martedì 30 novembre 2010

In Mongolia hard discount degli umani


di Paolo Borrello

In Mongolia, un paese in rapida trasformazione, la tratta di esseri umani è molto diffusa. La povertà,  la disoccupazione e la discriminazione di genere solo all’origine di questo fenomeno così preoccupante. Recentemente Mongolia e Macao hanno firmato un accordo per una collaborazione finalizzata a prevenire ed eliminare il traffico, soprattutto di donne e bambini, ma questo problema è comunque ancora molto presente. In un’intervista, effettuata da Gabriele Battaglia e pubblicata su www.peacereporter.net, alla signora Ganbayasgah, presidente del Mongolian Gender Equality Center, viene preso in esame il fenomeno in questione. Di seguito alcune domande con relative risposte facenti parte di questa intervista:

Quali soggetti sono più facilmente vittime del traffico di esseri umani?

La Mongolia è stata un paese socialista per 70 anni. Nel 1990 la rivoluzione democratica ha trasformato le condizioni politiche e socioeconomiche. Una delle maggiori conseguenze è stata la libera circolazione dei mongoli e il diritto a viaggiare all’estero. La transizione socioeconomica, che ha prodotto disoccupazione e sempre maggiore povertà, ha portato nuovi crimini come il traffico illecito di esseri umani. A causa dell’ignoranza sull’argomento, questa tipologia di crimine è poi aumentata. Le ricerche dimostrano che le vittime cadono nella trappola perché cercano opportunità di studio e lavoro, sia all’interno della Mongolia stessa sia all’estero. Così sono portate con l’inganno in Cina, Sud Corea, Malesia, Macao, Hong Kong, Turchia, Singapore, Israele, e Repubblica Ceca. Sebbene sia impossibile avere delle statistiche precise, dal 2003 il Centro ha identificato e portato assistenza a più di 300 vittime. Anche se in Mongolia esiste un articolo del Codice Penale dal 2002, soltanto due casi sono stati perseguiti. Da quando è stato fatto un emendamento (articolo 113) nel 2008, sono stati risolti circa dieci casi.

Perché la Mongolia è particolarmente colpita da questo problema?

L’economia del paese è la causa principale: un’economia povera, con un alto tasso di disoccupazione e di povertà. La discriminazione sessuale è l’altra causa del traffico di umani, soprattutto per le donne. La Mongolia manda operai all’estero attraverso accordi internazionali ma sono soprattutto gli uomini che ne traggono vantaggio, le donne rimangono senza lavoro quindi cercano un’opportunità a qualsiasi costo. Le leggi mongole sull’emigrazione e sul matrimonio favoriscono il traffico illecito di esseri umani perché la gente non ha possibilità di lavorare nel proprio Paese e cercano disperatamente altrove. Inoltre la disoccupazione e la povertà provocano una emigrazione soprattutto illegale. La gente preferisce pagare individui privati o agenzie illegali e rischiare, pur uscire dal Paese. La popolazione mongola (in tutto 2milioni e 700mila persone) è composta per il 70% da giovani e per adescare le vittime i trafficanti si servono sia della pubblicità nei media sia, soprattutto, di una rete di amicizie e parentele. Si crea così una catena difficile da spezzare, che impedisce a chi si salva di testimoniare.

Qual’è lo scopo del traffico degli esseri umani? Prostituzione, traffico di organi o altro?

Il 65% delle vittime che si sono rivolte al Centro erano state sfruttate a scopi sessuali, il 25% usate come forza lavoro e il 10% per matrimoni. L’età media è tra i 18 e 25 anni, ma ci sono anche casi di minori obbligati alla prostituzione. Al momento non ci sono pervenuti casi di vendita di organi.

Cosa fa il governo mongolo per risolvere il problema?

 Il governo mongolo ha aggiunto un emendamento al Codice penale nel 2008 che rispetta il Protocollo di Palermo. La Mongolia ha aderito al Protocollo di Palermo e sviluppato un piano nazionale contro il traffico di esseri umani. Purtroppo però non esiste un sistema centralizzato o una linea politica appropriata per prevenire il traffico, proteggere le vittime e punire i trafficanti.

La Mongolia è un paese che, sullo scenario internazionale, conta poco, ma sarebbe più che opportuno che la comunità internazionale, al di là di quanto deve essere realizzato dal governo, si attivi per aiutare a risolvere un problema che, in ogni luogo del mondo in cui si verifica – non è esente l’Europa -, deve essere affrontato con forza. Ma, come è noto, esistono paesi di serie A e di serie B e forse la Mongolia è considerato anche un paese di serie C, purtroppo.

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