giovedì 14 ottobre 2010

Migliaia di persone in fila per farsi abbracciare da lei


Amma, o meglio Mata Amritanandamayi, è una signora indiana piccolina, avvolta in un sari bianco. Sta seduta, con uno sguardo dolcissimo e compassionevole, mentre davanti a lei si snoda una fila ininterrotta di persone che si avvicinano per farsi abbracciare. Vestiti all’indiana o all’occidentale, in coppia, con i bambini che ridono eccitati. Tutti scalzi, con un sorriso estatico, in silenzio. «In questi giorni è andata avanti ad abbracciare, senza pause, fino alle 3, le 4 della mattina», mi spiega Francesca, l’addetta stampa.
E tra le sue braccia, nel Darshan, l’abbraccio rituale, ha stretto più di 26 milioni di persone in tutto il mondo, una cifra impressionante che continua a crescere.
Ma sbaglia chi vede in lei, considerata Mahatma (Grande Anima) come Gandhi, “solo” una santona spirituale. Amma è a capo di una Ong consulente dell’Onu per i paesi in emergenza, la MAM (Mata Amritanandamayi Math ), che raccoglie fondi e realizza progetti umanitari.
Si scaglia con forza contro l’infanticidio femminile, si prodiga per tutelare le donne e la maternità
«Le donne, che danno nascita a tutti gli esseri umani, devono avere nella società un ruolo pari a quello degli uomini; non dovrebbero vivere come piante in un vaso» sostiene con forza. E riesce ancora a essere rivoluzionaria come quando, ragazzina in India, iniziò ad abbracciare poveri e sofferenti di caste inferiori, dando scandalo.

A Sesto San Giovanni, Milano, per la penultima tappa del tour mondiale, Amma ha mosso più di 30.000 persone che hanno affrontato ore di fila per farsi abbracciare da questa Grande Madre pronta ad accogliere tutti sul suo petto generoso. E con la sua presenza, il profumo d’incenso, i canti, riesce a rendere spirituale pure un cubo di cemento freddo come il Palasesto che la ospita.
Quando arriva il mio turno, mi stringe al petto come facevano le madri di una volta, o le nonne vecchio stile: con forza amorevole, in una nuvola di profumo di rosa e sandalo, mi accarezza i capelli mormorando frasi a me incomprensibili.
Sono partita scettica, come sempre, ma è davvero difficile non farsi coinvolgere da un’espressione di amore così incondizionato. «Un’ininterrotta corrente di amore fluisce attraverso me», spiegò anni fa al fratello che le chiedeva conto del suo strano comportamento. E questa stessa corrente d’amore sembra unire oggi tutti i discepoli che dopo l’abbraccio sono turbati, con gli occhi lucidi o in lacrime.
Dopo ogni abbraccio, Amma consegna una mela, dei petali di rosa, una caramella. Ancora una carezza, ancora un sorriso. E qualche istante per le mie domande.
Perché l’abbraccio?
Si tratta di un gesto simbolico per mostrare l’amore incondizionato e universale verso tutte le creature. L’abbraccio è anche simbolo della maternità e ci riporta in contatto con la madre che ci ha dato la vita. I miei abbracci aiutano il risveglio dello spirito altruistico delle persone.
Quali sono i programmi futuri della sua organizzazione?
Di fondamentale importanza per il Mam è la tutela delle donne. Uno dei prossimi progetti è aiutare le prostitute che vivono nelle grandi città indiane: costruzioni di case di accoglienza e di strutture comunitarie in cui potranno condurre una nuova vita.
Durante questi tour abbraccia decine di migliaia di persone, senza pausa per ore ed ore, e spesso finisce a notte fonda. Dove trova l’energia per fare tutto questo?
Semplice: se provate davvero amore per quello che fate, nulla vi stanca mai.

2 commenti:

  1. vivo a reggio cal perchè non si organizza mai miente x noi del sud?quanto avrei voluto esserci x abbracciarla.namaste

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  2. @Anonimo- Avrei voluto esserci ed abbracciarla anche io!

    Namastè

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