venerdì 25 novembre 2011

Abitudine … Osho

E che cosa è il passato? Cos’hai fatto in passato? Qualsiasi cosa tu abbia fatto, di buono o di cattivo, questo o quello, qualsiasi cosa fai crea la propria ripetizione. Questa è la “teoria del karma”. Se l’altro ieri eri arrabbiato, hai creato una potenzialità di rabbia, al punto da arrabbiarti di nuovo ieri. Per cui hai replicato la tua rabbia, le hai dato nuova energia, hai alimentato quello stato d’animo, lo hai radicato di più, lo hai coltivato. Ebbene, oggi rifarai la stessa cosa con più forza, con più energia. E domani sarai di nuovo vittima dell’ oggi.
Ogni azione che fai o anche solo che pensi di fare, ha i suoi modi di riprodursi ancora e di nuovo, perché crea un canale nel tuo essere. Comincia ad assorbire energia da te. Tu sei arrabbiato, poi quello stato d’animo se ne va e tu credi di non essere più in collera, per cui manchi l’opportunità di comprendere. Quando quell’umore se ne è andato, non è cambiato niente: semplicemente la ruota si è mossa e il raggio che era su è andato giù. Pochi minuti fa c’era rabbia alla superficie, ora è scesa nell’inconscio, nelle profondità del tuo essere. Aspetterà il suo momento per tornare di nuovo a manifestarsi. Se hai agito di conseguenza, l’hai rafforzata e quindi l’hai rimessa a nuovo. Le hai dato di nuovo un potere, un’ energia; freme come un seme sottoterra che aspetta il momento e la stagione giusta e a quel punto germoglierà.
Ogni azione si autoriproduce, ogni pensiero si autoperpetua. Quando collabori con lui, gli dai energia. Prima o poi diventerà un’abitudine. Ti comporterai in un certo modo, ma non ne sarai l’agente; agirai solo per forza d’abitudine. Si dice che l’abitudine sia una seconda natura: non è un’esagerazione. Al contrario, è un’ affermazione che sottovaluta il fenomeno! In realtà, alla fine l’abitudine diventa la prima natura e la tua natura diventa secondaria, resta solo come un’ appendice o le note a piè di pagina in un libro, mentre l’abitudine ne diventa la parte principale, il corpo del libro.
Tu vivi attraverso l’abitudine. Ciò significa che l’abitudine vive fondamentalmente attraverso di te.L’abitudine stessa permane, ha un’ energia propria; naturalmente la prende da te, dato che tu hai cooperato in passato e stai cooperando nel momento presente. Passo dopo passo, l’abitudine diventerà il padrone e tu sarai solo un servo, un’ombra. L’abitudine darà il comando, l’ordine, e tu sarai solo un servitore ubbidiente. Sarai obbligato a seguirla.


Osho...dal libro: "Consapevolezza" 

4 commenti:

  1. Ed è per quel ripetersi che ci si impone, a volte uno spazio di silenzio...per riflettere...ripercorrerne le azioni...guardarsi dentro a posteriori e riuscire a scorgere quell'atteggiamento che proprio non desideriamo ci appartenga...importante è trovarsi di fronte una persona che sappia mantener la calma e ci faccia comprendere dove possiamo agire per mutare l'atteggiamento negativo...non metterlo a tacere , ma ascoltarlo e poi lasciarlo libero d'andare altrove...in questo molto aiuta l'esercizio fisico ed il contatto con la natura...mentre il corpo sta lavorando, si scarica delle energie negative...se puntiamo lo sguardo nell'ambiente naturale acquisiamo la quiete che ci permette di ristabilire l'equilibrio spezzato dagli affanni quotidiani..
    mi sono concessa una riflessione mentre leggevo qui...grazie Rosa...sereno iniziar del giorno..
    dandelìon

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  2. Buongiorno Rosa,
    meno male che ogni tanto - tra i vari articoli che giustamente e utilmente segnali ma che ci porterebbero a una rabbia e a un dolore disumani e continui - metti questi brani da Osho che ci fanno prendere un bel respiro, chiedere time out, riflettere e ricentrare su noi stessi cercando il nostro equilibrio malgrado tutto ciò che ci accade intorno...
    Namastè :-)

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  3. Dandelìon...Rompere la sequenza della ripetizione, fermandoci ed inserendo la serenità e la pace nel suo girare. Questo devremmo saper fare.
    Diminuire lo spazio della reiterazione dell'abitudne, concedendo alla vita di scorrere, stupendoci ad ogni respiro, ed a noi stessi d'essere realmete interpeti del nostro camminare.
    Noi la indirizziamo troppo spesso verso territori che ci sono conosciuti. Tu parli di lavoro armonico e di natura...strada interessante, una delle possibili meditazioni, oguno scelga la propria.
    L'importante, sono convinta, è fermare con un benefico silenzio il cigolio distruttivo della ruota dell'abitudine. Dando un nuovo senso al nostro Karma.
    Un abbraccio amica cara e grazie a Te!
    Namastè

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  4. Buongiorno a te Minerva!
    L'intento vorrebbe essere quello...fermarci e fermare l'afflusso continuo di notize e di "emotività" per cercare dentro di noi il senso reale e profondo del nostro cammino...
    Per non perdere il filo e la ragione per la quale ci muoviamo e per ricordarci che da noi parte ogni cosa...e che senza una maturazione spirituale personale nulla ha senso.
    Un abbraccio amica mia ;)
    Namastè

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