Lettera aperta al nuovo Presidente del Consiglio
Ici, Irpef, Ires Imu, tasse varie, gas, acqua e fogne, Prof. Monti i balzelli li pagherà anche il Vaticano?
di Massimo Ragnedda
Gentile  professore mi permetto di scriverle una lettera pubblica per farle  qualche domanda. Abbiamo tutti notato il cambio di stile (finalmente un  po’ di sobrietà e serietà), la sua professionalità e signorilità.  Aspetti che, personalmente, mi rendono particolarmente felice, ma che da  soli, vien da sé, non bastano. Dopo anni di volgarità e teatrini molto  tristi, una persona per bene, normale e incensurata ci sembra un  miracolo (come Enrico Letta le ha ricordato in quella lettera privata  divenuta pubblica), mentre dovrebbe essere la conditio sine qua non per fa politica. Ma non è sullo stile che voglio interloquire con Lei.
Come nostro presidente del Consiglio dovrà prendere delle decisioni molto difficili in nome e per conto degli italiani.
Sinora  lei ha goduto di un trattamento molto speciale da parte dei media  nazionali: un po’ come i telegiornali Mediaset o il TG1 e il TG2  trattavano il suo predecessore. Converrà con me che questo non è  giornalismo. Il cambiamento di stile lo vogliamo anche in queste cose:  la possibilità di avere risposte a domande concrete. L’opinione pubblica  ha il diritto di sapere, al di là della sbornia di entusiasmo, da chi è  guidata e quali sono, al di là dei proclami, i suoi obiettivi di  governo. Insomma, vogliamo sapere chi pagherà la crisi. 
Mi permetto, perciò, di farle qualche domanda. Sarò chiaro e diretto, nel solco del nuovo stile da Lei inaugurato.
Secondo Lei c’è la Goldman Sachs dietro all’ondata di speculazioni che ha in pochissimo tempo innalzato artificialmente lo spread  tra i buoni del tesoro italiani e quelli tedeschi portando così alle  dimissioni del suo predecessore? E se sì per quale motivo? Lo chiedo a  lei perché, oltre che esimio economista, è stato consulente della  Goldman Sachs (come Gianni Letta e Mario Draghi). La domanda non è sul  suo passato (a proposito è solo passato?) ma sulla più stringente  attualità. Per amor di cronaca, ricordo, che lei non ha alcun ruolo  esecutivo o dirigenziale all’interno della banca, ma è dal 2005  International Advisor per la suddetta e potente banca d’affari. Chi  meglio di Lei allora può rispondere alla domanda se questa banca ha  condizionato (e, chissà, magari continuerà a farlo) o meno l’andamento  dei mercati favorendo speculazioni spregiudicate che hanno contribuito  alla progressiva crisi finanziaria di questi ultimi anni? È così? Come  cittadini abbiamo il diritto di sapere e ora Lei come rappresentante  della politica economica del nostro paese ha il dovere civile e morale  di aiutarci a capire.
Sia  Lei che il premier greco Lucas Demetrios Papademos, oltre ad essere  tecnici nominati presidenti del consiglio senza passare dalla  legittimità popolare, avete un passato in comune nei grossi organi  finanziari internazionali: crede si tratti di una banale coincidenza?  Glielo chiedo sinceramente e senza dietrologia: crede che il vostro  passato (non del tutto passato) nei grandi organismi della finanza  internazionale abbia influito sulla vostre nomine? E se sì,  perché la grande finanza internazionale ha spinto per farvi insediare,  non democraticamente, alla guida di un Paese sovrano? Questo influenzerà  la vostra politica economica?
Proprio  in queste ore il suo collega greco ha iniziato l’opera di svendita  dello Stato sovrano greco:un piano di privatizzazioni che dovrebbe  fruttare 1,7 miliardi quest’anno e 9,3 miliardi di euro nel 2012. Tra le  altre cose venderà ai privati l’Opap, attiva nelle scommesse sportive e  il gruppo raffiniero Hellenic Petroleum. Saranno inoltre privatizzati i comparti dell’acqua e del gas naturale.  Ci può rassicurare che questo non succederà in Italia? È a conoscenza  che quasi 27 milioni di persone in Italia qualche mese fa hanno  chiaramente detto che l’acqua è e deve rimanere pubblica?
