lunedì 30 luglio 2012

Mai dire maiale

fonte: Freeanimals
 Sto finendo di leggere “Le civiltà degli alieni”, di Richard Thompson, un ufologo che conosce bene la letteratura indiana e che ha messo in correlazione i libri Veda, il Bhagavata Purana e il Mahabharata con le visite che da migliaia d’anni entità extraterrestri fanno al genere umano.
In pratica, Thompson ha fatto con i testi sacri dell’induismo ciò che Mauro Biglino ha fatto con la Bibbia.
Ciò che salta all’occhio è l’antica lotta tra bene e male, che nei libri sacri indù trova una spiegazione nella guerra letterale tra Deva e Asura.
Per capire chi siano i Deva e chi gli Asura, basta pensare che nella nostra cultura i primi vengono chiamati esseri di luce o angeli (elfi nella mitologia celtica) e i secondi diavoli o demoni.
Entrambi vengono da dimensioni sottili diverse da quella, grezza e pesante, in cui viviamo noi.
Dimensioni che, con le apparizioni di UFO e i rapimenti alieni, hanno dimostrato di essere dei veri colabrodo, affatto impermeabili, e di permettere a quelle misteriose entità di venire da noi a piacimento.
E starsene a casetta sua, no, eh?!
Ma non basta!
 
Fosse solo quella l’influenza che Deva e Asura esercitano sugli uomini. Il fatto è che, come diceva Charles Fort, noi come specie apparteniamo ad entità aliene prepotenti, come un gregge di pecore appartiene al pastore.
Questo, Fort, lo sapeva già agli inizi del Novecento, ma quando lo scriveva nei suoi libri la gente lo prendeva per pazzo e chiunque dopo di lui abbia detto qualcosa di simile ha fatto la stessa fine.
Evidentemente, che si sappia in giro che siamo di proprietà di alieni dispettosi e malvagi, non è cosa gradita al potere attualmente dominante sulla Terra, sia esso di natura laica o religiosa.
Soprattutto quest’ultimo, temo, avrebbe molto da perdere se si sapesse la verità e mi stupisco che “Il dio alieno della Bibbia”, del Biglino, non sia ancora stato tolto dal mercato.
La conseguenza di tutta questa premessa è che ciò che accade sulla Terra è per preciso volere di entità superiori di cui, volenti o nolenti, eseguiamo ordini, volontà e desideri.
Solo così mi spiego la crudeltà che molti uomini esercitano sugli animali, oltre naturalmente che sui propri simili. La mano del vivisettore che infligge dolore alla cavia è guidata dagli Asura, bramosi di sangue e sofferenza. La mano del cacciatore che preme il grilletto del fucile sapendo che causerà morte e sofferenza è guidata sempre dagli Asura, che dal dolore della selvaggina colpita trarrà energia e sostentamento.
E non è importante che il vivisettore o il cacciatore sappiano di essere pupazzi nelle mani di entità malvagie; l’importante è il risultato finale. Gli Asura sono soddisfatti comunque e a quei poveri fessacchiotti di vivisettori e cacciatori gli si farà credere qualsiasi storiella infantile che possa convincerli. E convincere anche gli astanti.
Idem con le tradizioni popolari. Vengono chiamate in causa da Pro Loco, amministrazioni comunali e singole associazioni tutte le volte che si vuole fornire una spiegazione del perché far correre i cavalli nei palii, colpire la testa di un tacchino appeso per le zampe, come si è sempre fatto, o mangiare l’oca in mille ricette diverse, come si fa da decenni.
Con la tradizione si ottiene il passaporto per qualsiasi nefandezza, compresa l’infibulazione delle bambine africane, che è solo una tradizione un po’ più esotica delle altre.
 
