettroshock. E' la sua terza volta. In tutto, durante il prossimo anno, Bobby sperimenterà otto sessioni di elettroshock. Posto sul tavolo, è tenuto fermo da due assistenti di sesso maschile, mentre il medico gli mette una soluzione sulle tempie. Bobby lotta con i due uomini che lo tengono giù, ma i suoi sforzi sono inutili. Grida e cerca di divincolarsi. Uno degli assistenti cerca di mettergli in bocca una spessa zeppa di gomma. Gira la testa bruscamente e grida: "Lasciami andare, ti prego. Non voglio stare qui. Per favore, lasciami andare". Il medico di Bobby sembra irritata e gli dice: "Dai adesso, Bobby, cercare di comportarti come un ragazzo grande, sta fermo e rilassati". Bobby gira la testa verso la donna e apre la bocca per la zeppa che gli impedisce di mordersi la lingua. Inizia a piangere in silenzio, le piccole spalle tremano e irrigidisce il corpo contro quello che sa è in arrivo.
Maria ha soltanto cinque anni. Si siede su una piccola sedia dallo schienale dritto, muovendo le gambe avanti e indietro, canticchiando le stesse quattro note continuamente. La sua testa, incorniciata in un groviglio di riccioli d'oro, si muove su e giù con ogni nota. Per i primi tre anni della sua vita, Maria ha creduto di essere una bambina per lo più normale. Poi, dopo che cominciò a comportarsi in modo strano, è stata data ad una famiglia affidataria. Il padre e la madre non la volevano più. Era diventata troppo strana per il padre, il cui alcolismo annebbiava ogni consapevolezza della sua giovane figlia.
Da Cochabamba a Venezia
fonte: www.terranews.it
Maria Fiano (Terra a Nordest)
MOBILITAZIONI. Il Comitato Acqua bene comune, insieme a Oscar Olivera, ha rilanciato la battaglia per il referendum.
A Venezia ieri sera il Comitato Acqua Bene Comune (Abc) ha rilanciato le mobilitazioni per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua grazie alla presenza nel gremito teatro dei Frari di Oscar Olivera, Coordinadora en defensa del agua y la vida che ha discusso con Vilma Mazza, RiGAS, Rete Italiana Giustizia Ambientale e Sociale.
Dobbiamo tornare indietro di dieci anni: aprile del 2000. La Guerra dell’Acqua di Cochabamba è il primo conflitto in nome dell’oro blu: un evento spartiacque che ha aperto gli occhi al mondo sui limiti di un sistema economico globale che arriva a togliere l’acqua agli esseri umani in nome dello sfruttamento e dei profitti. Nel settembre del 1999 in Bolivia la multinazionale statunitense Bechtel assume la gestione del servizio idrico a Cochabamba, la terza città della Bolivia, mettendo di fatto alla sete l’intera popolazione.
Il costo dell’acqua diventa immediatamente insostenibile: il prezzo viene triplicato, vengono imposti l’obbligo di acquisto di permessi per accedere alla risorsa e addirittura un sistema di licenze per la raccolta dell’acqua piovana. Dopo un anno di gestione il 55% degli abitanti continua a non avere accesso all’acqua.
Dobbiamo tornare indietro di dieci anni: aprile del 2000. La Guerra dell’Acqua di Cochabamba è il primo conflitto in nome dell’oro blu: un evento spartiacque che ha aperto gli occhi al mondo sui limiti di un sistema economico globale che arriva a togliere l’acqua agli esseri umani in nome dello sfruttamento e dei profitti. Nel settembre del 1999 in Bolivia la multinazionale statunitense Bechtel assume la gestione del servizio idrico a Cochabamba, la terza città della Bolivia, mettendo di fatto alla sete l’intera popolazione.
Il costo dell’acqua diventa immediatamente insostenibile: il prezzo viene triplicato, vengono imposti l’obbligo di acquisto di permessi per accedere alla risorsa e addirittura un sistema di licenze per la raccolta dell’acqua piovana. Dopo un anno di gestione il 55% degli abitanti continua a non avere accesso all’acqua.
martedì 28 settembre 2010
LE ERBE MEDICINALI ILLEGALI IN EUROPA DAL 1° APRILE 2011!
tratto da: www.saluteolistica.blogspot.com
traduzione a cura di Cristina Bassi
traduzione a cura di Cristina Bassi
Nella sintesi e traduzione che seguono, si evidenzia la gravissima decisione europea contro la libertà di cura e le medicine erboristiche tradizionali.
UN PESSIMO PESCE D'APRILE 2011: 1° di aprile 2011 tutte le erbe medicinali praticamente diventeranno illegali nell’Unione Europea.
L’industria farmaceutica e quella agroalimentare hanno quasi completato il loro assalto su tutti gli aspetti della salute: dai cibi che mangiamo al modo col quale decidiamo di "curarci" quando stiamo male.
Nessun dubbio: questo loro arraffare ci deruberà di quel poco di salute che ci era rimasto.
La European Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD) è stata emanata il 31 marzo 2004 ed ha reso operative delle regole per l’uso dei prodotti erboristici che erano precedentemente commercializzati sul libero mercato.
Tale direttiva richiede che per tutte le preparazioni di erbe si debba passare attraverso le stesse procedure dei farmaci. Non importa se un’erba è stata liberamente utilizzata per millenni. I costi di queste - nuove - procedure sono ampiamente superiori a quelli affrontabili dalla maggior parte dei produttori - esclusa ovviamente le grandi industrie farmaceutica ed agroalimentare. Per avere un’idea, si parla di costi oscillanti fra i 100.000 ed i 150.000 € per erba; se poi si tratta di un composto, ogni erba deve essere trattata separatamente.
UN PESSIMO PESCE D'APRILE 2011: 1° di aprile 2011 tutte le erbe medicinali praticamente diventeranno illegali nell’Unione Europea.
L’industria farmaceutica e quella agroalimentare hanno quasi completato il loro assalto su tutti gli aspetti della salute: dai cibi che mangiamo al modo col quale decidiamo di "curarci" quando stiamo male.
Nessun dubbio: questo loro arraffare ci deruberà di quel poco di salute che ci era rimasto.