Lei è presidente onorario del think-thank Bruegel,  un gruppo di pressione politico intellettuale finanziato da 16 Stati e  28 multinazionali con lo scopo di influire privatamente sulle politiche  economiche comunitarie. Questo suo incarico può, in qualche misura,  influire sulla gestione dei beni comuni di uno Stato sovrano? Qualcuno avanza il sospetto che a Lei spetti l’ingrato compito di vendere i gioielli di famiglia,  ad esempio ENI, ENEL, FINMECCANICA, e sempre i soliti dietrologi,  pensano che Lei li venderà proprio alle multinazionali con le quali in  questi anni ha stretto rapporti di collaborazione. Si sente di escludere  nella maniera più netta questa ipotesi? Si impegna pubblicamente a non  privatizzare i gioielli di famiglia? Perché svendere (e a chi?) le poche  aziende che producono un reddito?
Le  faccio questa domanda perché qualora lei vendesse a privati i gioielli  di Stato, viene il legittimo sospetto che siano proprio queste  multinazionali e le banche ad aver creato la crisi, portato gli stati  sull’orlo del fallimento, così da far nominare primo ministro un  tecnocrate neoliberista cresciuto nei loro ambienti, per (s)vendere le aziende buone. Si sente di rassicurarci su questo punto?
Lei è una delle persone più importanti della Trilaterale  (organizzazione fondata nel 1973 per iniziativa di David  Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti  del gruppo Bilderberg e del Council on Foreign Relations, tra cui Henry  Kissinger e Zbigniew Brzezinski). A Lei spetta il compito di coordinare  il lavoro del nucleo europeo dell’organizzazione. Ci spiega cosa è  esattamente la trilaterale e quale sia il suo personale ruolo  all’interno di questa organizzazione?
In un memorabile documento prodotto dalla Commissione Trilaterale nel 1975 dal titolo “The Crisis of Democracy”  e firmato da Michel Crozier,  Samuel P. Huntington e Joji Watanuki si  parla esplicitamente di eccesso di democrazia  statunitense che inficia  l’efficienza della Casa Bianca, o riporto testualmente, «L’efficiente conduzione di un sistema politico democratico  usualmente ha bisogno di una certa misura di apatia ed ignavia da parte  di una fetta della popolazione» (pag. 124).  Democrazia che inficia  l’efficienza? Sistema democratico che per funzionare ha bisogno di  apatia e ignavia da parte della popolazione? Sono affermazioni  antidemocratiche e che vanno contro la volontà dei cittadini. Cosa pensa  di queste definizioni scritte nere su bianco dalla Commissione di cui  fa parte? È disposto, qualora proponga delle scelte “lacrime e sangue”, a  sentire l’opinione dei cittadini o crede che l’opinione dei cittadini  infici le scelte dell’esecutivo? Non vorremmo che succedesse quanto  accaduto in Grecia qualche settimana fa quando l’ex premier ha proposto  un referendum (ovvero chiedere ai cittadini greci di esprimersi sulla  crisi) ed è stato subito sostituito da Lucas Demetrios Papademos, anche  lui membro della Trilaterale, ex governatore della Banca di Grecia e  vice Presidente della BCE. Si sente di rassicurarci su questo punto?
In un convegno tenuto alla LUISS qualche tempo fa lei ha esplicitamente dichiarato:  «Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di  gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per  definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello  comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale,  possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e  psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché  c’è una crisi in atto, visibile, conclamata».
Che  significa che l’Europa ha bisogno di crisi e che solo in seguito a  questa gli stati sono pronti a cedere parti della sovranità? Visto che  la crisi è stata in parte indotta dalle speculazioni finanziarie è  azzardato pensare che tali speculazioni siano create ad hoc per spingere la collettività nazionale a fare cessioni che altrimenti non accetterebbero? Ci può dare rassicurazioni in merito?
Dal 9 al 12 giugno 2011 a St. Moritz in Svizzera si è riunito l’esclusivo gruppo Bildeberg:  tra gli invitati risultano 5 italiani: Lei, Giulio Tremonti (da quel  momento in poi spina nel fianco del governo), John Elkann (Fiat), Franco  Bernabè (Telecom), Paolo Scaroni (ENI).  Quali decisioni sono state  prese in quella sede? E per conto di chi? Ci può spiegare, per evitare facili dietrologie, cosa sia il gruppo Bildeberg?  Si sa che la zona è stata completamente militarizzata, soldati e  servizi segreti di mezzo mondo a vostra difesa. Perché? Non crede che  l’opinione pubblica abbia il diritto di sapere cosa si decide in quelle  stanze segrete? È lecito pensare che la sua partecipazione a quel  vertice abbia spianato la strada alla sua elezione (pardon, nomina) a  presidente del Consiglio? D’altronde, sia Clinton che Blair,  parteciparono al meeting proprio un anno prima della loro elezione. Ci  può rassicurare in merito?
