sabato 16 ottobre 2010

Sos diritti: Fiom nel mirino perché fa paura al potere


Il momento è buio: l’attacco ai diritti del lavoro – corollario della Grande Crisi, “inevitabile” per Fiat e Confindustria, dato che la globalizzazione indebolisce le produzioni europee non più competitive – nasconde in realtà forti pericoli per la vita democratica, mettendo a rischio la tenuta sociale sistema-Italia. Questo spiega la vastissima adesione alla manifestazione nazionale indetta dalla Fiom il 16 ottobre a Roma, in un clima di possibile tensione evocato dal ministro dell’interno Maroni. «Da direttore di “PeaceReporter”, oltreché da cittadino, non posso non accorgermi della pericolosità di questo momento storico», scrive Maso Notarianni, alla guida del newsmagazine indipendente italiano che da anni funge da “sentinella” delle crisi.
Per Notarianni, «si cancellano i diritti contando sull’assenza di una qualsiasi opposizione politica e sul fatto che la crisi, culturale prima che economica, ha trasformato i cittadini del nostro Paese in gente», in semplici consumatori a cui nulla è dovuto. Più finanziamenti alle scuole private? Grazie al sostegno di «parlamentari di ogni colore», preoccupati di «garantirsi l’appoggio della Chiesa», anche se nella scuola pubblica sono le madri a rifornire gli allievi di matite a carta igienica. L’università non funziona? Le facoltà migliori vengono “regalate” alle aziende purché faccia ricerca a prezzi stracciati? «Il bene comune, la ricerca scientifica possono farsi fottere. Business is business».
Capitolo sanità: «Non è dovuto che la cura, la salute e la prevenzione siano un diritto universale. E a chi ha una malattia grave e urgente non si offre una cura immediata ma si prospetta l’alternativa del privato a pagamento», poco importa che si paghi direttamente o attraverso le convenzioni regionali, dove comunque è sempre il pubblico a finanziare le strutture private. «Non è dovuto che chi è perseguitato dalla guerra o dalla miseria sia accolto, protetto, aiutato». E’ il dramma de migranti: «I corpi di chi percorre migliaia di chilometri lasciandosi indietro migliaia di compagni che muoiono durante i viaggi della speranza sono solo merce: se servono, li si lascia passare illegalmente in modo da poterli 

sfruttare a basso costo; se non Fiomservono li si ributta in mare. Poi se affogano o vengono rinchiusi nei lager dell’amico libico chissenefrega».
Inoltre, non è (più) dovuto il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione. «Mai come in questo momento storico – accusa Notarianni – i profitti dei padroni sono stati alti». Complice anche «quella mostruosità che è il denaro virtuale» con le sue transazioni finanziarie. Una «gigantesca partita a poker, in cui il denaro genera se stesso senza bisogno della fecondazione produttiva». Eppure, nonostante i guadagni da Paperon de’ Paperoni, «i padroni si appellano alla crisi (che di certo non ha intaccato i loro conti in banca) per togliersi dai piedi quei diritti che gli operai e i lavoratori occidentali hanno conquistato con il sangue».
Tutto questo, insiste il direttore di “PeaceReporter”, accade nell’assenza – che è la peggiore delle complicità – di una qualsiasi opposizione politica. La sinistra è «lontana dai problemi reali dei cittadini», la cui disperazione viene intercettata dall’estremismo xenofobo della Lega, in un processo che secondo Notarianni può ricordare le condizioni che nella Germania del 1933 favorirono l’ascesa di Hitler. «Sarebbe bello se la consapevolezza di tutto questo fosse più diffusa, invece sono poche le realtà che di questi drammatici elementi sono consapevoli: una di esse è la Fiom». Secondo il direttore di “PeaceReporter”, non è un caso che la Fiom sia finita nel mirino: «Fa paura al potere, e quando il potere ha paura c’è da essere contenti. “PeaceReporter”, da sempre, cerca di stare dalla parte di chi è al centro del mirino. In questo caso, è in gioco – anche – la nostra libertà» (info:  


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