 fonte : www.terranews.it
fonte : www.terranews.itMichele Scotti
Prima il blitz di Greenpeace in un campo di Vivaro (Pordenone), con  20 ambientalisti fermati dalla polizia. Poi il presidio della task force  anti Ogm davanti alla Prefettura. Quindi le dure prese di posizione dei  presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia e, per finire,  l’intervento del ministro Giancarlo Galan: è la cronaca di una giornata,  quella di ieri, a Pordenone, all’insegna del no agli Ogm.      Tutto nasce nella primavera scorsa quando Giorgio Fidenato, leader degli  Agricoltori federati, mette a dimora nei suoi campi mais geneticamente  modificato, con tanto di ripresa televisiva e diffusione della semina  sul circuito mediatico mondiale. Quel mais è ora venuto a maturazione  con concreti rischi di contaminazione di altre colture. Da qui la  protesta degli ambientalisti, che hanno cercato di tagliare le piante  Ogm, vista l’inerzia della magistratura, denunciata anche da Aiab e  Legambiente.      La normativa in vigore, infatti, parla chiaro: in Italia è vietato  seminare piante Ogm e chi lo fa rischia l’arresto fino a tre anni. Anche  per queste ragioni, come sostiene il leader dei Verdi Angelo Bonelli,  «distruggere un campo Ogm non è reato». Un invito a procedere in questo  senso era stato rivolto alla Procura della Repubblica di Pordenone e al  ministero di Grazia e Giustizia da parte di Coldiretti, Wwf, Greenpeace,  Slow-food e altre 40 associazioni. Anche Luca Zaia, presidente del  Veneto, nel dichiararsi «assolutamente contrario agli Ogm» ha auspicato  «un deciso intervento delle forze dell’ordine» arrivando a lodare  Greenpeace «che ha fatto bene a intervenire prima che sia troppo tardi».     E un plauso all’associazione ecologista è arrivato anche dal senatore  del Pd, Francesco Ferrante. Il blitz degli ambientalisti è stato  bloccato dalla Polizia, ma a riportare la calma è intervenuto lo stesso  ministro dell’Agricoltura. «Sono stato, sono e sarò sempre per il  rispetto della legalità - ha detto Galan - se le indagini in corso  rivelassero che realmente quello seminato è mais geneticamente  modificato, spetterà all’autorità giudiziaria valutare i provvedimenti  da assumere». 
 
Nessun commento:
Posta un commento
La moderazione dei commenti è stata attivata. Tutti i commenti devono essere approvati dall'autore del blog.
Non verranno presi in considerazione gli interventi non attinenti agli argomenti trattati nel post o di auto-promozione.
Grazie.