La European Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD) è stata emanata il 31 marzo 2004 ed ha reso operative delle regole per l’uso dei prodotti erboristici che erano precedentemente commercializzati sul libero mercato.
Tale direttiva richiede che per tutte le preparazioni di erbe si debba passare attraverso le stesse procedure dei farmaci. Non importa se un’erba è stata liberamente utilizzata per millenni. I costi di queste - nuove - procedure sono ampiamente superiori a quelli affrontabili dalla maggior parte dei produttori - esclusa ovviamente le grandi industrie farmaceutica ed agroalimentare. Per avere un’idea, si parla di costi oscillanti fra i 100.000 ed i 150.000 € per erba; se poi si tratta di un composto, ogni erba deve essere trattata separatamente.
L’Onu boccia le elezioni in Birmania
Credibili solo con San Suu Kyi libera
Le prossime elezioni in Birmania saranno credibili soltanto se la giunta militare al potere rimetterà in libertà la leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi: è quanto emerso da una riunione dell’Onu consacrata a questo argomento. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha dichiarato i partecipanti hanno “chiaramente ribadito la necessità di un processo elettorale più trasparente e al quale tutti possano partecipare”.
“I suoi membri hanno chiesto che vengano adottate misure per la liberazione di prigionieri politici, tra cui Aung San Suu Kyi.
Questo è essenziale perché le elezioni possano essere considerate credibili e per contribuire alla stabilità e allo sviluppo della Birmania”, ha detto il segretario generale dell’Onu. La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, assegnata agli arresti domiciliari e per questo esclusa da ogni forma di candidatura alle elezioni legislative, sarà autorizzata a votare, il 7 novembre prossimo. Un permesso che, in ogni caso, non varrà per il giorno delle elezioni, quando il Premio Nobel per la Pace sarà costretta a rimanere a casa per evitare contatti con i suoi sostenitori e gli oppositori all’attuale governo. Per la leader democratica, infatti, le autorità locali starebbero pensando a un voto anticipato.
Questo è essenziale perché le elezioni possano essere considerate credibili e per contribuire alla stabilità e allo sviluppo della Birmania”, ha detto il segretario generale dell’Onu. La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, assegnata agli arresti domiciliari e per questo esclusa da ogni forma di candidatura alle elezioni legislative, sarà autorizzata a votare, il 7 novembre prossimo. Un permesso che, in ogni caso, non varrà per il giorno delle elezioni, quando il Premio Nobel per la Pace sarà costretta a rimanere a casa per evitare contatti con i suoi sostenitori e gli oppositori all’attuale governo. Per la leader democratica, infatti, le autorità locali starebbero pensando a un voto anticipato.
Il 7 novembre prossimo si svolgeranno in Birmania le prime elezioni legislative degli ultimi 20 anni. Il partito di Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (LDN), è stato sciolto prima dello scrutinio.
Maroni dà i numeri e vuole espellere anche i cittadini comunitari
Gli stranieri irregolari sono scesi “da circa 10mila a mille” in due anni e “regolari passati invece da 2032 nel 2006 a 1037 nel 2010”.
Questi i numeri forniti dal ministro leghista Maroni, che ha parlato di un piano di intervento “che funziona e dà buoni risultati”.
“Vogliamo continuare a completarlo – ha precisato al termine del vertice in Prefettura a Milano – perchè vogliamo dare un segnale molto netto in vista di scadenze importanti come quella del prossimo anno con l’allargamento dell’area Schenghen probabilmente alla Romania”. Secondo Maroni, a Milano inoltre, con la firma del “Patto per la sicurezza” due anni fa, “è partita l’iniziativa di intervento sui campi nomadi abusivi per dare una sistemazione a un fenomeno che nessuno aveva gestito fino ad allora”.
Drammatiche le condizioni dei rifugiati afgani
fonte: Humanita uomo
PESHAWAR, Pakistan, settembre 2010 (IPS) - Quando non stanno cercando di recuperare ciò che resta della loro casa o di aiutare i familiari ammalati, molti rifugiati Afgani si lanciano alla rincorsa dei veicoli che attraversano la Great Trunk Road che collega Peshawar a Islamabad, capitale del Pakistan.
La disperazione è tale che almeno cinque donne sono state investite e uccise mentre cercavano di raggiungere un camion che credevano carico di aiuti. Le alluvioni che hanno inondato il nord-ovest del Pakistan più di un mese fa hanno devastato il paese. Secondo il governo, 20 milioni di persone sono state colpite dal disastro, più di un abitante su dieci.
Ma non è chiaro se la stima includa anche i rifugiati afgani, quasi 1.7 milioni, concentrati nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, a nord-ovest del paese.
I rifugiati afgani sostengono che la loro situazione non rientra certo tra le priorità del governo, considerando i milioni di pakistani vittime del disastro.
Secondo l’Alto Commissariato Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), i campi dei rifugiati afgani nei 17 distretti di Khyber Pakhtunkhwa sono stati sommersi dalle alluvioni che hanno distrutto più di 12,600 abitazioni lasciando 85,800 rifugiati senza una casa.
Centinaia di migliaia di persone sono rimaste praticamente senza cibo e acqua e si sono così ammalate. Trovare un medico è difficilissimo.
“Sono giorni che corro da una parte all’altra per cercare qualche soldo e far ricoverare i miei 3 bambini in ospedale”, dice Rasool Shah, 31 anni. “Nel campo avevo un piccolo negozio che è stato distrutto, adesso non ho più niente”.
Ma non è chiaro se la stima includa anche i rifugiati afgani, quasi 1.7 milioni, concentrati nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, a nord-ovest del paese.
I rifugiati afgani sostengono che la loro situazione non rientra certo tra le priorità del governo, considerando i milioni di pakistani vittime del disastro.
Secondo l’Alto Commissariato Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), i campi dei rifugiati afgani nei 17 distretti di Khyber Pakhtunkhwa sono stati sommersi dalle alluvioni che hanno distrutto più di 12,600 abitazioni lasciando 85,800 rifugiati senza una casa.