Lei  è stato rettore di una grossa Università privata e forse non ha la  percezione della distruzione della scuola e della Università pubblica  portata avanti negli ultimi anni. Mi permetto di farle notare qualche  dato: con la legge 133 del 2008, alla scuola pubblica italiana sono  stati sottratti in 3 anni più di 8 miliardi di euro e 140.000  lavoratori. L’obiettivo, nel piano di stabilità, è quello di assegnare, entro il 2015, soltanto il 3,7%  del PIL alla spesa per l’istruzione (mentre nel 2010 era il 4,2% e in  Europa supera oggi il 6%). Quali intenzioni ha il suo governo in merito?  Continuare a tagliare i finanziamenti alla scuola e alla Università  pubblica e regalare i finanziamenti alle scuole e alle Università  private? Infine, il Vaticano, come ben noto, non paga  Ici, Irpef, Ires Imu, Tasse immobiliari e doganali, gas, acqua e fogne.  Tutto a carico dei contribuenti italiani. Possiede quasi il 30% del  patrimonio immobiliare Italiano e con l’8 per mille toglie quasi 1  Miliardo di Euro all’anno all’Italia. Lei ha detto che è necessario che  paghi anche chi, sinora, non ha pagato: si riferisce anche al Vaticano?
Certo di una sua Cordiale risposta Le auguro buon lavoro.
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http://notizie.tiscali.it/opinioni/Ragnedda/2187/articoli/Ici-Irpef-Ires-Imu-tasse-varie-gas-acqua-e-fogne-Prof-Monti-i-balzelli-li-pagher-anche-il-Vaticano.html

 
Incantata da tanta lucida , semplice e diretta richiesta di chiarezza in merito all'operato che si appresta a svolgere l'attuale nominato Presidente del consiglio...grazie per la Tua condivisione qui, per noi Rosa Cara...inoltro anche a fb...sereno sia il Tuo divenire nel giorno..un abbraccio..
RispondiEliminadandelìon
Embè, cosa volevate, che fosse nominato S.Francesco?...Conviene cancellarsi dall'anagrafe.
RispondiElimina...ecco comunque il tipo di informazione che mi aiuta a difendermi...La riflessione sul patrimonio del Vaticano la dice lunga...Grazie per questo post.
Bene, possiamo aggiungere in calce le nostre firme?
RispondiEliminaMi sembra un buon metodo di comunicazione: domanda (serena) e risposta (sincera).
Ti feisbucchizzo :)
Namastè
È vero Dandelìon, Massimo Ragnedda è di una lucidità veramente rara.
RispondiEliminaSono domande semplici, compresibili ai più, ammesso che non abbiano ancora consegnato il proprio cervello all'ammasso.
Ma permettimi di dubitare che ci sarà risposta...e quand'anche ci fosse, non sarà certamente esaustiva.
Grazie sempre cara Dandelìon, sereno giorno anche a Te.
Namastè
Ciao mr.Hyde!
RispondiEliminaBeh San Fancesco con ogni probabilità, non sarebbe interessato ad un potere così temporale e terreno ;))
Ho amici che pensano di emigrare (in realtà ci penso anch'io) ma credo che sarebbe una soluzione molto personalistica e non alla portata d tutti.
Si questo stato non si è mai realmente affrancato da quello pontificio.
Sono passati anni e siamo ancora lì...Regno d'Italia, Fascismo, Resistenza, Liberazione, Prima, Seconda e forse Terza Repubblica...eppure nulla è davvero cambiato :(
Un abbraccio ;)
Namastè
Ehehehe...ciao Paolo!
RispondiElimina...uando ho letto l'articolo anche io ho pensato "mi dite dove devo firmare?"
Stile chiaro e domande pulite e compensibili vero?.
Grazie sempre amico mio e felice giorno ;)
Namastè
mah ho paura di no , pagheranno i soliti , cioè noi !!
RispondiEliminaEh..! Caro Valerio ho paura anch'io che per noi la "cinghia" si stringerà sempre di più...
RispondiEliminaAbbraccio ;)
Namastè
Noi poveri cittadini, quando ci impongono di pagare non possiamo fare altro che pagare....purtroppo! Mi chiedo, ma gli alti prelati con i loro abiti ricamati e di seta che da balconi e pulpiti predicano tanto... la loro coscienza cosa dice? avete dimenticato l'Iva il Vaticano non paga nemmeno quella!! Rosy
RispondiEliminaCiao Rosy! È una storia che in Italia va avanti da sempre e se la pensa frammentata, in ogni piccola chiesa di paese in ogni niziativa economica a capitale religioso e in ogni minuscolo paese d'Italia ce ne sono tantissime...beh, vengono brividi!
RispondiEliminaLoro rendono nulla ed in compenso succhiano tantissimo...
Buona serata, un abbraccio ;)
Namastè