lunedì 31 maggio 2010

E’ la fame che ti guarda in faccia: Uttar Pradesh

Un’istantanea di quella che, ancora oggi, sembra essere una piaga che non si riesce o non si vuole curare definitivamente: la fame
Non è di certo una novità che in India come in Africa, ogni secondo c’è almeno un bambino che muore di fame.Tutti noi siamo stati abituati in tenera età a finire tutto il pasto perché “se no è uno spreco, ci sono i bambini che muoiono di fame”. Ma certamente, in un’epoca di tecnologiche ripartizioni del potere (non solo economico), di comunicazione massiva e di massa, quasi ci si dimentica che ci sono bambini che non solo sono malnutriti, ma che sono costretti a ingurgitar fango.

E’ questa l’immagine che ha accolto (all’Inferno) un team di esperti, gruppo radunato dal massimo organo giudiziario indiano che ha visitato il distretto Shankargarh, spinto dalla scioccante inchiesta portata avanti dal quotidiano HindustanTimes che ha fotografato scene raccapriccianti. Scene di bambini dal ventre gonfio, dai corpi ossuti come anziani, dai capelli secchi che spingevano la loro faccia in enormi pozzanghere ricolme di fango.

Con un’aspettativa media di vita di 40 anni, questi futuri “morti che camminano” si cibano del fango che affolla le strade del quartiere riducendosi a larve malnutrite che sopravvivono, che passano ogni giorno per gli stessi viottoli a cercar fango, a zonzo. A questo rapporto ufficiale fanno eco le parole delle autorità locali che hanno però smentito la gravità della situazione dicendo che i bambini ”mangiano il fango per abitudine e non per fame”. Verissimo, tutti gli esseri umani hanno mille abitudini. C’è chi mangia solo vegetariano, chi viaggia sempre nel senso di marcia del veicolo, c’è chi legge il giornale mentre fa colazione e sicuramente c’è chi, una volta provato il “saporito” fango, non può farne a meno… per abitudine.

Che si tratti di un equivoco? Dell’ennesimo caso di allarmismo alla “occidentale” che vede catastrofi ovunque? Probabilmente ci troviamo di fronte alla tipica “faccia della stessa medaglia” che ti porge l’immagine di una zona ricca di miniere che danno e creano lavoro, anche se tale lavoro lavoro che però rasenta la schiavitù sia per le condizioni di lavoro che in termini legali. Tutto dipende da quale faccia della medaglia si intende vedere la situazione.

Credits Foto: www.hindustantimes.com

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.