lunedì 9 aprile 2012

Che cambiamento vogliamo

Rosa Bruno

Sento molti aspirare ad un cambiamento, un desiderio molto diffuso. 
Un termine però decisamente abusato, soprattutto in questi tempi di crisi e di arretramento...quasi una formula magica, un toccasana, buono per tutte le stagioni adatto ad ogni occasione.
Ottimo per tutte le bocche, persino per definire il nulla assoluto e la stagnazione.
Viene usato dalla politica che da  tempo immemorabile non fa altro che conservare e difendere sé stessa. 
Viene usato nella vita pratica per definire un rinnovamento che è quasi sempre elaborazione  e ridefinizione del già visto. 
Viene usato dagli spiritualisti per descrivere una necessità, che troppo spesso, non viene definita, rimanendo una sorta di promessa, un sogno da realizzare quando e  se si creeranno le condizioni.
Ho la netta impressione che capiti quasi sempre che l'idea del "cambiamento" venga applicata a compartimenti stagni, riguardi cioè solo una parte dell'esperienza umana e del suo percorso, ignorandone e sottovalutandone altre, una sorta di metodologia tutta esterna da applicare a spezzoni della nostra vita, ma che non riguarda mai il suo complesso e soprattutto l'interiore sentire e vivere del protagonista del percorso.
Così avviene, a mio parere, che si possa essere in un milione in piazza alla mattina ed il pomeriggio  ritrovarsi litigare davanti ad un Outlet o ad un negozio di tecnologia avanzata. 
Diventa tristemente normale che si cerchi, che so...un cambiamento di struttura di potere, anche radicale, ma poi ci si sottoponga al ricatto culturale del medesimo sistema, accendendo quotidianamente la "scatola dei sogni" divenendone  così vittime volontarie, quasi proteggendolo.
Critici a parole ed in alcune occasioni, ma complessivamente vittime e complici dei meccanismi sviluppati dal sistema a misura e convenienza delle multinazionali che lo mantengono e guidano.

Finisce con l'essere troppo facile ed ovvio dire che il cambiamento inizia da sé stessi. 
E' una grandissima verità, che si ripete sin troppo spesso.
Però è solo applicando il concetto nella pratica che si inizia realmente un percorso virtuoso.
Perchè solo rendendolo reale in ogni minuta parte della propria esistenza, ci  si risveglia alla comprensione di come esso significhi azioni e pratiche quotidiane, modi di fare e di porsi rispetto al mondo ed alla gente, sistemi d'ascolto e di percezione...insomma, di quanto riguardi tutta l'esperienza che definiamo il nostro percorso.
Non può esistere un cambiamento rateale o parziale, che riguardi per esempio solo la sfera del lavoro, inteso in termini personali o collettivi, se questa modificazione non investe e riguarda tutto il modo che si ha di intenderlo. 
Non si può modificare un effetto se non si comprende e si modifica la causa e quest'ultima non la si può cambiare se non  intervenendo sui motivi e le premesse che la sorreggono. 
Tutto questo non è un ragionamento avulso, ma una serie di piccoli passi, pratiche, per l'appunto minute e quotidiane. 
Non c'è cambiamento senza una serie di domande rivolte a sé stessi...senza una decisione interiore che lo propizi.
La realtà si cambia partendo dalla discussione e modificazione dei motivi di ciascuno ed è inizialmente una disciplina personale, solo successivamente diviene collettiva mettendola in comune, ma cercando, mediante l'empatia e la compassione di trasporre parte della propria anima in questo. 