Centinaia di migliaia di persone sono rimaste praticamente senza cibo e acqua e si sono così ammalate. Trovare un medico è difficilissimo.
“Sono giorni che corro da una parte all’altra per cercare qualche soldo e far ricoverare i miei 3 bambini in ospedale”, dice Rasool Shah, 31 anni. “Nel campo avevo un piccolo negozio che è stato distrutto, adesso non ho più niente”.
" PoesiAmo "
Le parole possono esser di fuoco.
Bruciar segnando, la carta in cui le scrivi.
Incendiar popoli infiammando nazioni.
Incenerire i potenti
senza pietà senza nessun ricordo
Scaldare, rinfrancando i cuori e l’anime
Le parole possono essere d’acqua
Incendiar popoli infiammando nazioni.
Incenerire i potenti
senza pietà senza nessun ricordo
Scaldare, rinfrancando i cuori e l’anime
Le parole possono essere d’acqua
Sorreggere e cullare nutrire od affogare
Come la pioggia o il fiume distruggere o irrigare
Unire il mondo poi con bianche vele
Separarlo infine anche d’abissi
di scrosci e di terribili tempeste
Le parole possono esser d’aria
Come la pioggia o il fiume distruggere o irrigare
Unire il mondo poi con bianche vele
Separarlo infine anche d’abissi
di scrosci e di terribili tempeste
Le parole possono esser d’aria
se non respiri muori eppur fatte di niente
Riempir di vento l’anime a percorrere il cielo
Oppur cercate e non trovate…mai.
Sfuggenti alla memoria come vento
Riempir di vento l’anime a percorrere il cielo
Oppur cercate e non trovate…mai.
Sfuggenti alla memoria come vento
come i sogni di una notte… evanescenti
La parole possono esser di terra
Come la madre avvolgere quei semi
per farli nascer poi, d’insanabile bellezza.
O seppellirli soffocarli ucciderli
senza pietà occultandoli persino alla memoria
Ciò che non c’è, non lo puoi ricordare
Sono scritte sulla sabbia
una folata, un refolo
non ve n’è più traccia
Sono scolpite nella roccia
Il tempo, l’acqua, il vento
ma non le sai tu non le puoi scordare
Io uomo fatto di parole
Io che con loro scrivo
Io che con loro vivo
Io…sì…vorrei saper tacere.
Marigo Giandiego
per farli nascer poi, d’insanabile bellezza.
O seppellirli soffocarli ucciderli
senza pietà occultandoli persino alla memoria
Ciò che non c’è, non lo puoi ricordare
Sono scritte sulla sabbia
una folata, un refolo
non ve n’è più traccia
Sono scolpite nella roccia
Il tempo, l’acqua, il vento
ma non le sai tu non le puoi scordare
Io uomo fatto di parole
Io che con loro scrivo
Io che con loro vivo
Io…sì…vorrei saper tacere.
Marigo Giandiego
lunedì 27 settembre 2010
Birmania: al regime piace vincere facile
(foto: Asianews)
fonte: www.unimondo.org
Il 25 per cento dei seggi garantiti ai militari. I detenuti politici esclusi dalla competizione. Così finisce che Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari, che scadranno, ironia della sorte o astuzia del regime, una settimana dopo il voto, è fuori dai giochi. E la sua esclusione ha provocato disaccordi e scissioni all’interno di una opposizione da anni imbavagliata e praticamente ininfluente. La “Road Map for democracy”, come la giunta militare birmana ha volute chiamare il programma pluriennale di avvicinamento alle elezioni del 7 novembre, suona come una enorme beffa per i cittadini di uno dei Paesi più poveri al mondo.
L’appuntamento all’urna, dopo 20 anni di dittatura, ha tutti i presupposti di una “farsa”. Al regime piace vincere, facile, senza avversari. E per questo non ha lasciato nulla al caso. Con una opposizione nel caos, che per mesi ha litigato sull’opportunità di prendere parte o meno al voto, la vittoria dei militari sembra ancora più scontata.
Dove l’infanzia trascorre lavorando "Stop Child Labour"
Sono 306 milioni i bambini sfruttati
Dal numero totale vanno isolati i 115 milioni di minori impegnati in occupazioni pericolose, oppure costretti nel mercato del sesso. Il fenomeno risulta più esteso in Asia e nel Pacifico. Nell’Africa subsahariana sono invece 65 milioni. La campagna “Stop Child Labour”
Dal numero totale vanno isolati i 115 milioni di minori impegnati in occupazioni pericolose, oppure costretti nel mercato del sesso. Il fenomeno risulta più esteso in Asia e nel Pacifico. Nell’Africa subsahariana sono invece 65 milioni. La campagna “Stop Child Labour”
Ci sono quelli visibili, ai quali ci si abitua nel vederli, piccoli come sono, stracarichi di fagotti lungo le strade di Mumbai, di Lima o a Lagos. Ma ci sono anche quelli che non si vedono, di cui non si sa nulla e che sono – se possibile – i più numerosi, i più fragili. Secondo i dati ILO 2010 (Organizzazione Internazionale del Lavoro), nel mondo ci sono 306 milioni di bambini economicamente attivi, 215 milioni di bambini il cui lavoro è sfruttato e 115 milioni esposti a lavori rischiosi e alle peggiori forme di sfruttamento (sessuale, traffico, ecc.). I bambini e le bambine che lavorano si concentrano per lo più in Asia e nel Pacifico, dove sono 113,6 milioni. In Africa Sub Sahariana il dato è in preoccupante ascesa: si contano 65 milioni di minori sfruttati.
I bambini lavoratori, tuttavia – tema al centro di una campagna del Cesvi, ma che impegna anche altre Ong come Terre des Hommes, Save the Children e organizzazioni come la Cgil – non sono una realtà che riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli ad economia in via di transizione e quelli industrializzati, dove la percentuale dei minori lavoratori rappresenta l’1%. In Italia, secondo l’ISTAT, lavorano 144.000 bambini tra i 7 e i 14 anni; e di questi, 31.500 sono da considerarsi veri e propri casi di sfruttamento. Ma per l’Ires – CGIL la cifra è di 400 mila bambini; questa stima è confermata anche da un’indagine realizzata dall’Istituto Nazionale Consulenti del Lavoro nel 2007 e dal rapporto pubblicato da Telefono Azzurro Eurispes nel Novembre 2007. Le differenze tra queste stime dimostrano che il fenomeno nel nostro Paese è ancora poco analizzato.
