mercoledì 27 maggio 2015

MEDICI VENDUTI: PAROLA DI MEDICO!

dal blog SU LA TESTA di Gianni Lannes 

di Franco Giusto*
Medico : una professione meravigliosa. Ma per esserlo deve evolversi nella giusta direzione e cioè quella di imparare a riconoscere la vera natura della persona. Qualunque sia la specialità, dal medico di famiglia al neurochirurgo, il paziente deve essere considerato nella sua realtà fisica, mentale e spirituale, strettamente connesse fra loro e non solo in distretti corporei. Curare le malattie è indispensabile ma senza ridursi a sterili dispensatori di farmaci o atti chirurgici senza entrare in empatia col paziente. 

Non è facile questa evoluzione per il medico perché innanzitutto prevede quella di se stesso come persona. La presunzione di curare un paziente rendendolo solo un consumatore di farmaci porta all'insuccesso terapeutico. Non a caso la locuzione latina “medice cura te ipsum” consiglia al medico di imparare prima a curare e conoscere se stesso ( nel senso metaforico più globale ) per poi poter professare nel giusto modo nei confronti degli altri. Questo fa la differenza.

mercoledì 13 maggio 2015

EXPO segreta. Ci sfamano di veleno!



La guerra segreta del cibo. Tutta la verità su chi e come sfameranno il pianeta.
Dietro le quinte di #EXPO un progetto intenzionale di distruzione di massa è già in atto, mentre a Milano sfilano i criminali e i loro camerieri in livrea. Le scoperte di Mike Adams, un ricercatore indipendente, sul cibo immesso nella grande distribuzione alimentare.
L'analisi e i consigli. Vivi consapevole!

Tratto da "La guerra segreta del cibo" di Mike Adams
http://thelivingspirits.net/societa-o...
traduzione Cristina Bassi

Natural News Forensic Food Labs
http://labs.naturalnews.com/

sabato 9 maggio 2015

Ci rubano il tempo, così non pensiamo: ecco il complotto

Fonte: LIBRE

Il rapporto tra la velocità e il tempo è cambiato solo negli ultimi quattro secoli: alla velocità è stato assimilato un significato di efficacia, di efficienza, mentre alla lentezza viene attribuito un coefficiente simbolico di ritardo e inefficienza. Una persona che ha dei problemi la chiamiamo “ritardata”: tendiamo a considerare poco efficiente chi, magari, una cosa la capisce dopo – chi risponde dopo, chi reagisce dopo. E’ un ritardo, che per noi oggi è automaticamente un’inefficienza, un’inabilità. Quante volte usiamo l’espressione “perdere tempo”? I latini dicevano “festina lente”, cioè “affrettati lentamente”. Per circa due secoli è stato il motto di case nobiliari nonché del veneziano Aldo Manuzio, il primo editore del mondo. Già nella favola di Fedro, la tartaruga batte la lepre. Il “festina lente” lo ritroviamo nei testi più misteriosi, all’origine del rosacrocianesimo, e in Giordano Bruno, nel famoso dialogo de “La cena delle ceneri”. Manzoni, nei “Promessi sposi”, lo cambia in “adelante, cum judicio”: veloce, ma con prudenza.

martedì 5 maggio 2015

Intervista a Giuseppe Grasso, il medico che si ammalò di tumore

INTERVISTA A GIUSEPPE GRASSO  trasmissione BORDER NIGHTS 28/04/2015




Fabio: Volevo chiedere intanto a Giuseppe se ci può descrivere che tipo di attività medica svolge.

Giuseppe: Ho svolto per molti anni l’attività di neurochirurgo in ospedale. Poi, per ragioni di salute legate a una cardiopatia, nel 2002 ho dovuto smettere di lavorare in ospedale e attualmente lavoro privatamente. Questa di neurochirurgo è stata un’esperienza fondamentale, però anche molto limitata, perché purtroppo la super specializzazione in cui la nostra medicina è suddivisa impedisce di avere una visione globale. Per cui in campo oncologico mi sono trovato completamente spiazzato: ecco perché mi sono trovato dalla parte del paziente, avendo anche le idee non particolarmente chiare in mente su quelle che potevano essere le prospettive di prognosi e di cura. Mi sono trovato, proprio esattamente come diceva Paolo, ribaltato dalla posizione di medico a quella di paziente: è chiaro che in una situazione del genere non si ha la possibilità di andare a fare una verifica personale di tutti quelli che sono i farmaci e i protocolli, perché ovviamente bisognerebbe perderci un sacco di tempo; tempo che non si ha a disposizione quando bisogna prendere delle decisioni rapide. Quindi subentra il fatto che necessariamente bisogna fidarsi e mettersi un po’ nelle mani degli altri, e questa è la posizione tipica del paziente. Ecco in che senso era giusta questa osservazione di Paolo.

Fabio: Quando hai scoperto di avere un tumore e, se possiamo chiedertelo, in quale parte del corpo?

Giuseppe: Un tumore polmonare. L’ho scoperto a luglio dell’anno scorso. Si trattava di una polmonite, la febbre era andata via con gli antibiotici, ma l’immagine di opacità polmonare non si era risolta; allora approfondimento con la TAC e diagnosi di un tumore ad elevato grado di malignità. Un tumore raro, peraltro: un tumore neuroendocrino, in cui le conoscenze non sono molte.