mercoledì 7 dicembre 2011

Noi siamo così! La sindrome da sistema

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scritto da Gianni Tirelli

E’ come se noi, dopo avere trascorso la nostra vita fra i micidiali miasmi del Sistema, ci fossimo beccati una patologia incurabile e degenerativa (la sindrome da Sistema) e un’equipe certificata di luminari della scienza intorno al nostro letto di morte di un ospedale svizzero all’avanguardia, ci descrivessero punto dopo punto le cause scatenanti la nostra drammatica condizione, cominciando a elencare, “l’aggiotaggio, le scie chimiche, l’inquinamento, le speculazioni finanziarie, i titoli tossici, cospirazioni, complotti, l’effetto serra, l’alimentazione, l’elettromagnetismo” e via via, tutto quell’infinito luna park dell’orrore che caratterizza l’attuale stato delle cose e che si è accanito sulla nostra esistenza.
“Non ci sono cure” affermano in coro i cervelloni!!?Noi a questo punto, increduli e smarriti, noi, che nel Sistema avevamo riposto ogni nostra speranza, vorremmo saperne di più e, spinti da un irrefrenabile bisogno di capire, cominciamo ad informarci su tutto ciò che in un modo o nell’altro possa avere compromesso la nostra salute! Siamo a tal punto presi da questa smania fobica, che non troviamo più il tempo ne di mangiare e ne di dormire. Siamo sempre più deboli e sempre più depressi dall’inutile e spasmodica ricerca su tale questione dove, ogni delucidazione di merito, chiarimento e spiegazione, ha ulteriormente peggiorato il nostro stato confusionale, e compromesso ogni residua volontà.