Imponente aumento del prezzo del cibo. Vertice straordinario della Fao sulla crisi alimentare
tratto da: www.blogeko.it
Il mondo rischia una nuova crisi alimentare, come quella del 2007-08, ma la causa è la speculazione finanziaria e non il clima impazzito. Infatti, nonostante siccità e alluvioni, quest’anno si prevedono raccolti di grano e di riso da record.
E’ il succo del vertice straordinario organizzato dalla Fao (l’agenzia per l’agricoltura e l’alimentazione dell’Onu) e svoltosi venerdì in seguito all’imponente rialzo dei prezzi di alcuni generi alimentari che si è verificata negli ultimi mesi.
Da luglio, il prezzo del mais sui mercati internazionali è aumentato del 40%. Quello del grano del 60-80%. Tutto è cominciato con l’ondata di calore che ha colpito la Russia: il raccolto di grano è risultato sensibilmente inferiore alle previsioni, e il Governo ha deciso di bloccare le esportazioni.
Eppure, secondo la stima della Fao, in tutto il mondo il raccolto di grano in questo 2010 sarà appena inferiore dell’1% a quello dell’anno scorso, e il terzo più grande mai registrato nella storia umana.
E il riso? Nonostante le inondazioni in Pakistan e in Cina, la Fao nel “Crop Prospects and Food Situation” di questo mese si attende un raccolto globale superiore del 3% rispetto a quello dell’anno scorso. Dovrebbe essere il più grande raccolto di riso mai registrato nella storia umana.
Le scorte alimentari sono ben più consistenti di quelle del 2008. Inoltre produzione e domanda di cereali sono sufficientemente in equilibrio, dice la Fao.
Bisognerebbe dirlo a quel miliardo circa di esseri umani che, ogni sera, va a letto con la pancia vuota e a tutti gli altri che, a causa dei prezzi sempre più alti, si trovano in difficoltà a riempire le pentole e i piatti.
Il prezzo del grano e della farina, riconosce la Fao, in luglio e agosto è aumentato del 24% in Afghanistan, del 23% in Mongolia, del 22% in Tagikistan, del 21% in Bangladesh, del 19% in Kyrgyzstan. In Pakistan i prezzi sono aumentati in media dell’8% solo nella prima settimana di settembre.
Oltretutto si tratta di Paesi poveri – è bene sottolineare – dove l’acquisto del cibo assorbe la maggior parte del reddito. Rincari del genere strangolano qualsiasi possibilità di sfamarsi.
Se i raccolti di grano e di riso sono da record, come mai i prezzi aumentano in questo modo spropositato? Acquisti dettati dal panico e speculazione finanziaria, risponde la Fao. Ovvero: non mangi? E’ il mercato, bellezza.
Il comunicato stampa a conclusione del vertice della Fao: l’instabilità dei prezzi è la maggior minaccia alla sicurezza alimentare
Dalla Fao il Crop Prospects and Food Situation del settembre 2010
Foto Flickr
Il mondo rischia una nuova crisi alimentare, come quella del 2007-08, ma la causa è la speculazione finanziaria e non il clima impazzito. Infatti, nonostante siccità e alluvioni, quest’anno si prevedono raccolti di grano e di riso da record.
E’ il succo del vertice straordinario organizzato dalla Fao (l’agenzia per l’agricoltura e l’alimentazione dell’Onu) e svoltosi venerdì in seguito all’imponente rialzo dei prezzi di alcuni generi alimentari che si è verificata negli ultimi mesi.
Da luglio, il prezzo del mais sui mercati internazionali è aumentato del 40%. Quello del grano del 60-80%. Tutto è cominciato con l’ondata di calore che ha colpito la Russia: il raccolto di grano è risultato sensibilmente inferiore alle previsioni, e il Governo ha deciso di bloccare le esportazioni.
Eppure, secondo la stima della Fao, in tutto il mondo il raccolto di grano in questo 2010 sarà appena inferiore dell’1% a quello dell’anno scorso, e il terzo più grande mai registrato nella storia umana.
E il riso? Nonostante le inondazioni in Pakistan e in Cina, la Fao nel “Crop Prospects and Food Situation” di questo mese si attende un raccolto globale superiore del 3% rispetto a quello dell’anno scorso. Dovrebbe essere il più grande raccolto di riso mai registrato nella storia umana.
Le scorte alimentari sono ben più consistenti di quelle del 2008. Inoltre produzione e domanda di cereali sono sufficientemente in equilibrio, dice la Fao.
Bisognerebbe dirlo a quel miliardo circa di esseri umani che, ogni sera, va a letto con la pancia vuota e a tutti gli altri che, a causa dei prezzi sempre più alti, si trovano in difficoltà a riempire le pentole e i piatti.
Il prezzo del grano e della farina, riconosce la Fao, in luglio e agosto è aumentato del 24% in Afghanistan, del 23% in Mongolia, del 22% in Tagikistan, del 21% in Bangladesh, del 19% in Kyrgyzstan. In Pakistan i prezzi sono aumentati in media dell’8% solo nella prima settimana di settembre.
Oltretutto si tratta di Paesi poveri – è bene sottolineare – dove l’acquisto del cibo assorbe la maggior parte del reddito. Rincari del genere strangolano qualsiasi possibilità di sfamarsi.
Se i raccolti di grano e di riso sono da record, come mai i prezzi aumentano in questo modo spropositato? Acquisti dettati dal panico e speculazione finanziaria, risponde la Fao. Ovvero: non mangi? E’ il mercato, bellezza.
Il comunicato stampa a conclusione del vertice della Fao: l’instabilità dei prezzi è la maggior minaccia alla sicurezza alimentare
Dalla Fao il Crop Prospects and Food Situation del settembre 2010
Foto Flickr
domenica 26 settembre 2010
Aspettative...Osho
Smetti di soddisfare le aspettative degli altri, perché in questo modo puoi solo arrivare al suicidio. Non sei qui per soddisfare le aspettative di nessuno e nessuno è qui per soddisfare le tue. Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue.
