mercoledì 9 maggio 2012

Il destino dei blog italiani


Prof. Giuseppe Casarrubea

Mentre nel mondo si sviluppano sempre più gli spazi di libertà nella comunicazione, quelli, per intenderci, che hanno consentito la cosiddetta rivoluzione della primavera araba, o quegli altri di alcuni Paesi, come l’Islanda, che stanno cercando di favorire il libero e gratuito accesso alle più svariate forme di comunicazione internet, in Italia, ancora oggi, si mandano sotto processo i blogger con il pretesto che sono proprietari di testate giornalistiche e, pertanto, vanno soggetti alle leggi sulla stampa. Quelle, che risalgono all’epoca fascista e che a suo tempo, nel 1948, furono fatte proprie dal nascente Stato democratico e repubblicano. Se così dovesse essere – come sta succedendo in questi giorni al nostro amico Carlo Ruta - la libertà di informazione verrebbe gravemente lesa e l’Italia rischierebbe di tornare ad essere un Paese sottoposto a censura, con una pesante limitazione dei diritti, costituzionalmente sanciti. (GC)

di Angelo Greco* 
Questo giovedì (10 maggio 2012), la Cassazione deciderà della sorte di gran parte dei blog italiani. I giudici chiariranno se ogni sito di informazione periodica (a prescindere dall’impostazione formale: dunque, tanto i portali quanto i semplici blog) debba essere soggetto alla legge sull’editoria (1): con il conseguente obbligo di registrazione in Tribunale e della nomina di un direttore responsabile. In caso di mancato rispetto di tali regole, si verrà processati per il reato di stampa clandestina, con pene detentive fino a due anni.

 Sembra uno scenario apocalittico, frutto di un allarmismo che spesso, ex post, per vicende simili, è risultato ingiustificato. Ma, per quanto incredibile possa sembrare, le libertà del web e del 90% dell’informazione online potrebbero essere definitivamente spezzate da questa sentenza.
 Una minaccia tutt’altro che improbabile, atteso che già i due precedenti gradi di giudizio avevano condannato Carlo Ruta (il giornalista coinvolto in questa vicenda) per non aver registrato il proprio blog “accadeinsicilia.
 Cosa cambierà, dunque, se la Suprema Corte dovesse accogliere l’interpretazione già data in primo e secondo grado?
Ogni blog che venga aggiornato periodicamente (ossia, non necessariamente ogni giorno, ma comunque in modo continuo e senza lunghe interruzioni) dovrebbe nominare, pagandolo, un direttore responsabile; quindi, dopo aver corrisposto i relativi balzelli allo Stato, registrare la “testata” in tribunale.
La conseguenza immediata potrebbe essere l’autocensura di gran parte dell’informazione o, addirittura, la chiusura di un gran numero di blog, costruiti solo con il lavoro personale del blogger, e senza alcuna finalità di lucro. I costi e i rischi diverrebbero infatti ingiustificati per tutta la piccola utenza di internet.
 Mi tranquillizza solo il fatto che, già in passato, la Cassazione aveva rifiutato l’equiparazione tra carta telematica e carta stampata. Ciò perché, nel nostro ordinamento, non è possibile far ricorso all’analogia (nel caso di specie, analogia tra un giornale online e uno tradizionale) per colmare delle lacune normative, qualora da ciò ne derivi una condanna dell’imputato. I giudici dovrebbero riconoscere che la legge, nell’imporre la registrazione in tribunale, non parla esplicitamente di blog; né potrebbero considerare tale previsione come implicita nella norma. Infatti, ogni decisione sfavorevole all’imputato non può fondarsi su un’interpretazione analogica della legge, ma deve trovare una esplicita previsione.
 Un altro scenario che si potrebbe profilare è quello di una assoluzione per prescrizione. In tal caso, la Cassazione salverebbe capra e cavoli, rinviando la patata bollente ai rappresentanti del popolo.
 Certo è che il web, in questo assurdo caso di censura, ne risulterebbe vincitore solo in caso di una assoluzione piena: un’assoluzione dovuta, se si tiene conto delle inaccettabili argomentazioni fornite dalla Corte di Appello di Catania. Quest’ultima ha affermato che il sito di Ruta aveva “un preciso valore e contenuto giornalistico ed informativo” in quanto denominato “giornale di informazione civile” (equiparabile ad una testata giornalistica). Secondo la Corte di Appello, dunque, il nome dato a un documento prevale sulla sua sostanza, circostanza invece che ogni testo universitario del primo anno di giurisprudenza smentisce sin dalla prima pagina. Come a dire che, se sto mangiando pane e prosciutto, e invece lo chiamo “tiramisù”, allora bisogna ammettere che effettivamente sto addentando un dolce…
Ancora – secondo la Corte di Appello – il blog di Ruta era un “giornale tradizionale” in quanto caratterizzato da una “diffusione, a carattere periodico e con struttura e tipologia grafica proprio della carta stampata a carattere giornalistico”.
Anche in questo caso, bisognerebbe spiegare ai magistrati che ogni sito internet ha già di per sé una diffusione planetaria. Inoltre il carattere distintivo del web 2.0 è proprio la sua interattività e dinamicità: così vengono aggiornati quotidianamente non solo i blog, ma anche le bacheche di Facebook, i canali YouTube, i post nei forum. Impedire ciò, vorrebbe dire riportare la rete a oltre 15 anni fa.
 Passaggi “logici” che si commentano da sé e che non necessitano di altre spiegazioni per comprendere quanto le aule dei tribunali abbiano bisogno di persone più a contatto con la realtà informatica.