Un milione di motivi diversi, solo a tratti unificati da obiettivi momentanei e del tutto pratici,  anche riuniti nel medesimo spazio restano un  milione di individui, un milione di visioni ed aspettative diverse. 
Unificati unicamente dalla condivisione della cultura sistemica. Per assurdo, questo milione di individui rischiano di avere una maggiore comunità sui gusti televisivi, che sulla visione del mondo.
Solo quando si crea una scintilla di collegamento fra loro, quando in qualche modo entrano contatto...spostano l'energia e cambiano il mondo. Se si riuscisse a condividere qualche cosa di più che la sola rabbia per la lesione di alcuni nostri diritti e se questo si sapesse renderlo relazione, manifestazione d'amore ed empatia, condivisione di necessità, allora nulla potrebbe opporsi alla carica energetica e di volontà che ne sarebbe conseguenza. 
Tutto attorno cambierebbe perché noi siamo cambiati, la nostra filosofia è cambiata, la nostra spiritualità si è evoluta ed ha modificato,  piegato la realtà.

Sin qui non si è diviso il mondo in due fazioni. Non si è affrontata la contrapposizione parlando di noi o di loro, non si è accennato alle èlites ed al potere, che pure esistono; ma l'acquisizione di una nuova visione farebbe comprendere come e quanto pochi essi siano e quanto il loro potere derivi dalla massa che sfruttano e dall'energia che gli viene concessa come nutrimento.

Senza questa energia essi si rivelerebbero per quello che sono cioè mostruosi e patetici vampiri che esistono semplicemente perchè succhiano il sangue altrui...il nostro, nello specifico!

Si dice che persino una divinità finisca per "morire" senza il nutrimento dei suoi fedeli.

Namastè

18 commenti:

  1. Pane,lavoro, libertà, uguaglianza, giustizia, fratellanza, laicità, pace, felicità. Ti mando queste parole con l'augurio di una resurrezione.
    Namastè

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    1. Grazie Francesco, parole che mi piacciono!
      Buona rinascita anche a te e a tutti noi!
      Namastè

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  2. Ciao Rosa, è esattamente di questo che parlo quando mi pongo il problema che evidenzio in questo sintetico post: http://minervajones.blogspot.com/2012/03/utopie-concrete.html
    [tanto per dire quanto da una parte Gene Sharp e dall'altra Paul Watzlawick hanno colpito evidentemente nel profondo in me].
    Namastè

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    1. Grazie della segnalazione Minerva, me l'ero perso in effetti.
      L'ho commentato da te.
      Un abbraccio.
      Namastè

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  3. Mi associo a quanto scritto nel commento di Francesco Zaffuto. Il vocabolo "cambiamento" deve essere riempito con un progetto autenticamente umano e democratico.
    Namastè

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    1. "Cambiamento" è infatti la modificazione profonda dei rapporti, è acquisire un differente punto di vista...praticare e rischiare un modo altro di rapportarsi...
      Cambiamento, per assurdo, è proprio cambiare e non modificare solo alcuni dettagli o spostare due virgole in una frase...ma, mi chiedo: siamo pronti a questo?
      Un abbraccio.
      Namastè

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  4. Ciao Rosa e buona pasquetta, il primo cambiamento deve essere quello in noi stessi se non si fà quello.... nisba

    Un caro abbraccio a te e ai tuoi cari

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    1. Esattamente Zak!
      Grazie, pace e serenità anche a te!
      Un abbraccio.
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  5. Sono d'accordo con Zak. Buon inizio di settimana.

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    1. Grazie Cavaliere, buon inizio settimana anche a te!
      Namastè

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  6. Ciao Rosa, degli articoli che posti i più belli e "genuini" sono quelli scritti di tuo cuore. Il tuo accenno finale a LORO e alla necessità di metterli a nudo e affrontarli a viso aperto è fondamentale ... mi sembra però che non sia stato ben percepito ... se è vero che il cambiamento inizia da noi stessi è quantomeno fondamentale sapere se deriviamo dalle scimmie (ma da quelle più sceme visto che la natura gli dava già tutto invece perdendo i peli abbiamo dovuto inventarci il riscaldamento, eh eh) oppure siamo uno scarabbocchio di cromosoni creati da "finti" dei per essere loro eterni schiavi oppure chi sa quali forze oscure o demoniache ci attanagliano (visto il fervore di satanisti e luciferini, massoni e illuminati) ... sono d'accordo con te che solo un sempre maggior numero di persone consapevoli può sperare di vincere la guerra (fatta con le armi dell'agape) perchè ho qualche dubbio che siano patetici ... la paura è la LORO arma la nostra dovrebbe essere qualle di non aver paura di morire per la libertà. Quando, dopo essere sopravissuto a stento alle ipocrisie pasquali, mi vedo un tramonto sfregiato dalle solite scie chimiche mi chiedo quale mai sarà il nostro punto di rottura ... cosa ancora ci devono fare per aprire gli occhi ...