Questo è ciò che chiamo individualità. Rispetta la tua individualità e quella degli altri. Non interferire mai nella vita di qualcuno e non permettere a nessuno di interferire nella tua. Solo così potrai un giorno crescere e diventare spirituale.
Il novantanove per cento delle persone si suicida, la loro vita è un lento suicidio. Soddisfare queste aspettative, quelle aspettative… un giorno quelle del padre, un giorno della madre, un giorno della moglie, del marito, e poi dei bambini – anche loro si aspettano qualcosa. Poi c’è la società, i preti e i politici. Intorno a te, tutti si aspettano qualcosa. E tu, poverino, sei lì, un semplice essere umano – mentre il mondo intorno a te si aspetta questo o quello. E tu non puoi soddisfare queste aspettative, perché sono contraddittorie.
Sei diventato matto cercando di soddisfare le aspettative di tutti. E non ci sei riuscito. Nessuno è contento. Sei perso, esaurito, e nessuno è contento. Chi non è contento con se stesso non può essere contento di te. Qualunque cosa tu faccia, troveranno il modo di essere scontenti di te, perché non sono capaci di essere contenti.
La felicità è un’arte che va imparata. Non ha nulla a che vedere con ciò che fai o non fai. Invece di cercare di soddisfare gli altri, impara l’arte della felicità.
Questo è ciò che chiamo individualità. Rispetta la tua individualità e quella degli altri. Non interferire mai nella vita di qualcuno e non permettere a nessuno di interferire nella tua. Solo così potrai un giorno crescere e diventare spirituale.
Il novantanove per cento delle persone si suicida, la loro vita è un lento suicidio. Soddisfare queste aspettative, quelle aspettative… un giorno quelle del padre, un giorno della madre, un giorno della moglie, del marito, e poi dei bambini – anche loro si aspettano qualcosa. Poi c’è la società, i preti e i politici. Intorno a te, tutti si aspettano qualcosa. E tu, poverino, sei lì, un semplice essere umano – mentre il mondo intorno a te si aspetta questo o quello. E tu non puoi soddisfare queste aspettative, perché sono contraddittorie.
Sei diventato matto cercando di soddisfare le aspettative di tutti. E non ci sei riuscito. Nessuno è contento. Sei perso, esaurito, e nessuno è contento. Chi non è contento con se stesso non può essere contento di te. Qualunque cosa tu faccia, troveranno il modo di essere scontenti di te, perché non sono capaci di essere contenti.
La felicità è un’arte che va imparata. Non ha nulla a che vedere con ciò che fai o non fai. Invece di cercare di soddisfare gli altri, impara l’arte della felicità.
L'inconscio e le Hawaii
tratto da: www.ilcambiamento.it
di Giancarlo Tarozzi
Nel mondo della crescita personale, purtroppo, periodicamente esistono le 'mode' che portano alla ribalta tecniche e visioni estremamente valide e profonde per consumarle troppo spesso in maniera superficiale, senza mai andare veramente a fondo.
Cessato il periodo dell'India, di Sai Baba, degli Hare Krishna, della meditazione trascendentale; quello degli alieni, della New Age, dei cristalli delle vibrazioni; quello dei tibetani e del Dalai Lama; poi ancora dei Nativi americani, dello Sciamanesimo e così via...
Tutte cose estremamente valide e importanti ma consumate e digerite troppo spesso come una moda culturale o intellettuale, come un modo di vestire la filosofia del momento.
Adesso molti iniziano a parlare delle tecniche Hawaiiane, quelle Kahuna, lo stesso Ho'oponopono comincia a essere abbastanza conosciuto, ancora una volta in maniera anche molto approssimativa.
Parlando con Kalani Souza a Big Island, nelle Hawaii, è uscito fuori che, al di là di tutte le speculazioni del momento, uno degli elementi fondamentali della tradizione hawaiiana, dello stesso Ho'oponopono è la necessità di consapevolizzare fino in fondo l'enorme potere che ha l'inconscio, gli schemi che esso crea, al punto da rendere molto spesso inefficaci tecniche quali quelle del pensiero positivo o della visualizzazione creativa e così via.
10 Ottobre, marcia per la pace del lodigiano
(Foto di www.lodisolidale.it)
Dopo il grande successo della prima edizione tornano a sventolare le bandiere arcobaleno per rivendicare il diritto all'acqua ancora oggi negato in molti paesi.
Lodi-Lodivecchio-Tavazzano-Casalmaiocco
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
09.00Ritrovo in Piazza della Vittoria a Lodi e saluto ai partecipanti. Riflessione sui diversi temi della Marcia.
9.30Partenza accompagnata da Musica col gruppo percussionista Tam Tam D’Afrique e dj set mobili.
10.00Arrivo a Lodivecchio e rinfresco a cura di…! Free Water!
11.00Arrivo a Tavazzano e rinfresco grazie a…! Free Water!
13.00Arrivo a Casalmaiocco e riflessioni finali della Marcia con ospiti Padre Zanotelli, Flavio Lottie altri..
•Concerti di Band locali emergenti e non solo!
•Mostre fotografiche di …
•Letture sceniche a cura di …
•Interventi di …
•Spazio Giocoleria, free writing e skaters!
•Stand di associazioni e molto altro ancora!
Per aderire:
Mail: pace@comune.lodi.it
tel. 0371.409304
Web: www.lodisolidale.org
Il pranzo è al sacco o nelle osterie del luogo.Il comune di Casalmaiocco ha predisposto ampie zone di parcheggio. Per il rientro è possibile prendere un treno alla stazionediTavazzano o San Zenone. Son previste navette e cavalli per il tragitto Casalmaiocco –Tavazzano –San Zenone. Orari Fs disponibili durante la marcia.