  * Avvocato del Foro di Cosenza
(1) La Legge n. 47 del 1948.


24 commenti:

  1. L'ho pubblicata anche io sul blog di wordpress...Grazie per le informazioni sono più che utili. Baciobacio cara

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    1. Ciao Anna Maria, grazie a te...!
      Un baciotto.
      Namastè

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    2. Preziosa informazione..Naturalmente ci tenteranno sempre, perchè i blog sono una voce libera!Ciao Rosa!

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    3. Sì, continuano a provarci. Ed il fatto che siano, prevalentemente, i politici a richiedere l'applicazione di leggi fasciste e liberticide, dovrebbe preoccupare e dare il polso dell'immensa distanza che c'è fra loro e le persone vere.
      Un abbraccio mr.Hyde!
      Namastè

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    4. Il mio blog si chiama ... Volerevolare ... Dovrò chiedere alla torre di controllo il permesso?

      Ciao Rosa ... Sei forte!

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    5. ehehehe...mah sai Anto, avanti di questo passo temo proprio di sì! :)))
      Grazie Anto, un abbraccio!
      Namastè

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  2. La libertà di stampa nel nostro paese è solo una illusione costituzionale. Poi la costituzione fa riferimento alle leggi e le leggi la riservano solo all'Ordine dei giornalisti. La carta stampata è dominata dal controllo di una setta. I blog si sono salvati fino ad ora perché non erano carta stampata, erano una novità non prevista. In questo paese abbiamo avuto un referendum contro la legge liberticida sull'ordine dei giornalisti che purtroppo non raggiunse il quorum, abbiamo avuto anche un forte impegno di Grillo contro l'Ordine; se ne è parlato tanto ma la classe politica si è ben guardata dal mettere mano alla eliminazione di queste leggi; lo stesso Monti nel suo decreto per le liberalizzazioni non ha minimamente ricordato la libertà di stampa, era più importante per lui la libertà di taxi. Dobbiamo difendere la libertà dei blog e dobbiamo arrivare anche alla libertà di stampa.
    namastè

