giovedì 18 novembre 2010

Russia, la strage dei bambini


Ogni anno in Russia vengono compiuti almeno centomila crimini contro dei bambini, ha affermato ieri l’”ombudsman” per i diritti dell’infanzia Pavel Astakhov. Nella denuncia dell’alto funzionario (cui peraltro nella Federazione russa non compete praticamente nessun potere effettivo) la condizione dell’infanzia appare veramente catastrofica: nel conto compaiono circa duemila bambini deliberatamente uccisi e altri quattromila morti per incidenti stradali o altri incidenti. 
 
Astakhov non ha precisato la composizione dei centomila crimini, cifra onnicomprensiva dentro la quale vengono contati sia le vicende di pedofilia sia le violenze domestiche, lo sfruttamento ecc. Peraltro, la maggior parte dei crimini reali non compaiono nelle statistiche per il semplice motivo che nessuno li denuncia.
Foschissimo il quadro demografico tracciato dall’ombudsman: ogni anno il numero degli under 18 in Russia diminuisce di circa 300mila unità, nonostante l’aumentato tasso di natalità degli ultimi due-tre anni, in virtù del drastico calo delle nascite registrato agli inizi degli anni Novanta. Entro il 2025, quando il trend dovrebbe cominciare lentamente a invertirsi, la popolazione minorile nel paese sarà scesa di ben 5 milioni rispetto a oggi.


I minori orfani in Russia sono spesso soggetti psicologicamente “sensibili”. Lo si capisce se ai dati sulle adozioni si aggiungono quelli sugli abusi e le violenze. È sempre la radio “Eco di Mosca” a parlarne, citando il Commissario per i diritti dell’infanzia, Pavel Astakhov: nell’ultimo anno 100mila bambini sono stati vittime di violenze da parte di adulti in casa, 2mila bambini sono stati uccisi e 600 sono spariti nel nulla dopo essere scappati di casa. Astakhov propone che nel Paese venga riorga­nizzato in senso più umano il sistema di mantenimento e istruzione negli “in­ternati” per i bambini che hanno pro­blemi sociali in famiglia. “Gli internati – lamenta il com­missario – sono istituti molto chiusi bisogna trasformarli in case-famiglia per bambini, costruite secondo il principio delle piccole famiglie. La riorganizzazione degli internati – aggiunge – è un nostro dovere per i bambini che vivono sotto la prote­zione dello Stato”.
Dei 700 mila orfani presenti, un terzo è tornato negli istitui a causa della crisi Doppio incubo per gli orfani russi, che oggi sono circa 700 mila, più di quanti erano alla fine della seconda guerra mondiale: circa un terzo di quelli adottati negli ultimi tre anni sono stati restituiti agli orfanotrofi, in particolare per la crisi finanziaria che ha ritardato il versamento dei fondi statali. A lanciare l’allarme con una intervista al settimanale Itoghi è Albert Likhanov, capo del Fondo di beneficenza per l’infanzia.

Degli oltre 100 mila orfani dati in adozione dal 2007 al 2009, circa 30 mila sono stati costretti a tornare in orfanotrofio, riferisce, spiegando che molte famiglie adottive sono state spinte a questo gesto dalla crisi e dall’ impoverimento delle finanze pubbliche, con i relativi ritardi dei contributi. Lo Stato paga dagli 11 mila ai 37 mila rubli (270-910 euro) per ciascun bambino adottato. Ma, secondo, Likhanov, ”le famiglie adottive non hanno capito che non devono basarsi su questi fondi nel prendere la decisione di adottare un bambino”. Senza contare, aggiunge, quelle che ne hanno fatto una questione di business.
Negli ultimi tre anni il numero dei ritorni agli orfanotrofi è cresciuto: 4500 nel 2007, 7000 nel 2008, oltre 10 lo scorso anno. ”Il quadro è tragico”, ammette Likhanov, definendo i 700 mila orfani una ”condanna” per uno Stato moderno. Un fenomeno aggravato dal fatto che il numero degli ”orfani” con i genitori vivi aumenta di 60 mila bimbi l’anno. Il capo del Fondo per l’infanzia si dice favorevole al programma di “orfanotrofio familiare” sovietico rimasto in vita sino alla fine dell’Urss, quando a prendersi cura di un gruppo di orfani era una persona stipendiata dallo Stato.

Le adozioni delle famiglie russe sono il doppio di quelle straniere, ma l’esito non è dei più fortunati. Dal 1992 i bambini russi adottati all’estero sono 80 mila, il 50 dei quali in Usa, dove sono stati registrati 19 casi di omicidio. Ma, sottolinea Likhanov, ”in Russia, nel solo 2008, 126 mila bimbi sono stati sottoposti a violenza dai genitori, 2000 sono stati uccisi dai propri genitori e quasi 3000 feriti gravemente. E per il 2009 è andata peggio”.
Da aprile Mosca ha congelato l’adozione di bambini russi in Usa dopo che uno di loro era stato rinviato in aereo in Russia dalla madre adottiva. I due Paesi stanno negoziando un nuovo accordo.

http://sites.google.com/site/halbadiena/cv/z-archivio-home/russialastragedeibambini

Nessun commento:

Posta un commento

La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.

Grazie.