La Russa alza bandiera bianca: stop ai militari a scuola, voglio la mini-naia
fonte: www.ilmanifesto.it
Il ministro della Difesa si ritira ma ricorda che le lezioni dell'esercito in classe sono iniziate quando governava il centrosinistra
La Russa alza bandiera bianca. Un buon segnale. «E' un progetto voluto dal centrosinistra che non ho bloccato perché condivido. Si tratta solo di sport olimpici. Comunque la mia intenzione, e ne parlerò con il ministro Gelmini, è quello di chiuderlo l'anno prossimo e utilizzare questi fondi per la mini-naja». Insomma, il ministro della Difesa alza le mani e boccia il progetto Allenati per la vita, ma è solo per rilanciare. La mini-naja, infatti, è una vacanzina premio per ragazzi dai 18 ai 30 anni che vogliono passare tre settimane nelle caserme vestiti da militari. Spesa prevista: 19,8 milioni di euro in tre anni. Per lo meno sono maggiorenni e la scuola pubblica non c'entra.
Meglio così. Volete sapere cosa hanno nella testa questi ex militari dell'Unuci che su calorosa spinta dei ministri Gelmini e La Russa ancora per quest'anno addestrano i soldatini delle scuole lombarde? I loro «valori», del resto, valgono ancora come credito formativo per gli studenti della scuola pubblica italiana. Intanto dei motivetti cult niente male, come Surfin'bird dei Trashmen, un classico reso indimenticabile da Kubrick in Full metal jacket: fa da colonna sonora al video Italian Raid Commando, e sono esercizi di tiro. Sì, ma quelli sono militari, direbbe Gelmini, se avesse qualcosa da dire invece che affidarsi al suo ufficio stampa. Allora andatevi a vedere su Youtube il training day organizzato dall'Unuci di Bergamo.
La Russa alza bandiera bianca. Un buon segnale. «E' un progetto voluto dal centrosinistra che non ho bloccato perché condivido. Si tratta solo di sport olimpici. Comunque la mia intenzione, e ne parlerò con il ministro Gelmini, è quello di chiuderlo l'anno prossimo e utilizzare questi fondi per la mini-naja». Insomma, il ministro della Difesa alza le mani e boccia il progetto Allenati per la vita, ma è solo per rilanciare. La mini-naja, infatti, è una vacanzina premio per ragazzi dai 18 ai 30 anni che vogliono passare tre settimane nelle caserme vestiti da militari. Spesa prevista: 19,8 milioni di euro in tre anni. Per lo meno sono maggiorenni e la scuola pubblica non c'entra.
Meglio così. Volete sapere cosa hanno nella testa questi ex militari dell'Unuci che su calorosa spinta dei ministri Gelmini e La Russa ancora per quest'anno addestrano i soldatini delle scuole lombarde? I loro «valori», del resto, valgono ancora come credito formativo per gli studenti della scuola pubblica italiana. Intanto dei motivetti cult niente male, come Surfin'bird dei Trashmen, un classico reso indimenticabile da Kubrick in Full metal jacket: fa da colonna sonora al video Italian Raid Commando, e sono esercizi di tiro. Sì, ma quelli sono militari, direbbe Gelmini, se avesse qualcosa da dire invece che affidarsi al suo ufficio stampa. Allora andatevi a vedere su Youtube il training day organizzato dall'Unuci di Bergamo.
30 bambini autistici a rischio abbandono
fonte: www.laveracronaca.com
L’Anffas Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, è una grande associazione non lucrativa di utilità e promozione sociale, che riunisce genitori, familiari ed amici di persone con disabilità affinché sia loro garantito il diritto ad una vita libera, tutelata e il più possibile indipendente. E’ presente da più di 50 anni sull'intero territorio, dove attualmente opera, prevalentemente su base di volontariato, con 181 associazioni locali, 16 organismi regionali e 45 enti autonomi, garantendo quotidianamente servizi e supporto ad oltre 30.000 persone disabili. Il prezioso lavoro di Anffas si svolge sia nelle sedi dell’Unione Europea che nelle piccole realtà locali: tuttavia la sede di Ostia, nella Regione Lazio, attualmente è a rischio chiusura totale di tutti i servizi.
La Asl Roma D, infatti, non paga l’associazione da Settembre 2009 e ha imposto, senza un perché, le dimissioni di 30 bambini autistici al centro di anomale peripezie burocratiche da svariati anni, con la conseguente chiusura dei progetti a loro destinati. I debiti di tale Asl verso l’associazione ammontano, per il solo autismo, a circa 700.000.00 euro e, in assoluto, a quasi 2 milioni. La Regione, anche in tempi recenti, aveva garantito pubblicamente la risoluzione dell’intera questione, ma di fatto le strutture pubbliche competenti continuano a non fornire le risorse economiche necessarie, imprescindibili per l’operatività dell’associazione in merito ai progetti di aiuto e assistenza socio-sanitaria verso i bambini autistici.
La Asl Roma D, infatti, non paga l’associazione da Settembre 2009 e ha imposto, senza un perché, le dimissioni di 30 bambini autistici al centro di anomale peripezie burocratiche da svariati anni, con la conseguente chiusura dei progetti a loro destinati. I debiti di tale Asl verso l’associazione ammontano, per il solo autismo, a circa 700.000.00 euro e, in assoluto, a quasi 2 milioni. La Regione, anche in tempi recenti, aveva garantito pubblicamente la risoluzione dell’intera questione, ma di fatto le strutture pubbliche competenti continuano a non fornire le risorse economiche necessarie, imprescindibili per l’operatività dell’associazione in merito ai progetti di aiuto e assistenza socio-sanitaria verso i bambini autistici.
Gran Bretagna, regina chiese soldi destinati ai poveri per riscaldare Buckingham Palace
fonte: PeaceReporter
Lo rivela l'Independent: nel 2004 la regina Elisabetta ha provato a ottenere fondi da un programma di assistenza ai poveri
I saloni di Buckingham Palace sono enormi e in qualche modo vanno riscaldati. Così la regina Elisabetta, nel 2004, chiese di poter accedere ad un fondo destinato alle classi meno abbienti. A svelare la storia è il quotidiano Indipendent che ha ottenuto la documentazione grazie al Freedom of Information Act.