In Vietnam fanno ciò che si vede in questa terribile foto. A quale divinità dedicheranno tale trastullo? Legano un maiale per le 
zampe e lo affettano come fosse un salame. Questo mi fa venire in mente una scena del film Apocalipse now, con Marlon Brando, dove al posto di un maiale c’era un bufalo. E non era fiction!
Noi, in questo nostro barbaro Occidente, il maiale, prima di affettarlo, lo uccidiamo. Non cambia molto per lui, se non forse un po’ di dolore in meno e se io fossi un Asura assetato di sofferenza forse preferirei la tradizione vietnamita. Noi abbiamo avuto Kant e Sant’Agostino che hanno ammesso la macellazione, purché venisse fatta con la minore sofferenza possibile. Vietnamiti e occhimandorlati in genere non hanno avuto né l’uno né l’altro, ma solo Buddha e Confucio che gli hanno detto, in sintesi: “Fate quel cacchio che vi pare!”.
Quando su Facebook ho trovato quella foto, ho commentato dicendo: “ I vietnamiti meritano un altro Vietnam!”.
Frase forte che potrebbe essere detta da un razzista W.A.S.P. (white anglo saxson protestant), se non fosse che è stata detta da me, che da sempre sono anarchico, antimperialista e antimilitarista.
Dunque, cosa è successo? Sono io che, invecchiando, divento razzista nei confronti di africani, balcanici e asiatici o sono tutti costoro dei grandi figli di scrofa che si comportano come dei maledetti bastardi?
Agli occhi di un lettore superficiale, e ultimamente mi capita di trovarne parecchi su Stampa Libera, devo apparire io come un odiatore dell’umanità, intollerante e xenofobo. E’ comodo liquidare la faccenda così: si assolve ogni comportamento umano e si condanna chi ne critica uno qualunque di essi, compresi quelli chiaramente immorali.
Ché tanto, la moralità è relativa, si obietta, e l’uomo è il coronamento della Creazione.
Ogni azione umana è benedetta dagli Dei, in questo caso proprio dagli Asura, e chi si permette di criticare l’andamento generale delle cose, chiamato anche ordine naturale, è semplicemente un rompiscatole misantropo.
Troppo comodo!

Assassini sono anche gli allevatori nostrani, nessuno lo nega, e non privi di responsabilità sono anche i consumatori di affettati, salumi, cicciole e braciole di maiale. Che sono stati in grado, sia gli uni che gli altri, di trasformare quell’intelligentissima creatura in un mero ingranaggio del sistema consumistico, con selezione delle parti migliori ed eliminazione degli scarti.
Sarà forse per questo, perché non si vuole rinunciare alla carne di maiale, escludendo i musulmani, che molti utenti dei siti di controinformazione si arrabbiano moltissimo con chi critica il consumo di cadaveri di animali.
Non si accetta che qualcuno possa dare lezioni morali di corretto comportamento e ci si appella alla tradizione o alla consuetudine, ma in molti casi ci si scaglia con esagerato livore contro chi denuncia l’immoralità della macellazione. Sono gli Asura che parlano per bocca umana.
Ormai conosco questi squallidi meccanismi mentali, avendo a che fare con essi da decenni, ma, per quanto mi riguarda, leggendo testi di ufologia mi si prospettano le cose sotto una luce diversa.
Siamo di proprietà di alieni malvagi, che ci spingono a comportamenti altrettanto malvagi, soprattutto attraverso le guide religiose, da sempre corrotte e rese complici degli Asura. Tanto è vero che già all’epoca del gatekeeper San Francesco c’era un tale frate Ginepro, detto amorevolmente “Scavezzacollo di Dio”, che un giorno tagliò una zampa 
a un maiale per farne un brodino per un confratello malato.
Alle rimostranze del padrone spoletano del maiale rispose che “non uno, ma cento piedini avrebbe volentieri tagliati per la soddisfazione degli infermi e la gloria di Dio”.
Bastardo e pure recidivo!
Quante volte ho sentito obiettare che non uno, ma cento, mille, un milione di cani si dovrebbero sacrificare sull’altare della sedicente ricerca scientifica per la…..soddisfazione degli infermi!
E si fermano lì, perché gli parrebbe eccessivo tirare in ballo la gloria di Dio. Ma lo pensano.
Chi dobbiamo ringraziare, oltre agli Asura, di tale antropocentrico servizietto fatto agli altri animali?
Ma è ovvio: Santa Romana Cattolica Ecclesia!

Quindi, non ci si deve stupire se a Cerveteri, ex dominio dello Stato Pontificio, una folla invasata è passata subito alle maniere forti con un gruppo di animalisti che contestava il fatto di aver messo un maialino in premio per una non meglio precisata gara.
La folla esagitata, sotto l’influsso del tamo-guna (l’ignoranza) che predomina nel mondo degli Asura, ha mandato all’ospedale una ragazza colpendola in testa con un vassoio, una ragazza che viceversa, chiedendo rispetto per il maialino, era sotto l’influsso della sattva-guna, la virtù dei Deva.
Gli animalisti del P.A.E. stavano manifestando a Ladispoli, poco distante, davanti a un circo, quando gli è arrivata una segnalazione riguardante il maialino messo in palio.
Subito si sono recati a Cerveteri dando luogo all’ennesimo scontro tra Deva e Asura. Questi ultimi risultano sempre vincitori, se si è sotto l’influsso del tamo-guna, ma perdenti se si è sotto quello della sattva-guna.
Il male trionfa. Io vengo definito razzista e i demoni in sembianze umane spadroneggiano.
Fino a quando, o Brahama, giudice imparziale che sonnacchioso sovrintendi allo scontro tra ignoranza e virtù?
Fino a quando?
 
 

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