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    1. Grazie per l'apprezzamento!
      Mi capita troppo spesso, di avere la netta sensazione di non essere compresa, come se chi mi circonda non potesse, o peggio non volesse capire, non solo quel che dico, ma anche ciò che appare evidente...ed è per questo che scrivo molto poco. So bene quanto sia frustrante, la parte dell'incompreso, anche se indubbiamente Karmica. In questo post ho preferito parlare di quello che noi potremmo e dovremmo, anzichè di quello che "loro" ci impediscono, perchè se mai faremo il passo di comprendere che evitare che lo facciano dipende solo da noi, mai cambierà questo rapporto di dipendenza malata e masochistica. Mi piace molto l'immagine delle scimmie che perdono il pelo per poi inventarsi il riscaldamento...ed è forse tempo di iniziare a pensare di non averlo mai avuto...o quanto meno, mai da quando si è acquisita (giustamente tu ti chiedi in che modo) quella che chiamiamo coscienza.
      Un abbraccio e buona giornata.
      Namastè

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  7. non è facile intraprendere un cammino di cambiamento, molti non capiscono che lo devono a sè stessi

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    1. Infatti Patty! Ed è proprio da sè stessi che si deve cominciare. Non è facile, ma è fondamentale che avvenga.
      Un abbraccio.
      Namastè

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  8. Ciao Rosa, condivido perfettamente, l'abbiamo capita in pochi ancora, con le parole sono bravi tutti ma quando bisogna passare ai fatti... siamo troppo divisi, grazie al sistema bestia, e la maggior parte alla fine pensa solo a sè stessa, altri sono in attesa di salvatori, eroi, capri espiatori che gli risolvano i problemi per continuare ad approfittarsene o a guadagnarci qualcosa in più, troppo pochi hanno il coraggio di schierarsi in prima linea, combattere fino in fondo e risolvere le questioni alla radice, questo lo vedo ogni giorno anche nelle situazioni più banali, certi aiuti arrivano "solo" da sè stessi e non tutti li colgono purtroppo.
    Namastè

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    1. Purtroppo è così Kromm, sembra essere la fiera dell'ignavia. Solo alcuni sono disposti a muoversi, ma spesso su questioni particolari e parziali, quasi che risolvendo (o peggio avendone l'impressione) un dettaglio si potesse davvero fermare il sistema bestia.
      Un abbraccio.
      Namastè

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  9. Bell'invito, quello a guardare in sè e a iniziare a "praticare" il cambiamento.
    Uno dei miei punti deboli, a ben vedere.
    Pur consapevole di ciò che in me mi chiama a cambiare concretamente, ancora fatico a smettere vecchie abitudini che mi tengono "legata" a cose che so essere profondamente lontane da me.
    Ci provo ogni giorno, con sincerità, questo sì.
    Ma so che non è abbastanza...
    Una riflessione necessaria, grazie.

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    1. Sì, iniziare da noi stessi è indispensabile perchè sia vero cambiamento.
      Il riconoscere però, che sia un'esigenza importante è metà dell'opera...ed è l'inizio della possibilità del fare qualche cosa di veramente importante.
      Molti non ammettono nemmeno a sè stessi d'essere chiamati in causa.
      Un abbraccio Rossland!
      Namastè

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