Il Ministro per la Cultura, i Media e lo Sport, incaricato di vigilare sui conti dei Windsor negò il denaro. “Se si dovesse scoprire che Sua Maestà ottiene soldi destinati a un ospedale, la stampa andrebbe a nozze”, aveva scritto un funzionario del ministero in una e-mail indirizzata alla Corona. “Mi dispiace non poter essere più positivo”.
I fondi erano destinati a scuole, case popolari e ospedali che non potevano provvedere al riscaldamento. In una precedente lettera al ministro un collaboratore della Corona aveva definito “insostenibili” i costi che quell'anno erano raddoppiati.
Il denaro ottenuto sarebbero serviti a rimpiazzare quattro caldaie a Buckingham Palace e nel castello di Windsor. La regina provò ad avere i fondi nonostante il patrimonio personale si aggiri attorno ai 290 milioni di sterline e comprenda case, gioielli e opere d'arte. In aggiunta ogni anno la famiglia reale riceve un appannaggio di 38 milioni per le “spese correnti”.
Il Ministro per la Cultura, i Media e lo Sport, incaricato di vigilare sui conti dei Windsor negò il denaro. “Se si dovesse scoprire che Sua Maestà ottiene soldi destinati a un ospedale, la stampa andrebbe a nozze”, aveva scritto un funzionario del ministero in una e-mail indirizzata alla Corona. “Mi dispiace non poter essere più positivo”.
I fondi erano destinati a scuole, case popolari e ospedali che non potevano provvedere al riscaldamento. In una precedente lettera al ministro un collaboratore della Corona aveva definito “insostenibili” i costi che quell'anno erano raddoppiati.
Il denaro ottenuto sarebbero serviti a rimpiazzare quattro caldaie a Buckingham Palace e nel castello di Windsor. La regina provò ad avere i fondi nonostante il patrimonio personale si aggiri attorno ai 290 milioni di sterline e comprenda case, gioielli e opere d'arte. In aggiunta ogni anno la famiglia reale riceve un appannaggio di 38 milioni per le “spese correnti”.
25 settembre a Roma vince Passaparola contro la Vivisezione
Si è svolta con successo, ieri 25 settembre a Roma, ( ed anche a Napoli, Cagliari, Catania, Milano e Torino) la
Ne racconta con inconfondibile maestria Doriana Goracci in un suo articolo/reportage
pubblicato sul sito www.reset-italia.net di cui consiglio la lettura.
Buona domenica a tutti
Namastè
Namastè
Riflesso
La realtà è uno specchio.
Guardaci dentro e sorridi - l'immagine sorriderà a sua volta.
Se lanciamo maledizioni allo specchio, allora anche l'immagine ci maledirà.
Dio non infligge mai punizioni o giudizi.
Sono le nostre azioni negative a rimbalzare nelle nostre vite come riflessi provenienti dal grande specchio cosmico.
Oggi fai un'azione positiva cosicché l'energia positiva si rifletta su di te.
tratto da: Luigi Boschi
sabato 25 settembre 2010
L’inceneritore? Come una sacher per un diabetico o un obeso.
fonte: www.luigiboschi.it
Ma il vero inceneritore siamo noi! Una dipendenza da consumi e stili di vita devastanti. Togli la sacher, ma restano le patologie.
Incontro al Paganini sull'inceneritore. Il mio plauso a chi ha sostenuto economicamente l'iniziativa: "Farmacia dell'Annunziata". Questo al di là del sì o del no, ma per aver permesso di organizzare un incontro pubblico documentato sul tema ambientale e sullo smaltimento rifiuti. Ancor più interessante sarebbe stato se vi fosse stato un confronto scientifico sulle tesi contrapposte. Nei Teatri e negli Auditorium si dovrebbero dibattere le scelte strategiche della polis circoscritte invece nelle segrete Giunte e nei ridicoli Consigli Amministrativi, una parodia democratica.
Ma il vero inceneritore siamo noi! La nostra dipendenza da stili di vita e consumi devastanti!
Noi che ce ne freghiamo della fonte della vita; noi che trattiamo la natura senza riguardo; noi che ce ne sbattiamo degli allevamenti intensivi, dei mattatoi; noi che facciamo finta di non sapere cosa avviene con la vivisezione; noi che consumiamo di tutto senza chiederci se è necessario, come è imballato, cosa ci sta dietro e dentro! Noi che deridiamo l'etica dei consumi, allettati dalle coreografiche vetrine, dalla libido dell'apparenza. Noi che abbiamo mitizzato alcol, fumo, droghe. Noi pronti ad assumere e strapagare ogni tipo di veleno... ad offrirlo per ospitalità!... non importa se nuoce. Noi disposti ad annullare ogni virgulto di talento, di ingegno, per la stupida ripetizione e il dopo lavoro! Noi pronti ora a fare le "barricate" contro una tecnologia che ripropone solo noi stessi. Perché non le facciamo per sconfiggere la nostra stupidità, i nostri comodi, le nostre ingiustizie? Perché non sappiamo fare le barricate contro chi abusa delle forme più deboli di vita? Perché non le ergiamo contro le devastazioni delle fazioni ideologiche?
Noi che ce ne freghiamo della fonte della vita; noi che trattiamo la natura senza riguardo; noi che ce ne sbattiamo degli allevamenti intensivi, dei mattatoi; noi che facciamo finta di non sapere cosa avviene con la vivisezione; noi che consumiamo di tutto senza chiederci se è necessario, come è imballato, cosa ci sta dietro e dentro! Noi che deridiamo l'etica dei consumi, allettati dalle coreografiche vetrine, dalla libido dell'apparenza. Noi che abbiamo mitizzato alcol, fumo, droghe. Noi pronti ad assumere e strapagare ogni tipo di veleno... ad offrirlo per ospitalità!... non importa se nuoce. Noi disposti ad annullare ogni virgulto di talento, di ingegno, per la stupida ripetizione e il dopo lavoro! Noi pronti ora a fare le "barricate" contro una tecnologia che ripropone solo noi stessi. Perché non le facciamo per sconfiggere la nostra stupidità, i nostri comodi, le nostre ingiustizie? Perché non sappiamo fare le barricate contro chi abusa delle forme più deboli di vita? Perché non le ergiamo contro le devastazioni delle fazioni ideologiche?
