
Un'ammissione che alimenta nuove perplessità sulla salvaguardia della privacy in rete. Google ha chiesto scusa, dichiarando di aver scoperto 'il problema' solo dopo le indagini delle autorità tedesche, già contrarie a vedere scorrazzare per le strade le sue auto, che fotografano automobili, case e persone, ponendo seri dubbi sul rispetto della privacy.
Negli ultimi anni, Google avrebbe così registrato frammenti di dati in 30 Paesi, per un totale di 600 gigabytes (la capacità di un normale hard disk), assicurando però di non aver memorizzato dati di reti protette da password.
Tra gli appassionati di informatica e internet, peraltro, questa 'disattenzione' era già nota da tempo. Strano che gli ultimi ad accorgersi delle falle nella privacy siano sempre i dirigenti di Google.
Fonte: notizie.virgilio.it
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