La verità Vera, sta nel fatto, che noi, in quell’ospedale non ci saremmo mai dovuti entrare ne tanto meno metterci nelle mani di quei “venerabili maestri” dell’imbecillità umana.?La sola cosa giusta da fare era di ascoltare le ragioni profonde del nostro cuore, in attesa di una risposta semplice, banale, che non avrebbe tardato ad arrivare, rendendoci consapevoli e salvandoci la vita. In parole povere: “Mollare il Sistema una buona volta per tutte!!!”
Dobbiamo dunque smetterla di sostenere i nostri carnefici – di renderli ricchi e potenti, avendone in cambio, disprezzo, indifferenza e le ossa spolpate dalla voracità delle loro bocche fameliche, e di stomaci senza fondo che come buchi neri, travolgono nel loro vortice le nostre vite. Ci lanciamo sugli avanzi, sui i resti dei loro baccanali triviali e grotteschi che addentiamo scodinzolando come un branco di cani randagi, in attesa di un ulteriore boccone.
Abbandonare il Sistema Potere (sinonimo di necrofilia e di schiavitù), è il primo passo verso la salvezza al fine di recuperare una qualità di vita, degna e dignitosa, sobria e concreta e, al riparo da queste immonde sanguisughe.
Il Sistema, mira a dividerci, mentre noi, viceversa, dobbiamo compattarci dentro un unico blocco coeso e saldo, per convogliare al suo interno tutta la nostra indignazione, rabbia e spirito rivoluzionario. Questo immobilismo, diversamente, è indicativo del nostro livello di assuefazione al Sistema e, di una capacità critica e di ribellione, oramai defunta.
Siamo considerati e trattati alla stregua di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e subdolo desiderio del padrone, per evitare una punizione più gravosa e umiliante. Questo succede perché siamo divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri stupidi che vorrebbero arricchirsi. Che speranza abbiamo di cambiare questa realtà quando accettiamo supinamente un tale stato di cose, trasfigurando dignità in codardia e dipendenza in attenuante?
Il mondo contadino del passato, che rappresentava un buon 99% della popolazione, era caratterizzato dall’autonomia e dall’autosufficienza e, ogni singolo o gruppo, definiva e determinava una sua “ragion d’essere”, sulla soddisfazione dei bisogni primari ed essenziali, relativi e dipendenti al territorio; alla sua capacità di produrre beni e privilegi (acqua, fertilità, energia) e sulla spinta propulsiva di consolidate tradizioni e ataviche credenze.
L’avere escluso da tali intendimenti e dal processo di sviluppo, tutto il resto del mondo, delegando all’1% degli individui le sorti del pianeta, ha prodotto quel disastro globale (umano, di valori, principi e ambientale) che caratterizza le moderne società liberiste e consumiste.
Quel processo di semplificazione, che ha traghettato l’uomo, da un passato industrioso a un presente industriale, è miseramente fallito.
Del resto, io sono più che convinto che quel “Nuovo Ordine Mondiale” (oggi di grande attualità – di cui molto si parla e si tratta) che si afferma, abbia programmato le sorti e il destino dell’umanità, non si farà di certo intimidire dalla nostra, se pur ferma indignazione, o da quattro chiacchiere gridate.
La sua imminente implosione avverrà, diversamente, per una serie di difetti insiti nel Sistema stesso e dall’isolamento forzato e costretto, che centinaia di milioni di individui nel mondo innescheranno rinunciando in massa (per ragioni pratiche e di sopravvivenza) ad ogni forma di consumo che non sia essenziale o vitale.
In che modo noi che, con estrema disinvoltura e sconsiderata faciloneria puntiamo il dito contro un “nemico astratto”, contrastiamo nel merito con la forza dei fatti, dei comportamenti quotidiani e dell’esempio, un tale declino economico, culturale e di valori??Questo nostro immobilismo è indicativo del livello di assuefazione al Sistema, raggiunto e, di una capacità critica e di ribellione, oramai defunta.
E’ l’azione individuale, l’idea vincente!?Questo stato di cose si può cambiare rinunciando ai nostri egoismi e indotte convinzioni per trasfigurare le debolezze e le dipendenze in opportunità reali, con la forza della ragione congiunta ad un civile sentimento di solidarietà umana.
E’ la nostra coscienza ciò a cui ci dobbiamo attenere – sempre e in ogni caso! Ogni altro sotterfugio, escamotage e scusante addotte allo scopo di aggirare le nostre vere responsabilità, acuirà ulteriormente una condizione, già, di per sé insostenibile, ipotecando per sempre il futuro delle generazioni a venire.
Ricollegandomi all’inizio dell’articolo, la sola cura in grado di guarirci da questa particolare “sindrome” consiste nel rinunciare al Sistema stesso e alle sue seducenti lusinghe. L’Autonomia e la forza di volontà sono le sole condizioni, capaci di compiere il grande miracolo.

4 commenti:

  1. Bellissimo. Solo che la lotta per la sopravvivenza - dentro o a parte dal Sistema - è diventata impossibile. Questo è IL problema. Che stiamo morendo. Letteralmente. Non sto scherzando. E' la fame.

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  2. Ciao Minerva, l'idea della competitività esasperata è apprezzabile ed anche elastica, ma certamente questa competitività è nutrita ed esasperata dal sistema medesimo, che ne trae tutti vantaggi possibili.
    Tu sostieni che la lotta per la sopravvivenza sia divenuta impossibile in quanto all'interno del sistema stesso non vi è a sufficienza per tutti...vero! ma è proprio su questa convinzione che si basa l'appropriazione perpetrata dal potere che ti lascia a lottare per le briciole... e ti convincono anche sia tutto lì ed invece si tratta di modificare pesi, ridistribuire, modificare anche le abitudini ed il nostro peso specifico sul pianeta.
    Accettare la natura e la biosfera come regolatore e limite (l'esempio delle auto è calzante, quanta energia consumiano? E sono in predicato di consumare ora anche immense risorse alimentari) accettare di decrescere, di tornare indietro e cambiare passo, modificare la nostra idea di progresso per incominciare ad andare davvero avanti.
    Un abbraccio cara e buona serata ;)
    Namastè

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  3. Ciao Rosa,Esatto.E ci aggiungerei anche;tecnica politica(DIVIDI ET IMPERA)CI STA COME IL CACIO SUI MACCHERONI. CIAO RAGAZZI A PRESTO

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  4. @Anonimo
    Infatti!
    Buona giornata ;)
    Namastè

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