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    1. Hai ragione, pretendono di applicare alla stampa i privilegi di una casta, ma di dividerne gli oneri anche con coloro che ne sono tenuti fuori. Stile Italy! Purtroppo è vero che la libertà di stampa è solo una dichiarazione piuttosto vuota della carta costituzionale, ma questo i giornalisti l sanno benissimo, ma lo denunciano solo molto parzialmente, in modo opportunistico e parcellizzato e solo quando conviene loro. La classe politica! Bah, permettimi di dire che mi danno nausea...loro non faranno proprio nulla, anzi cercheranno il più possibile di mettere a tacere un fenomeno che non capiscono e di cui hanno anche paura.
      Ti abbraccio caro amico.
      Namastè

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  3. e ancora e ancora.....insistono con questa cosa...come se può bastare una loro legge per togliere la nostra volontà....non basterà comunque...anche se sarà davvero fastidioso...

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    1. Sì, sono sempre lì, attorno a questa cosa...incattiviti contro la libertà di pensiero, oltre che di parola. Pronti a reprimere, controllare. Hanno un'idiosincrasia per la libertà ed una fortissima allergia per tutto quello che non possono manipolare.
      Un abbraccione cara Lo!
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  4. La risposta sarà disobbedienza civile e prepariamo a unire le forze.

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    1. Sì speriamo nell'unità, ma alcuni che a suo tempo sembravano essere fra i disobbedienti oggi sono supporters del sistema. E questo, purtroppo va considerato.
      Un abbraccio Cavaliere.
      Namastè

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  5. "Tappa la voce ai blog e controlla la rete" per fermare la libertà di pensiero???

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    1. Anche! Esprimere il proprio modo di pensare e confrontarsi collettivamente crea i presupposti per unificarsi. Dal confronto nasce nuova elaborazione.
      Rendendo difficile, impossibile il confronto, si inaridiscono le fonti. Così come la rete funziona da volano e moltiplicatore può funzionare da deprimente e controllore.
      Mantenerne o stabilirne, l'assoluto controllo per il potere è tremendamente importante.
      Un abbraccio Max!
      Namastè

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  6. ci tocca lottare ancora...come sempre!

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    1. Già, ancora! Sì, ma che fatica! :(
      Un abbraccio Fabio caro.
      Namastè

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  7. abbiamo sempre dato troppo fastidio ....

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    1. Sì infatti... e non si rassegnano al fatto di non riuscire a controllarci.
      Un abbraccio.
      Namastè

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  8. aldilà delle sentenze giuridiche, sarei curioso di vedere cosa accadrebbe nel momento in cui ci si trovasse a dover procedere contro decine di migliaia di blogger... inventerebbero il processo di massa (una specie di class action al contrario)? quando si arriva a questi livelli di ridicolaggine c'è veramente di che stare poco allegri

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    1. Credo che l'applicazione delle nuove regole verrebbe affidata alla polizia postale, che già controlla la rete, anche se non si fa notare più di tanto...per ora. Si tratta di stabilire dei precedenti per potere poi dire che cosa sia vietato e quindi sanzionabile. Rendendo tutto più complesso, costoso e difficile stanno cercando di rendere antieconomica la libertà di informazione e di opinione.
      Abbraccio.
      Namastè

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  9. stiamo diventando un paese del terzo mondo grazie a sti tecnici
    ciao

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    1. Sì caro Michele, purtroppo da tempo, ci stanno facendo arretrare ogni giorno di più.
      Un abbraccio!
      Namastè

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  10. Posso pubblicare anch'io questo articolo sul mio blog http://vocedivento.blogspot.com ? Arrivo qui dal blog di Lara che seguo.
    Dopo averci tolto il denaro, tolgono la parola... mah!
    Grazie.

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    1. Ciao Sari, benvenuta!
      Conosco l'impagabile Lara e mi fa piacere averti qui.
      Certamente che puoi! Facciamo girare, ovviamente evidenziando la fonte originale.
      Grazie a te, un abbraccio e a presto!
      Namastè

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