sabato 20 novembre 2010

Ignoranza, stupidità o viltà?

di Peppe Carpentieri (MDF Parma)

Ancora non riesco a capire quanto peso abbiano, nei nostri pensieri, tali sconcezze: ignoranza, stupidità e viltà. Non prendo in considerazione la cattiva fede perché è ovvio, una persona intelligente può esser in cattiva fede ma non è stupida, magari egoista o imbrogliona ma non stupida.
A quale tema accenno? Alla moneta!
C'è una possibilità: qualcuno, al Governo, domani mattina decide di dire pubblicamente la verità: l'Italia, secondo i modelli ed i sistemi attuali di misurazione della crescita e dell'economia, è in default "si adottino le misure per salvarla".
Ma la notizia del giorno non è questa, ma l'eventualità che Irlanda e Portogallo, o meglio chi li amministra, decidano di non cedere più ai ricatti della moneta debito, l'euro. Perché, forse, non sono né stupidi e né vili. ma consapevoli dell'inganno circa l'usurpazione della sovranità monetaria e giustamente non vogliono lasciare oppressi i propri popoli dal FMI come sta accadendo in Grecia, com'è accaduto in Argentina. In realtà non sarebbero i primi Governi a ribellarsi dallo strapotere delle banche centrali e di suoi politici compiacenti. Ecuador, Bolivia, Venezuela ed altri si contrappongono pubblicamente all'attuale sistema monetario figlio dell'usurpazione del diritto di battere moneta e soprattutto figlio dell'usura (interessi).

E gli italiani? Forse meritano di fare la fine dei greci dato che come disse Pericle: chi non si occupa di politica non è pericoloso, ma inutile. E la maggioranza del popolo italiano, visti i voti ed i consensi elettorali, è decisamente inutile.
Sappiamo cosa sia la moneta? E' ricchezza la moneta? O un banale strumento di misura? Cosa misura la moneta?
 «Il danaro serve a misurare il valore con precisione, e deve essere definito chiaramente e in modo trasparente e soprattutto non deve essere sottoposto a manipolazioni da parte di terzi».
Il tema del denaro, di come esso venga creato e di come ne debba essere regolamentata la quantità e la distribuzione è infatti attualissimo.
E come ha scritto Luciano Gallino nel suo ultimo, documento saggio dedicato alla speculazione finanziaria, «al fine di porre rimedio ai fallimenti che l’affliggono, l’economia reale del mondo avrebbe bisogno di altri criteri, altre misure e forse altri soggetti della creazione di denaro, pubblicamente più responsabili».[1]
 A partire dai tempi più antichi e fino al XVII secolo, il diritto di battere moneta e di regolarne il valore attribuendole tagli diversi, e di limitarne o di aumentarne la quantità in circolazione, era prerogativa esclusiva dello Stato.
“Crimine del 1666”, caso mixed moneys, la Compagnie delle Indie Orientali corrompe il Parlamento, nella dissolutezza di Carlo II e grazie all’influenza di Barbara Villiers ebbe come risultato la legislazione della zecca del 1666/67, che di fatto, consegnò, o cedette per quattro soldi, a una classe di usurai nelle cui mani è rimasta da allora, lo strumento più potente di cui lo Stato può disporre per influire sulla felicità dei cittadini, accanto al diritto di dichiarare guerra o pace. [2]
Lo stesso crimine venne introdotto in America, nella zecca con la legge 1790/92.
[1] nota del traduttore Luca Gallesi in ALEXANDER DEL MAR, crimini monetari, in cerchi dell’acqua [4]. Excelsior 1881, 2009, pag. 31
[2] ALEXANDER DEL MAR, crimini monetari, in cerchi dell’acqua [4]. Excelsior 1881, 2009, pag. 39 dal sito de ilsole24ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2010-11-16/rompuy-eurozona-rischio-alcuni-105419.shtml?uuid=AYpGu6jC)
Ma l'Irlanda resiste. Il governo irlandese, peraltro, ha esortato i partner Ue a mantenere i nervi saldi a fronte di «comportamenti irrazionali» sui mercati internazionali dei bond. In un'intervista alla radio della Bbc il ministro irlandese per gli Affari Europei, Dick Roche, ha ribadito ancora una volta che il Governo di Dublino non ha bisogno di aiuti finanziari e ha detto che i ministri delle Finanze «non devono cadere in attacchi di panico. Non esiste alcuna ragione per un'operazione di salvataggio da parte dell'Ue o dal Fmi».
 Sarà difficile ma se dovesse esserci una dichiarazione pubblica di default, niente panico, niente disperazione ma solo gioia. La moneta non è ricchezza è solo uno strumento di misura e quando questo non misura i reali valori può essere solo un mezzo di oppressione e schiavitù, l'euro.
La cultura, le capacità creative sono ricchezza, le conoscenze tecniche sono ricchezza.
Se ci fosse un default avremo la possibilità di riprogettare la società dalle fondazioni: i valori umani. Se non ci fosse alcun default potremmo comunque applicare la Costituzione ed iniziare regolare il credito secondo i bisogni reali, secondo i diritti umani: cibo, casa, energia, sanità ed istruzione tramite un nuovo strumento di misura, vogliamo chiamarla moneta? Come volete, l'importante è che sia moneta credito di proprietà della Repubblica italiana. Le tecnologie odierne sono maggiormente affinate rispetto al passato ed è più facile misurarne l'espansione per evitare inflazione e deflazione.
La moneta pubblica non è debito e non ci sono interessi. Il deficit? Non è un problema. Il debito è un problema ed è di natura giuridica e non economica.
Usare moneta, spendere moneta pubblica per il cibo, la salute e l'istruzione non è un problema, è giusto.
Lasciarsi prestare una moneta creata dal nulla con l'usura è immorale e stupido; non ribellarsi è da vili.
Nel mondo ci sono numerosi cittadini ed amministratori consapevoli di tutto ciò e in Italia? L'élite vuole programmare un nuovo ordine economico mondiale, comunque vada lo faranno e noi cittadini da che parte stiamo? Siamo sudditi di un élite o vogliamo iniziare a vivere da esseri umani? Noi esistiamo perché c'è il Sole e non perché spendiamo pezzi di carta.

2 commenti:

  1. Bell'articolo, l'immagine che hai postato parla da sola!

    Namastè

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  2. @ krommino 75-
    Già...perche' quando saremo riusciti a distruggere tutto quanto su questo pianeta, non saranno dei pezzi di carta che ci nutriranno :-/

    Abbracci.
    Namastè

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