Obiettivi del Millennio - Bolivia. “Senza il FMI stiamo meglio di prima”
“Quando la Bolivia seguiva i dettami del Fondo Monetario Internazionale il paese non riusciva a sollevarsi. Ora che ci siamo liberati del FMI e della Banca Mondiale prevediamo di liberarci socialmente, culturalmente, finanziariamente ed economicamente. Senza il Fondo Monetario Internazionale stiamo meglio di prima”. Questa la coraggiosa dichiarazione che il presidente della Bolivia Evo Morales ha fatto durante il suo intervento in occasione dell' Vertice di Alto Livello delle Nazioni Unite per verificare lo stato di avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a cinque anni dalla scadenza.
A New York Morales ha affermato che il suo paese registra dei successi nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio proprio grazie alla fine della sua sottomissione al Fondo Monetario Internazionale sottolineando che l'indipendenza finanziaria raggiunta dalla Bolivia si riflette nel miglioramento della situazione sociale, nella riduzione della povertà, e nei miglioramenti nella gestione economica.
“Prima di essere eletto presidente, la riserva internazionale della Bolivia era di 1.700 milioni di dollari. Adesso siamo arrivati a 9.000 milioni di dollari in quattro anni e mezzo di presidenza. Nel 2005 gli investimenti pubblici erano meno di 600 milioni di dollari, oggi si aggirano a 2.300 milioni, dei quali il 70% è di origine nazionale e il 30% arrivano dalla cooperazione o dai crediti internazionali” ha dichiarato Morales.
Il presidente boliviano ha ricordato che i “pacchetti” imposti dal FMI nel suo paese hanno causato instabilità sociale e morti, affermando che il mondo necessita di organizzazioni finanziarie internazionali che non esercitino ricatti ne condizioni per aiutare le nazioni in via si sviluppo.
Video shock: cattura di primati in Estremo Oriente per la vivisezione
http://www.youtube.com/user/lavpalermo
Ho trovato questo video shock sull'ottimo sito di Luigi Boschi.
Sito, che consiglio di visitare, per varietà ed importanza dei contenuti.
Namastè
Namastè
A Roma contro la vivisezione
MANIFESTAZIONE. Oggi a Roma le strade si riempiranno di quanti chiamano queste pratiche “tortura”, di chi condanna l’uso che la ricerca fa degli animali, di chi crede che siano vane e che si possa fare altrimenti.
Ogni anno in Italia oltre un milione di animali viene destinato alla vivisezione. Si tratta per lo più di gatti, cani, furetti, primati e cavalli. Catturati nel loro ambiente naturale e allevati all’interno di grandi laboratori, vengono sottoposti a ogni tipo di esperimento. Il termine vivisezione non si riferisce, infatti, solo al sezionamento da vivo di un animale, ma ad un più largo sistema di pratiche. Basti pensare che la maggior parte dei prodotti chimici, dai pesticidi ai detersivi, prima di arrivare nello scaffale di un supermercato viene testato sugli animali.
Antidolorifici e anestetici sono spesso banditi dai tavoli dei laboratori perché si ritiene che la loro somministrazione possa interferire con i risultati dell’esperimento. E per non sentire il lamento delle cavie, si taglia loro le corde vocali. Oggi a Roma le strade si riempiranno di quanti chiamano queste pratiche “tortura”, di chi condanna l’uso che la ricerca fa degli animali, di chi crede che siano vane e che si possa fare altrimenti. L’appuntamento è previsto per le 15 a Piazza della Repubblica.
A convocare la manifestazione è l’intero movimento antivivisezionista italiano, contrariato dalle ultime norme europee che confermano di fatto la possibilità di utilizzare esseri viventi per la ricerca scientifica. Bersaglio delle loro lotte è il Green Hill, l’unico allevamento di cani destinati alla vivisezione rimasto in Italia e tra i principali attori del mercato europeo. Dentro i capannoni dello stabilimento di Montichiari, in provincia di Brescia, sono rinchiusi circa 2.500 beagle.
Non ci sono spazi all’aperto, né luce naturale, e i cani destinati ai laboratori nascono e crescono nelle gabbie. Chi si schiera contro queste pratiche non riconosce alcuna utilità agli esperimenti sugli animali, nega la tesi dell’estensibilità dei risultati agli uomini e accusa le case farmaceutiche di farne un alibi nell’eventualità venissero citate per danni in tribunale. Per rompere un sistema ormai consolidato e ribadire la propria contrarietà alla vivisezione, oggi in tanti porteranno le proprie ragioni in piazza.
Antidolorifici e anestetici sono spesso banditi dai tavoli dei laboratori perché si ritiene che la loro somministrazione possa interferire con i risultati dell’esperimento. E per non sentire il lamento delle cavie, si taglia loro le corde vocali. Oggi a Roma le strade si riempiranno di quanti chiamano queste pratiche “tortura”, di chi condanna l’uso che la ricerca fa degli animali, di chi crede che siano vane e che si possa fare altrimenti. L’appuntamento è previsto per le 15 a Piazza della Repubblica.
A convocare la manifestazione è l’intero movimento antivivisezionista italiano, contrariato dalle ultime norme europee che confermano di fatto la possibilità di utilizzare esseri viventi per la ricerca scientifica. Bersaglio delle loro lotte è il Green Hill, l’unico allevamento di cani destinati alla vivisezione rimasto in Italia e tra i principali attori del mercato europeo. Dentro i capannoni dello stabilimento di Montichiari, in provincia di Brescia, sono rinchiusi circa 2.500 beagle.
Non ci sono spazi all’aperto, né luce naturale, e i cani destinati ai laboratori nascono e crescono nelle gabbie. Chi si schiera contro queste pratiche non riconosce alcuna utilità agli esperimenti sugli animali, nega la tesi dell’estensibilità dei risultati agli uomini e accusa le case farmaceutiche di farne un alibi nell’eventualità venissero citate per danni in tribunale. Per rompere un sistema ormai consolidato e ribadire la propria contrarietà alla vivisezione, oggi in tanti porteranno le proprie ragioni in piazza.
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